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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: TUTTO PER UN ANGELO - SOTTO LA LUNA
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: shainareth galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/11/2002 22:15:45

per tutti i fan di nami e zoro...
 
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TUTTO PER UN ANGELO
- Capitolo 1° -


--- TUTTO PER UN ANGELO ---

Non erano ancora passate le due, quando Nami si svegliò: aveva fatto sogni agitati per tutta la notte, anzi, l’ultimo aveva davvero dell’incredibile… I suoi amici l’avevano abbandonata così di punto in bianco su di un’isola completamente deserta, se non fosse stato che quello era il covo di un branco di piratacci della peggior specie. Ma proprio quando quei maledetti stavano per saltarle addosso, per fortuna venne salvata da una misteriosa figura della quale non era riuscita a scorgere il volto, né il minimo particolare: solo un’ombra nera. Sospirò nel ripensarci. Si stropicciò gli occhi e si alzò a sedere sul letto. Era inutile, per quanto si sforzasse non sarebbe più riuscita a riaddormentarsi. Diede uno sguardo all’amica accanto a lei: Bibi dormiva beatamente. Dio, quanto la invidiava! Sbuffò e decise davvero di mettersi in piedi. Salì la scaletta e aprì la botola, uscì sul ponte e si diresse verso la cucina dove avrebbe bevuto un sorso d’acqua. Solo che, salite le scale che portavano al cassero a poppa, sentì un sibilo secco e ripetuto, come fosse stato un qualcosa di molto pesante che fendeva l’aria di netto. Incuriosita, ma con una certa cautela dopo i sogni poco tranquilli che di certo non le avevano infuso molto coraggio, si affacciò a dare uno sguardo. Un’ombra scura e massiccia si stagliava contro il chiarore della luna: Zoro. Tirò un grosso sospiro di sollievo. Il suo compagno si stava allenando come al solito, con l’ausilio di una grossa asta di ferro alla quale erano stati inseriti cinque pesi da cento chilogrammi l’uno. Da sempre Nami si chiedeva come diavolo facesse quel ragazzo a sopportare un simile peso sulle braccia, ma lui, invece, pareva farci appena caso, come se quello sforzo sovraumano fosse roba di poco conto. Ma che ci faceva anche lui in piedi a quell’ora tarda? Lì per lì le venne in mente di lasciarlo stare, in fondo sapeva bene che allo spadaccino non andava molto giù essere disturbato durante i suoi esercizi, ma quando stava per far marcia indietro, le sovvenne il ricordo degli incubi appena fatti, e si bloccò. “Che schifo! Sembro quasi peggio di Usop!” si rimproverò la paura che aveva preso possesso del suo cuore, ancora scosso dalle facce sporche e malvagie degli uomini che stavano per afferrarla nel suo ultimo sogno. Pensierosa, e indecisa se tornare a letto o meno, sbirciò di nuovo verso l’amico, ma scosse i capelli rossicci e si impose di metter da parte ogni stupido timore. Tornò sui suoi passi ed entrò in cucina. Accese una piccola candela e prendendo un bicchiere pensò a quanto era stata poco furba: in camera sua aveva un piccolo bar a sua disposizione… “Beh, -si consolò- almeno così ho evitato di disturbare Bibi! E poi avevo anche bisogno di un po’ d’aria fresca…” Bevve avidamente ben due bicchieri d’acqua, e si avviò per tornarsene nella sua cabina. Quando uscì, però, notò con piacere che si era alzata una leggera brezza che solleticava non poco la sua voglia di restarsene lì all’aria aperta. Prese un grosso respiro e si decise di andare a dare uno sguardo ai suoi mandarini, nella speranza di non distogliere Zoro dai suoi pesi. Ma quando salì sul castello a poppa, trovò il compagno seduto in terra, che si stava asciugando il sudore di dosso. Sorrise, gli si avvicinò e gli sedette vicino. L’altro la guardò per un attimo stranito.
- Che ci fai in piedi? – le chiese.
- Non riuscivo a dormire… - rispose la ragazza. – Disturbo?
- No, tanto ho finito… - le disse lui sfregando con forza l’asciugamani tra i capelli corti, madidi.
Quella lo fissò stizzita. – Sempre gentile, eh?
- Uh?
- Avrei preferito un “No, figurati! Tu non disturbi mai!”, invece… Sanji ha ragione… Tu e la cavalleria siete due cose diverse…
Ma il giovane nemmeno ci badò e sbadigliando si tuffò all’indietro, fino a stendersi del tutto.
Nami sospirò e alzando gli occhi al cielo chiese: - Voi mi lascereste mai su un’isola deserta?
- Io di sicuro.
- Stronzo…
Lo spadaccino sogghignò divertito e domandò: - Ma come ti vengono certe idee?
Lei tirò le ginocchia al petto. – Ho sognato che mi lasciavate lì in balia di un centinaio di filibustieri assatanati…
- Lo sai che esistono dei sogni premonitori?
- Zoro, ci tieni a vedere il sole, domattina?
- Vabbè, sto buono…
- Bravo…
Rimasero in silenzio per un po’, poi la cartografa si sentì punzecchiare il fianco.
- Che c’è? – chiese quando si accorse che l’amico si era nuovamente messo a sedere accanto a lei.
- Non ti è mai passata per la testa, l’idea che non è molto prudente salire da sola su una nave pirata, il cui equipaggio è composto solo da uomini?
Nami si lasciò sfuggire un ghigno malizioso. – “Uomini”?! Chi? Voi?
- Lascia stare Rufy, Usop e Chopper! – precisò Zoro.
- No, Sanji non mi farebbe mai del male. Se solo provasse a chiedermi tu sai cosa, come minimo gli toglierei il saluto, e per lui sarebbe peggio di una condanna a morte. – rispose quindi la ragazza. Girò il capo verso di lui per squadrarlo dalla testa ai piedi e sorridendo confessò: - Di te mi fido solo a metà, invece…
- Come sarebbe “solo a metà”?! – ribatté il giovane indispettito. – Quando mai ti ho lasciato credere che…
- Stavo scherzando, scemo! – lo zittì lei. – Comunque, hai ragione, non corro pericolo con uno che le donne non le guarda manco di striscio…
Il suo compagno sorrise risentito e precisò: - Sta’ attenta a non provocare troppo il mio orgoglio… Ci tengo a ricordarti che sono un maschio, e come tale…
E l’altra scoppiò a ridere.
- Che cavolo hai da ridere, stupida!! – urlò lui arrabbiato.
- E’ che non ti ci vedo ad assalire una donna!
- Ma chi ha mai detto che avrei usato la forza? – sghignazzò ancora Zoro.
- E allora? – ma quasi non fece in tempo a finire la parola che si ritrovò le labbra incollate a quelle del giovane. Morbide e calde, pensò senza nemmeno rendersi conto che la cosa non le era affatto dispiaciuta. Quando scese di nuovo con i piedi per terra, e cioè quando lui la lasciò libera, caricò un pugno e minacciò a denti stretti: - Riprovaci e ti cambio i connotati!!
Quello, per tutta risposta, le afferrò il viso fra le mani e tornò a baciarla. Dopo un primo tentativo di resistenza, durante il quale aveva serrato la bocca con vigore tale che pareva fosse stata stretta da due tenaglie, il sentire il ragazzo stuzzicarle le labbra, la fece completamente abbandonare al desiderio di assecondarlo. Il dolce contatto delle loro lingue si liberò in un abbraccio che da tenero e quasi innocente, divenne pian piano sempre più appassionato. Una manciata di secondi ancora, e infine il bacio si sciolse. Con il fiato corto, i due si fissarono negli occhi, le loro fronti l’una contro l’altra. Senza nemmeno saperne il perché, Nami si rese conto di sentire un caldo quasi insopportabile. Che diavolo le stava succedendo? Sapeva solo che le piaceva sentire il suo respiro sulla pelle, il sapore della sua saliva dentro la bocca, le sue mani sul corpo. E il pensiero, per lei decisamente assurdo, che il suo compagno non indossasse altro che un paio di pantaloni, le faceva addirittura girare la testa. Cos’era quella voglia matta di gettarsi fra le sue braccia? Possibile che stesse accadendo proprio a lei?
Zoro stava per tornare a baciarla una terza volta, ma lei lo fermò, chinando il capo.
- Mi era parso di capire che la cosa non ti spiacesse…
La navigatrice, senza avere il coraggio di tornare a guardarlo negli occhi scuri, prese un grosso respiro e rispose piano: - I-infatti… - balbettò con un pizzico di vergogna. – S-solo che… c-che io non…
- Non ti sto chiedendo di venire a letto con me… - chiarì subito l’uomo.
Lei annuì più volte con il capo, ancora serrato fra le mani dell’altro, che prese fra le sue, facendole scivolare fino all’incavo del collo candido. – Lo so, non è per questo…
- Capisco… - e lo spadaccino prese a ritirare le mani, ma lei gliele bloccò.
Si fissarono per un secondo negli occhi, in silenzio. Infine, Nami si pronunciò: - Il fatto è che non voglio creare problemi… So che probabilmente, anzi sicuramente Sanji non mi ama, altrimenti non sarebbe così libertino… E anche Rufy e Usop… di certo non mi vedono sotto quel punto di vista, solo che… Cos’accadrebbe se… se noi due dovessimo non andar più d’accordo?
- Noi non siamo mai andati d’accordo! – celiò lui regalandole un sorriso che le nasceva direttamente dal cuore e che la indusse a baciarlo di nuovo con dolcezza.
E di nuovo, quell’innocente bacio divenne qualcosa di molto più vivo. La ragazza gli cinse il collo con le braccia, accostandosi maggiormente a lui e lasciandogli libere le forti mani che piano scesero a carezzarle la schiena. Si avvicinarono al punto che le loro gambe si intrecciarono ed entrambi ora erano capaci di sentire il cuore dell’altro battere freneticamente nei petti che si andavano unendo. I baci scesero al collo e ai seni, e Nami lasciò correre, anzi lo trascinò piano a stendersi su di lei che assaporava quegli attimi di meraviglioso piacere con tutta se stessa. Avevano detto che non sarebbero arrivati fino in fondo, ma da come si stavano mettendo le cose, nessuno dei due riuscì più a pensare a nulla se non alla felicità che avevano a portata di mano: ormai era chiaro come il sole che non si sarebbero più fermati. Quelle mani che scivolavano troppo oltre, quei baci proibiti, il respiro confuso quanto lo erano loro, niente li avrebbe distolti da quel loro peccaminoso angolo di Paradiso, nessuno avrebbe più potuto fermarli…
Quando tutto finì, i ragazzi erano ancora lì, stesi e abbracciati l’uno all’altra. Una parte di loro continuava a godersi quell’incanto, sorridendo alla vita. Un’altra parte, tuttavia, era ancora frastornata: cos’avevano appena combinato?! Si rimproverarono il non riuscire a comprendere appieno cosa fosse quella straordinaria voglia di rimanere insieme, quella stessa che li aveva spinti a commettere quel piccolo enorme errore… Ma era davvero stato uno sbaglio? Forse… Ad ogni modo, nessuno dei due aveva il coraggio né di chiedere all’altro il perché di tutto quello, né di domandare a se stesso se quel che era successo era dovuto ad un indomabile impeto di passione o meno. Che ci fosse dell’altro?
- Zoro? – chiamò piano lei, sciogliendosi dall’abbraccio che ancora la cingeva.
L’altro alzò appena il capo a guardarla.
Cosa doveva dirgli? Era nel panico più totale, sapeva solo che se avesse avuto l’opportunità di tornare indietro, lo avrebbe fatto di nuovo e di nuovo ancora, altre mille volte, come minimo.
Capendo la sua confusione, e provandola in prima persona, lo spadaccino si chinò nuovamente a baciarla sulle labbra, con fare dolce, questa volta. – Non hai bisogno di rimproverarti nulla… - le sussurrò. – Eravamo in due.
Nami sorrise. – Lo so, solo che…
- Cosa?
- Non so se abbiamo fatto la cosa giusta…
- Come ti senti? – le chiese lui poco dopo.
La ragazza ci pensò su un secondo, poi confessò: - Da Dio!
Zoro non riuscì a soffocare una risata, e si chinò a baciarla per l’ennesima volta e, stringendola e sollevandola fra le braccia, la trascinò sopra di sé.
Non aveva importanza: qualunque fosse stata la causa di tutto quello, ora stavano troppo bene insieme. Magari, pensarono entrambi, quella che ora era solo passione, con il tempo sarebbe diventato qualcosa di molto più forte, qualcosa di più vero. O forse lo era già. Dovevano solo rendersene conto. Dovevano solo restare insieme.


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Questa è una piccola storiella scritta così su due piedi, ma per una ragione ben precisa: volevo dedicarla alla mia amica Silvia142, un tesoro di ragazza che io chiamo "il mio angioletto"! (da ciò il titolo che in realtà non c'entra nulla con la storia... l'angelo in questione è Silvia142!! ^-^) Lei è strafissata per Nami e Zoro... Beh, fermorestante tutti i miei dubbi nel vederli realmente insieme nella serie originale, come darle torto? Sarebbero davvero carini insieme, no?
UN BACIO STRATOSFERICO, ANGIOLETTO!!!!!
Shainareth

 
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