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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: VIGILIA DELL`ULTIMA PARTENZA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: celebrian galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/05/2006 16:38:22

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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Cìndar il Timoniere si sedette sul molo, aspettando pazientemente che il sole tramontasse. Le acque lambivano quiete l’ultimo porto al di qua del Grande Mare, il cielo imbruniva timidamente oltre le creste frastagliate della costa, il mormorio delle acque rendeva meno opprimente il silenzio. Verso il lontano Occidente brillava alla luce del sole morente la bianca vela della nave appena salpata dal Porti Grigi per non fare più ritorno. Intorno a lui dormivano abbandonate le cime lasciate indietro, le assi dell’imbarcadero di un timido grigio argentato, come le cortecce dei mellyrn di Lothlòrien, lontana mille miglia dal luogo in cui un vecchio elfo con la barba d’argento e gli occhi lucenti di mille stelle sedeva spettando la prossima nave.
Dei passi leggeri si avvicinarono facendo scricchiolare le assi del molo. Cìndar non si voltò, sapeva chi si era spinto al limite della Terra di Mezzo per conversare con lui alla luce di un eterno tramonto e di una eterna partenza.
“L’ultima nave è salpata, dico bene?”
Un uomo si sedette accanto al vegliardo per osservare l’orizzonte ardente all’approssimarsi del crepuscolo. Riparò con una lunga mano pallida la vista per dare un ultimo sguardo alla vela bianca che veniva inghiottita dalla lontananza e sospirò. “Le cose più graziose di questo bel mondo tendono a lasciarlo con facilità”
“E’ la sorte di questa terra di esuli. Ma partono per raggiungere luoghi ancora più splendidi”
Restarono un momento in silenzio. L’ultimo raggio di sole si dileguò oltre il mare scintillante lasciando il posto alle raminghe stelle della notte. Già una miriade di piccoli brillanti tappezzava l’Est ormai libero dall’ombra. Ma per quanto ancora il cielo avrebbe preservato la sua incontaminata purezza?
“Mi domando se su in cielo, insieme alle stelle, ci sia sufficiente speranza anche per il futuro”
“Hai forse perduto la tua speranza?”
“Temo solo che non e sia rimasta abbastanza”
Cìndar rise “Ragazzo mio, che ne è della tua spavalderia? Questo mondo è ancora qui, ha attraversato le immemorabili ere di sangue e tormento solo perché tu perdessi la speranza? No, non lo credo.” Guardò sospirando le stelle che man mano sorgevano sul tessuto nero del crepuscolo. “Qualcuno una volta mi disse che non importava quanto dolorose potesse essere il cammino, quanto buio potesse apparire il destino o quanta poca speranza apparisse agli occhi di colui che partiva per combattere. L’importante è combattere, l’importante è andare avanti, anche se la casa resta solo un ricordo lasciato alle spalle. Non importa se si andrà incontro alla morte, l’importante è combattere per preservare quel buono che c’è nel mondo e in ognuno di noi. E quand’anche la battaglia si facesse mortale e il cielo si oscurasse, basterebbe attendere l’aurora: brilla sempre un raggio di sole, anche nella giornata più cupa, anche ai piedi dell’Ombra. Il cielo e le stelle sono sempre al solo posto. E con essi., la speranza di una giornata di sole”
Cìndar si voltò a guardare l’uomo che sedeva al suo fianco mentre le tenui luci del porto diffondevano il loro lunare splendore lungo la costa. “Questo me l’ha detto un uomo che ha conosciuto gli orrori della guerra e ha visto morire lungo il tragitto persone che amava” sorrise “Ed è per questo che sono ancora qui, che aspetto con pazienza il momento esatto in cui il mio destino si compirà, fiducioso. E sono qui da innumerevoli anni. Ma per me il tempo non conta, perché io sono un elfo e la mia vita è eterna. E aspetto il giorno in cui potrò finalmente raggiungere quel paese di luce che quell’uomo ha creato per gli elfi che tanto ama e per alcuni viandanti che ha preservato lungo il cammino…”
“…infine, una notte di pioggia, Frodo sentì nell’aria una fresca fragranza, e udì dei canti giungere da oltre i flutti. Allora gli parve che la grigia cortina di pioggia si trasformasse in vetro argentato e venisse aperta, svelando candide rive e una terra verde al lume dell’alba”
Cìndar si stese sulla schiena e sospirò. “Quindi è così? Allora, vale la pena spettare l’ultima nave che salperà domani al tramonto”
“Sì, ti piacerà. Quando lo avrò aggiunto, allora tutto sarà pronto per la partenza”
L’uomo si alzò e si allontanò di qualche passo dal limite del molo, con le mani in tasca, fischiettando.
“John” lo chiamò l’elfo, sorridendo “Ho interpretato bene quello che mi dicesti tanti anni fa, vero?”
L’uomo si fermò e ricambiò il largo sorriso. “Sì. Non pensavo ricordassi così bene quello che ti ho detto quando ero ragazzo”
“Gli elfi hanno buona memoria. Stammi bene, John Ronald Reuel Tolkien”
“Stammi bene, Cìndar il Timoniere” rispose John facendo spallucce. Attendeva Cìndar un viaggio che a pochi aveva concesso, non temeva per il suo avvenire. Aveva creato un mondo e aveva preservato coloro che amava lungo la perigliosa via che porta al bene. E a coloro che erano morti, aveva donato il ricordo perpetuo di coloro che avrebbero letto il suo romanzo.
No, non era un romanzo.
Era un sogno intessuto nella speranza.
Uscì dal porto e tornò fischiettando al mondo reale.
Lo attendevano le ultime pagine de “Il Signore degli Anelli”.



Hellionor
 
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