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Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Jarod il camaleonte (The Pretender)
Titolo Fanfic: TUTTO FINITO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nimphadora galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/06/2006 17:15:03

ora era tutto finito.
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

“Io non mi arrenderò mai, non fa per me…”

La testa china, poggiata ad un braccio.
Sulla scrivania soltanto un bicchiere e l’ennesima bottiglia d’alcool vuota. Le serviva per lenire il dolore, per non pensare.
Peccato che l’effetto sarebbe svanito il mattino successivo per fare posto ad una terribile emicrania.
“Miss Parker…”
Broots fece timidamente capolino nell’ufficio della donna.
“Mi… mi chiedevo se avevi bisogno di un passaggio”
“Si, grazie, ma…” si alzò dalla sedia per essergli di fronte, traballando leggermente sui vertiginosi tacchi “stai attento a quello che fai. Sono sbronza ma non abbastanza!”

Miss Parker si era assopita durante il tragitto in auto. Da quando aveva chiuso gli occhi terribili incubi la stavano visitando. Non aveva fatto altro che invocare la madre.
Ed era straziante.
Broots aveva sempre visto in lei una donna forte, indomita e indipendente.
Ma nell’ultimo periodo aveva capito che tutte le considerazioni fatte erano errate.
Esternamente era forte. Di ghiaccio.
Ma dentro tremava per il freddo.
Era cresciuto in un inferno e si era adeguata.
Ma in lei era rimasto quel barlume di innocenza che aveva visto nei DSA della sua infanzia passata al Centro.
In fondo era rimasta quell’ingenua bambina che si chiedeva cosa ci fosse di peggio della morte.

“Miss Parker…” Broots tentò di svegliarla “siamo arrivati”
Niente. Nessun segno che lo avesse sentito.
“Miss Parker!” lei aprì gli occhi e, dopo aver mugolato qualcosa che non aveva senso, si asciugò una lacrima che le stava solcando il viso.
“Grazie…” scese dalla macchina quasi correndo.
“Aspetta!” urlò Broots dietro di lei “è successo qualcosa?”
“No…”

Aprì la porta e si fiondò nella stanza da letto.
Chiuse ogni porta ed ogni finestra.
Caricò la sua 9mm.
“Nessuno può entrare… nessuno”

Paranoia.
Ecco come il Centro ti riduceva.
Era improvvisamente nato in lei l’indomito desiderio di sentirsi al sicuro.
Di sentirsi…
Un rumore proveniva dal bagno.
“Sono sola… sola”

Troppo.
Era troppo.
Non poteva reggere ancora per molto.
E la sua mente stava iniziando a cedere.
La stanchezza si impadroniva di lei, le incupiva i pensieri.
Non riusciva più a pensare.
Sentiva, nella sua mente, una ossessiva voce che ripeteva all’infinito la stessa frase.
“La morte è l’unica soluzione… l’unica soluzione”

Aveva una gran voglia di urlare e di rompere qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Ma ovunque voltava lo sguardo scorgeva oggetti appartenuti a sua madre.
E non aveva la forza di compiere un gesto di quella portata.
Quegli oggetti, dalla semplice spazzola che usava per pettinarle i capelli allo specchio dal manico di madreperla, erano l’unico contatto con lei.
Era buffo.
Buffo come la morte di una persona che hai conosciuto per così poco tempo possa condizionarti tutta la vita.
Fino a spingerti al limite.
Fino alla pazzia.
Catherine Parker…
L’unica persona al mondo che l’avesse amata.
L’unica persona che conoscesse ogni segreto su di lei.

Ma c’era anche qualcun altro…
Qualcuno che la sorte aveva voluto gli fosse avverso.
Ma che, in un modo o nell’altro, le era stato sempre vicino.
Sempre leale.
Sempre.
Qualcuno con cui aveva scoperto avere tanto, troppo, in comune.
Passato, presente e futuro.

Jarod.

Nei momenti di estrema difficoltà le era sempre stato accanto.
Aveva sempre avuto qualche parola di conforto.
Le aveva fornito importanti informazioni.
Informazioni sull’inquietante passato della sua famiglia: i Parker.

Il male.
Il male, la quintessenza del male stesso, affondava le radici nel suo bisnonno.
Per cupidigia e bramosia aveva ucciso… sterminato tutta la sua famiglia.
E suo padre…
Uomo senza morale. Una figura inquietante, un morto che rantolava attaccato ad una bombola di ossigeno.
Era morto, ma non poteva accettare di esserlo.
Così continuava ad errare senza posa per i corridoi dell’Inferno.
Poi c’era Lyle.
Carne della sua carne e sangue del suo sangue.
Il fratello che le era stato strappato via alla nascita.
Li avevano divisi.
li aveva divisi.
E lui lo aveva trasformato nel mostro che ora conosceva.
In fondo… in fondo non aveva colpe.
Un'altra vittima del Centro.
Un altro dei mostri partoriti dalla mente di Reins.
Miss Parker…
Era anche lei una Parker, anche se non riusciva ad accettare.
In lei scorreva quel sangue.
Ed aveva paura.
Paura di quello che avrebbe potuto fare.
Aveva paura di Reins e di Lyle.
Aveva paura del Centro.
Aveva paura di…

“Basta!”
Stava lottando furiosamente con i fantasmi che popolavano la sua mente.
Era stanca.
Stanca di tutto.
Ma adesso sapeva cosa doveva fare.
Sapeva esattamente come porre fine al delirio.
Lei, per cui tante persona avevano perso la vita…
Per cui il Centro tanto aveva lottato per tenere prigioniera…
Sarebbe divenuta presto libera.
Stava per spezzare le catene della sua prigionia per volare via.
E raggiungere finalmente la pace.
Neanche Reins poteva impedirlo.
Premette il grilletto.
Ora era tutto finito.
Tutto finito…


 
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