- Capitolo 1° -
Avevo sei o sette anni. Probabilmente sette, ero abbastanza grandicella da salire una scala molto ripida.
Ricordo che di là-nell'altra zona della casa- qualcuno piangeva.
Mia madre?
Forse.
Le cose andavano male, non so nemmeno più se tra loro, o con me, o con il resto del mondo.
A volte, quando sei piccolo, ti sembra che il dolore sia qualcosa di diffuso e impalpabile come fiocchi di cenere, come la lava che sommerse Pompei ed Ercolano.
come neve sui guanti.
A volte, quando sei piccolo, vorresti solo essere più alto, per scappare alla fanghiglia spessa che ricopre i pavimenti delle case tristi.
Ti si invischia ai piedi, come quel sogno orribile in cui ti ricopri di bolle rosse e nessuno ti aiuta.
Ti tira per il pigiama, e dimentichi come si fa a piangere.
A dire il vero, ti meravigli che sia possibile, piangere.
e basterebbe solo essere un po' più alti.
piedini sul marmo, davanti ai dodici gradini della scala della mansarda.
un po' d'affanno, i capelli lunghi.
Tutti i bambini sono belli, tutti...tutti i bambini che sono tristi, sono belli, tutti quelli felici, ma i più belli di tutti sono i bambini che hanno un'idea.
E io ero certa di essere bellissima.
Adesso, affacciata a questa scala, la guardo dall'alto della mansarda che è diventata la mia stanza.
ci sono quattro gradini dritti, rettangolari, poi quattro che curvano bruscamente, triangolari, larghi...e altri quattro a picco, i più pericolosi, quelli che mia nonna non riesce più a fare.
E in fondo, una bambina.
Sì, ti riconosco.
Sei tu che volevi crescere, più del dolore.
Che saltellavi come se potesse raggiungerti le caviglie.
Sei tu che valutavi il gradino più giusto.
- Non il primo. perchè è giù...il secondo non ci entra il sedere...il terzo è il dritto...il quarto è seduto scomodo...il cinque è troppo girato...il sesto...- una bambina che si arrampica, si gira, si siede, borbotta.- no, il sesto perchè no...il settimo è nell'angolo...e non mi raggiungeranno...
Sono parole di bambini che si illudono che bastino delle scale per sfuggire a dolore, destino, problemi...
Siamo bambini, no?
Un gradino da cui far colare colpe e digiuni, lacrime e capricci.
Basta stare seduti sul settimo gradino.
E diventa così: loro parlano, e vedono una bambina che sale una scala, si arrampica, si siede nell'angolo sul settimo gradino...e non capiscono.
E la bambina sorride, perchè non possono capire, che il dolore gli prenderà le gambe, ma lei si salverà.
Non può spiegare, parlare sarebbe difficile, è come una regina sul trono, che non ha bisogno di parlare, perchè ciò che conta è che lei sia abbastanza salva da salvarli tutti.
-se soffriranno...sì, se soffriranno tanto, li farò sedere qui, gli dirò "vedi? è tutto rimasto lì sotto"...
Lo scalino, negli anni, si è ristretto.
La bambina ci entra a stento.
deve raccogliersi le ginocchia al petto come una mantide.
è diventata saggia, sa che anche se volesse salvarli, non capirebbero.
Lei ci crede ancora, in quel gradino.
Seduta.
Rinchiusa nel suo bozzolo di destino legnoso e profumato di vernice.
Questa è la magia.
credere in qualcosa, è il primo passo perchè essa si riveli essere vera. |
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