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Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: C.S.I.: scena del crimine (C.S.I.: crime scene investigation)
Titolo Fanfic: ENDING
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Spoiler
Autore: suzaku87 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/05/2006 18:10:58

slash - death chara fiction - grave danger spoiler - perché...?
 
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- Capitolo 1° -

Troppo tardi.
E' troppo tardi.
Sono state le prime parole che ho pensato quando siamo arrivati al vivaio.
E speravo in fondo al mio cuore di sbagliarmi di grosso.
Speravo che il mio pensiero non nascondesse una terribile profezia.
Ma la mia parte razionale mi impediva di non dar ascolto a quelle parole che suonavano così...terribili.
Arrivammo in quel luogo che Warrick ogni tre passi controllava l'orologio, sperando che il tempo per una volta, avesse deciso di rallentare per farci un favore.
Invece pareva andare sempre più veloce...
Cominciavo ad avere il cuore in gola, sudavo nonostante il fresco...
Tremavo.
Dio, non avevo mai avuto così paura in tutta la mia vita.
E avevo paura...di avere paura.
Paura di non sentire la tua voce chiamarmi la mattina, paura di non poter più assaggiare il sapore delle tua labbra, paura di...
Di vederti morire, di LASCIARTI morire lì...in un luogo così tremendo...
Continuavo a cercarti, a chiamare il tuo nome...Tentando di trattenere le mie emozioni...
Dovevo stare calmo per me, per la squadra...per te.
Avevi bisogno di qualcuno a cui appoggiarti, non un cinquantenne agitato che gridava in preda al panico.
Poi...
"L'ho trovato!!"
Catherine che gridava, per farsi udire dagli agenti, dai paramedici, da chiunque fosse lì nel raggio di qualche decina di metri.
Le mie gambe cominciarono ad andare da sole, seguendo la voce, mentre nella mia mente si materializzava il tuo volto, a tratti sorridente, a tratti distrutto dal dolore, e rimbombava il tuo nome, come una pallina da ping pong che sbatte su ogni parete senza fermarsi mai.
Quando arrivai, Warrick era già pala alla mano, e buttava terra per aria, scavando freneticamente.
Si vedeva quanto ti voleva bene.
Attorno a lui, nessuno riusciva a dire una parola. Catherine era praticamente bloccata, Sara teneva le braccia incrociate sul petto, con gli occhi rossi e gonfi, Greg sembrava quasi stare in apnea.
Warrick scavava, io...
Ero solo capace di guardare.
E di sussultare quando quel terribile countdown da lui innescato solo novanta minuti prima era giunto al termine.
Mi guardò, lo guardai.
E riprese a scavare ancora più in fretta.
E' troppo tardi, è troppo tardi...
Finalmente una tenue luce verde uscì da quella dannata fossa, quel dannato plexiglas.
E il tempo riprese a scorrere velocemente.
Lui che urlava, Warrick che tentava di tenerlo calmo, io che quasi gli ordinavo di stare tranquillo, il cellulare di Catherine, il Semtex, l'esplosione, l'ambulanza...
L'ospedale.
Desert Palm, l'inferno.
Warrick e Catherine erano andati con lui, le condizioni sembravano parecchio critiche, ormai confidavo nell'aiuto divino.
A volte fa comodo avere qualcosa in cui credere.
Ero dovuto tornare in ufficio per sbrigare alcune pratiche, ma non avevo la testa per far nulla in quel momento, se non pensare a te.
Entrai nella prima stanza e ordinai ai ragazzi di andare al vivaio a raccogliere tutte le prove, mentre io salivo nuovamente sulla mia auto e sfrecciavo verso l'ospedale.
Qualcuno mi lanciò un'occhiataccia mentre entravo sbattendo le porte di ingresso.
Ero sporco di terra, avevo due occhiaie da spavento, probabilmente mi avevano scambiato per qualche barbone, o per un drogato.
Ma poco importava.
Tolsi fuori il mio cartellino, e dalle mie labbra uscì solo una parola.
"Stokes."
La donna mi guardò, annuendo, e controllò sul database.
"E' in sala rianimazione, al quarto piano...Ha avuto uno shock anafil..."
Non la feci finire.
Shock anafilattico.
E ancora una volta lasciai alle mie gambe il compito di guidarmi da lui, dall'unica persona che avevo davvero amato...
E all'ultimo scalino, mi fermai.
Credevo di morire, in quel momento.
Occhi azzurri di lei che mi fissavano, ricolmi di lacrime che si spingevano l'un l'altra, scivolando sulle sue guance rosse, quasi parevano ustionate.
"Gil..."
"Dov'é?" riuscii solo a dire.
Warrick si sollevò dalla sedia, anche lui sul punto di rottura.
"Non..."
Non...volevo sentire.
Mi avvicinai lentamente alla porta della sala, la luce rossa che si stava spegnendo.
Non poteva essere.
Si aprì, lasciando passare uno di quei tanti medici che mai come in quel momento sentivo di ammirare ed odiare contemporaneamente.
"Siete i suoi parenti?"
"Sono il suo compagno." dissi.
"...Troppe punture. Se avesse avuto acqua e cibo forse sarebbe stato in grado di contrastarle, ma la disidatrazione ha solo contribuito all'assorbimento del veleno...Mi dispiace, non ce l'ha fatta."
Un fischio.
Non sentivo più niente.
Combattevo tra la voglia di piangere, quella di trattenere tutto, e quella di urlare come un forsennato.
Ma non feci nessuna delle tre cose.
Poggiai una mano sulla spalla del medico, mormorandogli un grazie sommesso e allungando le mani sulla porta.
"Signor Grissom..."
Lo guardai.
"...La sua ultima parola...il suo nome..."
Annuì, e mi voltai subito.
Un passo, due passi...
E poi...
"Nick...Perché..."
Caddi sulle mie ginocchia, poggiando la testa sul tuo ventre e aggrappandomi alla tua mano.
"Perché..."
Non avevo mai pianto in vita mia.
"...Cosa...cosa farò?"
Mi sentivo distrutto.
"Come...vivrò?"
Non sarebbe più stata la stessa cosa senza di te.
"Chi...mi sorriderà?"
Non sarebbe stata vita, senza di te.
"Chi...saluterò la mattina..?"
Cominciai a singhiozzare senza ritegno. Ormai non mi importava né di avere una dignità, né che qualcuno mi vedesse, o pensasse qualunque cosa sul mio conto.
Non mi importava più di nulla.
"Perchè...PERCHE'..."
Ho perso tutto.
"Non sono pronto a vivere senza di te...Non posso stare...senza di te...Torna qua...Apri gli occhi...Ti prego, Nicky..."
Strinsi di più la mano.
Avrei tanto voluto ricevere una risposta, sentire la tua voce dirmi -Sono qua, Gil, non ti lascio...-
Avrei voluto sentirti dire ancora una volta...
Ti amo...
"Scusa se non ero con te, scusa se non...ti sono stato vicino...quando ne avevo bisogno..."
Frustrazione, sensi di colpa...
Non erano niente in confronto a quello che avevi patito tu.
Ma mi stavano uccidendo.
Te ne eri andato da pochi minuti.
Eppure quasi pareva passata una vita.
Solo ieri...Solo ieri eravamo sul letto...a raccontarci le malignerie che giravano per Las Vegas, che si divulgavano nel laboratorio...Solo ieri prendevamo un po' in giro Hodges, criticavamo Greg per il suo taglio troppo serio per una persona come lui...Solo ieri...
Solo ieri facevamo l'amore...
Solo ieri potevo sentire il tuo profumo, la tua pelle, il tuo corpo...
La tua voce che mi dava un motivo per esistere in questo mondo ipocrita...
Un motivo...che ora non ho più.
Se mi avevi dato un motivo per vedere un mondo dai colori tenui, ora vedo solo buio, e dolore.
Sono un uomo finito, senza di te.
la mia luce si è spenta, il mio vento non soffia più, il mio sangue si è prosciugato.
Con fatica mi alzai in piedi, e mi chinai sul tuo volto, dandoti un bacio d'arrivederci.
"Aspettami Nicky...Sto arrivando..."
Un'ultima lacrima cadde sul tuo viso, e parve quasi che stessi piangendo con me.
"Ti amo..."
Passai una mano sul tuo viso, sorridendo tra le lacrime, poi mi voltai uscendo fuori, guardando ad uno ad uno i volti del medico, di Catherine, di Warrick.
"Gil..."
"Vado...a casa..."
"Vuole che l'accompagni qualcuno, signor Grissom?"
"No, grazie...riesco da solo..."
In fondo, non mi importava di arrivare a casa.
Presi l'ascensore, osservando dalla vetrata le luci della Strip che si facevano sempre più vicine, sempre più vicine...
Un suono acuto, e arrivai al piano terra.
Era arrivato con l'ansia addosso, ora me ne andavo via con la morte nel cuore.
Ma sarebbe durato poco.
Misi in moto, e premetti il piede sull'acceleratore, la vista offuscata di lacrime, il rumore fastidioso dei pub aperti, con dentro uomini che andavano con le loro puttane, o che si facevano di droga.
Puzza di fumo, di cibo scaduto, di sudore, di sesso.
E poi, una luce accecante, un clacson che entrò da un orecchio, ed uscì dall'alto, come se niente fosse.
Sto arrivando, Nicky, aspettami davanti alle porte del paradiso.

 
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