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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: City Hunter
Titolo Fanfic: CINNAMON GIRL
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU
Autore: jane-dixon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/05/2006 17:14:23 (ultimo inserimento: 01/06/06)

e` un alternative universe che continuero` solo con i vostri commenti...ryo e kaory
 
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CINNAMON GIRL
- Capitolo 1° -

Cinnamon girl: Cinnamon girl and the war

di dixon

Cinnamon girl

Solo guerra e distruzione i miei occhi vedono.
In fondo sono una ragazza come tutte le altre.
Perchè proprio a me, quando tante al posto mio..

Niente distrazioni.Devo pensare a sopravvivere in questa carneficina umana.

-Eih Jonh coprimi le spalle tenterò di sorprendere
il nemico di spalle. -dissi con determinazione

-Si Kaory! -mi rispose e io gli risposi con un sorriso stanco e tirato.

Erano giorni che non ci fermavamo. La battaglia era diventata estenuante.
Lotta, sangue, pistole, corpi su corpi ammassati in ogni angolo.
La morte volteggiava felice e ridente tra di noi che eravamo i suoi strumenti.
Burattini. Ecco cosa sono. Ecco cosa siamo io, John, Martyn, e mio fratello prima di me...morto come un cane, implorando di essere risparmiato visto che lui era solo infermiere.

Sentivo il cuore spezzarsi in tante parti ogni volta che pensavo a quel giorno e alla mia impotenza di fronte a tanta crudeltà.

Quel giorno, il giorno dei miei 8 anni non lo dimenticherò mai.

ma ora riesco a capire i 'nemici'...anche loro sono soltanto poveri burattini nelle mani di qualche bambino troppo cresciuto che si diverte a manipolarci.

Ma ormai io ero una loro pari.
Nulla avrebbe cancellato le morti, le ferite, il dolore che le mie mani avevano causato e ora stavano per rifare.

Uno, due, tre.

-Attenta Kaory!!!Spara!!!!

-JOOOOHHNNN!!NOOOO!!!

L'ultimo dei corpi morti che avrei visto.
Fu una promessa fatta a John.
Sarei uscita da quel 'gioco crudele' ad ogni costo.
John era stato dopo mio fratello, il mio migliore amico e compagno, mi voleva bene come ad una sorella e ora....ora stava tra le mie braccia...

Incurante dei proiettili che correvano dispersi tra le nostre teste, le urla e quell'alone di morte e sofferenza che si rispechiava nei nostri occhi, sia compagni che nemici...guardavo John piangendo come quel giorno...

Cinnamon girl: They said the time kill the pain,I say the pain is gonna kill my time



-------------------They said the time will killthe pain I said the pain is gonna kill my time-----------------------

-John, non morire...ti prego no....non mi puoi lasciare qui...ti prego ... -tra un singhiozzo e l'altro riuscivo a dire queste parole con un dolore lancinante nel petto, il cuore sembrava infilzato da mille lame affilate che ritmicamente si contorcevano...mi sentivo un vero straccio, senza forze , non sapevo più cosa pensare...

-Prome..tti..m di uscire... -si fermò dalla fatica..

-Non parlare va tutto bene. -cercai di tranquillizzarlo

-vattene via di qua..fatti una vita nuova lontana...da qua

Sbarrai gli occhi e piansi ancora più forte...

Avevo tutto il tuo sangue sparso nei miei vestiti..

Ti avevano colpito per proteggere me.
Un solo colpo. Una pallottola vagante.

Chiudesti gli occhi e pensai che tutto era perduto. Sarei morta anch'io. Me lo sentivo. Non avevo nessuno al mondo.
Con te e mio fratello mi sentivo 'sicura' in un certo senso, avevo un motivo di vivere, ma ora sentivo soltanto tanto disprezzo, tanta ilarità per questa tragedia che era stata la nostra vita...

Ci eravamo ritrovati per caso in vacanza dodici anni fa in quello scontro che poi era sempre più cresciuto e diventato una guerra.

Non potevamo andarcene. Andare dove poi?
Tutta la nostra famiglia era morta.Mio fratello poi anche lui era morto.
E ora John, l'unico ragazzo che era riuscito a sopravvivere e proteggermi da tutta quella violenza.

Era il figlio di una delle famiglie che stava in vacanza con noi nel bosco.

Mi raccontava sempre con quella luce negli occhi e il modo di bambino di voler essere qualcuno un giorno. Ora erano solo un ricordo.
La tristezza stava diventando così forte che facevo finta che non c'era stata nessuna morte.

Invece, John era stata un'altra vita buttata fuori.
Il suo cuore aveva smesso di battere ma forse ora riposava in pace.

Out in the cold

Fuori al feddo.Non sapevo come. Ma ero riuscita a lasciarmi quel mondo alle mie spalle. Ero riuscita a volare via di là.
Ora ero in un parco. Ero distrutta. Avevo corso così tanto da avere tutte le scarpe lacerate, i vestiti sudici, il viso smunto e distrutto dalla stanchezza e dalla fame.

Due occhiaie e uno sguardo spento.

Gli occhi sono lo specchio dell'anima.... -un sorriso amaro e poi più nulla. Ero svenuta.

Ora che ne sarebbe stato di me?

ero riuscita ad arrivare fino a una stazione e prendere il primo treno, nel mezzo del conflitto era riuscita a scappare.

Prima di scappare aveva passato una nottata muta.Sotto le stelle a riflettere su tutto quello che era successo e la decisione di andare via.

E poi il suo cuore le aveva raccontato quello che suo fratello volesse fosse lei: una ragazza felice e realizzata.

E lei lo aveva deluso.

Ma come avrebbe fatto?

Ora intanto si trovava lì, distesa su quel praticello in una fredda nottata d'Inverno.

Stava morendo lo sentiva. E non soltanto per via del corpo pieno di ferite procurate negli scontri e nel tentativo di fuga.

Tentativo che si era rivelato efficace...o almeno in parte...

Aveva mantenuto la promessa però.....

Sentiva gli occhi farsi sempre più pesanti e gli arti come affondare nel terreno nonostante già fosse distesa.

Era questa la sensazione di morte?

Intanto un uomo che probabilmente usciva da un locale notturno stava attraversando il parco.
Non era ubriaco come la maggior parte dei frequentatori di quei locali.
Il suo sguardo era assente e vuoto.
Harder to breathe

-Eih,svegliati.. -mi ritrovai a chiudere con difficoltà gli occhi...le palpebre erano così pesanti...no non avevo voglia di svegliarmi.

Qualche secondo più tardi la mia mente cominciava a chiedersi chi avesse parlato...

-Dove sono? -mi alzai di scatto con gli occhi impauriti...credevo che essere riuscita a fuggire era stato soltanto un sogno...

-Sei a casa mia.

Alzai bene lo sguardo verso il mio interlocutore.
Che bel ragazzo! Non avvertivo sensazione di paura. Anche se non lo conoscevo il suo sguardo mi imprimeva sicurezza e fiducia.

-Ti ho trovato nel parco più morta che viva e ti ho portato qui.

Seguì la direzione del suo sguardo e mi osservai.
Ero piena di lividi e scoriature.Bende mi fasciavano il braccio destro sapientemente.

Provai vergogna. Dovevo essere orribile anche in volto.
Abbassai lo sguardo e ringrazai il ragazzo che mi aveva accolto.
Gli chiesi di restare ancora un poco in casa sua...finchè non mi fossi ristabilita del tutto...poi lo avrei ripagato...ma ora ero più importante io..

Ryo era intenerito da quella ragazzina che aveva accolto in casa sua..e che dormiva da due giorni nella stanza adiacente la sua...l'aveva trovata ridotta uno straccio...chissà cosa le era successo..
ma non era sicuramente il momento di chiedere spiegazioni..

Il sole fuori era alto nell'orizzonte ma kaory tremava dal freddo che provava dentro e fuori di sè.

-Stai tremando... -subito la coprì meglio con il copertone che era abbandonato nella sedia vicino alla finestra.

-Grazie... ti lascio un pò, vado a prenderti il pranzo.

Ora cosa mi aspettava??Che avrei fatto della mia vita..

Chiuse la porta e io potei iniziare a dare sfogo a tutte le mie angosce, le morti che erano avvenute nella mia vita..tutte le ingiustizie...finalmente piansi tirando fuori tutto quello che per tanto tempo avevo tenuto dentro di me..

......when it gets cold outside and you got nobody to love...you'll understand what I mean when I say there's no way we're gonna give up...like a little girl cries in the face of a monstre that lives in her dreams...is there anyone out there cause it's getting harder and harder to breathe....


Jane-dixon

 
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