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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE DARK SOUL
Genere: Sentimentale, Azione, Avventura
Rating: Per Tutte le età
Autore: detrash galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/05/2006 19:08:37 (ultimo inserimento: 28/06/06)

una notte di luna ed un vampiro solitario in cerca della sua salvezza
 
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THE BLOODY MOON
- Capitolo 1° -



"Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti."






Sera. Un’ombra si aggira per la città. Quella vecchia rovinata città infestata dal crimine dalla violenza e dalla malevolenza della gente che scappava dalle persecuzioni della potente mafia locale e dalla povertà.
Anno 2025. Tutto il mondo osservava la rovina dovuta alla fine del petrolio e al surriscaldamento globale che distruggeva a poco a poco la specie umana confinandola a nord. Molte città costiere ormai sommerse dall’acqua, si erano trasformate in enormi zone paludose ricolme di tutte le malattie che mente umana possa immaginare.

Eccola. La vecchia porta di ferro. Tutta ossidata e sverniciata con lo stesso simbolo della gilda oscura impresso col fuoco e col sangue dai fondatori: “È duro lavorare la notte ma tutti dicono che si guadagna di più e c’e più fresco” pensò l’avventore, dannato, che si presentava alla porta sbagliata nell'ora del giorno sbagliato.
Almeno secondo tutti quelli che conosceva.
Era uno che ci stava dentro:
capelli neri lisci tagliati corti e modellati con un tocco di gel, occhi di un color giallo acceso, giacca di pelle nera, camicia bianca e pantaloni, neri anch'essi, con disegni runici, o qualcosa del genere, ricamati in bianco che salivano a spirale attorno alle gambe dell’uomo. Una minuta croce d’argento ondeggiava, malinconica come una solitaria notte d’inverno, appesa al collo, sigaretta in bocca e sguardo sprezzante. Spavaldo bussò con forza alla porta, un suono macabro come campane che suonano a morto, si aprì la feritoia dalla quale apparvero due occhi felini incorniciati da iridi gialle come l’oro contratte in una smorfia.
- Parla il reggente della gilda oscura: fate le vostre richieste o morite-
- Morite…-La voce uscì piatta dalle sottili labbra dell’uomo- che interessante scelta che proponete ai visitatori; ma penso che questa per stasera sarete voi ad optare per la seconda opzione- disse il tizio da fuori estraendo dalla fondina la sua potente, precisa e beneamata desert eagle facendo fuoco attraverso la feritoia. La pallottola, rigorosamente in argento, perforò il cranio dell’uomo dietro alla porta mandandolo in polvere. La feritoia si chiuse di scatto e dal locale uscirono grida, maledizioni ed imprecazioni assortite, molto simili ad un allegorico rosario. Il tizio che aveva sparato fece una decina di passi indietro quando la porta si spalancò e ne uscirono due individui che avevano poco d’umano: occhi gialli, canini superiori più lunghi e pronunciati del normale. Si scagliarono contro il “cacciatore”che si era presentato davanti al loro covo sguainando una daga a testa... inutile. Il vampire hunter, schivato il primo affondo, piantò un paletto d’argento in pieno petto al primo polverizzandolo, parò il fendente del secondo vampiro con la sua possente eagle e con la mano libera estrasse la sua S&W e, puntandola alla gola del suo assalitore, disse: - saluta la vita essere impuro- fece fuoco spazzando via il secondo ostacolo che si era presentato sulla sua strada di distruzione.
- Da quando un vampiro si diverte a far pulito della sua stessa gente?- disse uno dei capostipiti della gilda uscendo dalla porta del covo della banda di vampiri più sanguinaria della città accompagnato da una ventina di assassini.
- Da quando ho avuto un'altra possibilità.- Fu la risposta serafica dell’uomo- Sono venuto per ripulire tutta la spazzatura che tu e i tuoi fratelli avete generato nel corso di questi anni. Adesso sono più veloce, sono immune a tutto ciò che userò per ammazzarvi e soprattutto…sono molto incazzato-
- Brutto figlio di puttana, solo perché hai acquistato un anima rinneghi le tue origini?-
- No zietto la tua brutta faccia non la scorderò mai, neanche dopo che ti avrò ammazzato. Comunque voi non siete la mia gente e non la sarete mai. Se quel lurido vampiro di tuo fratello non mi avesse infettato a quest’ora tutto sarebbe normale e lei ci sarebbe ancora. Avanti fatevi sotto!- disse rinfoderando le due armi.
- Già quella puttanella… vedessi come mi sono divertito con quella… me la sono spassata alla grande- disse Ghul, il vampiro, con un ghigno perverso.
- Tu sarai l’ultimo di questi!!!- disse il cacciatore ringhiando.
Iniziò il secondo scontro che lo avrebbe portato alla vendetta. Estrasse da una tasca interna della giacca due tirapugni in argento con sopra ognuno la scritta “DEATH” e li indossò mentre i suoi nemici partivano alla carica con ogni sorta di arma da taglio in mano. I suoi attrezzi di morte si resero parecchio efficaci perché una volta colpito un avversario, questo cadeva a terra con la scritta impressa nella carne che iniziava a fumare. Dopo circa cinque minuti di lotta impari tutti i nemici erano stesi, belli fumanti, per l’autocombustione dovuta alle mazzate composte al cinquanta per cento da argento.
Quando vide che era messo nella merda, il capostipite, iniziò a correre disperatamente lungo la stretta via.
- Non correre zietto… prendo peggio la mira- disse iniziando a fare fuoco con la desert eagle - ma lo sai quanto costano i proiettili d’argento? Comunque se la eagle non ti becca l’S&W non può sbagliare- disse tirando fuori l’altra pistola e mirando esplose un proiettile che colpì il beneamato parente nella parte posteriore del cranio, polverizzandolo in un attimo.
Tirò fuori dalla giacca una provetta e raccolse un po’ di polvere dell’ultimo vampiro ucciso prima che di lui non ne rimanesse nulla. La sigillò, si avvicinò alla sua moto da strada, rigorosamente nera e da una borsa laterale estrasse una valigetta ventiquattrore in metallo apprestandosi all’entrata.
- È qui la festa?- disse il cacciatore quando fu dentro una grande sala rettangolare ricolma di vampiri gettati su divani e intenti a sorseggiare un liquido rosso rubino, corretto con chissà cosa, che veniva servito insieme agli alcolici al bancone in fondo sulla sinistra.
- Sono venuto a riscuotere il vostro debito con la vita!- disse poggiando la ventiquattrore ai suoi piedi
Le immonde creature si allarmarono stringendo ognuno la propria arma e aspettando il momento buono per riempire di piombo e, in mancanza d’altro, di coltellate l’avventore.
- Zarus, qual buon vento…-
- La mia visita è dovuta al fatto che devi entrare qui dentro Upir- disse l’interpellato al suo secondo “zio” frugando nella giacca ed estraendo la fiala con dentro i resti di Ghul. L’altro trasalì. La paura che quell’uomo inquietante suscitava in loro si fece gelida come i proiettili della sua pistola.
- Ha fatto la fine che meritava… ma … p-penso che tu voglia vedere tuo padre giusto?-
- No devo prima ripulire tutta la gilda!- disse Zarus piantando un paletto d’argento nel petto al vampiro che stava estraendo l’arma alle sue spalle. Da li in poi la situazione degenerò. Tutti in quella stanza estrassero il “pezzo d’artiglieria” loro in dotazione e scaricarono tonnellate di piombo addosso al vampire slayer che, prendendo la valigetta, fece due salti mortali all’indietro e si nascose dietro a una colonna per evitare di essere colpito.
- Sarai immune all’argento, ma i proiettili vedo che fanno effetto. Mi piacerà sentire il sapore del tuo sangue…- disse con un ghigno maligno Upir.
Da dietro la colonna ormai crivellata di colpi Zarus capì che era arrivato il momento di tirare fuori l’artiglieria pesante; quindi si apprestò ad aprire la valigetta contenente il pezzo forte del suo arsenale: un fucile smontato in tre parti.
***
INSERTO SPECIALE N° 1:
NOME ARMA: stake launcher(spara paletti)
DESCRIZIONE ARMA:
un’arma a lunga gittata di lucido bronzo ottenuta fondendo parti diverse di più reliquie sacre rintracciate e recuperate da Zarus durante i suoi lunghi viaggi per il mondo.
Le dieci canne, a disco rotante, possono essere sostituite all’occorrenza da una sola che permette di laciare proiettili a frammentazione fino ad una distanza di trenta metri a posto dei normali paletti in argento.
***
Impugnato lo stake launcher e opportunamente caricato il tamburo di circa dieci paletti d’argento lo mise a tracolla e sfoderando le due pistole iniziò a correre in direzione del bancone polverizzando il barista e tutta la gente che si trovava sul suo cammino.
Le pallottole gli fioccavano vicino.
Superò con un balzo il bancone prima di prima di fare una brutta fine.
La situazione era su per giù questa: ventinove vampiri, il secondo capostipite e il cacciatore.
Nel frattempo tavoli e divani erano stati ribaltati a mo’ di barricata da dietro la quale provenivano scariche di proiettili che avevano ridotto il bancone a un colabrodo. Dannando quegli esseri perché a colpi di pistola non riusciva a colpirne neanche uno decise che avrebbe dovuto impalarne una consistente quantità. Ripose le due armi e impugnò saldamente lo stake launcher, si sporse dal bancone facendo fuoco; andò a vuoto. Sibilando una colossale bestemmia, esplose altri due colpi a caso contro uno dei tavoli rovesciati ottenendo come risultato un tavolo bucato e qualche vampiro ucciso.
“Non credevo facesse così male…” pensò meravigliandosi del suo ottimo lavoro di costruttore di armi.
E scaricò il caricatore mandando a segno gli altri colpi rimasti.
Ne rimasero ventuno. L’unico problema era la mancanza di proiettili: mentre i vampiri avevano ancora a disposizione parecchie munizioni al cacciatore rimanevano: un caricatore per ogni pistola, i tirapugni, e cinque paletti che furono opportunamente caricati nel fucile per poi far fuori altri cinque nemici. Quando Zarus si accorse di “essere a secco” di proiettili tirò fuori la seconda arma segreta.
***
INSERTO SPECIALE N° 2:
NOME ARMA: incendiary dart(dardo incendiario)
DESCRIZIONE ARMA:
quest arma in argento, assomiglia ad una piccola freccia con una sola differenza: il corpo dell’arma è costituito da una fiala di vetro sottile contenente un liquido trasparente che a contatto con l’aria si incendia. L’unico modo per spegnere l’incendio provocato, è quello di gettarci sopra acqua santa.
Questa arma viene chiamata anche con il nome di dardo del fuoco eterno.
***
Da una tasca interna della giacca estrasse una striscia porta-dardi e la indossò al braccio sinistro.
- E quelle che cosa sono? Freccette di acqua santa? Mi dispiace, sono ateo- lo schernì uno dei vampiri affacciandosi da dietro una colonna.
- No, lo sanno tutti che l’acqua santa non ha mai fatto male a nessuno. Questo è peggio!- Disse colpendo in piena fronte un vampiro che si era sporto da un divano polverizzandolo. La fiala si ruppe e divampò istantaneamente un incendio che bruciò vivi tre vampiri e il divano di broccato, ma continuò a bruciare come un innaturale fuoco fatuo. In pratica con altri tre o quattro dardi appiccò fuoco a gran parte della stanza, ottenendo come risultato la morte di tre quarti dei nemici.
Gli ultimi rimasti, stavano in fondo alla stanza insieme al loro capo dietro a due divani chiusi ad angolo.
Continuavano inesorabilmente a sparare anche se ormai avevano capito che non serviva più a niente.
Intanto Zarus si stava avvicinando spostandosi abilmente da una colonna all’altra, gettando piccole ampolle di acqua santa nei vari focolai per spegnere il fuoco e aprirsi la strada. Raggiunse la valigetta dalla quale estrasse altri tre paletti che caricò nel fucile. Fatto questo, imbracciò lo stake launcher e partì spavaldo a diritto schivando o parando i proiettili con l’arma. E l’ultima resistenza fu annientata in pochi colpi e il capostipite si ritrovò ad implorare suo nipote.
- No non ti lascerò andare, ormai è tardi. Lei non c’è più…E stavolta quello che sarà tagliato sei tu - disse Zarus stringendo i denti.
- N…non sono st…stato io…non la volevo mordere… è tutta colpa della sete… è il male che si annida nel mio cuore che mi fa agire in questo modo. Aiutami! Solo tu puoi!- Disse Upir con tono supplichevole.
- Come ho già detto, adesso è troppo tardi, con la tua morte renderai a me la vita. Addio…- e fece fuoco colpendo in piena fronte il secondo dei tre capostipite mandandolo in polvere.
Raccolse un po’ della polvere rimasta nella solita provetta e la sigillò di nuovo.

 
Continua nel capitolo:


 
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