IN LIMITE - Capitolo 1° -
Il confine si estende. Soffia sabbia d'estate, neve d'inverno.
Pochi cespugli spinosi vicino ad una baracca.
Il confine è lì. che non fugge, che non scappa, che non sogna, che alita polvere, che spira ghiaccio.
Una cinciallegra canta tra i cespugli e nella baracca.
Le pareti sono vuote.
I pavimenti sono deserti, perchè sono stati abbandonati.
La cincia rimane in vita quasi per miracolo, con quei pochi fili d'erba, con quelle poche nuvole del cielo.
C'è anche un passerotto nel confine.
Smarrito.
Sembra un non-ti-scordar di me portato dalla corrente, un fiordaliso distrutto da un aratro.
Nel confine, però, non ci sono agricoltori, perchè non cresce nulla piantato da mano umana.
La cinciallegra crede di essere un cigno.
Non ne ha mai visto uno, per cui si è convinta di esserlo.
Il passerotto, invece, vorrebbe solo volare via, cercare di fuggire.
Il confine è terra di esilio, per uomini, per animali, per dei.
Nessuna creatura sopravvive.
E il passerotto piange per ogni fiore che sboccia, perchè si commuove della sua bellezza e della sua morte precoce. |
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