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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: RIFLESSIONI ALL`ALBA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: larisa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/06/2006 06:16:48

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- Capitolo 1° -

eccomi qui, credo che sia una one shot...
sono quasi le sei di mattina, tra una mezzora parto per andare a lavorare, e visto che l'ho saputo alle 2 di notte, ho fatto il dritto...
quindi, chissà cosa uscirà dalla mia mente malata...
abbiate pietà!!!
buona lettura!!!


cosa si prova ad essere normale?
io, non l'ho mai saputo, la mia vita un costante muoversi nell'ombra.
anche ora, mentre mi aggiro per le vie della città deserta, appena prima dell'alba, il cappuccio calato sugli occhi nel caso qualche insonne decidesse di uscire di casa, mi chiedo come sarebbe dormire sentendo il peso di un corpo familiare contro il proprio, il suo calore riscaldare l'anima più del corpo, il suo respiro solleticare il petto.
sorrido.
niente è veramente importante, per me, anche questo pensiero, effimero, vola via dalla mia mente, per lasciare spazio ad un altro, poi ad un altro ancora.
eppure, qualcosa di queste sensazioni mai provate torna.
mi irrigidisce le braccia e le gambe, più dell'aria fresca che mi sferza il viso, passando sotto al cappuccio.
muovo la mano sinistra, come a scacciare una zanzara fastidiosa, pur sapendo che non è ancora stagione per le zanzare.
ritorno alla mia camera, alla mia casa.
tiro le tende, e da lì osservo le strade prendere vita lentamente.
coppie escono abbracciate, baci vengono scambiati davanti agli usci, rispendenti del primo sole, sorrisi e risate iniziano a colorare i suoni della natura.
ci sarà mai qualcuno come me? qualcuno con cui condividere l'ombra che mi porto dentro, per cui farsi carico di problemi fino adesso neppure immaginati?
sarà l'alba dell'inizio della primavera, ma in questo momento una malinconia mai provata mi stringe il petto.
invidio tutte quelle persone felici, le odio.
le odio tanto che uscirei di nuovo, solo per ucciderle una ad una, assaporare il profumo del loro sangue, rinfacciare ai loro cadaveri che non è meno metallico del mio.
ma non posso.
continuo ad osservare, da dietro le tende tirate, amici che si incontrano, amanti clandestini che si scambiano qualche occhiata furtiva, nemici che fingono di ingorarsi.
come possono le persone che li circondano non notare tutto questo?
certo, forse la loro vita non è passata come la mia, ad osservare ogni movimento, alba dopo alba.
forse i loro occhi non sono così acuti, la mente così veloce.
il loro cuore...
quello forse è l'unica cosa che mi differenzia davvero da tutte quelle persone.
il cuore.
loro hanno uno spirito aperto, ogni sentimento, ogni felicità, ogni dolore, benvenuti oltre il sipario della loro mente.
io... il mio cuore l'ho dimenticato da un pezzo.
se non avessi la certezza che mi muovo, che cammino, che osservo, sarei forse incerto anche del fatto che batte ancora.
perchè una tale maledizione è dovuta pesare su di me?
eppure, niente può cambiare lo stato delle cose.
lentamente, anche bambini assonnati escono di casa, seguiti da baci e raccomandazioni dei genitori, a volte accompagnati da fratelli maggiori, che dopo pochi passi, appena l'uscio è chiuso, si allontanano di qualche passo, fingendo di non conoscerli, per non rinunciare alla loro immagine con gli amici, o pervasi da un affetto vero, gli stringono la mano rassicuranti.
tutto questo vedo, e molto altro ancora, mentre il cielo si colora lentamente.
ogni sfumatura di sentimento è chiara, si svela sotto il mio sguardo come una malattia davanti ad un medico attento.
ogni differenza, potrei descrivere ogni piccola differenza.
solo guardando quelle persone, potrei raccontare buona parte della loro vita, da un movimento, spiegare cosa sentono o cosa desiderano, da uno sguardo, intuire quello che hanno perso o trovato.
ogni giorno, intorno a quest'ora, sono in questa posizione, in piedi, il cappuccio ancora a celare il volto, nonostante la sicurezza di una casa che chiamo mia ma per cui non provo niente.
per la prima volta, odio quelle persone, le invidio, le ammiro, sogno di essere al loro posto.
per la prima volta, in tutta la mia vita.
forse sto morendo.
non mi importa.
mentre gli ultimi sprazzi della notte spariscono dal cielo, la mia giornata si conclude.
appena il giorno è fatto, dimentico questo pensiero, dovuto di sicuro ad un'alba di primavera.
sorrido.
e di nuovo, non provo niente.


ecco fatto!!!
lo so, non ci si capisce niente, ma volevo rendere un disagio interiore.
che importanza ha, il motivo per cui è in questa situazione, cosa farà il giorno dopo, cos'ha fatto il giorno prima?
a me, piace così.
spero piaccia anche a voi!!!
vado a cambiarmi e volo al lavoro... giornataccia oggi... (stamattina al lavoro, stasera su un palco, e nel mezzo, tanto per rendere la giornata meno piena, in banca a litigare... -_-)
spero in un commentuccio, eh!!!!
a presto!!!
^.^
 
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