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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: STREGA PER CASO, STREGA PER AMORE...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sawadee galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/06/2006 15:22:07 (ultimo inserimento: 12/09/06)

ero in vena di scrivere una romantica, magari scontata, un po` comica e surreale. credo che alla fine ne uscirà fuori una storia dolce.
 
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PROLOGO, DOVE SI CONOSCE LA NOSTRA PROTAGONISTA
- Capitolo 1° -

Mi sono divertita a scrivere una breve fanfic, al massimo saranno una dozzina di capitoli, sulle vicende di una ragazza che scopre di essere dotata di poteri paranormali.
Piccolo particolare, lei è una razionalista atea, cresciuta nel verbo della vera SCIENZA, soprattutto per contrasto con una famiglia di scienziati di successo (due zie matematiche, quasi tutti medici, ovvio che non potevo non inserire una sorella grecista fuori di testa), ma tutti molto alla "amore e incantesimi."
Immaginatevi quindi, nell'ordine: una serie di amici più o meno alternativi, amici che rifiutano il dono, uno strano rapporto amical-amoroso-odioso con una persona capace di urlare "superstizione" o "boiate" anche di fronte alle cure di erboristeria o ai vecchi sciacqui con acqua e aceto per disinfettare la gola, un neurologo in crisi, una zia "saggia", tanti, troppi caffè e una sigaretta ogni venti minuti.
Sono cosciente che la vicenda è oggettivamente scontata, per cui ho cercato di creare quasi una parodia del genere "giovane bella fanciulla con poteri paranormali di nome Phoebe Halliwell", visto che le Mary Sue mi stanno veramente sulle scatole. Elisa è sicuramente (?) più intelligente (ma siamo sicuri?) della media, ma questo non le eviterà di collezionare gaffe, di svegliarsi nei letti sbagliati, di toppare il suo esame di storia della Spagna e di ritrovarsi a cantare "parole" di Mina in piena notte nella "Plaza d'or" di Madrid. Avrei voluto evitare di creare Bridget Jones in versione universitaria ventunenne, ma temo di non esserci riuscita.


Capitolo 1
Prologo: delle menzogne e dell'avere una coscienza filosofa (non filosofica, proprio filosofa), della mia storia con baggianate alla David Copperfield, dei miei problemi con le forze dell'ordine.


- Sai, credo che dopo la morte non ci sia niente.-
-Neanche io!- e, mentre lo dico, si sveglia quel piccolo demone della mia coscienza: "ELISA, SEI UNA MALEDETTA BUGIARDA!".

Va al diavolo!

No, aspetta, tu sei il diavolo, non posso dirti di andare da te stessa, maledetta coscienza.
Quindi, ehm...
VADE RETRO COSCIENTIA!

Una volta mi hai detto che è tutta colpa di Socrate, era un tale rompiballe che da quel momento ti rifai su tutti, compreso quel povero angelo di Platone, che, invece, era un ragazzo tanto bravo.
Insomma, quel poveretto, iniziato all'orfismo, caro giovane di Platone, TU l'hai costretto a scrivere di Socrate e del demone socratico, per avere un po' di fama imperitura.
Lui voleva una vita tranquilla e tu che fai? Lo fai diventare il re dei filosofi...
Con questa storia hai rotto le scatole anche a Senofonte e a Plutarco, nonchè a tutti i poveri cristiani che studiano filosofia!
E io, nella mia somma fortuna, chi potevo avere come coscienza?
Ma chi da le coscienze, proprio la stessa di quell'essere immondo di Socrate doveva darmi?
Ammetto, al liceo eri comoda e mi hai salvato in più di qualche versione o interrogazione di greco, mia sorella maggiore, che è filologa, impazzisce per te, ma direi che sei una vera rompiballe!
Ma sei sicura che Socrate non si sia scritto il discorso di difesa e abbia detto tante panzane in tribunale per irritare i giudici solo per togliertisi dai piedi, coscienza?

Mentre sono impegnata in questo monologo, Paolo, sdraiato sul letto accanto a me, mi guarda:- Elisa, sei sicura che vada tutto bene?-
-Sì, certo.-
So che, a volte, mi assento e lui non ci si abituerà mai. Ho anche rinunciato a spiegargli perchè.
Tanto non capirebbe.
In quel momento mi squilla il cellulare.
-Elisa, corri, c'è stato un omicidio, ci serve il tuo aiuto.-
- Arrivo.-
Mi infilo le scarpe e lascio Paolo lì, fuggendo dalla porta:- Scusami, un'emergenza. Devo scrivere un pezzo per il giornale. Pare che qualcuno sia tornato alla morte.-
Guido e mi accendo una sigaretta.

La morte.
Ehm, il mio lavoro.
La morte...
Il mio capo.
Ehm.
Io lavoro con la morte.
Ehm.
Il mio nuovo ruolo: aiutare i morti.

Nuovo.
Ormai sono due anni che ci lavoro.
Credetemi, non è facile accettare di essere una nevrotica fuori di testa, ma, se scopri che le tue nevrosi, che i tuoi problemi di salute sono dovuti non alla frustrazione di non poterti fare tua madre, come per la maggior parte dei comuni mortali, ma al molto più assurdo fatto di non star accettando di essere una sensitiva, vi assicuro che la situazione si trasforma in un calderone incandescente.
Calderone.
Sigh.
Come quello che mi hanno regalato le mie ziette acquisite per il compleanno. Bellino, me lo hanno presentato pieno di fragole e tequila, a mezzanotte, come si conviene per le streghe.
E' in camera mia e ogni volta che invito qualcuno, la gente si chiede cosa diavolo ci faccia un paiuolo che nel seicento mi avrebbe fatta mandare direttamente al rogo, senza nemmeno farmi il processo.
Io sorrido e rispondo:- Ci faccio i miei filtri d'amore.-
Di solito la prendono per una battuta.
Già, peccato da due anni non lo sia: dopo quattro mesi di inferno ehm, volevo dire, di coscienza filosofa, ho deciso di smetterla con il negare la mia parte di sensitiva.

Scusatemi, io vi ho lanciati subito in mezzo allo svolgimento delle mie vicende, in media res, ma non mi sono presentata!
Elisa Marcovaldi, 23 anni, appena presa la specialistica con una tesi sull'inquisizione spagnola, aspirante giornalista, collaboratrice su varie testate locali, notoriamente casinista, razionalista (fino a due anni fa), atea (fino a due anni fa), medium per nascita, strega per caso.

A volte, come avete appena sentito, vengo chiamata per emergenze.
Non è il giornale.

E' un amico poliziotto che mi telefona quando sono rintracciati elementi che farebbero pensare che il delitto sia legato a sfere dell'occulto e simili.

Diciamo la verità, io di solito presagisco gli omicidi e, quando posso, cerco di sventarli con telefonata ai posti giusti, ma non sempre mi riesce.
Odio andare sui luoghi del delitto, nonostante siano due anni che collaboro con Matteo, non mi sono abituata a rivederli.
Penso che, in realtà, ci sarà un senso di fastidio e nausea nel rivedere le cose accadute che non mi toglierò mai.
Di solito, i colpevoli sono quattro sgallettati figli di papà che hanno bevuto un po' troppo e la loro orgetta da quattro soldi si è trasformata in una carneficina.
Situazioni alla "streghe", con demoni che rompono le scatole, non mi sono mai capitate.
Sarà che di solito, io con gli enti intermedi, se si eccettua la mia coscienza socratica, tanto più sono inquietanti, tanto più riesco ad andare d'accordo, anche troppo d'accordo... ehm, ehm, ehm, devo sempre ricordarmi che a fare sesso con un demone si rischia la possessione demoniaca e un'infestazione...

Comunque, mentre la musica di Mozart vola nel lettore cd della mia opel grigia, mi ritrovo a pensare a quei quattro mesi assurdi di due anni fa, in cui me ne accaddero di tutti i colori e dovetti accettare un dato di fatto: sono una strega.

 
Continua nel capitolo:


 
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