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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: HARRY POTTER E LO SPECCHIO DI CORVONERO
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: razor galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/06/2006 22:08:32 (ultimo inserimento: 06/07/07)

Dopo i fatti del 6° libro, Harry &Co. si mettono in viaggio e avranno con loro nuovi e vecchi amici
 
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IL MEZZOSANGUE
- Capitolo 1° -

Capitolo 1
Il Mezzosangue

La strada era identica a mille altre che si intrecciavano nelle periferie di Londra eppure, per il ragazzo affacciato alla finestra di una delle casette a due piani, quella vista aveva in quel giorno un significato particolare.
Harry guardò per l'ennesima volta, probabilmente per l'ultima volta, la finestra del numero quattro di Privet Drive e moltissimi ricordi gli si affacciarono nella mente. Per i primi dieci anni della sua vita, quella casa e quella strada erano stati il suo mondo...questo, naturalmente, prima di scoprire di essere un mago. Il volto di Harry si distese in un genuino sorriso quando il ragazzo ricordò la notte del suo undicesimo compleanno...si trovava in un vecchio faro abbandonato su un'isoletta quando Hagrid, il gigantesco guardiacaccia di Hogwarts, aveva abbattuto il portone di legno della struttura e gli aveva rivelato la verità sulla sua identità. Da allora il giovane mago, famoso nella comunità magica per avere arrestato all'età di un anno l'ascesa del più potente mago oscuro di tutti i tempi, aveva considerato il castello di Hogwarts la sua casa, mentre la casa dei suoi zii era solo una prigione in cui trascorrere i mesi estivi.
Il giorno precedente aveva compiuto 17 anni e, per il mondo della magia, era appena diventato maggiorenne. L'indomani se ne sarebbe andato per sempre da quella casa e, dopo una breve visita dai signori Wesley per il matrimonio del loro primogenito Bill, sarebbe partito con i suoi migliori amici per un viaggio pericoloso. Che riuscisse nel suo intento o che morisse nel tentativo, non sarebbe mai più tornato a Privet Drive.
Perso nei suoi pensieri, il ragazzo rievocò per l'ennesima volta la discussione che aveva avuto con Ron ed Hermione sulla riva del lago, dopo il funerale del professor Silente, il preside di Hogwarts. In quell'occasione Harry aveva comunicato loro il suo intento di non frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria l'autunno seguente, ma di partire per un pericoloso viaggio. Aveva sperato che loro capissero il suo intento di partire da solo per non mettere in pericolo le persone a cui teneva, ma loro erano stati inamovibili nel proposito di accompagnarlo.
Il sole era quasi al tramonto quando, tra una riflessione e l'altra, il ragazzo notò una figura avvicinarsi con passo misurato lungo l'altrimenti deserta strada. Si trattava di un ragazzo di forse qualche anno più grande, alto, con una zazzera di lunghi capelli neri sulla testa e vestito di una lunga giacca di pelle scura. Camminava con passo sicuro e non sembrava in alcun modo ostacolato dallo zaino da viaggio che aveva poggiato con noncuranza sulla spalla destra. Harry lo guardò intensamente mentre ispezionava le case una ad una e, ogni volta che vedeva il suo volto dai lineamenti duri e dalla pelle chiara, era sempre più certo di averlo già visto da qualche parte. La sua memoria era all'opera a pieno regime, ma prima che il volto del giovane venisse associato ad un nome, il campanello di casa Dursley suonò.
Come un fulmine Harry scese le scale facendo i gradini a due a due, ma si immobilizzò quando udì la serratura della porta di casa scattare e una voce scorbutica domandare "chi sei? Che vuoi?"
Zio Vernon aveva aperto la porta di casa allo sconosciuto e, notato l'aspetto stravagante del visitatore, gli si era rivolto con il suo solito tono sgarbato. In tempi così bui, il giovane mago avrebbe voluto arrivare per primo alla porta, così da accertarsi di chi fosse il misterioso visitatore, ma dato che suo zio aveva già aperto, preferì fermarsi per ascoltare la risposta prima di mostrarsi.
"Cerco Harry Potter" disse una voce abbastanza cupa senza alcun preavviso né convenevole.
Se avesse detto che era venuto per rapinarli, probabilmente zio Vernon si sarebbe arrabbiato di meno. Certo che suo zio, il cui volto aveva probabilmente raggiunto la tonalità delle aragoste bollite, fosse sul punto di mettersi ad urlare e rispondere male al nuovo venuto, Harry si assicurò di avere la bacchetta magica a portata di mano e fece gli ultimi gradini.
"Eccomi" disse semplicemente comparendo nell'ingresso, la mano infilata in tasca.
Suo zio sembrava ancora più arrabbiato di quando l'estate precedente era comparso alla porta Albus Silente, ma il ragazzo se lo aspettava: zio Vernon e zia Petunia cercavano in tutti i modi di negare l'esistenza del mondo magico a cui apparteneva Harry e a cui, quasi certamente, apparteneva anche il nuovo venuto.
"Lo conosci?" chiese arrabbiato il grosso uomo, mentre suo figlio Duddley si affacciava dalla porta del salotto.
"In effetti non lo so…" rispose Harry "ha un viso familiare, ma…"
"Mike Bolt" si presentò il nuovo venuto "ero un Grifondoro, cinque anni avanti a te" rivelò semplicemente.
Allora il ragazzo più giovane ricominciò a pensare e, finalmente, individuò tra i suoi ricordi il volto di quel ragazzo che aveva finito la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts quando lui era al secondo anno. Il nome non gli diceva nulla, ma il volto di quel ragazzo dai lunghi capelli neri raccolti con un elastico in una coda irsuta gli era familiare. Era praticamente certo che fosse venuto a trovarlo in infermeria quell'anno, quando il professor Allock, il loro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, gli aveva incidentalmente fatto sparire tutte le ossa del braccio.
"Giusto" convenne Harry "ora mi ricordo…cosa posso fare per te, Mike?"
Lo zio di Harry, escluso dalla conversazione tra i due maghi come se non fosse neppure presente, diede segno di essere pronto a uccidere pur di interrompere immediatamente quell'incontro. Capendo che l'altro ragazzo era un mago, l'uomo decise di non aprire bocca, ma si interpose maggiormente tra i due ostruendo la soglia di casa.
"Vorrei parlarti" disse l'altro entrando in casa e scostando, senza sforzo apparente, l'enorme mole di zio Vernon "in privato" aggiunse fissando attentamente il padrone di casa, come a sfidarlo a dire qualunque cosa per contrastarlo.
In effetti le vene sul collo dello zio di Harry si gonfiarono e lui parve sul punto di protestare, ma qualcosa nello sguardo che l'altro gli scoccò lo zittì e lo fece, invece, indietreggiare nel salotto e dire con voce sdegnosa ma tremante "se volete così tanto parlare, andatevene di sopra e non fatevi più vedere!"
Stupito da quell'atteggiamento remissivo e ipotizzando che l'atro ragazzo avesse fatto un qualche tipo di incantesimo a suo zio, Harry gli fece cenno di precederlo per le scale ed estrasse, nel contempo, la bacchetta magica.
Razionalmente sapeva che quella casa era stata resa sicura sedici anni prima con un potente incantesimo, ma in lui stava nascendo il sospetto che il giovane, che ora era certo vestisse un cappotto di pelle di drago, potesse essere un nemico.

"Cosa posso fare per te?" domandò di nuovo Harry appoggiandosi contro la porta che si era chiuso alle spalle e tenendo la bacchetta fermamente puntata sul nuovo venuto.
L'altro ragazzo era in piedi, vicino alla scrivania su cui ancora erano appoggiate alcune vecchie copie della Gazzetta del Profeta. Per un attimo sembrò perdersi in un articolo del giornale dei maghi di tre giorni prima:

NUOVE MISURE DI SICUREZZA PER I MINORENNI

A seguito dell'aggressione di diversi studenti minorenni della Scuola di Hogwarts, il Ministero della magia ha varato una nuova legge parzialmente abrogativa della precedente in misura di restrizione delle arti magiche tra i minorenni. Il nuovo testo, spiega il giurista Marcus Legilius, prevede che anche i maghi minorenni possano compiere una serie di incantesimi difensivi in presenza di situazioni potenzialmente pericolose. Sarà, ad esempio, permesso anche a coloro che hanno superato il quindicesimo anno di età di sottoporsi all'esame di Materializzazione e saranno ammorbidite le pene per quei maghi minorenni che compiranno incantesimi in situazioni, anche solo potenzialmente di pericolo di morte, anche in presenza di Babbani. Mentre il Ministero sta vagliando l'ipotesi di istituire corsi di difesa personale aperti a tutta la popolazione, la nuova preside di Hogwarts, Minerva McGranitt, ha assicurato che le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure di ogni anno includeranno lo studio di incantesimi difensivi, quali l'Incanto Patronus, molto utile contro i Dissennatori e…

"Mike?" aggiunse, dato che l'altro sembrava non staccare gli occhi dall'articolo.
"Oh, scusami" rispose il ragazzo più grande, alzando solo allora lo sguardo e approvando la bacchetta puntata su di lui con un cenno sereno della testa "stavo solo pensando che è strano sentir parlare della McGranitt come preside di Hogwarts…cioè, è una gran strega, ma Silente…beh…lui era Silente!"
"Vero" concesse Harry, ricacciando indietro le lacrime che rischiavano di formarglisi da un momento all'altro al pensiero del grande mago che era morto neppure un mese prima "ma tornando a noi…"
"Giusto" convenne il ragazzo dai lunghi capelli neri "innanzitutto scusami per la visita a tarda ora, ma la situazione lo richiedeva…so che non ti fidi di chi sono…potrei essere un Mangiamorte o avere assunto questo aspetto con la Polisucco, ma non ho modo di provarti che sono chi dico di essere, né che non sono un nemico"
Harry ammirò quella schiettezza e pensò che, in fondo, per assicurarsi che l'altro non avesse assunto della Pozione Polisucco per cambiare aspetto sarebbe bastato aspettare un'ora, dato che in quel tempo l'effetto della pozione sarebbe svanito. Nel frattempo, si disse il giovane mago, Mike avrebbe potuto dirgli cosa voleva.
Interpretando il silenzio di Harry come un incentivo a continuare, Mike disse "ero al funerale di Silente l'estate scorsa. Ad un certo punto non ce l'ho fatta a continuare e me ne sono andato...avevo bisogno di stare un pò solo, così mi sono addentrato nella Foresta Proibita...bada, non l'ho fatto apposta, ma mentre ero lì ti ho sentito mentre parlavi di una cosa particolare con i tuoi amici"
Harry ebbe una fitta al pensiero che quel ragazzo avesse sentito il loro discorso, ma non disse nulla. Quel giorno lui e i suoi due migliori amici avevano deciso che l'anno seguente non sarebbero tornati alla scuola, ma si sarebbero messi in cerca del modo per sconfiggere il più potente mago oscuro di tutti i tempi, portando così a compimento il progetto del loro defunto preside Albus Silente.
"stavamo solo parlando così, spinti dall'emozione del momento..." disse Harry mentendo spudoratamente ma accorgendosi da solo di quanto la sua voce apparisse poco credibile "non dicevamo sul serio"
"Parlavate di partire per cercare qualcosa chiamato Horcrux e tu hai detto che avresti ammazzato Voldemort...eri serio almeno quanto lo sei adesso" commentò il mago più grande "fidati, non sei molto bravo a raccontare panzane..."
Harry rimase silenzioso…quel ragazzo quasi sconosciuto l'aveva preso in contropiede citando gli Horcrux, anche se dal tono tranquillo con cui diceva il nome non doveva veramente sapere cosa fossero. Il motivo per cui era più stupito, però, era che Mike aveva pronunciato senza alcuna paura il nome del potentissimo mago oscuro che sedici anni prima aveva ucciso i genitori di Harry e che in quei giorni era risorto e stava seminando il terrore in tutto il mondo magico con l'aiuto dei suoi servitori e di diverse creature oscure come i Dissennatori o i Giganti...La maggior parte dei maghi temeva anche solo il suo nome e preferiva parlare di lui chiamandolo Tu-Sai-Chi o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
"No, non temo il suo nome e non temo neppure lui" riprese il ragazzo più grande indovinando il perché dello sguardo stupito del mago con gli occhiali "però lo odio immensamente…lo odio per come ha fatto uccidere i miei genitori e vorrei venire con te"
"Eh?" esclamò perplesso Harry, fissandolo con uno sguardo che esprimeva quanto quelle parole lo avessero colpito "non credo di avere capito…vorresti venire con me?"
"Si" convenne lui cocciuto "voglio combattere anch'io contro quel maledetto e so che potrei esserti utile"
"No, non credo che potresti e…" ma si interruppe quando vide una cosa spaventosa fuori dalla finestra di camera sua.
L'altro ragazzo, seguendo la direzione in cui guardava il mago più giovane, si voltò a sua volta e rimase a bocca aperta. A breve distanza da dove si trovavano un gigantesco teschio verde illuminava il cielo ormai scuro ed un serpente usciva minacciosamente dalla sua bocca.
"Il Marchio Nero" disse sgomento il ragazzo dai capelli lunghi infilando una mano in tasca e afferrando saldamente la propria bacchetta.
Harry sapeva che il Marchio era un segno di morte. I servitori di Voldemort, infatti, lo facevano comparire ovunque uccidessero qualcuno. La cosa che Harry non capiva, però, era il perché il Marchio Nero fosse comparso li vicino, dato che in quel quartiere non vivevano altri maghi a parte lui. Dopo alcuni secondi di riflessione, il ragazzo comprese "la signora Figg!" urlò e, ignorando completamente l'altro occupante della stanza, corse giù dalle scale.
Mike continuò a fissare l'immagine alla finestra per alcuni secondi poi, vedendo Harry che, bacchetta in mano, correva lungo Privet Drive verso il luogo dove era stato evocato il Marchio Nero, si lasciò sfuggire un piccolo verso di ammirazione. Per un attimo fissò la figura che correva poi, spalancata la finestra, si lanciò senza indugio nel giardino sottostante dove atterrò con un'agile capriola e, prima ancora di essersi rialzato del tutto, cominciò a correre a sua volta seguendo l'altro mago.
Raggiunse Harry quando questi era fermo davanti ad una casa semplice, identica a tutte le altre tranne per il fatto che la sua porta era stata divelta da quella che sembrava un'esplosione.
Il ragazzo con gli occhiali notò con la coda dell'occhio la bacchetta che l'altro stringeva ora saldamente in mano ma, avendo altro per la testa, non si preoccupò di essere aggredito alle spalle e disse "volevi affrontare i Mangiamorte? Molto bene, vieni"
Come se non desiderasse altro, Mike si diresse verso la porta ed entrò subito dopo Harry. Sul pavimento della stanza al piano terra, un salone pieno di cuscini e di pizzi, era sdraiata una anziana donna ed un gatto le stava annusando una mano.
Ben sapendo che fosse una cosa inutile, Harry si avvicinò alla donna che, quando era piccolo, lo teneva quando i Dursley andavano in vacanza e le pose una mano sulla giugulare. Il contatto con quel corpo già freddo gli confermò ciò che gli occhi vitrei e spalancati della donna gli avevano già detto: era morta.
"Avada Kedavra" commentò Harry come se questo spiegasse tutto.
Effettivamente la donna era stata uccisa dalla più potente e letale delle Maledizioni senza Perdono e Mike non dubitò neppure per un istante della correttezza della deduzione dell'altro. L'Anatema che Uccide era il preferito dai Mangiamorte e tutti nel mondo magico lo sapevano.
"Non si è neppure difesa" commentò il ragazzo dai lunghi capelli neri osservando la stanza che, a parte la porta distrutta, non sembrava in disordine.
"E come avrebbe potuto?" chiese con voce carica di risentimento il mago con gli occhiali "era una Magonò!"
I magonò erano persone nate in famiglie di maghi ma prive di poteri magici, quindi Mike guardò perplesso il volto dell'altro ragazzo e disse "e perché i Mangiamorte avrebbero dovuto prendersi la briga di attaccare una Magonò e di evocare il Marchio Nero?"
"Per tendere una trappola a me, temo" commentò Harry alzandosi in piedi e cominciando a scrutare gli angoli della stanza mentre si portava lentamente spalla contro spalla con Mike.
"Indovinato" disse una voce divertita, mentre una figura incappucciata emergeva dal nulla puntando una bacchetta magica sui due ragazzi. L'uomo, che indossava con disinvoltura l'abito dei servitori di Voldemort aggiunse "ora gettate le bacchette se ci tenete alla vita…"
A quelle parole altri tre Mangiamorte emersero dall'oscurità e li circondarono, puntandogli contro le rispettive bacchette, pronti a scagliare anatemi illegali, e probabilmente letali, se non avessero ottemperato.
"E' stato più facile del previsto" commentò un Mangiamorte gigantesco, che Harry riconobbe come uno di quelli che erano fuggiti da Hogwarts la scorsa estate dopo avere ucciso Silente "adesso sbrighiamoci, prima che arrivino gli Auror"
"Non servono gli Auror per quattro gatti come voi" commentò Mike senza abbassare la bacchetta che teneva puntata sui due maghi incappucciati che erano ancora rimasti in silenzio. La sua voce era pacata e non tradiva alcuna insicurezza, tanto ché Harry gli scoccò una veloce occhiata con la coda dell'occhio quando aggiunse "scommettiamo che vi facciamo secchi tutti e quattro in meno di dieci secondi?"
L'eco della voce non si era ancora smorzata nella piccola stanza che il ragazzo dai capelli neri diede una spinta ad Harry con la mano libera facendolo cadere a terra e, nel contempo, agitò la bacchetta recitando silenziosamente una formula magica. L'incantesimo, eseguito magistralmente senza utilizzare componenti verbali, proruppe dalla bacchetta del ragazzo sotto forma di un proiettile di luce rossa che volò attraverso l'aria ad alta velocità e centrò un mangiamorte Schiantandolo e mandandolo a sbattere contro un muro.
Contemporaneamente, gli altri tre seguaci di Voldemort recitarono due Schiantesimi come quello del ragazzo ed una maledizione oscura che, colpendo contemporaneamente, sollevarono da terra Mike mandandolo a cadere contro il vecchio divano della signora Figg che si ribaltò.
Per un istante Harry credette di vedere gli incantesimi dei Mangiamorte rimbalzare contro l'altro ragazzo, ma si convinse di esserselo solo immaginato quando riconobbe l'incantesimo usato dal terzo mago oscuro. Si trattava di un incantesimo potenzialmente letale quindi, dato che l'altro ragazzo lo aveva ricevuto in pieno petto, Harry seppe per certo di essere rimasto solo contro i tre avversari rimasti.
Con i riflessi sviluppati durante gli allenamenti di Quidditch, il giovane mago approfittò della spinta datagli dall'altro e, appena toccò terra, rotolò su sé stesso puntando la bacchetta verso gli avversari urlando, nel contempo, "Petrificus Totalus"
Gli incantesimi dei Mangiamorte lo mancarono, mentre il suo colpì il primo mago comparso nella stanza che, stupefatto, cadde a terra paralizzato come una statua.
Prima che i rimanenti due maghi potessero colpirlo, Harry si rifugiò dietro una poltrona e ragionò furiosamente per decidere cosa fare.
"Arrenditi Potter" disse una voce fredda e ben nota ad Harry "arrenditi e consegnati a noi, così potremo fare un regalo inaspettato all'Oscuro Signore"
Era Narcissa Malfoy, la madre di Draco, il ragazzo che l'estate precedente aveva permesso ai Mangiamorte di entrare ad Hogwarts per assassinare Silente.
"No grazie" disse Harry cercando di affacciarsi per lanciare un incantesimo ma rinunciandovi subito quando uno Schiantesimi lo sfiorò "piuttosto, come sta il caro Draco? Voldemort non si sarà arrabbiato troppo con lui, spero…"
La donna stava per ribattere, ma fu interrotta da un rumore sinistro e, affacciandosi per vedere cosa fosse successo, il giovane mago con gli occhiali vide che il suo compagno, che lui aveva dato per spacciato, si era rialzato in piedi e teneva sollevato sopra la testa il divano della signora Figg contro il quale si era schiantato.
Prima che chiunque potesse fare qualcosa, Mike scagliò il pesante mobile verso l'enorme Mangiamorte che lo fissava stupito centrandolo in pieno e schiacciandolo tra il mobile ed una parete. Contemporaneamente Harry gridò "stupeficium" e puntò la bacchetta verso Narcissa Malfoy, mancandola di un soffio. Per un attimo la donna pensò di reagire poi, rendendosi conto di essere rimasta in inferiorità numerica, fece invece un mezzo giro su sé stessa e si Smaterializzò.
Per sicurezza, temendo che si riprendesse, Harry schiantò con uno Stupeficium il Mangiamorte bloccato tra la parete e il divano poi, con l'aiuto di Mike, raccolse le bacchette dei tre avversari e li riunì al centro della stanza.
Mike aveva appena finito di legarli con delle corde evocate con l'uso della magia quando un gruppo di maghi sconosciuti, vestiti con mantelli grigi tutti uguali, penetrò nella casa con le bacchette in pugno.
Vi fu un istante di tensione poi, quando i maghi del Ministero ebbero riconosciuto la famosa cicatrice sulla fronte di Harry Potter ed ebbero abbassato le bacchette, i due ragazzi ebbero modo di raccontare cosa fosse successo.

"Beh, direi che tutto sommato avete fatto un ottimo lavoro" commentò il capo del gruppo di Auror che era intervenuto quando era stato comunicato l'avvistamento del Marchio Nero "ciò nonostante è stata una grande imprudenza entrare in una casa in cui i Mangiamorte hanno colpito…sarebbe stato meglio se foste rimasti a casa"
"Andiamo Rubin" disse un secondo cacciatore di maghi oscuri al suo comandante quando venne per comunicargli che i tre Mangiamorte erano già sulla strada per la prigione dei maghi, Azkaban "se più persone avessero la metà del coraggio di questi ragazzi, allora la situazione non sarebbe così brutta"
Il vecchio mago emise un sospiro profondo…in realtà la pensava esattamente come il suo collega più giovane, ma il suo incarico gli imponeva di dare una strigliata a quei due ragazzi, affinché evitassero di ripetersi mettendo inutilmente a rischio le proprie vite.
"Ciononostante, quello che avete fatto è contro le regole…temo che dobbiate seguirmi al Ministero…ci sarà un'inchiesta e…"
"E?" domandò Mike, fissando il mago più anziano con quello stesso sguardo che alcune ore prima aveva scoccato a zio Vernon.
Harry si stupì quando vide l'Auror reagire esattamente come aveva reagito suo zio, ossia indietreggiando di un passo e distogliendo lo sguardo da quegli occhi che sembravano perforarlo da parte a parte.
"E al diavolo…" rispose il mago adulto, fissando intensamente la cicatrice a formadi saetta sulla fronte di Harry "non me ne frega un accidente delle regole, non possono chiedermi di aprire un'inchiesta su qualcuno che ha avuto il coraggio di non starsene con le mani in mano a lasciargli fare quello che volevano…per quel che mi riguarda dovreste avere una medaglia, non un'inchiesta!"
"Giusto!" commentarono un altro paio di Auror che si erano avvicinati per sentire. A quanto pareva, quei maghi erano più che felici di incontrare, una volta tanto, qualcuno che non scappasse terrorizzato davanti ai Mangiamorte.
Harry guardò a sua volta l'uomo che lo fissava con sguardo benevolo, grato che al Ministero della Magia ci fosse ancora qualcuno che sapesse distinguere il giusto dal comodo e si assumesse il rischio di decidere secondo coscienza.
"Sparite, prima che quella Skeeter o qualcun altro della Gazzetta del Profeta si metta in mezzo e ci faccia finire tutti in un mare di guai" concluse Rubin Statton indicando ai due ragazzi la strada che li avrebbe ricondotti a casa di Harry.
Senza farselo ripetere due volte, i due giovani maghi scomparvero nella notte.

Per un po' i due ragazzi camminarono in silenzio, ognuno preso dalle proprie riflessioni poi, quando si ritrovarono vicini al numero quattro di Privet Drive, Harry deviò verso un giardinetto male illuminato e si sedette sulla scaletta di uno scivolo per bambini.
Dal canto suo, Mike si appoggiò ad un albero vicino e, rimanendo quasi completamente nell'ombra, si accontentò di osservare in silenzio il ragazzo più giovane, aspettando che fosse questi a parlare.
Dopo un po', il mago con gli occhiali disse "dannazione!" e diede una gomitata piuttosto violenta alla struttura in metallo dello scivolo che emise un suono tintinnante e tremò appena.
"La conoscevi bene?" domandò il mago dai lunghi capelli neri, senza muovere neppure un muscolo e rimanendo nell'ombra.
Harry ripensò alle volte che aveva passato i pomeriggi dalla signora Figg. Fino a due anni prima, in realtà, non sapeva neppure che quella vecchia e strana signora amante dei gatti fosse un'abitante del mondo della magia. Lo aveva scoperto solo quando, dopo l'attacco da parte di due Dissennatori, era stato messo a parte del fatto che la donna viveva in quel quartiere per tenerlo d'occhio su ordine di Silente.
"No, non tanto" rispose dopo un attimo di silenzio, mentre la rabbia svaniva dentro di lui ed il suo cuore si riempiva dell'ormai ben noto ed opprimente senso di colpa legato alla morte di qualcuno "quello che mi fa veramente impazzire è che quella povera donna è morta per colpa mia…l'obiettivo ero io, non lei…"
"Non fare confusione" gli consigliò l'altro "quella donna è morta per colpa di quei quattro Mangiamorte che volevano fare bella figura col loro capo, tu eri solo il loro bersaglio, quindi non ne hai certo colpa..."
"Per la povera signora Figg non cambia molto, non ti pare?" replicò Harry con tono triste "quella donna è stata uccisa perché quei bastardi volevano me…e non solo lei…sai quanta gente ho sulla coscienza?"
Mike rimase in silenzio ed il ragazzo con gli occhiali, quasi parlasse con sé stesso, continuò "i miei genitori sono stati i primi ad essere uccisi per colpa mia...sono morti per difendermi da Voldemort che mi voleva morto. Cedric Diggory é stato ammazzato solo perché ha avuto la sfortuna di arrivare con me in fondo al Torneo Tremaghi proprio quando Voldemort aveva progettato di rapirmi con una passaporta perché aveva bisogno del mio sangue per riacquistare i suoi poteri. L'anno dopo é stato il turno del mio padrino, Sirius Black, perché…beh, diciamo perché ero troppo stupido per non accorgermi che mi stavo ficcando in una trappola così evidente che ci mancava solo il cartello ad annunciarla...pensavo di andare a salvarlo ed invece lui ha dovuto salvare me. Ed infine Silente…" e la voce gli si ruppe a causa del familiare nodo alla gola...l'ultima perdita era ancora troppo recente.
"Silente?" domandò il ragazzo più grande, ancora celato nell'ombra.
Harry sentì quella coppia di occhi indagatori posarsi su di lui, ma non osò alzare lo sguardo "si, Silente…che ha preferito morire per proteggermi…sai, eravamo sulla torre di astronomia e lui era ferito. Mi chiese di correre a cercare aiuto tenendo addosso un mantello dell'invisibilità...stavo andando quando arrivò un Mangiamorte e lui mi paralizzò col Petrificus Totalus per impedire che mi trovasse. In questo modo, però, ha perso tempo e quel bastardo lo ha disarmato. Poi, quando non poteva difendersi, é arrivato quel serpente traditore di Piton e lo ha ucciso sotto ai miei occhi. Dimmi tu, come dovrei sentirmi?"
"Non so come ti senta tu, ma se vuoi posso dirti quello che provo io..." rispose l'altro mago con voce roca, dopo avere ascoltato il racconto della morte di un uomo che poteva, a ragione, fregiarsi del titolo di più grande mago della sua epoca "io mi sento al di là del dolore…provo una tale rabbia verso tutte queste ingiustizie che stanno succedendo… a dire il vero fino a oggi pomeriggio pensavo che combattere contro i Mangiamorte avrebbe placato almeno un po' questo senso di oppressione, ma non é così. La verità è che, come te, ho troppi conti in sospeso e l'unico modo che ho per risolverli é eliminare l'origine del problema. È per questo che voglio venire con te…voglio essere lì e fare la mia parte quando sarà il momento di affrontare Voldemort"
"Anche tu hai perso persone care?" gli domandò Harry, pur sapendo che la risposta doveva essere affermativa o quel ragazzo non avrebbe parlato con quel tono ferito ed arrabbiato.
"I miei genitori sono morti alcuni anni prima della caduta di Voldemort" rivelò Mike, decidendosi ad uscire dalla zona d'ombra e permettendo che la luce di un lampione illuminasse il suo viso che, ora, aveva assunto una tonalità cerea "ed ora Albus Silente"
"Conoscevi il preside?" chiese Harry un po' sorpreso dal tono dell'altro e dal fatto che avesse messo sullo stesso piano la morte dei propri genitori e del preside…pensava che, a parte lui, pochissimi studenti di Hogwarts avessero mai avuto un rapporto così diretto con il loro eccentrico direttore.
"Mi ha aiutato molto" rivelò Mike dopo un attimo di silenzio in cui la sua mente rielaborò il momento in cui avvenne il primo incontro con quell'uomo saggio e bizzarro "mi ha sorretto in un momento difficile, accettandomi per quello che sono con una delle sue solite frasi tipo << è ciò che facciamo a definire chi siamo, non il contrario >>"
Harry sorrise mentre quelle sillabe venivano ripetute nei suoi ricordi dalla voce benevola di quel grande uomo "si, anche a me una volta disse qualcosa del genere…" per la precisione glielo disse quando l'allora dodicenne maghetto gli aveva fatto notare quanto lui e Voldemort fossero simili sotto certi aspetti. In quell'occasione aveva anche rivelato al preside che, in origine, il Cappello Parlante avrebbe voluto mandarlo alla casa di Serpeverde e non a quella di Grifondoro. In tutta risposta il saggio mago gli aveva risposto che il semplice desiderio di Harry di non appartenere alla casa da cui erano usciti così tanti maghi oscuri, tra cui lo stesso Voldemort, lo rendevano assai diverso dal suo nemico.
"Voglio vendicarli" disse infine Mike dopo un momento di silenzio "fammi venire con te…ti sarò utile, vedrai"
"Non metto in dubbio le tue capacità" disse Harry, che aveva appena saggiato l'abilità nei duelli magici dell'altro "ma non voglio affrontare Voldemort e dovermi anche preoccupare dell'incolumità dei miei compagni"
Ci fu un lungo momento di silenzio, poi il mago dai lunghi capelli neri disse "ascoltami Harry, ora ti racconterò una cosa che solo Silente sapeva su di me…é qualcosa che, spero, ti aiuti a capire perché devo venire con te…inoltre non potrei mai aggregarmi al tuo gruppo senza dirtela"
In realtà il mago con gli occhiali non voleva sapere questa cosa, ma non poté obiettare nulla quando l'altro esordì dicendo "vedi…io sono un mezzosangue"

"Non fare quella faccia" lo avvertì Mike, vedendo che il ragazzo più giovane stava per protestae sull'uso di quel termine volgare "so benissimo che questa parola viene usata offensivamente per descrivere i maghi nati da famiglie di Babbani, ma questo non è il suo significato originale…essere un mezzosangue significa essere solo parzialmente umano, ossia avere un antenato appartenente ad una razza di creature magiche semiumane"
"So di cosa stai parlando" ribatté Harry, cercando nel contempo indizi nell'aspetto del mago che stava di fronte a lui per comprendere a quale razza potesse appartenere uno dei suoi avi "conosco diverse persone con parenti non umani…Hagrid per esempio"
Il mago dai lunghi capelli neri ripensò per un istante al gigantesco guardiacaccia di Hogwarts e ad un articolo piuttosto imbarazzante su di lui. Si trattava di un numero della Gazzetta del Profeta in cui Rita Skeeter rivelava la discendenza dell'allora professore di Cura delle Creature Magiche dalla gigantessa Fremunda. Approvando con un gesto del capo, il ragazzo continuò "si, Hagrid è un mezzogigante…mi sembra che la Gazzetta abbia scritto che sua madre era una gigantessa, no?"
"Esatto" confermò Harry "ed anche Fleur Delacour, la futura moglie del fratello maggiore del mio amico Ron…sua nonna era una Veela"
"Immagino che allora sia una bellissima ragazza" commentò Mike, ben conscio di quanto fossero affascinanti le Veela e, segretamente, un pò invidioso di Bill Wesley "beh…io temo di essere più sul tipo di Hagrid…vedi, io sono un mezzovampiro"
Harry rimase ammutolito dalla rivelazione e ricominciò a scrutare l'altro mago, mentre la sua mano scivolava inconsciamente verso la bacchetta che aveva riposto nella tasca posteriore dei pantaloni. Ricordandosi del fatto che quel ragazzo dai lunghi capelli neri gli aveva salvato la vita neppure due ore prima, il giovane mago si impose di lasciar perdere la bacchetta e chiese "un mezzovampiro? Scusa se te lo chiedo, ma come fa un vampiro ad avere dei figli se è un morto vivente?"
"Nessuno dei miei genitori era un vampiro" spiegò Mike poi, notando che il ragazzo con la cicatrice a forma di saetta sembrava più intento a cercare segni della sua natura vampirica che ad ascoltarlo, disse "i denti non si vedono perché si allungano solo quando lo voglio io…l'unica cosa visibile sono le pupille, che sono verticali come quelle dei gatti, ma devi avvicinarti di più per notarlo, perché ho gli occhi scuri"
Un po' imbarazzato, Harry smise di studiare l'aspetto dell'altro e disse "no, no, mi fido sulla parola…continua pure…"
"Mio padre era un Auror piuttosto abile nel dare la caccia alle creature oscure" raccontò allora Mike con un moto di orgoglio nella voce "e durante la prima ascesa di Voldemort al potere gli pestò i piedi una volta di troppo mandando a monte un suo piano ed eliminando un Minotauro che contava di usare per un attentato contro il Ministro della Magia. Per vendetta l'Oscuro Signore gli mandò contro un vampiro di nome Marak, che aveva a sua volta un conto in sospeso con mio padre e pensò bene di compiacere il suo mandante e di vendicarsi in un colpo solo. Vedi…lui attirò mio padre in una trappola e poi, quando rimase sola, attaccò mia madre. Lei, che all'epoca era all'ottavo mese di gravidanza, non fu in grado di difendersi...lui però non la uccise, ma la trasformò in un vampiro…"
"Quindi tuo padre…" provò a dire Harry, non riuscendo però a concludere la frase a causa dell'improvvisa massa di bile che gli stava risalendo lungo l'esofago.
"Dovette affrontare sua moglie ed ucciderla" concluse il mago dai lunghi capelli neri con non meno disgusto "quando arrivò a casa trovò il Marchio Nero e, entrato, la trovò distesa in un mare di sangue. Inizialmente pensò che fosse morta, poi lei si alzò e lo attaccò. Ti immagini che orrore? Alla fine, dopo essere stato ferito, mio padre riuscì ad uccidere mia madre decapitandola. Fu mio zio a trovarlo moribondo...mio padre ebbe appena il tempo di raccontargli cosa fosse successo, poi morì. Mio zio allora volle andare nella stanza dove si trovavano i resti di mia madre e lì mi trovò. Quando mio padre decapitò mia madre, il suo corpo di vampiro esplose in un mucchio di polvere, ma io, che ero ancora vivo all'interno di quel cadavere, sopravvissi"
"E ci sono state altre conseguenze, a parte gli occhi e la capacità di allungare i canini?" domandò il ragazzo con gli occhiali, più che altro per non pensare alla scena raccapricciante che l'altro gli aveva descritto…gli sembrava ancora più orribile di quando Remus Lupin, un amico di suo padre, gli aveva raccontato di Greyback, un lupo mannaro alleato di Voldemort che mordeva i bambini degli avversari di quest'ultimo, trasferendo loro la licantropia e, a volte, uccidendoli.
"Oh, si" rispose Mike "vedi…i vampiri sono creature notturne, quindi anche le mie capacità…diciamo speciali, compaiono solo di notte. Durante il giorno sono un normalissimo mago, ma di notte sviluppo buona parte dei poteri di un vampiro: sono forte, veloce, resistente…vedo al buio e ho un udito ed un olfatto molto più sviluppati…"
"Ed hai anche la resistenza alla magia tipica dei vampiri" aggiunse Harry, che aveva visto gli incantesimi dei Mangiamorte rimbalzare addosso al mezzovampiro durante lo scontro a casa della signora Figg.
"Si, inoltre guarisco molto in fretta" convenne Mike "per contro, però, soffro anche alcune delle debolezze dei vampiri come il fatto che vengo respinto dalle croci ed il fuoco mi ferisce molto più degli uomini…inoltre, e questa é certamente la cosa peggiore, sento la sete di sangue"
"Devi nutrirti di sangue?" domandò Harry che stava valutando seriamente di accettare la proposta di quell'improbabile compagno di accompagnarlo ma che era stato altrettanto velocemente dissuaso da quest'ultima rivelazione.
"No, posso tranquillamente nutrirmi come la gente normale" rispose il ragazzo dai lunghi capelli neri scossando la testa "però sento l'istinto di mordere e quindi, in certi casi, mi serve tutta la mia forza di volontà per controllarmi e questo mi rende un po' irascibile…"
"Figurati che c'è un mucchio di gente che è irascibile anche senza la scusa di essere un mezzovampiro…sottoscritto compreso" lo consolò Harry notando che l'altro sembrava fare un grosso sforzo per rivelargli ciò che gli stava dicendo.
In effetti, ragionò il giovane mago, se si fosse scoperto in giro che Mike era un mezzovampiro, la sua vita nella comunità magica sarebbe finita immediatamente. Il ragazzo ricordava fin troppo bene come molti avessero reagito con paura alla scoperta che la madre del suo amico Hagrid era una gigantessa, ed Hagrid era una delle persone più di buon cuore che Harry avesse mai conosciuto. Inoltre, ricordò il ragazzo, anche il professor Lupin aveva dovuto lasciare la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure quando si era diffusa in giro la notizia che era un licantropo... E dire che i vampiri erano molto più temuti dei giganti o dei lupi mannari!
"Immagino che questo riduca a zero le possibilità che tu mi porti con te, vero?" commentò il ragazzo dai lunghi capelli neri fraintendendo il silenzio di Harry "si, credo di si…però considera che le mie capacità sono utili in battaglia e che non ho mai fatto del male a nessuno…almeno negli ultimi diciotto anni"
"Hai aggredito qualcuno da piccolo?" chiese Harry, strappato alle sue riflessioni dalla sincerità di quell'affermazione…bisognava ammettere che Mike non gli stava nascondendo proprio nulla.
"Si, ma da allora ho imparato a non cedere alla bestia che ho qui dentro" e si toccò all'altezza del cuore con la mano destra.
"E Silente lo sapeva, vero?" chiese il mago più giovane "sapeva che eri un mezzovampiro?"
"Si, lo capì subito quando venne a trovarmi a casa di mio zio per sapere perché non mi aveva iscritto ad Hogwarts…vedi, per non farmi avere problemi, mio zio raccontò che ero nato prima che mia madre venisse vampirizzata, ma temeva che una volta a scuola il mio segreto venisse scoperto…o che io non riuscissi a controllarmi e ammazzassi qualcuno in un momento d'ira. Però Silente disse che non importava…che non era il sangue che mi scorreva nelle vene a fare di me una persona buona o cattiva e che dovevo avere le stesse possibilità di tutti gli altri bambini per dimostrare il mio valore"
"E' questo che vuoi fare, vero?" chiese Harry capendo finalmente il vero movente psicologico del mezzovampiro "vuoi dimostrare che Silente aveva ragione…"
"Tu vuoi intraprendere una missione pericolosa con i tuoi amici" rispose semplicemente Mike "vuoi portare a termine quello che Silente aveva iniziato…io sono certo che questa sia la cosa giusta da fare, anche se non so chi o cosa diavolo è un Horcrux...per questo ti offro il mio aiuto incondizionatamente. Puoi ordinarmi di fare qualsiasi cosa e la farò"
A questo punto, Harry fissò per la prima volta il giovane mago negli occhi e capì cosa spaventava così tanto tutti coloro che lo guardavano…non era un incantesimo come aveva pensato inizialmente, e non era neppure il terrorizzante sguardo dei vampiri di cui aveva letto nella sua Guida alle Creature Oscure…era la forza di volontà del ragazzo a conferirgli uno sguardo così simile a quello di Silente e così spiazzante per coloro che trafiggeva.
"D'accordo" accettò infine "per me puoi venire con me…però ti avverto che questa decisione non spetta solo a me, ma anche ad Hermione e a Ron, quindi può darsi che il nostro viaggio insieme duri solo fino a casa del mio amico"
"In tal caso speriamo di trovare quello che cerchiamo prima di arrivare a casa sua!" commentò con entusiasmo Mike, colpito da come quel ragazzo avesse accettato senza alcuna paura la sua natura oscura…ora era certo di aver fatto bene a dire tutta la verità a quel ragazzo e ad aver deciso di accompagnarlo…se Albus Silente aveva scelto di fidarsi di Harry Potter fino al punto di sacrificare la sua vita per lui, Mike Bolt non sarebbe stato da meno e avrebbe seguito il giovane mago fino all'inferno se necessario.
"Intanto, però, andiamo in camera mia" aggiunse Harry "tu hai lasciato là il tuo zaino ed io non ho ancora finito di preparare il mio.

Dopo una discussione fatta di molti silenzi irritati e di occhiate cupe da entrambe le parti, i due ragazzi entrarono in casa superando la mole di zio Vernon e salirono le scale fino alla camera di Harry, dove si rinchiusero.
Mentre il mago con gli occhiali continuava a deporre i propri averi suddividendoli tra il baule che avrebbe lasciato a casa Wesley ed il piccolo zaino che avrebbe portato con sé, Mike si mise ad accarezzare la candida civetta del mago che, in quel momento, stava riposandosi nella propria gabbia in attesa di partire...lei avrebbe raggiunto la Tana volando.
"Perché non fai all'interno di quello zaino un incantesimo ingrandente?" domandò il mago dai lunghi capelli neri "ci starebbe molta più roba, no?"
"Credo tu abbia ragione" convenne Harry, ricordando come la tenda canadese a due posti in cui avevano dormito tre anni prima, per la Coppa del Mondo di Quidditch, fosse stata sottoposta al medesimo incantesimo e fosse stata in grado di ospitare una dozzina di persone comodamente "anche Hermione aveva parlato di un incantesimo simile, ma mi era passato di mente...tu lo hai fatto al tuo zaino?"
"Si, certo" assentì il mezzovampiro poi, estraendo la bacchetta e puntandola verso lo zaino chiese "permetti?"
Il ragazzo con la cicatrice fece cenno di si e l'altro disse "Augmenta Dimensionem" toccando con la bacchetta la fodera interna dello zaino.
Estremamente non accadde nulla, ma quando Harry osservò l'interno vide che gli oggetti che vi aveva riposto precedentemente ora occupavano solo una piccola parte dello spazio.
"Comodo" disse semplicemente il ragazzo, cominciando a cercare dal baule oggetti che aveva scartato perché troppo ingombranti "così ci potrò mettere anche qualche libro, tipo Guida alle Creature Oscure!"
Guardando nel baule, Mike ebbe un sussulto e suggerì "quella é una Firebolt vera? Perché non te la porti?"
Il ragazzo con gli occhiali fissò per un attimo la propria scopa da corsa, la migliore del mondo fino a tre mesi prima, e si chiese quanto poteva essergli utile in quella ricerca.
Incerto se mettere o no quell'oggetto nello zaino, alzò gli occhi sul mezzovampiro che si limitò a dire "può sempre essere utile per scappare, no?"
Non avendo nulla da obiettare, il mago più giovane scrollò le spalle e depose anche la Firebolt nello zaino.
Mezz'ora dopo, i due ragazzi scesero con gli zaini in spalla gli scalini di casa tenendo ognuno uno dei due manici laterali del baule di Harry.
Il mago più giovane pensava che i suoi parenti, che lo detestavano, non si degnassero neppure di salutarlo, così rimase sorpreso quando li vide tutti e tre in piedi nell'ingresso.
I Dursley erano vestiti di tutto punto e schierati contro una parete in ordine decrescente di dimensioni. I tre Babbani fissarono intensamente Harry e Mike, certo di essere di troppo in quel momento, passò la mano libera sotto il baule caricandoselo in spalla. Grazie alla sua forza vampirica, il grosso contenitore era per lui molto leggero, perciò uscì di casa con passo spedito lanciando ai parenti del compagno di viaggio un "buonasera" al quale essi non risposero neppure.
Rimasto solo con i suoi ultimi parenti in vita, Harry attese che fossero questi a parlare per primi, ma, visto il loro mutismo, dopo un imbarazzante minuto di silenzio disse "allora, addio..."
"Quindi te ne vai davvero" commentò Dudley rompendo il silenzio "te ne vai e non torni più..."
Harry non riusciva a capire se il suo biondo e mastodontico cugino fosse felice o meno di non vederlo mai più, così optò per un neutro "é così...ora partirò per un viaggio, ma comunque non tornerò più qui a disturbarvi"
"Ok" borbottò il ragazzo, come se il discorso finisse lì...ma continuò a fissare Harry con i suoi occhi porcini.
Il mago con gli occhiali distolse allora lo sguardo dal cugino e lo fissò sullo zio. I baffi di Vermunt Dursley stavano vibrando, come se stesse cercando di dire qualcosa e, nello stesso tempo, si mordesse le labbra per non dirla.
Harry credeva che lo zio lo avrebbe lasciato partire senza dire nulla, ma si sbagliava. L'uomo, dopo avere gettato uno sguardo fugace alla moglie, disse "beh, se questo é davvero un addio, allora...buona fortuna per...per tutte le cose che farai"
Lo disse velocemente e mangiansi qualche vocale, come se temesse che, parlando più lentamente, non avrebbe trovato il coraggio di dire tutto. Vi fu un ulteriore momento di imbarazzo, poi tese la mano verso il nipote che, colto di sorpresa, la afferrò.
Fu una stretta breve, ma intensa. Quando i due si lasciarono, zio Vermount fece mezzo passo indietro e Harry si trovò di fronte zia Petunia.
La donna lo fissò per un attimo poi, con la solita voce, disse "abbiamo promesso di allevarti e ospitarti fino ai tuoi diciassette anni, e lo abbiamo fatto...lo sai che non tolleriamo quelle stramberie che tu, come quella svitata di mia sorella, sembri trovare così interessanti, quindi..." e la voce le si incrinò.
Il giovane mago guardò la sorella di sua madre e rimase stupefatto vedendo che una fugace lacrima le stava scendendo da un occhio "quindi..." continuò "...non azzardarti a tornare qui con mantelli viola, scope volanti o non so quali altre diavolerie"
A questo punto Harry era senza fiato...zia Petunia gli aveva appena detto che, se avesse voluto andare a trovarli, sarebbe stato forse non ben accetto, ma quanto meno accetto.
Colto di sorpresa dall'enormità di quel gesto e dal comportamento dei propri parenti, il ragazzo ebbe appena la forza di dire "si zia" prima di varcare la soglia di casa.
Quando fu in giardino, però, si voltò verso la porta di casa ancora aperta e disse qualcosa che non si sarebbe mai aspettato uscisse dalla sua bocca "grazie per tutto quello che avete fatto per me!" e se ne andò.
Mike lo aspettava davanti al numero due di Privet Drive e, quando lo vide, gli disse "hai una faccia strana, che é successo?"
"Sai, non so perché" gli rivelò Harry "ma improvvisamente vedo le cose un pò meno cupe...forse potremmo anche farcela!"
"Questo é parlare" approvò il ragazzo dai capelli lunghi svoltando verso un giardinetto deserto ed isolato dove avrebbero potuto Smaterializzarsi senza timore di essere visti da un Babbano "ora che si fa, dove andiamo?"
"Andiamo a casa dei Wesley" rivelò il mago con la cicatrice in fronte "c'é un matrimonio a cui dobbiamo partecipare!"



Ciao gente, scusate se aggiungo due parole...
Innanzitutto perdonate l'inserimento di Mike, ma io fatico a scrivere una storia senza almeno un personaggio da me inventato...comunque prometto che cercherò di lasciarlo come comprimario...almeno rispetto ad Harry...
Seconda cosa: sto scrivendo questa storia col palmare, quindi sarò un pò lento...per ora pubblico i primi 4 capitoli (per lo stesso motivo, alcune parole potrebbero risultare senza qualche lettera...sorry).
Infine vi invito a commentare...
grazie e ciao
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 19
black-witch - Voto:
17/07/08 19:38
ciao! ti ricordi di me?
nn mi stancherò mai di leggere la tua fanfic! è troppo bella!
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