torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: C.S.I.: scena del crimine (C.S.I.: crime scene investigation)
Titolo Fanfic: IL LORO VIAGGIO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: artemisia89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/06/2006 15:04:25

immediatamente ``dopo butterflied``...inevitabilmente sarah si rompe di aspettare e acciuffa grissom...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
NOTTE DI MEMORIE
- Capitolo 1° -

Notte di memorie


Part:01
Rivelazione, in seguito fuga.


La prima cosa che venne fu il dolore.

Non venne strisciando da dietro le mie spalle, né di soppiatto, ne in silenzio.
Mi piombò addosso, fragoroso come acqua, intirezzendomi fino alle ossa.
Mi lasciò immobile, stringendomi nella sua stretta crudele.

La seconda cosa che venne fu la consapevolezza.

Avevo parlato e le parole erano fluite come acqua.
Come sangue.
Le mie pupille si dilatarono, come consce dell’oscurità in cui sembravo trovarmi e in cui sembravo annegare, e attorno a me nessun appiglio su cui poggiare lo sguardo e la speranza di salvezza.
La verità si era impossessata della mia voce, e la mia voce si era piegata al cuore, perché…perché la mente non avrebbe permesso che una cosa del genere accadesse, mai. Mai.

La terza cosa che venne fu la stanchezza.

No, mi sentivo sfinito, stanco era un termine inutile nel mio caso, quasi offensivo nei miei riguardi.
Il dottore era sulla porta, e io ero seduto, con lo sguardo fisso.
Potevo lasciarlo andare senza dire una parola, ma no.
Ho dovuto fermarlo.
Com’è stato inutile ai fini dell’indagine! Le prove non mi sono state amiche questa volta, e nemmeno quel cadavere.
Debbie Marlin.
Lei che somigliava così tanto a lei.
I suoi occhi, il suo naso, la sua bocca, le sue mani, il suo corpo.
Ah…
Mi sento addosso tutto il doloroso peso dei miei anni, e penso che sono anche stanco di vivere ormai. Fra pochi minuti andrò a prendere la mia borsa nel mio ufficio, poi mi dirigerò verso la macchina, e via, di corsa a casa, dove forse mi potrò sentire un po’ più al sicuro.
Fra quelle farfalle e quei libri che sono tutta la mia esistenza, forse potrò trovare un po’ di protezione, pregando che le loro ali e le loro parole non mi ricordino così tanto lei.

Si, musica classica, divano…e poi forse mi addormenterò.

Addormentarsi?
L’ultima cosa che verrà sarà il sonno.

So che devo alzarmi, Brass è già andato via.
Cosa ha dovuto sentire…diamine, mi dispiace per lui, in fin dei conti la mia è stata una mossa alquanto spontanea.

Apro e stringo i palmi, non so perché, ma lo faccio e basta.
Poi raccolgo le forze necessarie per alzarmi dalla sedia. Sono in piedi, vacillo.
Mi sento tremendamente debole, come svuotato e inorridisco nel rendermene conto.

Già, io ho parlato.
Ho detto ad uno sconosciuto, un assassino per giunta, cosa provavo per Sara.
Già, io ho confessato.
Ho confessato il mio unico peccato.
Sto amando una donna più giovane di me, una donna bella, una donna che sto plagiando irrimediabilmente da anni.
Chissà se anch’io sarei arrivato ad uccidere…

Cammino piano attraverso la sala.
Il tempo, lo spazio…entrambi diventano relativi.
Un secondo è un’infinita, e un millimetro è l’universo e io non sono che un punto che si muove senza meta su un piano.

Mi sento strano come non mai.
Sento le mie sicurezze, vacillare e poi crollare, sento il mio essere sgretolarsi, e sento la mia mente, sadica, riportarmi indietro nel tempo, la vedo viaggiare e viaggiare, fino a fermarsi su alcune immagini.

I suoi capelli.
Brillanti, quasi di luce propria e poi i suoi occhi, brillanti anch’essi perché colmi di un amore che io non riesco a conoscere.
Semi coperta dall’oscurità, con le mani intrecciate davanti a se e con le labbra piegate in una dolce ma timorosa espressione.
E poi le parole…parole che non sento, ma che non ho bisogno di ascoltare…essendo tutte marcate a fuoco nella mia mente…

Sara, sei il mio unico disordine nella mia vita estremamente organizzata.

Esco veloce dal dipartimento, raggiungere la mia macchina adesso è diventato un bisogno impellente.
La apro e m’infilo dentro, buttando la mia borsa sul sedile del viaggiatore e mi copro il viso, e i miei occhi stanchi con entrambe le mani.

La quarta cosa che venne fu l’odio.

Si, per me stesso.
La rabbia che mi pulsava dentro sembrava assumere voce propria e questa urlava, urlava e inveiva giustamente contro di me.
Sembrava chiedermi disperatamente il perché della mia idiozia, della mia poca mancanza di tatto, del mio non poter esprimere per lei ciò che provavo.

Colpii con un pugno il volante, poi pregai che non ci fosse nessuno nei pressi della macchina.
Si, l’unica cosa di cui aveva bisogno era andare a casa, spegnere la luce e dormire, dormire per poter dimenticare e credere che nulla sia successo.
Una notte, il disagio nella sua pienezza sarebbe durato solo una notte, poi si sarebbe trasformato in un dolore sordo, quasi come quello di un dente guasto. Un pulsare continuo sempre presente che avrebbe disturbato per sempre i miei pensieri logici e razionali, e i miei sonni, sempre già così leggeri e discontinui.

Averla accanto è la mia più grande felicità, ma la mia più grande condanna.


“…e poi venne l’oscurità, che accompagnò la solitudine e accanto ai lui cominciarono le loro nere preghiere di disperazione che presto l’avrebbero condannato a morte certa.”


Pensieri…ora mi rendo conto della loro terribile forza.
Ed è strano come possano fare in modo di tormentarti così tanto, vero?
Ed è ancora più strano come una mente, prima un generale assoluto, un dittatore severo ed autoritario, possa vincere un corpo stanco che vorrebbe solo poter dormire, riposare e cercare in se stesso le forze necessarie per affrontare un altro giorno.
Ma invece…ah…invece il dolore delle ferite del corpo si mischia a quello delle ferite dell’anima ed è tutto un turbine di sentimenti spiacevoli che come l’acqua di un mare profondo oltre l’immaginabile, si chiude su di me.
E poi io non vedo più nulla, perché mi sento tremendamente perso e solo.
Quasi morto.

Alzo piano il viso e incontro le basse luci dei neon che danno al parcheggio un aspetto irreale.
Poi sotto di loro vi è il buio.
Naturale e piacevole della notte, e il mio, orribile e freddo.

Nemmeno tu ci sei…tu, che sembri risplendere di luce propria. Tu, con tutte le tue emozioni che mi hanno sempre investito come una tempesta, tu con la tua giovinezza seducente…
…l’unica persona che non avrei voluto mai rifiutare nella mia vita…l’unica che io desideri accanto, l’unica di cui io abbia veramente bisogno.
L’unica…l’unica…

Il mio viso tra le mie mani, e il pensiero di lei in ogni parte di me.

Ma cosa dovrei fare?
Io non sono mai stato bravo in queste cose, e la verità è che non l’ho mai voluto.
La mia vita da scapolo, era un gioiello di felicità e organizzazione in fin dei conti. Il modo in cui le mie giornate si svolgevano mi riempivano di soddisfazione, e il pensiero che esse potessero anche apparire vuote, sterili e senza senso per gli altri nemmeno mi sfiorava: desideravo soltanto che continuassero all’infinito.
Ma poi, a rivelare quanto tremendamente fosse in bianco e nero la mia vita venisti tu, con le tue multicolori ali di farfalla…tu…e mi sfiorasti, mi toccasti, facesti in modo che io ti prendessi per mano, e allora tu danzasti con me e in me germogliò il seme di un qualcosa che mai sarei riuscito a soffocare.
Ed eccole…le lacrime…silenziose compagne di sentimenti che non ho mai conosciuto.
Ora so che devo immediatamente tornare a casa, così nudo e indifeso non posso restare.

Ma con orrore vedo lo sportello del viaggiatore aprirsi, e qualcuno sedersi accanto a me.




Part:02
Dietro il vetro, poi inseguimento.


Eccola, la verità.
La verità ha una voce e un aspetto.
La verità aleggia in una piccola sala d’interrogatori del dipartimento della Scientifica di Las Vegas, Nevada, U.S.A.
E io sono al di là di un vetro.
E io sono bloccata fuori.

Ma perché non mi hai mai detto niente?
Perché mi tieni costantemente al di là?
La tua seconda chance…una donna giovane e bella…
…e tu non ce l’hai fatta.

Oh…cosa mai hanno ascoltato le mie orecchie…
Ciò che io aspettavo da anni, l’hai schiaffato in faccia ad un assassino.
Complimenti Grissom, niente male. Meriti il primo premio Mostro dell’anno.

Vorrei poter entrarti dentro e capire cosa c’è che non va nella tua testa, nel tuo cuore.
E vorrei poter chiedere a Dio perché quando ha inventato la verità, ha messo dentro anche una considerevole parte di dolore.

Nello specchio ci sono io, e i miei occhi lucidi, oltre me c’è lui e il suo volto scuro, che prima si muove, e poi sospira.

Scusami, ti prego. Perdonami se mi sono innamorata di te, non credevo che un semplice sentimento potesse sconvolgerti così tanto la vita.

Ehi Grissom, andiamo…sono solo una ragazza…e tu sei un uomo forte che non teme nulla.
Avanti, schiacciami, proprio come faresti di un insetto di poco conto.
Forza, fammi male, uccidimi, e forse allora potrò finalmente odiarti per quello che sei.

L’unico uomo di cui sembra che mi sia veramente e dannatamente innamorata.

Ti alzi, e ti vedo vacillare dalla sedia. Ti osservo, clinica e cinica, e so quanto veramente vorrei entrare in quella camera, metterti al muro, gridarti contro come un’ossessa e poi baciarti fino a lasciarti senza fiato.
Ma non si può, e allora rimango ferma nella mia eterna posizione di stasi.
Abituata? Si forse…ormai penso di si…ogni sentimento di ribellione domato, ogni sentimento d’affetto e amore rinchiuso per bene in una prigione fatta di pensieri. E tutto ciò l’abbiamo costruito insieme sai, è destino, tradizione e regola che le cose si facciano sempre in due.

Mi porto la mano destra alle labbra.

Sento una strana sensazione, come di deja-vu.
Poi sorrido, ricordando.

La mia mano…tu l’hai stretta così tante volte in fin dei conti.
E io sono così dannatamente tua…in fin dei conti.

E le lacrime scendono, scendono inesorabili e mi rigano il volto, copiose, cadono sulla mia maglietta lasciando piccole chiazze scure.
E anche il mio corpo cade, crollo, piangente sul pavimento, con le mani che strisciano su quel maledetto vetro, che mi ha coperto e mi ha permesso di spiare.



Dove sei adesso?


Dove sei??


Corro attraverso il laboratorio, esco fuori.

La notte sembra parlarmi e mi sussurra di rischiare, con parole gentili, intrise di mistero che solo io sembro udire. Mi dice che mi aiuterà…dice che sarà la più bella di tutte le notti, solo per me e per lui.
Non avendo niente da perdere, le do ragione e dopo averla mentalmente ringraziata, mi scuoto.

Mi dirigo con passi veloci e il viso ancora sporco verso il parcheggio, perché devo vederti Gil. Non m’importa niente di quello che dirai, voglio solo vederti, è la cosa più importante che devo fare, sei la cosa più importante che ho.
I miei passi sono come pioggia su questo pavimento, ma io non sento alcun rumore, impegnata come sono a cercarti, impegnata come sono a cercarmi nella tua vita.
Questi corridoi sono simili a lunghi tunnel pieni di buio, continuo a chiedermi dove sia la luce, ma tutto il mio corpo e tutto il mio essere sembra saperlo meglio di chiunque altro.
Perché è oltre l’ultima porta che è la luce.
La mia luce e il mio futuro si trovano in una persona con degli occhi incredibilmente chiari e con uno spirito incredibilmente odioso.

Spalanco la porta e cerco la sua Chevrolet, la trovo e mi avvicino piano: ho paura di spaventarlo.
Attraverso il suo finestrino posso vederlo, è chino sul volante con le mani sul viso.
Sorrido amaramente, trattenendo a stento il pianto e chiedendomi se è stato il mio amore a renderlo così.
Mi maledico mentalmente, per l’ennesima volta.

Faccio il giro e mi porto sul lato del viaggiatore e metto la mano sulla maniglia dello sportello.

Mentire?
Dire la verità?

Ormai non hai più importanza, perché voglio semplicemente essere con lui, e lasciare che tutto sia.

Oh spirito, guidami.

Trattengo il respiro, apro lo sportello e mi siedo.


Piaciuta?
La terza parte devo completarla, ma arriverà presto!
Continua!^^

Spoiler: per gli amanti di Kingdom of Heaven sto progettando una ff che mi prenderà un sacco di tempo...così, giusto per farvelo sapere!
Artemisia

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
i-love-ncis - Voto: 26/01/10 16:27
grande.. cosa aspetti a continuarla?!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: