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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: RAGNATELA - BY KYSA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mirana galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/06/2006 18:35:57

si tratta di un collage di tutte le opere di kysa, molti pezzi raccolti dalle stesse lettrici. buona lettura!
 
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RAGNATELA
- Capitolo 1° -



Ho studiato questa fic per circa un mese e mezzo, prima di prendere in seria considerazione l'idea di metterla in atto.
Ho visto fare questo tipo di lavoro da una ragazza su un altro sito, così alla fine ho chiesto aiuto al genere di persone che poteva svolgere questo lavoro meglio di quanto io da sola non potessi fare.
Si tratta di una serie di spaccati, tratti dalla trilogia di Kysa, su Harry Potter.
Ogni lettrice ha scelto un tratto che le comunicava qualcosa e poi ne ha spiegato i motivi. Io ho tagliato qua e là, per motivi di spazio e lunghezza, ma è tutta opera vostra.
E' solo un modo per ricordare tutti i pezzi del mosaico, un modo per rivedere completamente questa storia che da quando è nata, non mi ha mai abbandonato.
Ringrazio le ragazze che mi hanno aiuto, immensamente.
Siete state fantastiche ma specialmente ringrazio Kysa, che ha scritto tutto questo per noi.
Inoltre colgo l'occasione per farle gli auguri, il trenta giugno compie ventotto anni.
Con affetto e buona lettura, Barbara. Buon compleanno da tutte le tue amiche.
M.



- Ragnatela -



I Figli della Speranza, capitolo 20.
* Airuka:

"Hermione cercò Draco, che non era presente. Lo raggiunse nella stanza accanto alla sala riunioni.
Era seduto a terra, contro il muro e guardava dritto verso il divano di damasco.
Tom era in piedi, accanto a lui.
Entrambi erano eccitatissimi.
Stava per succedere.
Hermione entrò e Malfoy, vedendola, le prese la mano con delicatezza e se la tirò fra le gambe, stringendola forte.
Era un momento eccezionale, uno di quelli che si ricordano per tutta la vita.
Tutti erano ansiosi e presto anche Ron, Harry, Elettra, Pansy e anche Edward si accostarono allo stipite.
Sapevano che dovevano fare silenzio, esattamente come avevano fatto quando era toccato a Lucas.
Le quattro tate, Fauna, Flora, Fulva e Fiona si tenevano la bocca, asciugandosi le guance commosse di tanto in tanto.
Silenzio.
Glory, gattonando in una tutina rosa, aveva raggiunto il divano lasciando Lucas ai suoi giochi...e sempre tutta concentrata si era aggrappata al bordo, raddrizzandosi goffamente.
Draco ed Hermione si strinsero le mani senza neanche accorgersene, mentre la bambina li fissava.
Si accorse che tutti la guardavano ma se ne infischiò.
Restando attaccata ai cuscini del divano, mosse qualche passetto...
Sembrava l`ora.
Uno, due passi e il divano finì. La piccola traballò, le manine che arrancavano per trovare un appiglio.
- Glory...- Draco la chiamò, per ricordarle la loro presenza - Glory, vieni qua.-
Lui e la Grifoncina allungarono le braccia verso la figlia, che li osservò come per studiare la distanza.
Quindi, dopo un attimo d`incertezza, tornò a staccarsi dal bordo e mozzando il fiato non solo ai suoi genitori e al suo padrino, mosse il primo passetto verso di loro, senza appigli.
Il momento era delicato, così tutti si morsero le labbra quando la videro ondeggiare pericolosamente.
La figlia di Malfoy non era una che piangeva tanto da spaccare i muri, a differenza di Lucas, ma quando cadeva metteva il broncio e nessuno la scollava più da seduta, quindi la situazione era davvero critica.
Mosse un altro passo goffo e ondeggiò di nuovo.
Era ad appena un metro quando, si sa, la bimba prese un andazzo veloce e finalmente, muovendo passetti velocissimi uno dietro all`altro finì fra le braccia dei genitori che ridendo insieme a tutti gli altri si rovesciarono sul pavimento di granito per la gioia. La prima camminata della piccola venne accolta dagli applausi degli altri, con gli occhi lucidi della madre che aveva ripreso la vista in tempo per un momento simile e l`orgoglio di Draco che si fece volare la piccola sulla testa.
- Brava la mia bambina.- Malfoy le stampò un bacio sulla fronte, mentre Glory gl`infilava le manine fra i capelli."

Questo è uno dei miei pezzi preferiti, uno scorcio di "normalità". Mi piace il modo di raccontare di Barbara, la sua capacità di inserire anche nei momenti più tragici e difficili dei ritratti commoventi o divertenti di vita quotidiana. Sono maghi, Auror, Diurni, demoni, licantropi….ma pur sempre capaci di vivere dei sentimenti come tutti. E così, alternati a guerre, comgattimenti, strategie di battaglie troviamo la piccola Glory che cammina per la prima volta, Harry con Lucas, il ricordo di Draco che sta per diventare papà, ma anche le liti fra Draco ed Harry, o quelle fra Sirius e Lucius, la paura di volare di Trix, la goffaggine di Tom, i guai di Degona e William…momenti dolci o divertenti che allentano la tensione della narrazione e fanno sentire i personaggi della storia più veri e vicini. E in questo Barbara è bravissima, ha preso i personaggi di JKR, ne ha aggiunti altri e li ha raccontati così bene che alla fine ci siamo legati e affezionati a loro. Sei davvero bravissima Barbara!
Airuka.



I Bracciali del Destino, capitolo 51.
* Meylover:

"Qualcuno…qualcuno avrebbe perso la vita. La sua fiamma si sarebbe spenta…
Ma chi? Chi andava incontro a quel tragico destino?
Alzò lo sguardo sulle torri e fra mille candele, vide due occhi azzurri che vagavano sull'orizzonte.
Damon Howthorne stava fra quelle fiammelle e ad ogni candela, lui vedeva una vita.
Pensava solo a quelle fiammelle…languivano tutte, scosse dal vento.
Ma in quell'attimo solo una si spense.
Una fra tante.
Quella più brillante di tutte.
Quella più brillante di tutte si era miserevolmente spenta.
Il fuoco si era sublimato.
Ma quando se ne andarono e la porta fu chiusa, quella stessa fiamma si riaccese.
Ma questo loro…no, loro non potevano saperlo."

Ho riportato qui sopra uno dei tantissimi "spicchi" della trilogia di Barbara…quello che mi è sfrecciato subito nella mente appena ho letto cosa bisognava fare x dare una mano alla nostra amata scrittrice! Evidentemente questo pezzo è uno di quelli che mi sono rimasti impressi nella mente vividamente…è uno dei tanti che mi ha procurato, mentre lo leggevo, dei brividi e delle emozioni…
E come dico sempre…DI KYSA CE N'É UNA SOLA!
Meylover



La Scommessa, capitolo 15.
* Venusmalfoy:

"La streghetta cominciò balbettando quasi, rivivendo ogni attimo. Risentiva quel boato enorme, tutte le grida terrorizzate… e poi ricordava Malfoy, che si era buttato su di lei ed erano finiti stesi per terra, con lui che la proteggeva dai detriti con la sua schiena. Ricordava quando li avevano tirati fuori…e come Draco l'aveva tenuta fra le braccia, guardando col cuore in gola se si era fatta male…e poi come l'aveva abbracciata, ansante…terrorizzato che le fosse potuto succedere qualcosa. Aveva scalciato quando li avevano dovuti dividere..."

Questo è il pezzo che più mi ha colpito de `La scommessa`... Forse per molti potrà apparire insignificante o quantaltro, ma quando l`ho letto per la prima volta mi sono venuti i brividi dall`intensità dei pensieri di Hermione. E tutto questo grazie al talento e alla passione che Kysa mette nel suo lavoro.
Venusmalfoy



I Bracciali del Destino, capitolo 49.
* Nevrotika:

"Strinse le dita fra le sue, col cuore che ormai batteva impazzito.
Era tardi per fermarsi.
- Ti amo.-
Silenzio. La pioggia parlò per loro.
Draco la guardò in faccia, poi la prese in braccio e le chiuse le bocca con la sua.
Paura, desiderio, anni passati lontani, il fuoco che bruciava...
Era un turbine che li legava. Una catena spessa e pesante, quasi troppo stretta e troppo fredda. Una catena che faceva male ma che forse, non si sarebbe mai spezzata tanto la sua presa era salda.
Si, finalmente l`aveva capito. Quella catena faceva male, faceva soffrire. Ma era indistruttibile.
Non sarebbero mai stati solo uniti dall`amore. Lo aveva accettato ormai.
- Ti amo, ti amo, ti amo...-
- Continua a dirlo.- sussurrò, mentre si perdeva in lei - E non smettere più.-

Lasciami bruciare, lascia che mi faccia male...perché solo così mi avrai.
Ti farò male. Ti soffocherò. Perché solo così sarai mia.
E la mia non è una promessa vana.
Da qui all`eternità sarai mia. E tu avrai me.
Nel sangue e nel tempo.
Nella vita e nella morte.
Tuo."

Ancora piango se lo rileggo,per la gioia che ho provato la prima volta,per il dolore e l`amore e l`emozione che la prima volta mi sono scoppiati nel petto.Draco ed Hermione sono i miei preferiti..non so come andrà fra loro alla fine,forse male ma questo pezzo per me varrà per sempre per ricordarmi che sono stati felici,che si sono amati che erano tutto.Dopotutto quello che è successo loro meriterebbero di avere un lieto fine..ma se non ci dovesse essere..eccolo il mio lieto fine..eccola la mia speranza..un battito d`ali che fa volare mille farfalle dentro di me.
Nevrotika.



I Bracciali del Destino, capitolo 9.
* Bloodymary79:

"Mentre continuavano a spostare e a far disastri, vista la quantità di roba che volava in aria, Harry che cercava di fare di tutto per non stare a stretto contatto col ragazzino, notò che non c`era neanche una foto in giro.
Proprio come lui a quell`età, anche Tom non aveva nessuno a cui guardare con gli occhi del passato. (...)
Si, pensò Harry guardando il Cavillo con i titoli che sfrecciavano come impazziti. Era ricominciata.
Si passò una mano sulla fronte, sentendosi la cicatrice scottare. Alzò il viso e vide Tom, intento ad osservarlo ma il ragazzino abbassò subito lo sguardo, tornando ad aiutare Elettra e Ron.
Possibile?, pensò ancora Potter. Possibile che quel bambino non provasse nulla a stare con il ragazzo che aveva ucciso suo padre a soli sedici anni? Perché? Perché quel bambino lo guardava senza odio, senza rancore?
Perché si sentiva così male quando stava con Tom?"

E` stato molto difficile per me scegliere una parte di questa incredibile triolgia che mi ha tenuto compagnia per un anno e mezzo facendomi emozionare, sorridere, certe volte ridere davvero di gusto, certe altre mi ha fatto quasi piangere...
Kysa mi ha tenuto compagnia attraverso i suoi personaggi, è stata in grado di crearli a modo suo, arrivando a staccarsi dagli originali della rowling, rendendoli "suoi" a tutti gli effetti, dandogli spessore e carattere, mostrandoli in tutti i loro lati senza tuttavia essere mai OOC e, cosa importantissima e molto difficle da trovare nella fanfic, specialmente se così lunghe, restando sempre coerente.
Inoltre ha aggiundo una schiera di personaggi da lei inventati, forse ancora più affascinanti degli altri, che hanno creato un vero e proprio mondo che circonda i personaggi di harry potter che conosciamo.
Mi sono affezionata tantissimo a Lucilla, ai fratelli McKay, al principe diurno Milo, ad Elettra Baley, asher Greyback, Degona e, soprattutto, alle "piccole pesti" che son diventate a tutti gli effetti coprotagoniste di questa fantastica trilogia: Damon, Trix, Cloe e, soprattutto Tom.
Dico soprattutto perchè, a mio avviso, questo piccolo/grande personaggio ha un ruolo centrale nella fanfic, perchè è solo attraverso lui che Harry Potter può trovare una via per salvare sè stesso, per continuare la sua tremenda lotta contro Voldemort e trovare un modo per tirare avanti, anche quando crede di non potercela più fare. Per questo ho scelto alcuni pezzi, tratto dal nono capitolo de "I bracciali del destino", quando il piccolo Tom, dopo aver fatto la sua comparsa davanti alla casa in cui vive il bambino sopravvissuto, crea scompiglio nei pensieri e nei sentimenti del maghetto più famoso al mondo.
Sono solo piccoli stralci del rapporto fra i due, ma credo che racchiudano quello che è stato, per Harry, l`incontro che ha cambiato la sua vita.
Grazie kysa per averci fatto conoscere il loro mondo!
Bloodymary79.



I Figli della Speranza, capitolo 41.
* Artemisia89:

"- Mi chiamo Degona, non passerotto!- strepitò allora la streghetta - Possibile che sei così cattiva?! La mamma ti voleva bene! Lo zio Jess...- e si morse il labbro -...lui te ne vuole ancora! Ma per te non è importa! Per te ferire le persone non è niente, vero? Tanto valeva che fossi rimasta all`inferno insieme a tutti i tuoi maledetti specchi!-
- Oh.- Lumia levò gli occhi lucenti - Allora conosci la mia punizione.-
- So...che sei incatenata in una stanza.- mormorò Degona - In una stanza piena di specchi. Ma che non riflettono te. Riflettono la mamma.-
- Già, Lucilla.- sua zia si girò verso di lei, inclinando il capo - Pensi che tua madre sia tanto migliore di me? Sai che mi ha ucciso? Che mi ha strappato il cuore quando aveva sedici anni?- e anche se la piccola tremava, Lumia continuò - Sai che ha calpestato un sacco di vite per ottenere la sua vendetta? Lei non è migliore di me, ricordalo sempre. Come non era una santa neanche Degona, nostra madre. Il problema è che tu hai il cuore e l`animo di un essere umano. Tu non puoi capire passerotto. Non capirai mai. Ma sei vuoi sapere la verità...ho odiato mia sorella perché lei è riuscita a uccidermi, quando io invece non ce l`avrei fatta, allora. Lei ha saputo vivere senza di me. Io invece no.-
- Cosa stai dicendo? Volevi ucciderla.-
- Fra volerlo e...farlo...c`è differenza.-
Degona spalancò gli occhi.
- L`hai costretta a farlo. Hai costretto anche lo zio Jess.-
- E come vedi, nessuno dei due mi ha dimenticata.- Lumia torse appena il busto, girandosi a guardare di nuovo dalla finestra - Io ho le mie colpe, ma non m`interessa. Desideravo qualcosa che non sono riuscita ad ottenere. Non m`importa se sono morta. In questo mondo non c`è spazio per quelli come me.-
- Quelli come te?- sussurrò la streghetta - Che vuoi dire?-
- Quelli che amano e odiano con la stessa intensità.-
Degona scosse il capo. Non capiva, non capiva.
- Te l`ho detto. Sei una bambina, sei troppo piccola.- soffiò Lumia, pacatamente - Io e tua madre sappiamo la verità, tanto basta. Purtroppo non siamo nate per vivere insieme. Se mi vuole ancora bene...io non posso farci nulla.-
- Tu...tu...-
- Io cosa?-
- Tu...le volevi bene?-
Lumia ghignò, voltandosi appena sopra la spalla - E` fondamentale?-
- Dimmelo!-
- No.- disse Lumia con uno sguardo strano - No, non gliene ho mai voluto.-
Degona tacque.
Ciò che sentiva era nettamente diverso.
- Bugie.-
- Può anche darsi.- replicò suo zia - Mettiti l`animo in pace, passerotto. Tanto sono morta, non starò qua a lungo. Devo solo aiutare Jess a capire cosa vuole dalla sua vita e poi me ne andrò, come se non mi avessi mai conosciuta.- si alzò finalmente, raggiungendo il tavolo dove Degona era ferma.
S`inginocchiò, la scrutò e ne studiò il viso.
Quando sollevò la mano, toccandole i capelli, la piccola non si mosse.
Il suo tocco era impregnato di malvagità ma su Lumia non aveva effetto.
- Sii buona con tua madre.- le sussurrò con voce appena percettibile.
- Forse avresti dovuto esserlo anche tu.-
- Il mio dono per lei è la mia morte.-
- Lei avrebbe voluto che restassi al suo fianco.-
- Certe cose non sono possibili. Imparalo prima che puoi, Degona.- e si rialzò, giusto in tempo perché la sala riunioni cominciasse ad animarsi."

Kysa, che noi conosciamo dai tempi della scommessa, è una scrittrice straordinaria e ciò che sta scrivendo è una storia che lascia senza fiato: sia per la lunghezza o per i tanti personaggi così ben particolareggiati. Ognuno ha trovato del suo, e io non potrò che ringraziarla per quello che ha fatto.
"Solo la letteratura può dare un significato alle nostre vite sghembe". Continua a travolgerci Kysa. Un grande abbraccio.
Artemisia89



I Figli della Speranza, capitolo 44.
* Ezela79:

"Cercarono e cercarono, scavando con le mani, urlando sempre più violenti quando Harry Potter cedette.
Cadde seduto, il viso perso nel vuoto.
Tom.
Tom non c'era più.
Un grido ferito gli proruppe dalla gola, propagandosi per tutta la pianura.
Ora tutti tacevano. Nessuno più osava piangere e singhiozzare.
Il tempo era rimasto immobile.
Diventato sordo a ogni richiamo, Harry quasi non avvertì un leggero pigolio.
Soffice, acuto e...debole.
Cloe fu la prima a sollevare gli occhi.
Un richiamo.
Una cantilena.
Un verso.
E non era Fanny.
Si sollevò in piedi, girando su se stessa.
Non poteva essere...
Proveniva dal centro del cratere.
Barcollando raggiunse l'epicentro della magia. In ginocchio, si mise a scavare.
Il pigolio si ripetè.
- Harry!- chiamò - HARRY!- urlò poi, con una rinnovata energia - Presto, corri qui!-
Il miracolo avvenne. La Felix aveva fatto il suo dovere.
Sia Harry che Cloe trattennero un gemito strozzato quando sollevarono fra le mani un piccolo batuffolo rosso, spennacchiato e raggrinzito. Un pulcino di fenice.
Il pulcino emise un altro pigolio.
- Oddio...Oddio...-
- Ce l'ha fatta.- la King pianse calde lacrime, tenendosi Tom con cura fra le mani - Ce l'ha fatta! Ci stava provando da mesi Harry! Dev'essersi trasformato prima che la magia lo prendesse in pieno. Il fuoco l'ha ucciso come fenice e...ed è rinato dalla cenere! RAGAZZI E' VIVO! TOM E' VIVO!-"

Ho scelto questo pezzo perché vi si parla della speranza.
Kysa ha sempre scritto che è Harry Potter a incarnare la speranza, ma io penso che qui per la prima volta sia Tom, a divenire speranza per Harry.
E' un elogio all'amore che nasce anche fra le persone che non hanno nulla in comune, se non un odio antico.
In questo anno e mezzo di scrittura, mi ha fatto conoscere un ragazzino di diciassette anni, immaturo, pieno di coraggio, che vive e continua a vivere, ora da uomo, con maldestria. Ma con impegno.
E' un eroe. Un eroe vero.
Ezela79.



La Scommessa, capitolo 1.
* Sawadee:

"- Scriviamo i nomi su un pezzetto di carta, li mettiamo in un cappello ed estraiamo.- disse, sfibrata da quella storia.
- Almeno non potrete barare.- sibilò Nott accanto a Tiger e Goyle.
- Infatti facciamo tutti la fila per stare con te.- lo assicurò Ron acidamente.
- Avanti, scriviamo questi nomi.- disse Pansy Parkinson con vocetta affettata, attaccandosi al braccio di Malfoy - Se non altro le probabilità di stare con la mezzosangue sono basse.-
Harry scosse il capo e si sedette accanto all`amica.
- Sono tutti dei deficienti.- sentenziò, scribacchiando il suo nome - Ma ce la siamo voluta stavolta.-
- Già...- disse lei ridendo - Pensa a finire con Goyle...un idiota. Non passeresti mai nessun esame.-
- Con Malfoy invece avrei assicurato pozioni.- bofonchiò Ron dall`altro fianco della Grifoncina.
- Si e anche un mal di testa giornaliero.- frecciò Potter che tornò a parlare con la sua migliore amica - Comunque tu sta attenta. Se quello con cui finisci ti rompe le scatole non esitare a metterlo a posto.-
- Perché parti dal presupposto che potrebbe non piacerle?- ghignò Draco, finendo di piegare il suo biglietto - Che c`è Potter? Geloso delle ex per caso?-
- Pensa ai fatti tuoi.- sibilò il moro senza filarselo di striscio.
- O è la Granger che è ancora persa per te?-
- Io sono qua presente,- chiarì Hermione rabbiosa - se hai delle domande falle direttamente a me, Malferret.-
- Ah, dovrei proprio addomesticarti mezzosangue.- disse, fissandola ironico con i suoi occhi argentei.
- Addomesticarmi?- ribatté sdegnata - Sai cosa sei? Uno schifoso scarafaggio sessista. Ma non sperare troppo, non riusciresti mai a farmi diventare come quella scimmia che ti porti appesa al braccio!- e la Parkinson prese fuoco ma il biondo, stranamente, si parò in mezzo, fissando la Grifondoro con aria di sfida.
- Ah no? Sono convinto che se passassi sotto le mie grinfie...- e ammiccò malizioso al suo fisico - non riusciresti più a staccarti, cara la mia mezzosangue.-
Hermione rise di rimando. Dio, che presuntuoso!
E tutto quel ghignare fece infuriare ancora maggiormente Malfoy. Erano secoli che voleva toglierle dalla faccia quella sua aria di superiorità e se solo avesse avuto un`occasione l`avrebbe sfruttata!
- Allora?- si mise in mezzo Nott - E` una sfida o no?-
- No, calma...- continuò a ridere Hermione - Tu mi stai dicendo che sapresti farmi cadere ai tuoi piedi e trasformarmi in una delle oche che ti porti dietro? Questa è davvero bella...- e tacque un attimo, posando le mani sui fianchi.
- Non mi aspettavo accettassi.- Lui alzò le spalle, tornando a sedersi ma sgranò appena gli occhi quando la sentì pronunciare le ultime parole.
- Ok, ci sto.- scandì lapidaria, zittendo i compagni di entrambe le case. Poi si volse a Calì, che teneva il cappello - Togli pure il nome mio e di Malfoy. Io e lui staremo insieme per tutta la durata della punizione.-
- Cosa?!- Harry ora la credeva pazza sul serio. Si voltò verso Ron per cercare aiuto ma Weasley era talmente sconvolto che credeva di essere finito in una dimensione parallela.
- E così accetti...- Draco scese dalla sedia e le si fece a un passo - Se vinco che mi dai?-
Hermione fece una smorfia, osservando la sua aria libidinosa - Se vinci ammetterò davanti a tutti, pubblicamente al ballo di fine anno, che Draco Malfoy è il mago purosangue migliore di Hogwarts ma se vinco io...-
- Se vinci tu?- la incalzò.
- Se vinco io dovrai chiedere scusa per la tua imperdonabile testa di cazzo, per la tua arroganza e la tua supponenza. E dovrai smetterla di chiamarmi mezzosangue.-
- Affare fatto mezzosangue.- disse e le allungò la mano destra. La Granger attese un secondo, poi la strinse."

Il primo capitolo. Quante volte, per arrivare ai nuovi capitoli, mi sono ritrovata a leggere di nuovo l`ìncipit di questo racconto.
Quante volte! Mille cose sono successe, mille avventure mi hanno tenuta incollata al computer a leggere le idee di Kysa, la sua capacità di creare situazioni drammatiche o divertenti.
Mi verrebbe quasi voglia di fare un`analisi narratologica delle cellule della narrazione, di spiegare come l`inizio della serie ricordi quasi il "Era una notte buia e tempestosa", con il suo gettarsi subito nel cuore dell`azione, nel caratterizzare tutto con un solo aggettivo, di citare Bachtin e Auerbach, ma so che sarebbe noiosa e pedante, per cui chi legge questa fanfic mi perdonerà (ehm...), se, per una volta, non faccio il mio lavoro e mi limito ed esprimere le mie impressioni, ad usare una scrittura emotiva.
Ho scelto. E ho scelto proprio l`apertura.
L`inizio, quello che fa "iniziare" l`azione. Le cause di tutti i rapporti che si vengono a creare tra i personaggi. In questo inizio ci sono le cause reali (aitia direbbe il mio amato Tucidide, un autore a cui Kysa somiglia per capacità di creare narrazione, per la capacità di dare impressioni) di tutte le future vicende, le cause apparenti (profasin) della scommessa che farà sbloccare tutte le altre situazioni, che si accavallerà a tutte le altre vicende.
In questo passaggio c`è tutto dei personaggi della Rowling e di come Kysa li ha rivisti, di come li ha interpretati e, in un certo senso, amati.
Poi verranno i parti della sua e della mente di Axia, personaggi geniali, vere e proprie macchiette o più approfonditi psicologicamente, la dolorosa tristezza di Lucilla, la fragile umanità di Tristan, la disperazione di Jess, il demone Cameron con le sue infinite seghe mentali, Gala e Demetrius con il loro amore inaspettato e oltre ogni confine, ma qui non ci sono ancora, ci sono personaggi che sono un materiale magmatico, una vera croce per uno scrittore trattarli senza snaturali.
Eppure Kysa è riuscita in questo, ad interpretarli senza snaturarli, a tradurli nel proprio mondo, ad accompagnarli ad altre creature, questa volta sue e di Axia, con la quale ha creato una straordinaria osmosi.
E abbiamo loro e altri sulla pagina, anzi sullo schermo del computer, che diventano come amici o nemici, persone che si potrebbero avere come compagni di studi o di casa, con strane relazioni che si perdono, che si ritrovano, che muoiono, che vivono, che nascono...
Personaggi veri, vivi, come incontrati per strada, la dolcezza di Thomas che ha paura di avere suo padre in sè, il carattere combattivo di Cloe, la voglia di vivere nonostante tutto di Beatrix e il dono, tanto più potente quanto più doloroso, di Damon. E poi la piccola Degona, William, Jeager...
Ogni personaggio a sè, con il suo mondo.
Nell`incipit loro non ci sono, ma c`è già la capacità di scrittura di Kysa, il suo delineare una situazione con una tale naturalezza da risultare quasi straniante e, sicuramente, sorprendente per il lettore.
C`è il nocciolo da cui nasceranno le varie storie d`amore e di morte, i vari problemi, i vari rischi che i protagonisti si ritroveranno a correre, perchè sì, la storia d`amore c`è, ma non è il centro della questione, è un elemento portante ma non è l`unico, sono importanti la guerra, la sete di potere (sia esso conoscenza o violenza in senso stretto), l`amicizia, i rapporti interpersonali, la vendetta.
Elementi primitivi e primigeni, affrontati con scrittura leggera, accattivante, con una sorta di sorriso sulle labbra, con la capacità di ridere (divertentissima l`autopsia fatta da Beatrix e Tom), eppure capaci di emergere con tutta la loro forza proprio perchè sono visti con naturalezza, con leggerezza.
E c`è tutto già in questo inizio.
E c`è già la volontà di eccellere nonostante tutto di Hermione, un personaggio che troveremo alla fine disperato ma non vinto, c`è la vanità orgogliosa di Malfoy, il cercare i guai e l`infantile maturità di Harry, con Ron di contorno, ma uno di quei contorni piccanti, che aiutano a dare sapore alla vivanda, che sono saporiti anche senza il piatto che accompagnano. Questi sono i personaggi della "Scommessa". Questo signori, è l`inizio di tutto.
Sawadee



I Figli della Speranza, capitolo 44.
* Mell:

"- Perché?- gli gridò, vedendolo fermò sotto le arcate - Perché devo vivere con questa gente? Perché mi hanno portato qui? Stavo bene fino a quando non sono entrata in quel maledetto posto!-
Milo tacque, restando dov'era.
Ma sorrise, chinando il viso.
- Moriranno tutti!- continuò la Diurna, raggiungendolo in due falcate, afferrandolo per le braccia e scuotendolo con forza - Moriranno tutti, moriranno entro breve! E io sarò ancora qui! Piangerò sulle loro dannate tombe!-
- Sono esseri umani.-
- Io non voglio più stare qui!- strillò con le lacrime che cominciavano a sgorgarle dagli occhi - Odio questo posto, odio queste persone! ODIO TOM, ODIO CLOE, ODIO DAMON! Sarò presente quando moriranno e non potrò fare nulla! Tutti quanti, li perderemo tutti! Anche Tristan e Jess prima o poi se ne andranno e tu te ne stai qua con quell'aria di pietà che non riesco a sopportare! Come accidenti fai?- e lo scosse più forte, il pianto irrefrenabile che la squassava - Io ne ho basta! Non ce la faccio più...non ce la faccio più...- e si lasciò andare finalmente, abbracciandolo forte - Milo portami via...- singhiozzò - Portami via, ti prego!-
Lui chiuse gli occhi, stringendola con tutta la forza che aveva.
- Shhh...passerà...-
- No, non passerà più.- pianse, disperata - Moriranno...moriranno...-
- E' la loro natura.-
- Non voglio stare qua a vederli morire!- urlò, contro il suo torace - Non voglio mai più vederli!-
- Se te ne vai ti odierai per il resto della tua vita.- le disse in un soffio.
- Non lo sai.-
- Si che lo so.-
Trix levò gli occhi gialli, guardandolo oltre le lacrime.
- Disperati.- le disse, carezzandole i capelli - Piangi quanto vuoi. Ma se te ne vai te ne pentirai per tutta l'eternità.-
- Io non sono come te.- sussurrò distrutta.
Milo sorrise di nuovo, malinconico.
Si chinò e le baciò la fronte.
- E' vero. Sei migliore di me. Per questo rimarrai a proteggerli. E il giorno in cui moriranno, sarai lì. Renderai onore alle persone che hai amato e che ti hanno amato. E' così che funziona.-
Trix deglutì, nascondendo di nuovo il viso.
- Funziona da schifo.- mormorò.
- Per noi si.- le prese la mano, baciandole il palmo - Ora vai a dormire. Sarai stanca.-
- Non riuscirò a dormire.- gli disse - Posso stare qui?-
Il Diurno la scrutò un attimo, poi annuì - D'accordo. Restiamo pure qui quanto vuoi.-"

Ti adoro Kysa, perché almeno tu riesci a mettere insieme tutti anche se nella realtà non potrà mai succedere.
Vampiri, umani, demoni. Non hai mai fatto distinzioni.
Sapere che almeno nelle storie c'è tolleranza e un amore che va al di là dell'apparenza, fa sperare.
Mell.



I Figli della Speranza, capitolo 42.
* Rekishi:

"Il sole irradiò i tre, fermi in un triangolo mentre sulle loro teste splendeva qualcosa di ancora più brillante di un sole.
Che fosse stato un perdono, o un inno a quelle anime impavide e senza regole, non ci è dato saperlo."

Non so perchè, ma queste brevi frasi mi fanno rabbrividire ogni volta che le leggo! Riesco a immaginarmi la scena in ogni singolo particolare ed è straordinaria. Sembra quasi di avvertire il respiro di Lumia che si perde nell`aria.
Rekishi



Io, il Figlio del Nemico.
* Bia-chan:

"Lo vidi appoggiato al bordo dello schienale, rivolto verso di me.
La testa inclinata di lato, le braccia sotto al mento, un anello ovale con una pietra iridescente all'indice destro, l'espressione vagamente interessata.
E i suoi occhi…erano totalmente bianchi!
Ammetto che ebbi paura di lui ma poi tutto cambiò. Quella notte Lucilla ci fece fare conoscenza e nonostante avessi intuito che quel ragazzo non era un essere umano normale, cominciai vagamente a sentirmi a mio agio.
Lucilla se andò e i giorni passarono.
Cominciavo a sentirmi sempre meglio, più sereno. Le visite di Lucilla, che cominciai a chiamare mamma, erano frequenti e Caesar m'insegnò a scrivere e a leggere. Conobbi anche Demetrius e con lui combinai le mie prime marachelle di bambino. Insieme animavamo statue, combattevamo con le spade di legno, facevamo sbuffare Caesar che non sopportava il chiasso in casa sua e volavamo su statue alate per i corridoi del castello.
Quello era il mio mondo.
Un mondo ristretto certo ma…il mio paradiso incantato, dove nulla poteva farmi stare male."

Ho scelto questo pezzo che parla del primo incontro con Caesar, perchè è uno di quelli che più mi ha commosso di questa one-shot. Ho trovato bellissimo come agli occhi di un bambino può apparire meravigliosa una situazione che molti potrebbero trovare inquietante e anormale. Certo, non ci sono dubbi sul fatto che Tom sia un bambino particolare ma è pur sempre un bambino. Un bambino che arriva a definire il paradiso un palazzo tetro dove vive con dei demoni di stirpe. E questo mi ha anche fatto capire quanto i pregiudizi della gente e le proprie convinzioni, oltre a influenzare il carattere, cambino anche il modo di vedere le cose.
Grazie per aver creato la tua bellissima saga Kysa!
Bia-chan.



La Scommessa, capitolo 1.
* Mirana:

"Si era chiusa in biblioteca per cercare qualche informazione su quella maledetta Spina Bianca di Piton quando qualcuno in vena di darle fastidio più del solito si sedette al suo tavolo, proprio davanti a lei e quel qualcuno portava un anello d'argento con serpe annodata su se stessa al medio della mano destra.
Non sollevò neanche il viso dal libro - Che vuoi Malfoy?-
- Sai che piuttosto che parlare con Dalton preferire farmi San Potter?-
- E' un tuo modo carino per dirmi che Dalton ti sta antipatico?- frecciò lei continuando a leggere.
- Ci vai a letto?-
A quella domanda stavolta sollevò gli occhi sul biondo. Tacque solo un secondo però.
- Passami il tuo libro.- gli disse. Draco lo fece senza fare domande ma quando se lo ritrovò sul cranio e si fece anche male scattò a molla, furibondo - Come ti permetti dannata mezzosangue?!- sibilò massaggiandosi il capo ma Hermione lo fissò altrettanto furibonda - Vai a quel paese, stupido zotico! Io non vado a letto con nessuno, sia ben chiaro! Tanto meno per delle stupide informazioni sui vostri giochetti con le palline colorate! Intesi?-
- E c'era bisogno di spaccarmi Divinazione sulla testa per dirmelo?- replicò di rimando, con tono brusco - Fatti curare!-
- Fatti curare tu! Arrivi qui e fai domande assurde da maschio oltraggiato e pretendi anche di aver ragione!-
- Io non sono oltraggiato per niente mezzosangue!- borbottò riprendendo i suoi tomi con aria seccata - Comunque se vuoi vincere la scommessa ti conviene cominciare a comportarti da donna e...-
- E saltarti addosso con occhioni da cerbiatta?- l'anticipò freddamente - Scordatelo!-
- Oh, hai ragione...mi ero scordato che tu sei irresistibile! Ti basta schioccare le dita per farmi cadere ai tuoi piedi!-
- No, ma mi basta usare la mia bacchetta per pietrificarti la lingua se non chiudi il becco.-
- E sa anche fare del sarcasmo la mezzosangue...-
- VATTENE SUBITO MALFOY O GIURO CHE...-
Non finì purtroppo perché Draco decise di passare all'azione in quel momento. Mollò i libri sulla tavola con un tonfo e l'afferrò per i fianchi, stringendosela contro. Non mosse un dito per fare altro, ma la guardò dall'alto in basso con gli occhi argentati contratti, come se aspettasse qualcosa. Uno schiaffo forse, una spinta.
Ma lei non si mosse. Rimase contro di lui, sentendo le sue mani sulla sua vita.
Era come un abbraccio, pensò lui continuando a restare in quella posizione. Solo che...non era come quelli a cui era abituato. E lei era incredibilmente calda. E diversa...da tutte le altre.
L'improvviso borbottio fra gli scaffali spezzò di colpo ciò che era accaduto e Draco la lasciò andare, sempre però con gli occhi fissi in quella della Grifoncina. Prese la sua roba e senza salutare se ne andò, lasciando Hermione a guardarlo mentre si allontanava. Ma sul viso della ragazza non apparvero espressioni di sorta.
Solo quando si risedette sul suo viso apparve una profonda preoccupazione...che non mancò di torturarla per tutta la notte."

Ho scelto questo pezzo, dal primo capitolo, perché è così che tutto è cominciato.
Non amo i finali come gli inizi.
E in questa parte sembra quasi che nasca la prima scintilla dell'attrazione.
Mirana.



La Scommessa, capitolo 2.
* Miahanamura:

"Lei infatti lo afferrò per il mantello, rischiando di strozzarlo e con uno strattone se lo riportò sotto al naso, fissandolo bellicosa - Se vuoi farmi arrabbiare sarà bene che ti avverta! Posso renderti la vita impossibile Malferret! Volevi addomesticarmi? Non sai quanto può diventare soffocante una ragazza allora! Potrei mettermi a seguirti ovunque, a sbavare, a fare scenate con la Parkinson!-
- Così vincerei io.- le ricordò ghignando.
- Già...ma ti assicuro che anche io mi prenderei la soddisfazione di mandarti la manicomio alla fine dell`anno.- replicò con aria alquanto pericolosa - Dovessimo discutere tutti i giorni da qui all`estate!-
- Mi sa di minaccia.-
- Sei sveglio quando vuoi, lo è!- scandì lapidaria - E adesso scusa ma devo andare a letto.-
- Strani orari hai, mezzosangue. Te lo do io il bacio della buona notte?- insinuò quindi, avvicinandosi a lei con occhi sfavillanti per il desiderio che di colpo lo aveva invaso.
- Meglio quello di Elettra.-
- Così mi ferisci.- disse con vocetta stucchevole, posandosi le mani sul cuore.
- Ma davvero? Hai qualcosa che batte lì dentro?- frecciò, fissando il suo torace - Non si direbbe.-
- Ti stupiresti di sentire come batte...- le mormorò all`orecchio all`improvviso, facendola sobbalzare - se facessi mai una certa cosa.-
Hermione stavolta arrossì e con rabbia si staccò da lui ma rimase incastrata contro la parete e mentre Draco si avvicinava rimase immobile a pensare cosa fare, specialmente a chiedersi perché lui avesse deciso di attaccarla così frontalmente. Oppure la stava sfidando di nuovo a scostarlo, a non lasciarsi andare?"

Non è stato facile scegliere qualcosa che rendesse giustizia all`opera della nostra brava scrittrice di ff e probabilmente non ci sono riuscita, ma valeva la pena di tentare ed ecco qua il risultato. Poche righe per far capire la qualità di quest`opera. Qualità a livello di grammatica, sintassi e lessico prima di tutto, già perchè non tutti gli scrittori di ff sembrano dar peso a questi aspetti. Ma quello che rende questa ff migliore di tante altre è la piacevolezza con cui le frasi scorrono, l`equilibrio tra le varie componenti: l`amore, la passione, l`ironia, l`attesa, l`azione, etc. e la cura con cui la psicologia dei personaggi (anche quelli usciti dalla testolina di Kysa) viene descritta, già, Kysa ha saputo addirittura, con gli anni, far evolvere i personaggi. Leggendo le ff di Kysa si ha l`idea di trovarsi davanti ad un qualcosa scritto con impegno, amore e costanza. Per questi motivi ogni volta che vedo un nuovo capitolo della trilogia mi chiudo in camera davanti al pc e mi lascio trasportare per qualche minuto nell`universo che Kysa è stata in grado di creare per noi, e per questi motivi la ringrazio ancora per il suo lavoro.
Miahanamura.



La Scommessa, capitolo 40.
* Mewsana:

" Peccato che quando apparve in quel corridoio lungo e buio, non trovò la sua nemica.
No, trovò ben altro. Incontrò uno sguardo orgoglioso che anni prima l'aveva intimorita, incuriosita, fatta indignare.
Poi innamorare.
- Me lo sarei dovuta aspettare.- sussurrò abbassando gli occhi bluastri - In fondo non era mistero.-
- Cosa?- chiese Jess Mckay fissandola intensamente.
- Quanto fossi attratta da te.- rispose tranquilla - Era chiaro come il sole. Quindi mia sorella ti ha mandato qua per farmi uccidere una seconda volta, mia bel Grifondoro.-
- Ti sbagli. Lucilla non ci aveva neanche pensato. Gliel'ho proposto io.-
- Quindi vorresti uccidermi?- Lumia stavolta lo guardò come incuriosita e interessata. Fece un passo avanti, con la lunga veste di raso che frusciava a terra - E' così mio amato? Vuoi uccidermi?-
- Neanche Lucilla avrebbe mai voluto ucciderti.- rispose Jess sospirando - Perché non cedi Lumia?-
- Il mio nome in bocca a te mi ha sempre fatto tremare, lo sai?- gli disse, sorridendo.
- Non divagare.- ringhiò con voce dura - Dimmi perché lo fai.-
- L'ho già detto a tuo fratello.- Lumia sollevò sinistramente un angolo della bocca, facendolo allontanare di pochi passi - Non te lo ricordi? Gli disse che non avrei mai ceduto fino a quando la creatura che odio di più al mondo avrebbe continuato a camminare su questa terra.-
- Perché la odi?-
- Perché odio Lucilla?- Lumia alzò gli occhi al soffitto, in faccia un'espressione leggera come se fosse stata a parlare del tempo - Perché…non credo che capiresti le mie parole. Tu ami Tristan.-
- E' mio fratello.-
- Bella risposta.- rise la Lancaster, facendolo sentire minuscolo - Lo ami solo perché avete legami di sangue. Il sangue basta già a far provare a voi esseri umani un affetto innato. È assurdo, permettimi di dirtelo. E mi fa ridere…e mi fa schifo al tempo stesso!- sibilò, ora visibilmente furibonda - Avrò anche il suo sangue nelle vene…ma se potessi ti giuro che me lo strapperei via dalle vene con forza! Ogni volta che mi guardo in uno specchio io la vedo! E il solo pensiero di essere nata con lei mi fa perdere la testa!-
Jess indietreggiò ancora, deglutendo.
- La odi…perché è come te?-
- Siamo identiche.- sibilò Lumia con voce roca - Io e le siamo identiche. Siano due metà separate! Noi siamo mezze demoni, siamo diverse dagli esseri umani! Un intero diviso in due. E ora non vorrei altro che tornare a essere intera ma senza di lei…senza di lei non posso. E per questo la odio! Perché lei vive bene anche senza di me! IO LA ODIO!- il pavimento riprese a vibrare con forza, dal soffitto cominciò nuovamente a cadere polvere e grossi calcinacci - Ecco la verità purosangue! Odio Lucilla perché lei riesce a vivere senza di me! La notte non si sente sola, non deve abbracciare il cuscino e l'ombra per il terrore dell'oblio! Non si guarda allo specchio provando disgusto! Non si sente spaccata in due…non si sente sola…non si sente abbandonata…-
- Le avessi dato la possibilità ti avrebbe teso una mano.- sussurrò Jess quasi con pena.
- Ma per favore…- Lumia, con gli occhi vitrei, lo fissò quasi con rabbia - Non farmi ridere Jess! Lei mi avrebbe teso una mano solo perché ragiona come voi umani! Sono sua sorella e mi avrebbe aiutato solo perché abbiamo lo stesso maledetto sangue nero! Lei ha imparato a amare! Non prova semplice lussuria! Tuo fratello l'ha cambiata! L'ha resa diversa! Gliel'ho letto in faccia quando nostra madre e nostro padre sono morti!-
- Non ti sei vendicata abbastanza maledizione?- ringhiò allora lui, sovrastando la sua voce - Hai ucciso chiunque a cui lei avesse mai tenuto! Ha passato anni a soffrire con Voldemort! Ormai dovresti essere contenta!-
- Io non avrò pace fino a quando mia sorella non sarà morta!- strillò Lumia, lanciandogli addosso con la bacchetta un fortissimo Cruciatus che andò a vuoto, fortunatamente. Mckay si era scostato in tempo, ansante, incredulo.
- E invece di mia sorella trovo te…- la sentì mormorare poco dopo - Cosa vorresti farmi Jess? Convincermi a cedere? No, mai.- sibilò con ira nella voce e nella membra - Ucciderò Lucilla e mi macchierò le mani del suo sangue! Così finalmente non mi sentirò più spezzata in due perché lei non ci sarà più.-
- Allora per andare da lei dovrai passare su di me.- rispose Jess a bassa voce, levando la spada.
- Non chiedo altro.- aggiunse la mezzo demone e tempo un secondo la lotta ebbe inizio.
E stavolta non ci sarebbe stata Lucilla a fermarla.
Jess era nelle sue mani."

Non so perché ho scelto questo pezzo. So solamente che nonostante i vari e molti ripensamenti riguardo a questa iniziativa alla fine questo è quello che mi è balzato subito in mente.
Non che l'abbia riletto più di altri pezzi, magari più romantici.
Ma credo di non averlo mai dimenticato.
In primis, perché parla di Jess e Lumia. Alla fine ho capito perché non potevano stare insieme, ma ciò non mi impedisce di ritenere la loro una coppia incredibilmente bella.
Secondo… alla fine quello che ho scelto non è un dialogo, ma un monologo. Quasi un copione teatrale. Lumia è Lumia. Inconfondibile, immancabile. E mi parso di comprendere almeno un po' il suo dolore, la stretta al cuore che prova, ogni volta che vede la gemella.
È questo che forse mi piace di più. Poter essere vicini ai personaggi che si ama.
Mewsana.



I Figli Della Speranza, Capitolo 40.
* Chaosangel:

"Il giovane mago si sedette su una panchina, liberandola dalla neve.
Avvolgendosi nel mantello, non poté che ricordare quella notte di tanti mesi prima.
Lara, sua madre, era morta da appena tre giorni.
E lui aveva perso ogni cosa.
Sua madre era sempre stata il suo fulcro, il suo pilastro.
Lei a difenderlo dalle malignità. Lei a spiegargli quanto fosse speciale, quanto i suoi poteri fossero maggiori di quelli di un mago normale.
Speciale.
Anche Degona aveva usato quella parola, rivolta a lui.
Ma era davvero speciale?
Essere metà e metà poteva voler dire quello?
Henry Mitchell aveva sposato sua madre quando lui aveva cinque anni e da loro aveva subito capito che tipo fosse.
Affettuoso di fronte a sua madre, freddo e distaccato in privato.
Poi la malattia e Lara Mitchell era morta di polmonite fulminante nel giro di una settimana.
Così. In sette giorni tutto era svanito per lui.
Dolcezza, tenerezza, affetto.
Via.
Poi la decisione del suo patrigno.
Se ne sarebbe dovuto andare da quella casa, appartenuta alla famiglia di sua madre.
Perché non era normale e lui non voleva accollarsi "l`onta" della sua esistenza.
Ricordava solo la notte in cui era stato condotto a Crenshaw Hall.
Sapeva di non essere normale e il pensiero di conoscere il suo vero padre, che Henry definiva con dispresso un demone aveva dato una nuova scossa al suo già precario equilibrio.
Solo e abbandonato, non era riuscito neanche a protestare.
Mitchell aveva fatto mettere dagli elfi quattro cose nel suo baule e neanche una foto di sua madre.
L`unica che aveva nascosto nei jeans era tanto piccola e logora da risultare inguardabile.
E poi l`aveva visto, quel castello.
Un piccolo palazzo con tante luci, di pietra dorata.
Ma lui non ci aveva fatto molto caso.
Aveva pensato unicamente a suo padre. Dai discorsi di Henry aveva pensato a un mostro orribile e il pensiero di andare a vivere con un mostro gli aveva fatto amaramente rimpiangere di essere nato.
Quando erano entrati, il suo patrigno si era diretto a passo svelto in una sala.
Lui invece si ricordava di essere rimasto sulla soglia.
Il baule in una mano, l`altra lungo il fianco. E gli occhi lucidi di lacrime.
A malapena aveva visto i tappeti, i quadri, le statue che si giravano a osservarlo.
E il calore del caminetto, stranamente proprio lì nell`anticamera rotonda.
Sullo scalone aveva visto il maggiordomo, Harold, che poi a parte l`apparenza perfettamente inglese si era dimostrato avere una coda forcuta che pendeva da sotto il frac.
Senza neanche accorgersene si era ritrovato circondato da fantasmi, tutti intenti a cinguettare su quanto assomigliasse al padrone, su quanto fosse carino e le solite storie da fantasmi fumosi, che lui non aveva neanche ascoltato.
Dopo Harold, così pieno di contegno e sarcasmo britannico appena accennato, aveva conosciuto Selma.
Una signora tracagnotta con grembiule, un`aureola di capelli bianchi e lingua saettante da anfibio, che gioendo come non mai l`aveva abbracciato fino a mozzargli il respiro che non aveva, ma rischiando comunque di rompergli qualche costola.
Ricordava ancora poche parole della cara Selma, a cui ora ripensava col dolcezza.
Era stata buona e materna con lui.
Fin dal momento in cui aveva sentito Henry sbraitare come un ossesso, dalla stanza accanto.
Quando era tornato, l`aveva afferrato con forza per un braccio e borbottando imprecazioni l`aveva spinto indietro, mandandolo a sbattere contro qualcuno.
Quando aveva sollevato il viso...allora aveva visto per la prima volta sua padre.
E di certo Jeager non era un demone con corna e coda.
L`espressione indifferente di Jeager la ricordava ora col sorriso.
L`aveva scrutato come si fissa con disincanto un pulcino tutto spennacchiato.
Però si assomigliavano tanto.
William se ne accorgeva ogni giorno di più.
Istintivamente, finendogli addosso quella prima volta, aveva provato qualcosa.
Forse aveva scoperto quell`altra metà del suo sangue.
Un sangue che ora, anche lui, appariva speciale.
Forse la sua mamma e Degona avevano avuto ragione fin dal principio.
Speciale.
Forse lo era davvero."

Allora, inizio col dire che sono stata tentata di mettere l'intera discussione con Henry, ma ho preferito evitare perché la parte del primo incontro tra William e Jeager è molto più importante.
Perché?
Prima di tutto perché vediamo tutto dal punto di vista del ragazzino, un bambino di appena dodici anni che si vede crollare il mondo addosso, che dopo la morte dell'unica persona a cui importava qualcosa di lui si vede sballottato da un "mostro".
Secondo, amo questo pezzo per la dolcezza con cui è scritto e, soprattutto, per come è scritto.
Nessun discorso in prima persona, ma non per questo il ricordo diventa noioso e pensi di saltarlo… tutto il contrario.
Non so se è successo solo a me, oppure anche a qualcun altro… ma questa parte del capitolo mi ha attirata come una calamita, l'inizio senza troppi preamboli e… letale^^''' il modo in cui parla della madre prima, e di come gli avevano descritto Jeager poi (Crenshaw con corna e coda…? … Bello *_______*).
Un ricordo leggermente sfocato nel tempo, ma dove sono impresse tutte le sensazioni di quando lo ha vissuto.
Uah, basta inneggiare questo pezzo, mi perderei come al solito, ma lo dico.
Tengo a questa storia per quello che ti trasmette e per l'originalità delle vicende e dei suoi personaggi^^.
Chaos Angel.







Infine questa Ragnatela è giunta al termine e io voglio ringraziarvi tutte.
Siete state presenti per aiutarmi in questo progetto, un progetto di cui poche conoscono la vera natura e per terminare veramente ho chiesto ad Axia85 di fare una cosa per noi, col benestare di Kysa.
Invece di mandarmi il pezzo che più le è piaciuto della trilogia, Axia85 ha deciso di accontentare una mia richiesta e di mandarmi un pezzo abbozzato tratto dal penultimo capitolo dei Figli della Speranza, capitolo a cui noi siamo ancora un po' lontane.
Non prendentelo come uno spoiler, ma solo come una promessa futura.
Ringrazio quindi Kysa, che ci fa questo regalo, e Axia…che ha curato personalmente la scelta della parte.
Un grazie di cuore veramente a tutte.
M.







"Harry Potter lo fissava.
Tom poté dire che nessuno l'aveva mai guardato, visto fino in fondo…in quel modo.
Il bambino sopravvissuto gli aveva sempre letto dentro. E aveva sempre trovato in lui quel qualcosa che l'aveva fatto amare da tutti. Da tutta quella gente…che avrebbe dovuto odiarlo.
Avrebbe vissuto in gabbia per tutta la vita. Ormai era certo, quel collare a dimostrarlo.
Però…
D'impulso Harry lo fece. Passando a fianco di Draco, allungò la mano destra e finalmente lo abbracciò stretto, di slancio.
Dopo mesi di silenzio doloroso e rabbioso.
Tom affondò il viso nella sua spalla, ricominciando a piangere.
- Tu mi hai portato la pace.- sussurrò Harry, tenendogli la testa contro il suo collo - In una vita di guerra. Tuo padre ha ucciso i miei genitori…ma mi ha dato te. Sei stata la mia speranza da quando sei entrato nella mia vita. Rifarei tutto da capo un milione di volte, senza mai pentirmi di niente.-
Se c'era l'assoluto…se c'era davvero, allora era lì.
Fra le braccia del bambino sopravvissuto.
- Mi dispiace.- singhiozzò Riddle, affondando le unghie nella sua schiena - Mi dispiace tanto.-
- Lo so.- Harry gli prese il viso fra le mani e tacque.
Era l'addio.
Si chinò, gli baciò la fronte, poi si fece indietro.
Il dolore era tanto forte da squassargli il petto.
Si mise a fianco di Draco ed entrambi non staccarono più lo sguardo da Tom.
Si, era ora di andare…"


A quell'emozione che regna in questo mondo scritto a parole, nero su bianco.
Agli amici e ai nemici.
A questi personaggi che non so scordare.
Axia.



 
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