torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LE CENERI DELLA FENICE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: celebrian galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2006 16:17:52 (ultimo inserimento: 26/05/06)

un modo diverso di morire, un modo diverso di uccidere...vivere non è mai stato così difficile...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
ARRIVEDERCI(Prologo)
- Capitolo 1° -

Aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono le pareti verde acido e la finestra che dava sulla fumosa Londra. Ironico, pensò, il Paradiso somiglia al San Mungo. O forse era l’Inferno. Non era sicuro di essersi meritato la beatitudine eterna in vita.
Chiuse gli occhi e improvvisamente si issò a sedere.
“Ti sei svegliato” non era una domanda. E la constatazione era stata pronunciata con una voce familiare, pacata e leggermente roca che avrebbe riconosciuto fra mille.
Si voltò.
“Harry…” mormorò incerto. Harry Potter era lì, seduto accanto al letto sul quale era lui, il suo viso era leggermente più tirato e ossuto di quanto non ricordasse e gli occhi erano cerchiati di scuro sotto le palpebre, dietro le lenti. Aveva la faccia ancora più stanca di quando lo aveva vegliato per giorni, prima che se ne andasse. Allungò un braccio verso quel viso etereo e leggermente sfocato che aveva davanti, sentendosi uno stupido in preda alla febbre. Sfiorò la pelle sottile e ruvida per la barba non fatta di Harry. Era familiare. Conosceva ogni curva di quel viso, come conosceva il suo odore, il suo calore e le sue lacrime che sembravano aver prosciugato il viso tanto desiderato e tanto temuto per settimane. Eppure era una sensazione nuova, era un rigenerato timore per quell’espressione così distante e così rassegnata, come non lo era stata mai. Era rinata dolcezza in una carezza. “Sei reale?”
Harry sorride debolmente e appoggiò una mano su quella di Draco che ancora tastava incredulo le sue guance scavate. “Sì, sono reale”
“Eppure credevo che nell’aldilà non esistessero corpi vivi, fisici…la tua pelle è tiepida, mi sembra di essere tornato ad una notte di tempo fa…quanto tempo è passato, eh? Quanto c’ho messo a morire?”
Harry non rispose subito. Baciò il palmo della mano di Draco e l’adagiò sulle coperte che odoravano di disinfettante. “Non sei morto, Draco. Forse morire era un tuo preciso desiderio, ma non sei morto. Sei al San Mungo. Ed entrambi siamo reali, vivi”
La voce gli morì in gola e sulla stanza cadde una coltre di silenzio. Aveva taciuto la domanda che da alcune ore gli rombava nella testa. -dovevo lasciarti morire?- Fino alla fine, un secondo prima di vedere i suoi occhi grigi aprirsi alla luce del primo mattino, si era domandato quale sarebbe stata la sua reazione. Sapeva benissimo che se avessero ripescato lui dalla morte, nel caso in cui avesse finalmente deciso di farla finita, avrebbe odiato chiunque avesse osato tanto. Nonostante tutto, non aveva potuto evitare di andare al vecchio Maniero a cercarlo e riportarlo nel mondo dei vivi. Più per se stesso che per l’altro. Più per quietare la propria angoscia che per preservare la vita dell’altro. Una vita cui, evidentemente, non teneva affatto.
“Ti ho sognato spesso, sai?” mormorò d’un tratto Draco. Fissò il proprio sguardo su quello verde di Harry e sorrise amaramente “Venivi spesso nella stanza in cui stavo solo per guardarmi morire e io ti ringraziavo perché non mi permettevi di morire solo”
“Non te l’ho permesso”
“Già. In fondo, è meglio così”
Tacquero di nuovo. I loro cuori battevano con tanta irruenza che temevano che qualcuno, da fuori, potesse sentirli. Era comprensibile che fosse tanto difficile comunicare.
“Non volevo sul serio morire”
“E allora perché te ne sei andato?”
“Perché non potevo permettermi di morire davanti a te”
“Io ti avrei aiutato”
“Non avresti potuto”
“Non me ne hai dato la possibilità”
“Harry…”
Harry si alzò e andò alla finestra. Tremava per la rabbia, una rabbia che gli veniva su dal cuore, da giorni e giorni trascorsi a chiedersi perché non potesse semplicemente andare tutto come stava andando, a chiedersi perché le cose dovessero sempre complicarsi in quel modo. Perché ogni cosa bella che aveva doveva concludersi con un abbandono. Draco non poteva sapere, non poteva immaginare quale bestia si stesse agitando nel suo cuore in quel teso momento ma lui lo sapeva. Era la terribile bestia della gelosia. E di chi mai poteva essere geloso se non della morte? Draco aveva preferito le sue braccia a quelle della persona che gli era stata più vicina in assoluto. Di questo era geloso e sapeva che era da pazzi ma di questo si trattava: di folle, rabbiosa, velenosa e irruente gelosia.
E questo perché Draco non aveva neppure mai preso in considerazione la folle e tanto stupida per quanto fosse ovvia e semplice idea di chiedere il suo aiuto.
“Harry, non c’era niente da fare. Io DOVEVO andarmene, puoi capirlo?”
“…”
“Ero maledetto, stanco e sconvolto, avevo avuto una…una rivelazione che…di cui non voglio parlarti perché mi disprezzeresti e non potrei sopportarlo. Mi capisci? Chi se non tu, Harry?”
“Io ero lì, quando avevi bisogno. Sarebbe bastato voltarti quella mattina e non ti avrei permesso di andar via. Invece ti sei chiuso la porta alle spalle e hai preferito far da solo”
“Non avevo scelta!”
“C’è sempre una scelta, maledizione!” sbottò voltandosi e lanciandogli un’occhiata penetrante “Io non ho avuto scelta quando i miei genitori sono morti e ho dovuto prendere sulle spalle il destino del mondo magico. Io non avevo scelta! E quando si è trattato di uccidere o essere uccisi, non sono scappato, mi sono fermato e ho combattuto ma tu te ne sei andato infischiandotene delle conseguenze. Forse pensi di avermi risparmiato il dispiacere di vederti morire? Ti sbagli. Se dovevi morire, avrei preferito che avvenisse al mio fianco, dopo averle provate tutte, dopo non esserci arresi mai! Avrei preferito poter scegliere! Io non posso perdonarti, Draco! Ti saresti lasciato morire, avresti preferito morire che chiedere aiuto! Io ho continuato a vivere perché me l’avevi chiesto tu. E invece hai avuto il coraggio di andare a buttare la tua vita dove io non potevo neppure raggiungerti! Non ti perdono, Draco! E non ti perdono perché quello che mi chiedevi era di lasciarti morire, di starmene zitto e buono mentre tu ti liberavi di un peso”
Cadde un altro silenzio carico di tensione. Harry ansimava, aveva urlato come mai aveva fatto, neppure contro Silente, sentiva una forza incommensurabile salirgli su per le viscere e bruciargli l’anima, scorrergli nelle vene come lava bollente e scaldargli le gote e il collo. Forse aveva esagerato a dargli addosso, ma in quel preciso momento non gli importava. Voleva solo che Draco capisse perché non avrebbe mai potuto perdonarlo.
Draco si passò una mano fra i capelli, sentendo venirgli meno le forze. Avrebbe quasi preferito non essere stato riportato alla vita e sentì montargli il senso di colpa. Nessuno lo avrebbe mai perdonato. Neppure Harry. Neppure lui stesso.
“Io non sono come te. Io non sono un eroe, io non ho mai salvato nessuno perché sono sempre stato troppo vigliacco per alzare la testa e l’unica persona che io abbia mai davvero salvato è morta senza che potessi fare nulla. Con te volevo davvero provare ad andare avanti, a dimostrare che ero abbastanza forte per starti vicino, per essere il tuo sostegno. Ma poi sono stato maledetto e non sapevo più cosa fare. Non avevo il coraggio di chiederti aiuto, avevo paura che mi odiassi. Harry, io mi sono macchiato di colpe terribili, io non sono la persona forte che una volta mi detto di vedere in me. E quando se n’è presentata l’occasione, ho fatto la cosa più eroica che mi riuscisse di fare. Hai ragione tu, avrei potuto trovare un’alternativa, ma avevo troppa paura. Ho preferito nascondermi come un vigliacco, ho preferito non lottare e lasciarmi morire per non fallire e tornare da te con la coda fra le gambe. Volevo solo evitare ad entrambi altri dispiaceri. Ma hai ragione, così ho solo peggiorato le cose” si strinse con le braccia le ginocchia e chinò il capo. Avrebbe tanto voluto piangere, ma proprio non ci riusciva. Evidentemente, aveva ancora qualcosa da fare prima di abbandonarsi al dolore. “Neppure io posso perdonarmi per ciò che ho fatto. Perché io sono debole, Harry. Ma di una cosa sono certo. Se pensi che per me la tua presenza non abbia avuto alcun valore, ti sbagli. Segretamente, senza poterlo confessare neppure a me stesso, speravo con tutte le mie forze che tu comparissi sulla soglia e mi portassi via. Mi lasciavo morire di fame credendo di fare la cosa giusta e segretamente speravo di avere un buon motivo per restare sulla Terra. Il mio buon motivo sei tu, Harry”
Si alzò a fatica e lo raggiunse. Aveva un disperato bisogno del suo calore. Lo aveva sempre avuto, fin da quando si era alzato dal letto in cui aveva condiviso il più intimo istante con lui. Fin da quando aveva capito che se quella notte era stato diverso, non era perché i loro sentimenti fossero cambiati. Era perché il loro era un addio. O meglio, un arrivederci che però, in quel momento, aveva la voce di un triste canto. Il canto di due amanti che si concedono l’ultima notte d’amore.
Appoggiò la propria fronte contro la sua, lo guardò negli occhi non osando di più. Aveva paura di essere respinto, mai come in quel momento aveva avuto paura della reazione del compagno.
“Sei il mio buon motivo per restare, l’ho sempre saputo ma ho cercato di esserne all’altezza. Perdonami, Harry. O se proprio non puoi farlo, almeno concedimi di restarti vicino. Concedimi di prenderti per mano e provarci. Provare ad essere forte, provare a cancellare il male che ti ho fatto, poco per volta, meglio che posso. Una volta mi hai chiesto di non chiuderti la porta in faccia. Ora sono io a chiedertelo. Harry, lasciami entrare di nuovo”
Sentì le mani di Harry intorno alla vita e si rilassò nel suo abbraccio.
“Non vivere per me, Draco. Vivi perché ne senti il bisogno. Io farò lo stesso” gli posò un bacio sulla fronte e lo allontanò con gentilezza. Aveva gli occhi lucidi. “Ma il pensiero della tua fuga mi è insopportabile. Perché hai preferito la morte al mio aiuto. Io non ti ho negato questa possibilità. Mai”
“Harry, mi dispiace”
“Ah, ti dispiace? Sì, probabilmente te ne dispiace davvero. So che hai agito credendo che fosse l’unica scelta possibile e so che i tuoi sentimenti per me non sono cambiati. Però io…io non ce la faccio” con uno scatto andò alla porta e posò una ,mano sulla maniglia.
“Harry” lo chiamò Draco prima che uscisse “è un arrivederci il nostro. Dimmi che è così”
Prima che la porta si chiudesse alle sua spalle, Harry ebbe appena il tempo di mormorare “E' così”.




^^Ok, ok, lo ammetto...il finale di "Solitudine" era una vera e propria bastardata...però mi rifo così...baci e coccole!!
Hellionor
 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: