IL DANARO
- Capitolo 1° -
IL DANARO
Erano tempi difficili eppure i sogni erano desideri.
Erano giorni faticosi eppure gli uomini gioivano.
Ridevano per ciò che al mondo è meno prezioso
e morivano per ciò che è stimato sovrano di una società mutilata.
Stragi, milioni di morti per un solo scopo,
spargimenti di sangue e lutti: una sola realtà.
Ricchezza e brama di potere: questa l’unica ragione.
Era un bel mondo quello, quello di tanto tempo fa,
quando si parlava di una storia magica
e se ben ricordo il posto non è cambiato,
dove prima si scorgeva l’orizzonte
e si osservava il sole tramontar sul mare.
Dove ora grattacieli di cemento permettono
Di vedere solo la fine, il nulla, il male.
Il posto era questo.
Dolore e sofferenza, questi non erano i sogni dolci
che mi cullavano la sera.
Ma solo questo abbiamo ottenuto, dolore e sofferenza.
Il Maligno non ha viso ma forse ha nome;
un nome che non si dimentica.
Un nome che da secoli regna egemone
Sull’umanità che noi cerchiamo di proteggere ma che,
senza rendercene conto tuteliamo da mali errati.
Un nome che significa divisione, un nome che significa lotte.
Un nome che significa addio,
perché rinunciare ai semplici e umili sorrisi è d’obbligo quando
il mostro giunge fra noi e ruba l’amore per la vita
che da sempre coltiviamo con faticosa perentorietà.
Forse però questi sono sinonimi,
scuse per non esibire alla Terra il nome del maligno.
Sono solo altri modi per dire Danaro.
Ma il motivo per cui una delle invenzioni più utili e vantaggiose
Della storia umana sia ora divenuta il motivo di morti innocenti
È ancora celato, segreto, nascosto, o forse, solo inspiegabile.
Però chi ha il denaro è chiamato Signore ed è qualcosa a cui aspirano in molti
Perché il rispetto dei simili è difficile da conquistare
ma il danaro apre tante porte, compresa questa.
Il Danaro è onnipotente nell’odierna società
perché l’umanità è molto sensibile al tintinnar dell’oro.
Quel rumore rende facile dimenticare i buoni sentimenti
perché essi non fanno rumore…
Ma c’è da ricordare che non fanno rumore perché non hanno peso
E per questo non possono far male.
Il Danaro conferisce all’uomo un potere che non è in grado di gestire.
Ma se veramente la situazione del danaro è precaria e provvisoria,
il mondo potrebbe tornare com’era.
Le differenze fra ricchi e poveri scomparirebbero
E il cielo tornerebbe forse a tingersi di blu e se non realmente,
Perché ormai troppo rovinato dall’inquinare di sostanze costose,
almeno nei nostri occhi, cosicché quando li alzeremo in alto
vedremo lo stesso cielo che illuminava di serenità quello stesso mondo
tanto tempo fa.
Il denaro tornerà ad assumere il ruolo secondario che gli spetta
E i bambini potranno riabbracciare i genitori
che non potevano mantenerli e li hanno abbandonati.
Le famiglie torneranno insieme perché non ci saranno più litigi per i soldi.
Il sole tornerà a splendere perché la sua luce non sarà offuscata
Né dallo scintillare di monete, né dal sangue di quel mondo suicida
Che stava correndo incontro all’autodistruzione.
L’amore riprenderà il suo trono.
E la favola ricomincerà e stavolta non con:
“C’era una volta il danaro…”
ma con
“C’era una volta l’amore…”
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