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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: LA BELLA E LA BESTIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: alex-chan87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/06/2006 00:35:36

un castello incantato, una bestia ed un bellissimo giovane...
 
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- Capitolo 1° -

Bo: Prima di cominciare quest'ultimo scempio, spiegami cosa ti ho fatto di male questa volta?...*esasperato*
Alex: Assolutamente nulla, come le altre del resto.
Bo: Allora perché devi torturarmi a quest'ora di notte?!?!
Alex: Perché sono ispirata...e poi...*sorride in modo sadico e bisbiglia qualcosa all'orecchio del ragazzo*
Bo*la fissa*: A volte mi fai paura, sai?
Alex:^__^

LA BELLA E LA BESTIA

C'era una volta, tanto tempo fa; in un regno lontano lontano, un bellissimo principe (sono di parte...nda) che viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto, il principe era viziato, egoista e cattivo.
Accadde però, che una notte d'inverno, una vecchia mendicante arrivò al castello, e offrì una rosa in cambio del riparo dal freddo pungente. Il principe, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò.
Ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore. Il principe la respinse di nuovo, ed in quel momento la bruttezza della vecchia si dissolse, ed apparve una bellissima fata.
Il principe si scusò, ma lei disse che ormai era troppo tardi, poiché aveva visto che non c'era amore nel suo cuore. E per punirlo lo tramutò in un’orrenda bestia, e gettò un incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti.
Vergognandosi del suo aspetto mostruoso, la bestia si nascose nel castello, con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno.
La rosa che gli diede la fata, era veramente una rosa incantata; e sarebbe rimasta fiorita fino a quando il principe non avesse compiuto vent'un anni. Se avesse imparato ad amare, e fosse riuscito a farsi amare a sua volta, prima che fosse caduto l'ultimo petalo, l'incantesimo si sarebbe spezzato. In caso contrario, sarebbe rimasto una bestia per sempre.
Con il passare degli anni, il principe cadde in preda allo sconforto, e perse ogni speranza...
Chi avrebbe mai potuto amare una bestia?

***
Un nuovo giorno si svegliava sul villaggio.
Un ragazzo dai capelli rossi uscì di casa canticchiando una melodia allegra tra sé e sé. Si dirigeva verso il villaggio, e in mano stringeva un libro. Aveva appena finito di leggerlo, e si gustava già l'emozione di leggerne un altro, di perdersi tra i suoi personaggi, di lasciare l'immaginazione correre in quei luoghi fantastici.
Si parlava tanto di quel ragazzo in paese. Stupendo, tanto bello da togliere il fiato, eppure a lui non sembrava importare assolutamente nulla di ciò. Era così strano se preferiva leggere un buon libro, piuttosto che passare il suo tempo in un'osteria piena di volgari ubriaconi e a correre dietro alle fanciulle? Beh, alquanto bizzarro lo era, doveva ammetterlo, però non gli importava. Come una ragazzina, lui aspettava quello che sarebbe stato l'amore della sua vita, l'unico.
Per prima cosa si diresse in biblioteca.
- L'hai già finito? Ma l'hai preso solo ieri - disse stupendosi il bibliotecario, un vecchio dai capelli e la barba bianchi.
- Oh, era così fantastico!! Ed emozionante! L'ho letto tutto d'un fiato - sorrise raggiante il ragazzo - Ne avrebbe un altro avventuroso come questo? - chiese leggendo poi i vari titoli sugli scaffali, ed infine ne prese uno in mano - Prenderò questo!
- Oh Yuriy, Yuriy - sospirò il vecchio - L'hai già letto due volte!
- E' il mio preferito! Posti esotici, duelli, incantesimi, un principe misterioso!
L'uomo sorrise: - Allora te lo regalo.
Il ragazzo ricambiò con un sorriso e poi uscì in strada cominciando a leggere.

Un proiettile colpì un uccello che volava, e che subito dopo precipitò a terra. Un ragazzo basso con un naso enorme, corse incontro alla preda che si avvicinava al suolo e la raccolse nella sua sacca. (scusa, ma perché proprio lui?ndbo - mi serviva uno basso e brutto...-.-...ndalex - ehi!!!ndivan).
Si congratulò con il ragazzo che aveva sparato il colpo: - Perfetto come al solito! Nessun'animale può sperare di salvarsi da te!
- Lo so - sorrise in modo sensuale l'altro - E neanche nessun essere bello...E so già chi sarà la mia prossima preda! - col fucile indicò il ragazzo dai capelli rossi che ancora continuava a leggere.
- Chi? Il figlio dell'inventore? - chiese il più basso tra i due.
- Proprio lui, sarà il fortunato che sposerò. - fece una pausa - Il più bel ragazzo del paese. E non mi merito forse il meglio, io? - fissò l'altro.
- Certo, però... - ma l'altro già non lo ascoltava più.
Stava seguendo il rosso, lasciando dietro di sé una scia di persone che sfornavano cuoricini al suo solo passare. Non si poteva di certo negare anche la sua straordinaria bellezza che incantava chiunque.
- Salve, Yuriy - gli si accostò, prendendogli il libro di mano.
- Ciao, Kei - lo salutò senza troppo entusiasmo.
Kei per un paio di secondi osservò il libro, e poi lo gettò per terra: - Sarebbe ora che ti togliessi dalla testa questi libri, Yuriy, e ti occupassi di cose più importanti - sorrise - Per esempio di me.
Yuriy lo guardò e poi si avvicinò al libro.
- Che ne diresti se andassimo alla taverna, così potrei mostrarti i miei trofei - Kei gli cinse la vita con un braccio - e non solo quelli - gli sussurrò in un orecchio.
Il rosso si liberò dalla presa dell'altro: - Magari un’altra volta. Ora devo tornare da mio padre - e cominciò ad avviarsi lungo la strada di casa, quando la voce del compare di Kei lo fece voltare.
- Quel vecchio pazzo di un inventore!! - e si mise a ridere.
- Lui non è pazzo! - sibilò il ragazzo, e in quel'istante si udì un'esplosione proprio da casa sua. Corse via, mentre gli altri due cominciavano a ridere.

Come entrò nel laboratorio del padre, fu avvolto da fumo bianco e dalle imprecazioni del padre.
- Basta! Ci rinuncio!! Non riuscirò mai a farlo funzionare!! - e tirò un martello contro la diavoleria che stava costruendo.
- Papà, dici sempre così...- commentò Yuriy - Ma poi sei sempre qui - sorrise.
- Questa è veramente l'ultima volta!!
- Domani andrai alla fiera, e vincerai il primo premio! - il vecchio sorrise riprendendo il martello - Papà, secondo te sono strano? - chiese il ragazzo abbassando lo sguardo.
- Mio figlio? Strano? Certo che no tesoro...Ma piuttosto, che mi dici di Kei? Dicono che sia un bel ragazzo...- aggiunse il padre da sotto la macchina che stava costruendo.
- Oh certo, questo non lo posso negare. Però è anche incredibilmente scortese e presuntuoso...oh papà, credimi. Non fa per me - si sedette appoggiando il mento su una mano.
Il padre gli si avvicinò, abbassò una leva e per la prima volta la macchina funzionò.
- Funziona! - esclamò il ragazzo sorpreso.
- Funziona!! - gli fece eco il padre e si diede ai preparativi per il viaggio.

***
Era sceso di sella per controllare meglio la strada da seguire. Aveva sbagliato da qualche parte, solo capire dove.
In più il cavallo era nervoso. Risalì in groppa e poi piano seguì la strada. Si addentrava sempre più bel bosco, cosa che lo faceva preoccupare sempre più. Sentiva che gli animali erano pronti per un possibile attacco in ogni momento.
Il cavallo si spaventò per dei pipistrelli che si avvicinarono velocemente, cominciando a correre sempre più velocemente, riuscendo miracolosamente a fermarsi sul bordo di un dirupo. Impennò, facendo cadere il vecchio a terra, e poi si diede via al galoppo.
Come se non bastasse una pioggia torrenziale incominciò a cadere.
Il vecchio rimase un attimo spaesato. E' ora? Come avrebbe fatto senza cavallo?
Un rumore lo fece girare.
Tra gli alberi intravide un lupo. Due, tre, quattro...
Si mise a correre più velocemente che poteva. I lupi gli erano quasi addosso, quando fortunatamente vide un cancello. Istintivamente vi si diresse e lo chiuse dietro di sé appena in tempo.
Riprese fiato, e poi prese a percorrere il lungo ponte che conduceva al castello. Arrivo davanti alla massiccia porta di legno, bussò, ma nessuno rispose. Spinse la porta che si aprì.
- C'è nessuno? - chiese entrando.
Il grande salone che gli si presentò davanti era completamente buio, sembrava quasi abbandonato quel castello.
Si sentirono due voci che sussurravano: - Nessuna parola, Olivier. Magari se ne va.
L'altro sbuffò soltanto.
- C'è nessuno? Non volevo disturbare...- continuò il vecchio addentrandosi nel castello - Ho perso il mio cavallo...Avrei bisogno di un riparo...
- Dai Ralph...Un pò di cuore...- piagnucolò.
Il vecchio lo sentì, e prese in mano il candeliere che era poggiato su una mensola: - Chi ha parlato?
- Io...
- Dove siete? - chiese girandosi attorno.
- Je suis ici - ed uno dei bracci del candelabro lo toccò.
Al vecchio quasi venne un colpo e subito poggiò l'oggetto dove lo aveva trovato.
- L'hai fatta grossa...- sussurrò l'orologio che gli stava di fianco.
Il candelabro rise di gusto, quando l'uomo prese in mano il suo amico tentando di caricarlo.
E subito dopo: - Oh, me lei è tutto bagnato...Si sieda accanto al fuoco..- e lo condusse verso il salone riscaldato.
Intanto l'altro continuava a borbottare: - Il padrone aveva detto di non far entrare nessuno...Non la sedia del padrone!!- urlò vedendo dove era seduto il vecchio, e subito dopo entrò anche una teiera che sorridendo gli ofrì da bere.
Si sentì un tuono, e l'aria improvvisamente si fece gelida. Solo un'ombra s’intravide.
- C'è un estraneo qui! - ringhiò.
- Ecco...Padrone...vede...
Mentre i due cercavano di accampare scuse, il "padrone" ringhiò un paio di volte per poi rivolgersi all'"ospite": - Cosa volete? Cosa siete venuto a fare qui?
- Io mi perso...il mio cavallo è scappato...- era terrorizzato. Cos'era quell'essere? Non aveva niente di umano - Cercavo solo un posto per la notte...
- Cosa sta guardando? La incuriosisce tanto il mio aspetto? - girò intorno alla poltrona come un cacciatore attorno alla sua preda.
Prese il vecchio per la camicia e lo trascinò via.

***
Si accostò nuovamente al albero, spostandone un ramo.
- Farai a Yuriy proprio una bella sorpresa, eh, Kei? - sorrise mentre guardava il suo compare.
- Questa sarà la giornata più felice della sua vita - e si voltò verso gli invitati ed il prete - Sarà un bel matrimonio. Prima però sarà meglio andar a chiedere la mano del ragazzo - sfoggiò un sorriso da conquistatore e di gran carriera s’incamminò, e poi si voltò un'ultima volta: - Ivan, quando io e lui usciamo da quella porta...
- Oh lo so lo so! - lo interrupe cominciando a dirigere un'improvvisata orchestra che suonò la marcia nuziale.
- Non ancora! - e gli mollò un pugno sulla testa.

Stava leggendo, quando qualcuno bussò alla porta. Si alzò dirigendosi ad essa e quando vide chi c'era fuori, fece una faccia disgustata.
- Kei, che bella sorpresa - sorrise.
- Sai Yuriy, non c'è persona in città che non vorrebbe essere al tuo posto. Oggi si realizzeranno i tuoi sogni - gli si avvicinò, mentre diceva ciò, e l'altro si ritrasse sempre più.
- Cosa ne sai tu dei miei sogni? - chiese un pò scocciato.
Si sedette al tavolo: - Immagina la scena...Una casetta rustica, io torno con la mia ultima preda, la mia "mogliettina" che mi massaggia i piedi...
Yuriy fece un'altra smorfia: - Immagino la scena...
Kei si alzò avvicinandosi al ragazzo e bloccandolo contro il muro: - E sai chi sarà la mia "mogliettina"?
- No, chi? - chiese riuscendo in qualche modo ad allontanarsi nuovamente dal ragazzo.
- Tu, Yuriy - lo seguì nuovamente.
- Io? - si avvicinò ad una porta.
- Tu mi sposerai - disse avvicinandosi nuovamente al ragazzo, e stava per baciarlo.
Yuriy sorrise: - Io proprio non ti merito...- ed aprì la porta proprio, quando Kei si sporse un pò più in avanti, cosa che inevitabilmente lo fece cadere fuori dalla porta che dava proprio sullo stagno.
Yuriy sorrise, mentre partiva la marcia nuziale.
Tutti gli invitati cominciarono a ridere vedendo il ragazzo cadere.
Kei, arrabbiatissimo si alzò: - Io sposerò Yuriy in un modo o nell'altro.

***
Sedeva su un prato ed osservava il cielo. Un leggero e piacevole venticello spostava i fiori attorno a lui. Si sentiva così bene, tanto che avrebbe anche potuto addormentarsi lì, da tanto era piacevole.
Da lì si godeva un ottimo panorama della città. Alzò nuovamente lo sguardo al cielo. Le nuvole bianche sembravano cotone, e avevano le forme più strane. Sorrise mentre si divertiva a dare libero sfogo alla sua immaginazione pensando a cosa potevano sembrargli le varie nubi.
Fu distratto da un rumore. Si voltò. Non riusciva bene a capire cosa fosse quella "cosa" che stava correndo fuori dalla foresta.
Dopo qualche secondo si alzò di scatto, capendo che si trattava del cavallo con cui suo padre era partito. In preda al panico, gli corse incontro prendendolo per le briglie.
- Dov'è papà? Cosa gli è successo? - continuava a ripetere, mentre staccava il carro dal cavallo. Gli saltò in groppa e poi ordinò: - Portami da lui.

fine primo capitolo...

 
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