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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: NOTTE D`ESTATE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: isabelblack galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/06/2006 15:26:47

i nostri sguardi si incontrano ancora. fanno male. i suoi occhi, non credevo possibile..che facessero così male
 
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WELCOME TO MY LIFE
- Capitolo 1° -

Ieri è successa una cosa strana…
Strana ed alquanto bizzarra oserei dire. Ero alla festa paesana, sapete, una di quelle feste di quei piccoli paesi di campagna, dove tutti conoscono tutti e nessun segreto è mai tale per più di una mezz’oretta.
Era a questa festa, stavo dicendo…Siamo arrivate i paese verso le dieci io ed una mia amica, c’era uno spettacolo “flash dance” o qualcosa di simile…si pagava per vederlo quindi ci abbiamo rinunciato (spendere 5 € per stare in piedi due ore non è esattamente la mia più grande aspirazione).
Vedete, quando sei in paese ci sono due cose da fare: 1) rinchiudersi al circolo ed ascoltare gli sproloqui dei vecchietti e di quelli troppo giovani oppure 2) andare al parco dell’ambulatorio e chiacchierare del più e del meno osservando i ragazzi che giocano a pallone.
Detestando cordialmente l’aria che si respira al circolo dopo le dieci di sera, io e Viola, mia carissima amica abbiamo optato per passare quelle due orette al parco.
Tanto per la cronaca, io ero andata in paese per vedere lui, quel lui biondo, quel lui con gli occhi azzurri, quel lui bastardo e codardo che non ha avuto il coraggio di dirmi neanche che gli faccio schifo. Naturalmente, quel particolare lui, era andato a vedere lo spettacolo.
Ma andiamo con ordine.
Arrivate in paese siamo andate al circolo a prendere qualcosa da bere in ordine, caffè corretto al bailyes ed un bacardi breezer al Lime. Con aria decisamente stanca saluto un po’ tutti, e mi guardo in giro per vedere se quel lui c’è. Tamara, la barista vede che lo sto cercando e con aria sorniona mi chiama e mi indica i tavolini fuori.
Ed infatti, eccolo. Ride e scherza con i suoi amici forte del suo carisma e dei suoi nuovi 19 anni. Il 15 era il suo compleanno. Io non gli ho fatto gli auguri.
Se ne sta seduto a gambe larghe al tavolino davanti a me..Canottiera rosa pallido (o sempre detto che il rosa ai biondi sta da dio) pinocchietti bianchi e Silver. È magnifico. Sta bevendo anche lui un bacardi.
Ringrazio Tamara e trascino via Viola. L’ho visto, tanto mi basta.
Cercando di farmi largo tra la folla che ingombra l’uscita non mi accorgo che si è alzato e che sta venendo verso di me. Per poco non ci scontriamo. E mi vede.
E si fa serio. Il suo sguardo fa male, tanto è serio.
Non sorrido, non lo saluto..semplicemente prendo Viola e me ne vado, lasciandolo lì.
Andiamo al parco, e rimaniamo lì tutta la sera. Chiacchierando, ridendo, scherzando. Alice mi dice che lui è andato ha vedere lo spettacolo. Poco male.
È così che va tra noi… uno strano giochino al rincorrersi.
Nel frattempo passa sua madre, la saluto…le dico che ho preso 30 all’esame d’inglese lei ride..mi fa i complimenti. Le dico che un po’ mi manca il ristorante…lei sorride. Poi raggiunge suo marito.
C’è anche Francesca, sua sorella. Mi vede e mi corre in contro, mi schiocca un bacio sulla guancia, io le faccio gli auguri..il 16 era il suo compleanno 14 anni sono importanti, in fin dei conti. Lei sorride, contenta. Me lo sono ricordata. E poi, la domanda..
“sai dov’è mio fratello?”
Io sorrido, ma le dico di no.
Non so dove sia.
So quello che sta cercando di fare…me lo aveva detto una volta.
“mi piacerebbe”
“che cosa?”
“averti come cognata”
è passato un bel po’ di tempo, da quel giorno.
Il tempo passa, è suonata da poco la mezzanotte. Arianna e Lorenzo sono andati via, Vanessa è chissà dove con quel tipo..di cui non ricordo il nome. Alice è con Giovanni.
Io e Viola andiamo in piazza, finalmente ci si può passare.
Troviamo Iacopo, ci accompagna al circolo…l’ennesima birra della serata per lui. Io mi limito ad un caffè.
Poi torniamo in piazza, le panchine sono libere…E lui, di nuovo.
È con i suoi amici, gli passo accanto ignorando i battiti accelerati del mio cuore. Ci sfioriamo…le sua pelle è fredda.
Marco, l’altro Marco..quello di Viola ha visto la cosa.
Gli salta al collo, gli sussurra qualcosa ridendo sornione.
“E non rompere!” risponde lui, stizzito.
Io sorrido, lo sguardo di Viola s’incupisce.
“non importa” le dico io
Si siede, arriva anche Vanessa. Alice torna, le hanno detto che c’è anche Andrea.
Ed infatti c’è, così lei rimane in piedi nel mezzo della piazza, a fissarlo. Le piace davvero.
Io resto in piedi, se mi siedo finisce che mi addormento e poi chi ce le riporta a casa?
Lui è dietro l’angolo, parla. Poi si sposta, adesso posso vederlo.
Io rido, Viola ha detto qualcosa di divertente. Lui si gira quando sente la mia voce.
Vanessa mi strattona un braccio.
I nostri sguardi si incontrano ancora. Fanno male. I suoi occhi, non credevo possibile..che facessero così male.
“perché continui a guardarmi così?” vorrei chiederglielo. Ma non lo farò.
“non ne vale la pena” mi dice Viola
“Si” rispondo, sorrido..ma non veramente. Poi lo guardo ancora. È sempre lì”lo so”
Torna dai suoi amici, ed io continuo a parlare con le bimbe. Ma non riesco neanche a sentire cosa dicono. Non posso fare a meno di pensare a lui.
E poi tutto cambia di nuovo.
Hanno rimesso a posto anche la seconda panchina. E il suo gruppo si avvicina, si siedono. Io sono sempre in piedi, e lui adesso è accanto a me.
Sorseggia una coca light. Io finisco il mio bacardi.
Ognuno con i suoi discorsi, con i suoi pensieri. I nostri sguardi si incontrano di nuovo.
Marco, l’altro Marco, scuote la testa. Io gli sorrido alzando leggermente la bottiglia a mo di saluto.
Viola si accende una sigaretta, è la settima questa sera. Fuma sempre quanto un turco quando c’è lui. La rende nervosa, la sua presenza.
Marco, il mio Marco, si avvicina, mi guarda e poi si siede al mio posto, accanto a Viola. Mi guarda, io giro la testa e inizio a parlare con Roberto.
Lui abbassa la testa e finisce la coca cola in un sorso solo.
Chiacchiere, risate, Giuditta è bocciata. Deve dirlo ai suoi e non sa come fare.
Fossero questi i problemi della vita.
Arriva Samuele, Samuele il grande, il saggio, il vecchio e divertente Samuele. Quello delle stronzate, quello dei pezzi.
Saluta tutti e le chiacchiere continuano.
“come va l’uni Sery?”
mi stringo nelle spalle
“tutto ok”
“gli esami?”
“mercoledì ho preso 30 all’esame d’inglese”
Lui si alza e fa un mezzo inchino.
Io scoppio a ridere.
Squilla il telefono nella borsa. È un sms, lo apro.
È Riccardo.
Leggo a voce alta, Viola vuole sapere che cosa dice.
“Quelli di medicina danno una festa a Forte. Vieni? Per il ritorno no problem, ospito io.”
Marco accartoccia la lattina di coca.
Samuele guarda prima me e poi lui, io lo guardo con aria interrogativa. Vorrei prenderlo a schiaffi.
Guardo l’orologio.
È tardi. Si torna a casa.
Saluto i ragazzi, Samuele si alza e mi da un bacio sulla guancia. Era una vita che non ci vedevamo. Marco si alza e va verso il circolo.
Non l’ho salutato.
Non l’ho guardato.
Era quello che volevo.
Eppure, mentre lo guardo andare via, il cuore mi si stringe. Gli occhi iniziano a bruciare.
Ma era quello che volevo.
Io gli ho detto tutto. Lui non mi ha mai risposto.
Lui ha voluto tutto questo.
Solo perché io sono, e resterò “quella strana”.
Odio i paesi così.
Lui e la sua testardaggine hanno portato tutto questo, a questo punto.
Lui ha detto di no, con i suoi silenzi.
Ed allora, adesso, perché fa così?
Perché?
Perché si ostina a restare in silenzio?

Mentre torno alla macchina Viola resta in silenzio. Si accende un’altra sigaretta ed aspira una boccata di fumo.
Non mi guarda. Male, molto male.
Arriviamo alla macchina, meccanicamente tolgo l’antifurto, infilo la chiave, apro e prendo le scarpe da ginnastica.
“non si guida in ciabatte” mio padre me lo ripete sempre.
Viola sale in macchina ed accende la radio.
E c’è il Liga che canta.
Me lo ha regalato lei quel cd.

Dicono che tutto
sia comunque scritto
quindi tanto vale che non sudi
nasci da incendiario
muori da pompiere dicono

Sorride, e poi finalmente mi guarda. È tranquilla adesso.
Cambia canzone, dice che non le vanno canzoni tristi. Cerca e trova una canzone che le piace, ed io scoppio a ridere.

Oh boy, I can see your body moving
Half animal, half man
I don't, don't really know what I'm doing
But you seem to have a plan

Sorrido, e la ascolto cantare. Si diverte e tanto mi basta.
So che cosa sta cercando di fare. So perché fa così…mi fermo ad uno stop, prima freccia a sinistra riparto.
Le bimbe sono ancora in paese, dobbiamo passarle a prendere.
Le vedo, intanto ha iniziato a piovere leggermente.
Freccia a destra, freno e frizione. Mi fermo, metto la prima. Alice e Vane salgono.
Alice è alquanto ubriaca.
Via la freccia e riparto. Prima, seconda, terza. Duecento metri, freccia a sinistra. Seconda e faccio l’incrocio. Arrivo davanti al circolo, rallento. C’è gente che attraversa la strada. Mi fermo.
Lui è lì, dall’altra parte della strada. Sotto la pioggia. I capelli bagnati, le mani in tasca, l’aria strana.
Mi sta guardando. Saluto Romina che sta attraversando adesso la strada.
Non c’è più nessuno, metto la prima e riparto.
Intanto alla radio i Coldplay stanno cantando.

Singing out, ah I never meant to cause you trouble,
Ah, I never meant to do you wrong
Ah, if I ever caused you trouble
And ah, I never meant to do you harm
Viola smette di cantare. Sorride, vedendo la mia espressione.
“sai che non ti merita vero?”
Io resto in silenzio.
“sai che è solo un emerito cretino, vero?”
Io sorrido, abbasso i fari, una macchina viene nella direzione opposta.
“cambi canzone?”

 
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