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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: HOKA NO HANYOU
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: kirjava galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/06/2006 16:12:11 (ultimo inserimento: 17/09/06)

un piano di naraku fallisce, provocando comunque qualche ``danno`` a kagome. ed anche a lui: come affrontare un mezzodemone con poteri spirituali?
 
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JIKO
- Capitolo 1° -

JIKO
-Capitolo 1-

A vederla sembrava una quieta e tranquilla mattina, un’alba serena; nessuno degli abitanti degli innumerevoli piccoli villaggi si era ancora svegliato ed avviato al proprio lavoro. Non un rumore giungeva alle orecchie dei viaggiatori che dormivano in una piccola radura ai margini della foresta. Ma la pace era destinata a durare poco.
-Avanti, dannati! Dobbiamo cercare Naraku e i frammenti! Muovetevii!!-.
Bè? Che vi avevo detto?
Nonostante il sonno, quei poveri disgraziati che erano stati svegliati così bruscamente, tentarono di convincere il “beneamato” mezzodemone a dare loro, se non altro, il tempo di svegliarsi un po’, maledicendosi nel frattempo di avere scelto proprio lui tra tutti quelli che c’erano su quella terra come compagno di viaggio.
-Avanti, Inuyasha, tanto se Naraku lo cerchiamo adesso o tra mezz’ora non cambia! Mollala di rompere e tornatene sul tuo albero, da bravo cucciolo...-, gli disse Miroku tenendo gli occhi chiusi.
-Ehi, mi stai prendendo in giro?!-.
-Da cosa l’hai capito?-.
-Aaah, basta! Alzatevi e andiamo!-, insistette Inuyasha.
-Osuwari-, disse Kagome, che si era svegliata in quel momento. Inuyasha si schiantò a terra, con il viso affondato per tre centimetri nel terreno umido per la recente pioggia.
Dal terreno sembrò provenire un sibilo minaccioso, anche se smorzato:
-Dan...na...ta...-.
Miroku si svegliò di colpo, andò vicino a Sango, le si pose davanti ed esclamò, con uno strano sorrisetto sul volto:-Sango, hai visto, è una giornata bellissima, anche se tu sei ancor più splendida di questa alba senza nuvole...-.
Non fece in tempo a finire la frase che –SLAP!- un tremendo ceffone lasciò un vistoso segno sulla sua guancia sinistra, mentre a Sango una vena pulsava pericolosamente sulla tempia. Kagome non potè fare a meno di chiedersi da dove gli venissero quelle frasi di prima mattina.
Sango sibilò:-Dannato houshi...io giuro che un giorno o l’altro quella mano te la taglio, e poi la getto in un fiume!-si girò verso Kagome-Senti, Kagome, non è che avresti un altro rosario come quello di Inuyasha, da mettere a Miroku?-.
-Bè, questo bisogna chiederlo alla vecchia Kaede, è lei che l’ha messo a Inuyasha. Comunque ne convengo, sarebbe utilissimo poter schiantare a terra Miroku ogni volta che fa una delle sue sconcezze-.
-Divina Kagome, anche voi contro di me? Le stavo solo dando il buongiorno, non è vero mia dolce Sango?-, disse il monaco con aria implorante.
-Anche la tua mano mi stava dando il buongiorno?!!-, lo investì Sango.
-Stupidaggini a parte, vogliamo partire? Ormai il sole è quasi sorto-, ritornò in scena Inuyasha.
Subito dopo tutta la sua arroganza si sciolse come ghiaccio al primo sole di maggio di fronte a quattro sguardi assatanati: Kagome, Shippo, Miroku e Sango.
-Bè...in fondo penso che potremmo anche fermarci per fare colazione, sapete ragazzi...-, si ricredette.
Mezz’ora dopo erano in cammino e, guarda caso, Inuyasha aveva già la sua solita aria corrucciata e stava borbottando qualcosa di incomprensibile tra i denti. Kagome e gli altri lo seguivano e sentendo i suoi vaghi ringhi assumevano un’aria rassegnata.
All’improvviso Inuyasha interruppe la continua emissione di coloriti epiteti per annusare l’aria.
Anche gli altri divennero subito seri.
-Inuyasha, che odore senti?-, gli chiese Miroku.
-Sento...sento l’odore fetido di Naraku!-, e li distanziò con un balzo. Gli altri si misero subito al passo con lui, seguendolo. Tutti, a parte Kagome, avevano un buon motivo per uccidere Naraku, e non si sarebbero mai lasciati scappare l’occasione di farlo a fette.

Intanto, in un certo castello di nostra, purtroppo, conoscenza, un uomo strano e dai maligni occhi rossi era perso nei suoi pensieri.
“Inuyasha e quella ragazzina, Kagome, diventano ogni giorno più forti...non che per me possano essere un problema, li posso sconfiggere in qualsiasi momento, ma...la forza di Inuyasha potrebbe essermi utile se lo inglobassi nel mio corpo...senza contare che in quel modo potrei anche usufruire della spada demoniaca Tessaiga senza problemi e che i suoi patetici compagni non mi colpirebbero mai, sapendo che così colpirebbero anche il loro caro mezzodemone...Bene, è deciso! La prossima volta che li incontrerò vedrò di assorbire l’hanyou e di rubare Tessaiga! Devo fare in modo che mi trovino al più presto, perché io possa portare a termine il mio piano...abbasserò la mia barriera, così che Inuyasha possa sentire il mio odore e mi raggiunga. Riceverà un’accoglienza che non si immagina!”
Compiaciuto del suo piano malefico, il suo volto si piegò dapprima in un sogghigno, lasciandosi poi in una risata che echeggiò nelle stanze vuote e desolate del palazzo.
Quando questa si spense, Naraku stette in silenzio per qualche minuto, poi chiamò Kagura a gran voce. Appena la signora del vento fu al suo cospetto, le ordinò:-Inuyasha e il suo gruppo stanno arrivando. Preparati a riceverli-. Kagura fece un lieve cenno d’assenso.

Inuyasha e il gruppo, ignari di quel che Naraku aveva preparato per loro, correvano senza sosta da vari minuti ad una discreta velocità, per permettere a Kagome di stare loro dietro in sella alle sue “due ruote di ferro”, come la chiamavano gli altri, che in quel tempo non sapevano cos’era una bicicletta.
Dopo la corsa estenuante arrivarono al bordo di un piccolo promontorio sotto il quale si estendeva una sconfinata pianura, costeggiata dalle immense foreste. E nella pianura, fortemente permeata di un’aura maligna ben conosciuta, stava un ampio castello sul quale aleggiava un’intensa nube oscura.
-Ci siamo. Il suo odore proviene da qui-, disse Inuyasha fermandosi di colpo.
Stettero un istante ad osservarlo, poi Kagome appoggiò la bicicletta contro il tronco di un albero lì vicino e salì sulle spalle di Inuyasha, che spiccò un balzo iniziando a scendere dal picco. Gli altri, in groppa a Kirara, lo seguirono a ruota.
Speravano di cogliere Naraku di sorpresa, ma non nutrivano troppe speranze. Ormai lo conoscevano troppo a fondo per crederci sul serio.
Inuyasha entrò nel palazzo utilizzando la sua consueta grazia: sfondò semplicemente la porta con un pugno, gridando:-Naraku, dove sei? Esci fuori, o ti troveremo noi!-.
-Ahaha...calmati, Inuyasha, non ho alcuna intenzione di far aspettare i miei ospiti-, disse la voce di Naraku, mentre questi faceva la sua apparizione proprio davanti a loro con noncuranza.
Inuyasha appiattì le orecchie sul cranio ed assunse una posizione di difesa, schioccando gli artigli. Sango e Miroku si prepararono anch’essi allo scontro, mentre Kagome con Shippo in braccio si metteva dietro a Kirara.
Nell’aria vi era la forte tensione che inevitabilmente precedeva uno scontro nel quale si combatteva per scegliere tra la vita e la morte.
A fare la prima mossa fu Inuyasha. Con un balzo si avvicinò a Naraku e cercò di ferirlo con gli artigli; riuscì solo a tagliargli la pelliccia da babbuino, perché il mezzodemone si disimpegnò all’indietro con una capriola appena prima che gli artigli giungessero alla carne.
-Inuyasha, hai così tanta fretta di soccombere?-, disse con voce calma Naraku. Era proprio quello che di lui lo faceva maggiormente arrabbiare: la sua calma, come se tutto fosse distante da lui e nulla potesse toccarlo o nuocergli.
-Chiudi il becco! Sarai tu a soccombere!-, fu la secca risposta. Inuyasha cominciava a scaldarsi per davvero.
Era proprio questo che Naraku voleva: non aspettava altro che Inuyasha perdesse definitivamente la calma, per riuscire ad assorbirlo nel proprio corpo senza intoppi. Doveva solo provocarlo ancora un po’, sapeva che l’hanyou era una testa calda.
Inuyasha, che nel frattempo aveva estratto la fida spada Tessaiga, cominciò una serie di attacchi che giungevano a Naraku da tutti i lati, ma che andavano immancabilmente tutti a vuoto. Naraku si difendeva bene da tutti i lati, e nessun attacco sembrava coglierlo impreparato, per quanto Inuyasha potesse essere veloce, dando quasi l’impressione di sdoppiarsi.
Kagome e gli altri osservavano al combattimento senza interferire. Tutti sembravano aver notato che Naraku sembrava avere qualcosa in mente. Solitamente pareva aspettarli sempre con un piano bene in mente, ma quel giorno parava semplicemente tutti i colpi e non contrattaccava. Sembrava in attesa del momento propizio per fare qualcosa di ignoto a tutti. Inuyasha come al solito non si curava minimamente di questo, pensava solamente a combattere e non usava la testa, se non per dare qualche sporadica testata agli avversari. Tanto la testa era dura, di quello non nessuno aveva il minimo dubbio.
Sango dopo un po’ si stanco di stare semplicemente a guardare, e si lanciò all’attacco con un ululato guerresco.
-Hiraikotsu! Vai!-.
Lanciò il suo boomerang contro l’odiato nemico, che però lo parò con un braccio senza nemmeno guardarlo.
-Non interferire. In questo momento è Inuyasha che mi interessa-, le disse.
“E sembra anche il momento giusto. Arrabbiato quanto basta”, pensò Naraku guardando Inuyasha con un ghigno beffardo disegnato sul volto.
Kagome notò lo strano atteggiamento dell’hanyou e fece qualche passo avanti, preoccupata.
Inuyasha invece non sembrò nemmeno notarlo e si scagliò in avanti per portare l’ennesimo attacco.
“Vieni, Inuyasha...vieni incontro al tuo destino!”.
Inuyasha era sicurissimo che questa volta sarebbe riuscito a colpirlo. Era già molto vicino, e Naraku non sembrava intenzionato a spostarsi dalla traiettoria del suo colpo. Nonostante questo, il suo attacco non arrivò mai al corpo dell’avversario.
Pochi istanti prima dell’impatto, Inuyasha fu investito da un’intensa luce, proveniente da Naraku, che lo accecò costringendolo a ritirarsi, con una manica del kariginou a riparargli gli occhi. Naraku, riparato dalla luce, prese il suo vero aspetto: un ammasso informe di corpi di youkai, da cui spuntavano zampe, braccia e varie, disgustose protuberanze.
-Dannazione...ma cosa diavolo starà tentando di fare quel maledetto?!-, disse tra sé e sé Inuyasha, tentando di vedere qualcosa attraverso tutta quella luce.
-Finalmente deve essersi deciso a rivelare il suo piano!-, gridò Miroku agli altri componenti del gruppo, anch’essi che si riparavano gli occhi con un braccio.
Inuyasha non capiva cosa volesse fare quel bastardo.
La luce si stava attenuando un po’, e tutti quanti si azzardarono a guardare i due rivali.
inuyasha d’improvviso sentì una forza enorme attirarlo verso Naraku, come se a trascinarlo fosse un potente vento. I suoi compagni lo guardarono inorriditi: gli occhi erano divenuti vacui e assenti, come se fosse stato privato dell’anima.
Kagome non sapeva che fare. Non voleva lasciarlo morire così, ma che diavolo poteva fare, se non sapeva nemmeno cosa gli stava succedendo?!
Tuttavia non era il momento di indugiare, e lo sapeva bene. Guardò i suoi compagni, e li vide paralizzati, con lo sguardo fisso su Inuyasha. Comprese che non sui sarebbero sbloccati tanto facilmente, sembrava che avessero visto chissà che! E non si poteva nemmeno dire un fantasma, dato che in quel momento davanti a loro c’era un essere molto peggiore di un fantasma che stava giusto uccidendo un loro amico.
Quindi si decise ad agire; mollò Shippo, che sembrava anche lui una statua di sale, sulla groppa di Kirara e corse verso i due hanyou.
Naraku la guardò con un misto di stupore e di fastidio.
-Come puoi riuscire a muoverti, stupida ragazzina?!-, le gridò stizzito.
“Com’è possibile che si muova nonostante il mio incantesimo? Dannata ragazza...dev’essere il suo potere da miko, è pur sempre la reincarnazione di Kikyo...avrei dovuto mettere in conto anche questo, come ho fatto a non pensarci? Speriamo che non interferisca nell’incantesimo di fusione...”.
Ma la ragazza voleva fare proprio quello che Naraku temeva. Senza curarsi delle parole minacciose del mezzodemone corse verso Inuyasha, tentando di frapporsi tra lui e Naraku. Così facendo si immise nel filo lucente dell’energia che passava da un corpo all’altro, spezzandolo; i due avversari vennero sbalzati all’indietro, contro la parete. Naraku, con il suo enorme corpo, la distrusse. Il soffitto crollò, venendogli a mancare il quarto appoggio.
Inuyasha e Kagome si ripararono vicino ad una delle altre pareti, dato che il soffitto crolla sempre al centro della stanza, dove non ha appoggi; Miroku, svegliatosi in tempo dal sortilegio di Naraku, innalzò una barriera, proteggendo lui, Sango, Shippo e Kirara.
Quando il polverone del crollo si fu abbassato, i quattro si scossero via la polvere da dosso e guardarono attorno. Il pavimento era ricoperto di macerie, e più in là, contro le pareti, c’erano Inuyasha e Kagome, entrambi svenuti; Kagome era coperta da un’asse caduta dal soffitto, tuttavia era un’asse leggera e la ragazza non sembrava ferita.
Sango si diresse verso di lei, mentre Miroku andò da Inuyasha con Shippo in spalla.
Inuyasha si riprese subito. Lentamente aprì gli occhi e, sorretto da Miroku, tentò di alzarsi, ma era molto provato.
Sango spostò l’asse dal coro di Kagome, e quello che vide la lasciò senza parole.
-Mi-Miroku! Vieni a vedere, muoviti!-, balbettò appena si riprese dallo stupore. Miroku accorse con un’aria preoccupata, temendo che fosse ferita, ma anche lui la guardò incredulo.

Kagome aprì gli occhi. Le sembrava di avere dormito per anni, tanto si sentiva stanca.
Accorgendosi del gran mal di testa che aveva fece una smorfia. Si ricordò, rabbrividendo, di essersi messa tra Naraku e Inuyasha. Si chiese come poteva essere ancora viva, e sperò che anche Inuyasha lo fosse. Rimase immobile respirando per alcuni istanti. Aveva tanti di quegli odori l’aria. Non ne aveva mai sentiti tanti...Che confusione! Sentiva troppi odori in una sola volta. Si lasciò scappare uno sbuffo, portandosi una mano al naso. Bloccò la mano appena la vide. Le sue unghie avevano raggiunto una lunghezza tre volte quella normale, ed erano diventate estremamente affilate. Decisamente, tutto questo era strano.
Sospirò alzandosi a sedere. Eppure aveva visto bene: le sue dita erano armate di artigli. Solo allora avvertì la presenza di due persone di fronte a lei, e scattò in piedi, successivamente riconoscendole. Quando si rese conto della velocità con cui si era mossa tornò a guardarsi stranita.
Non riusciva a capire cosa le fosse successo.
-Sango...Miroku...menomale, state bene!-, mormorò rilassandosi. Subito si rimise però in allerta: la sua lingua, parlando, aveva incontrato zanne affilate. Si accorse solo ora dello sguardo dei due giovani.
Una domanda rimbombava nelle loro menti:
CHE DIAVOLO E’SUCCESSO?

Continua......

JIKO= Un incidente


 
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