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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: I Bambini Sopravvissuti
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: lena91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/05/2006 18:01:55 (ultimo inserimento: 27/10/07)

Sesto anno. Dopo la morte di Sirius Black e la scoperta di una profezia sul suo conto, Harry scoprirà di avere sempre avuto una sorella...
 
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L`OMBRA DEL PASSATO
- Capitolo 1° -

CIAO A TUTTI!! ...e finalmente sono riuscita a completare la mia opera di sistemazione!! In questi mesi ho messo un po' a posto i vecchi capitoli, modificando e aggiungendo qualcosina. Se avete già letto la "vecchia" versione, vi consiglio di rileggere tutto da capo, o perlomeno il capitolo £à al quale è stato aggiunto un pezzo abbastanza lungo. Ora, alcune precisazioni dell'autrice prima di andare avanti:
1) In questa long-fic è presente un nuovo personaggio e, lo dico subito, non sarà secondario. Ma la cosa più importante da dire è che NON è un personaggio irrealistico, o almeno a me non sembra, e Non è la tipica Mary Sue. Forse in futuro potrebbero aggiungersi altri personaggi di mia invenzione...
2) Ci sarà molto più romanticismo ( se si può chiamare tale) che avventura, e spero anche un po' di mistero...
3) Questa storia è nata dopo il Principe Mezzosangue e non ne cambierà radicalmente gli avvenimenti. Quanto ai Deathly Hallows, non dovrebbero esserci spoiler espliciti...
C'è altro da dire? Non saprei... ah, sì, certo... RECENSITE!!!!




I BAMBINI SOPRAVVISSUTI





A sorpresa gli si riversò addosso la spaventosa verità, assoluta e irreversibile. Era morto, se n'era andato...
Strinse in mano il freddo medaglione, così forte da farsi male, ma non riuscì a evitare che bollenti lacrime gli scivolassero dagli occhi.
Ora senza di lui sarebbe stato ancora più arduo liberarla, avrebbe dovuto contare solo sulle proprie forze. Eppure non gli importava: avrebbe attraversato il mondo intero pur di riaverla. E ciò gli bastava
.








Il sole tramontava già tra le profondità verdi delle colline con una spettacolare fiammata cremisi, a Ovest del castello che da sempre s'innalzava in quella zona della Scozia. Con lo scendere delle tenebre, una fitta coltre di nebbia aveva cominciato a propagarsi, tingendo le colline di un bianco-rosso opaco.
Isabel Sullivan era più che felice di trovarsi all'interno della biblioteca del grande castello, al caldo, piuttosto che all'esterno a patire il freddo. Dovevano essere trascorse ore da quando, quel pomeriggio, si era accoccolata su una poltrona accanto al caminetto, unica fonte di luce e di calore. Tra le mani teneva un grosso volumetto intitolato "La magia nella leggenda: come ci vedono i Babbani." e lo sguardo fisso e concentrato sulle pagine giallastre. Ogni tanto, tratteneva il respiro o incominciava ad arrotolarsi attorno al dito una ciocca dei capelli corvini. Il silenzio era sovrano nella stanza, tranne quando veniva interrotto dal crepitare del fuoco o dallo sbadigliare di una persona nel proprio quadro.
A un tratto si udì lo sbattere delle pagine di un libro, come quando viene chiuso di scatto. Isabel stiracchiò le membra intorpidite, osservando il movimento ondulatorio delle fiamme nel caminetto. Gli occhi le dolevano per aver letto ininterrottamente, perciò abbassò le palpebre; le tenne chiuse per alleviare il dolore e raccolse le gambe in modo da potersi accucciare nella poltrona, lasciandosi cullare dal calore e dal crepitio del fuoco.

Correva lungo un corridoio senza finestre...
Si stava avvicinando ad una porta nera e liscia alla fine di esso...
La porta spalancata...
Una sfera che emanava una luce smorzata...
Una calligrafia spigolosa su un'etichetta impolverata...
S.P.C.
a A.P.W.B.S....
Oscuro Signore...
Harry Potter...
Un corpo cadeva all'indietro oltre un velo logoro...
Uno sguardo di paura e stupore su un viso sciupato...
"Sirius!"
Un urlo...


Isabel aprì gli occhi di colpo.
- Isabel? -
Il respiro era affannato, il sudore le imperlava la fronte.
- Isabel? -
La ragazza vide il viso dolce e rassicurante di suo nonno.
- Nonno... io... - disse Isabel.
- Tranquilla, Bel. Era solo un incubo - disse il vecchio, sorridendole.
- Un... incubo? - Isabel si accorse di avere il viso rigato da lacrime.
- Sì, mia cara - la tranquillizzò il nonno, asciugandole il viso. - é tutto finito -
- Sirius... - mormorò la ragazza.
Il vecchio parve sorpreso. - Come hai detto, Bel? -
- Sirius. Chi è Sirius? - disse Isabel - E Harry Potter... l'Oscuro Signore... chi sono? -
Lo sguardo del vecchi mutò, dietro le lenti a mezzaluna.
- Nonno, tu sai chi sono? -
Silenzio. Le labbra del nonno curvarono in un sorriso senza allegria.
- Scusami - mormorò - Ho taciuto troppe cose per troppo tempo. A entrambi... -
- Cosa significa "a entrambi"...? - chiese Isabel, bramosa di sapere.
- Vieni, Bel - rispose l'uomo - Devo presentarti una persona -


§§§




L'Espresso di Hogwarts sferragliava veloce sui binari, dritto, silenzioso, imperturbabile come ogni anno. Al suo interno espressioni e sentimenti contrastanti aleggiavano sui volti degli studenti; quelli del settimo anno, per la precisione, erano i più taciturni. Nessuno pareva voler sapere cosa in realtà provassero gli altri, nessuno osava domandare nulla, nessuno voleva turbare quel silenzio ostinato.
In una delle carrozze del treno Harry, Ron, Hermione, Ginny e Neville viaggiavano insieme in religioso silenzio, ognuno troppo occupato a far qualcosa per passare il tempo, ognuno troppo occupato a pensare a se stesso. Harry e Ron si stavano sfidando come al solito in una - già persa in partenza, aveva detto il rosso - partita a scacchi magici; ogni tanto entrambi alzavano lo sguardo verso il finestrino, richiamati dal debole frusciare del vento, ma era questione di un attimo, poi l'attenzione tornava sulla scacchiera incantata. Ginny talvolta seguiva la sfida e talvolta completava un quiz sul Cavillo; Hermione, forse per noia, forse per scetticismo, stava leggendo la Gazzetta del Profeta, declamando ogni tanto a voce alta qualche frammento di un articolo, il più delle volte su come respingere un Dissenatore e sulla ricerca dei Mangiamorte, o lettere di gente isterica che sosteneva di aver visto Lord Voldemort passare davanti alla loro casa. Quanto a Neville, sembrava essere concentrato unicamente sulla propria Minmbulus mimbletonia, cresciuta parecchio durante l'anno, che accarezzava dolcemente provocandole strani suoni soddisfatti.
Gli occhi di un verde acceso del 'Precelto', in parte coperti dagli occhiali, segurono attentamente la mossa della scacchiera incantata, comandata dalla voce di Ron. La sua espressione non tradiva alcuna emozione, se non freddezza. Aveva la mascella contratta e le sopracciglia nere e sottili contratte in un broncio pericoloso. Ed era chiaro il perchè: il suo quinto anno di scuola si era concluso con un evento alquanto spiacevole, ovvero la morte di Sirius Black.
- Non è ancora cominciata. Ma non ci vorrà un granchè... -
Fu la voce di Hermione ad interrompere l'imbarazzante silenzio che era calato sullo scompartimento. Avava i capelli castani e crespi che le ricadevano sulla fronte e gli occhi color cioccolato più cupi che mai, sgno che non sopportava l'aria tetra che si era andata a creare.
Ron la ignorò. - Ehi, Harry - bisbigliò all'amico, accennando alla porta a vetri che dava sul corridoio.
Cho Chang stava passando insieme all'amica Marietta Edgecombe, che era imbaccuccata in un passamontagna. Per un attimo i loro occhi s'incrociarono. Cho arrossì e continuò a camminare. Harry riportò lo sguardo sulla scacchiera, in tempo per vedere il cavallo di Ron scacciare una delle sue pedine.
- Come.. ehm.. come va fra voi due?- chiese Ron.
- Non va.-
- Io... ho sentito che adesso esce con qualcun altro.- disse Hermione, incerta.
Quella notizia non gli fece nè caldo nè freddo. Il desiderio di conquistare Cho apparteneva a un passato ormai scomparso; provava la stessa sensazione per molte cose che gli erano sembrate importanti prima della morte di Sirius... la settimana trascorsa dall'ultima volta che aveva visto il suo padrino sembrava infinitamente lunga; ormai Harry si stendeva attraverso due universi: quello con Sirius e quello senza.
- Meglio per te, Harry. - disse sinceramente Ron - Insomma, è una bella ragazza e tutto, ma a te serve una più allegra.-
Harry alzò le spalle. - Probabilmente è abbastanza allegra con qualcun altro.-
- Con chi esce adesso? - chiese il rossino a Hermione.
Ma fu la sorella a rispondergli: - Con Micheal Corner.- disse.
Ron si voltò a gurdarla sbalordito. -Micheal? Ma.. ma non ci uscivi u?-
- Non più.- rispose Ginny decisa - Non gli è andata giù che Grifondoro abbia sconfitto Corvonero a Quidditch; è diventato così musone che l'ho mollato, e lui si è precipitato a consolare Cho.-
Ron non riuscì a trattenere un sorriso, raggiante dalla bella notizia. - L'ho sempre detto che era un idiota.- disse, spingendo la propria regina verso una tremante torre di Harry. - Hai fatto un affare. Basta che tu scelga... meglio... la prossima volta.-
Così dicendo, lanciò a Harry una strana occhiata.
- Be', ho scelto Dean Thomas. Ti sembra meglio?- lo informò Ginny, distratta dal quiz del Cavillo.
- Che cosa?- strillò Ron, rovescando la scacchiera; Grattastinchi si lanciò all'inseguimento dei pezzi, mentre Edvige e Leo cinguettavano e tubavano, irritati.
Ma ben presto il treno si fermò a King's Cross ed Harry dovette salutare i suoi amici.
- A presto, Harry.- dise Ron, stringendogli la mano.
- A prestissimo.- rincarò Hermione con intensità. - Promesso.-

E, proprio come aveva detto Hermione, Harry dovette stare a casa dei Dursley solamente due settimane, sebbene non fossero state delle migliori.
I giorni erano passati con infinita lentezza. Di giorno aveva girovagato per Little Hangleton o ascoltato il telgiornale e aveva letto giornali Babbani in cerca di qualche disastro che potesse collegarsi a Voldemort; e purtroppo di questi ne erano accaduti ogni giorno, dai numerosi omicidi, tra cui quelli di Amelia Bones ed Emmeline Vance, la caduta del ponte di Brockdale e l'uragano nel Weast Country. Di notte, invece, aveva rivisto in sogno l'Ufficio Misteri, la morte di Sirius. Molte volte gli era capitato di pensare alla Profezia riguardante Voldemort.

- ...Ecco giungere il solo con il potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...
nato da chi lo ha tre volte sfidato,
nato sull'estinguersi del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale,
ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro,
perchè nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive...
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese... -
- Professore - ricordava di avere detto a voce bassa - Questo significa... che cosa significa?-
- Significa - aveva risposto Silente - che la sola persona in grado di sconfiggere una volta per tutte Lord Voldemort è nata quasi sedici anni fa, alla fine di luglio, da genitori che avevano già sfidato tre volte Voldemort.-


Fu come una luce che apparve nel buio dei suoi incubi che, una mattina di metà luglio, ricevette una lettera di Silente che lo invitava ad essere accompagnato alla Tana. Harry era rimasto tanto sorpreso che non aveva fatto neppure i bagagli. Sembrava troppo bello per essere vero... venire sottratto dai Dursley dopo soli quindici giorni. Non riusciva a liberarsi della sensazione che qualcosa sarebbe andato storto: la sua risposta a Silente poteva essersi smarrita, Silente poteva avere qualche impedimento e non riuscire a venire; la lettera poteva rivelarsi non un'opera di Silente, ma un trucco, o uno scherzo, o una trappola.
Tuttavia quella lettera non si era rivelata nè un trucco o quant'altro, tanto che Silente in persona era venuto a prenderlo, gli aveva annunciato essere il legittimo erede sia del numero 12 di Grimmaul Place che di Kreacher, lo avevausato per convincere un certo Horace Lumacorno ad insegnare ad Hogwarts e lo aveva accompagnato alla Tana.
La mattina seguente, Harry James Potter fu svegliato da una sorta di cannonata che lo fece scattare a sedere. Sentì un fruscio di tende aperte; poi l’accecante luce del sole lo investì. Riparandosi gli occhi con una mano, con l’altra cercò tastoni gli occhiali, invano.
- Che succede? -
- Non sapevamo che fossi già qui! - una voce eccitata.
Qualcosa lo colpì in testa.
- Ron, non picchiarlo! - esclamò una voce di ragazza.
Quando Harry trovò gli occhiali se li infilò, eppure la luce era così vivida che inizialmente non riuscì a vedere nulla. Una lunga ombra vibrò davanti a lui per un attimo. Strizzò le palpebre e mise a fuoco un ragazzo lentigginoso, con capelli rosso fuoco, che gli sorrideva da un orecchio all’altro.
Improvvisamente, e con sommo piacere, si ricordò di non essere più a Privet Drive, ma alla Tana e sorrise al suo migliore amico, Ron Weasley.
- Tutto bene? -
- Mai stato meglio - rispose Harry, strofinandosi la testa e sprofondando di nuovo nel cuscino - E tu? -
- Non male - disse Ron. Avvicinò uno scatolone e ci si sedette sopra. - Quando sei arrivato? Mamma ce l'ha appena detto -
- All’una di notte -
- I Babbani hanno fatto i bravi? -
- Come al solito - rispose Harry, mentre Hermione si sedeva sul bordo del letto - Non mi hanno rivoltò granché la parola, ma io preferisco così - Guardò l’amica ricciolina che gli stava accanto: si era fatta più matura e femminile - Come stai Hermione? -
- Oh, io bene - fece lei, scrutandolo come in cerca di qualche malanno.
Harry sapeva il perché del suo atteggiamento, ma non aveva alcun desiderio di parlarne. Era stato molto doloroso per Harry accettare quella perdita. Non era la stessa cosa senza di lui, niente era più la stessa cosa da quando anche l’ultimo membro della sua famiglia era sparito al di là di un velo crudele. Dalla morte di Sirius Black tutto gli era sembrato stupido, piatto, inutile; non aveva più provato entusiasmo per qualcosa, diventava ogni giorno più scontroso e silenzioso. L'unica cosa che riusciva a sostenerlo era pensare che Sirius non avrebbe voluto vederlo demoralizzato in quella maniera.
- Accidenti… lezioni private con Silente! - esclamò Ron colpito, quando Harry se lo lasciò sfuggire di bocca. - Chissà perché… - la sua voce si smorzò. Harry lo vide scambiarsi un’occhiata con Hermione.
- Non so di preciso perché mi dia lezioni private, ma credo che sia per via della profezia - Né Ron né Hermione parlarono. Harry ebbe l’impressione che si fossero congelati. Continuò: - Sapete, quella che i Mangiamorte stavano cercando di rubare al Ministero -
- Ma nessuno sa che cosa diceva - replicò subito Hermione - Si è infranta -
- Però secondo la Gazzetta del Profeta… - cominciò il rosso, ma fu zittito dalla ragazza.
- Il Profeta ha ragione -. Harry alzò con grande sforzo lo sguardo su entrambi. Hermione era spaventata, Ron stupefatto. - Quella sfera di vetro che è andata in pezzi, non era l’unica memoria della profezia. L‘ho ascoltata per intero nell’ufficio di Silente; è stata pronunciata davanti a lui, quindi l’ha potuta riferire. Secondo la profezia - trasse un gran respiro - sembra che io sia quello che deve uccidere Voldemort… o, perlomeno, pare che nessuno dei due possa vivere se l’altro sopravvive -
Si guardarono tutti e tre in silenzio per un attimo. Poi si udì un gran colpo e Hermione svanì in uno sbuffo di fumo.
- Hermione! -
La streghetta era stata colpita da un pugno minuscolo, che stava su una lunga molle, la quale usciva dall’estremità del cannocchiale con cui stava giocando poco prima. Ora, la ragazza aveva un occhio nero, simile a quello di un panda.
- Deve essere uno degli scherzi di Fred e George… il negozio va a gonfie vele - la rassicurò il rosso.
Hermione mormorò a Harry: - Hai paura? -
- Non quanto prima - rispose lui, - Quando l’ho sentita, sì… ma adesso mi sembra di aver sempre saputo di doverlo affrontare, alla fine -
- Quando abbiamo saputo che Silente in persona veniva a prenderti, abbiamo pensato che ti avrebbe detto o mostrato qualcosa che centrava con la profezia - intervenne Ron, accalorato - E avevamo ragione, vero? Non ti darebbe lezioni se pensasse che sei spacciato, non perderebbe tempo… deve essere convinto che hai una possibilità! -
- È vero. - fece eco Hermione - Chissà che cosa t’insegnerà, Harry? Magia difensiva veramente avanzata, è probabile… contromaledizioni potenti… antifatture… -.
Harry non stava ascoltando. Dentro di lui si diffondeva un tepore che non aveva niente a che fare con la luce del sole, sembrava che un duro blocco nel suo petto si stesse sciogliendo. Sapeva che Ron e Hermione erano più spaventati di quanto lasciassero trapelare, ma il solo fatto che fossero ancora lì, a pronunciare parole di conforto, senza ritirarsi da lui come se fosse contaminato o pericoloso, valeva più di quanto avrebbe mai potuto spiegare.
- … e incantesimi di fuga in generale. - concluse Hermione. - Bé, almeno sai già qualcosa di un corso che seguirai quest’anno, uno in più rispetto a me e Ron. Chissà quando arriveranno i nostri G.U.F.O.? -
- Non può mancare molto, è passato un mese - disse il rosso.
- Un momento - fece Harry, perché gli era tornata in mente un’altra parte della conversazione della notte prima - Credo che Silente abbia detto che i risultati dei nostri G.U.F.O. arriveranno oggi! -
- OGGI? - strillò Hermione. - Oggi? Ma perché non l’hai… oh mio Dio… dovevi dirlo… - Balzò in piedi. - Vado a vedere se sono arrivati dei gufi… -
Ma quando Harry scese dieci minuti dopo, vestito e con il vassoio della colazione vuoto, trovò in salotto una ragazza che non conosceva, intenta ad osservare l’orologio a nove lancette dei Weasley. Aveva lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, un viso quasi angelico e occhi a mandorla di un verde incredibile… gli stessi occhi di Harry.
- Ma chi è quella? - fece Ron, alla sua vista.
L’amico non rispose: rimase ammutolito a fissare quella figura che tanto gli assomigliava.
- Harry - la voce di Silente.
Il Preside stava sulla soglia della cucina, accanto alla signora Weasley e a due confuse Hermione e Ginny. Sentiva il proprio cuore battere forte nel vedere i due ragazzi l’uno di fronte all’altra, come sarebbero sempre dovuti stare, a chiedersi chi fosse quello sconosciuto con gli occhi identici ai propri.






PROSSIMO CAPITOLO: Isabel Sullivan
 
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