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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: SOMEWHERE OVER THE RAINBOW
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: kokori-charmed galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/05/2006 18:11:26 (ultimo inserimento: 10/05/06)

au, yaoi, sentimentale-romantico, la storia romantica tra ralph e andrew ** spero che non sia venuta fuori una piattola xdd
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Dove si presentano a grandi linee i protagonisti, il professor McMiller e la ‘giornata-tipo’ della 4°C
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Da quanto tempo è che non scrivo? Oo Vabbhè, comunque quanto ti viene un attacco di ispirazione come dire di no! XD


‘Ti amo. Ti amo. Ti amo…’. Non riuscivo a pensare ad altro, con le braccia appoggiate sul banco traballante a fissare davanti a me quella figura così fragile e delicata scrivere alla lavagna una serie di numeri che mi sembravano incomprensibili.
Mi guardai attorno: tutta la classe ricopiava filo per segno i segni scritti sulla lavagna, così mi diedi da fare anch’io, scrivendo velocemente per tornare subito a fissarlo. Così feci.
Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, quei suoi occhi viola, stupendi, che sembrano dire un sacco di cose quando mi guarda. I suoi capelli dello stesso colore, che prendo in giro sempre per farlo innervosire, ma che amo quanto lui.
Il professor McMiller lo rimandò a sedere, sorridendogli come per dire ‘ti tengo d’occhio!’.
Io lo seguii con lo sguardo, poi tornai a guardare davanti a me, perso nel vuoto, cercando di immaginare ogni suo movimento in questo momento, due banchi di dietro a me.
“An! An!”
Mi sentii chiamare, ma ero troppo distratto per voltarmi: lo feci quando qualcuno mi colpì con una pallina di carta. Lui era lì, sporto in avanti per parlarmi meglio. “Scommetto che sua moglie l’ha fatto dormire di nuovo sul divano sta notte, è un po’ irascibile”.
Gli sorrisi. “Certo, e sua moglie ha dormito nel suo letto con il giardiniere” gli dissi e tutti e due ci siamo messi a ridere silenziosamente. Erano delle specie di storielle che inventavano sui professori, dove spesso quelli single si mettono con le mogli di altri prof, oppure quelle stesse mogli vanno a letto con amici di famiglia. In ogni caso, mettevano le corna ai mariti comunque. Quindi il professor McMiller era solito dormire sul divano mentre sua moglie dormiva con il giardiniere nel letto matrimoniale.
I miei pensieri, e quindi anche la nostra conversazione, furono interrotti da un urlo classico di McMiller.
“Iourghens, McGregor! Volete stare zitti una volta tanto?” Che avesse sentito quel che abbiamo detto? In tal caso, siamo morti. Mi rimisi composto sulla sedia del banco,,, Perche mi chiama sempre per ultimo? Non l’ho mai sentito dire ‘McGregor! Iourghens!’, mi mette sempre per ultimo.. gentile.
Cominciai a scarabocchiare il quaderno con un disegnino di McMiller schizzofrenico che urla i nostri nomi, mentre dorme sul divano, facendo intravedere dalla porta della camera il mega-figo giardiniere e quella racchia di una moglie che non sa fare altro che urlare. Una volta è venuta a trovare il maritino a scuola, si sono sentite le sue urla fino alla sala dei professori dall’altra parte dell’edificio. Litigano in continuazione, tra l’altro l’altra volta l’hanno fatto per il lampadario. IO però sono dalla parte di McMiller questa volta: un mega lampadario che rovina completamente l’atmosfera della casa e continua a tintinnare ce lo metterei.. frase che non fa una piega.
Gli sentii nominare qualcosa sul seno e il coseno, da me soprannominati sino e cosino (motivo: la mia pessima scrittura che trasforma spesso le ‘e’ in ‘i’). Sentire il professore leggere dal mio quaderno ‘Il sino ed il cosino…’ ha fatto ridere tutta la 4°C.
Non mi sforzai di prendere appunti, me li avrebbe sicuramente passati come al solito Ralph a fine lezione…
Ajah! Ma sei deficiente vuoi tagliarmi una mano?!” tutti i giorni si sentivano questi lamenti da qualche parte della classe, e McMiller era l’unico che ci dava ancora retta. In classe volano oggetti da una parte all’altra per passarli ad altri compagni, ma qualche idiota si è messo in testa che le forbici sono comprese nell’elenco di oggetti che è permesso lanciare senza mozzare nessuno.
“Mizuhara! Che c’è adesso??” urlò con quella sua solita voce stridula simile a quella della moglie.
“Parker mi ha lanciato delle forbici!”
“Non erano per te, idiota!” si sentì la voce di Michael, guardando verso ‘l’angolo ovest’, come soprannominato da me e Ralph, della classe.
“Sono per me idiota” Gar gli prese poco sgarbatamente le forbici dalle mani.
“Ma perché mi date tutti dell’idiota??”
“Perché se un idiota!” sorrise il mio ‘migliore amico’ sporgendosi con il banco verso il biondino più mirato della classe.
“Possiamo chiudere la faccenda per favore?!” strillò il professore, riavvicinandosi alla lavagna.
”Hiromi, alla lavagna!” la chiamò, appena raggiunto il cosiddetto ‘lato nord’ della stanza.
La ragazza, sempre sveglia ed attenta a differenza del resto della classe, si alzò e cominciò a parlare a raffica, tanto che io persi il segno.
Il suo interminabile discorso che era passato dal sino e cosino a come calcolare la velocità di un treno in movimento, fu fermato dal suono della campanella di ricreazione.
C’era un magnifico sole fuori, così tutti decisero di scendere in giardino. Tutti apparte noi due.
Stiamo sempre in classe, anche se non c’è nessuno. Anzi, soprattutto se non c’è nessuno, almeno possiamo parlare senza quel casino totale che c’è di solito.
“An!” mi chiamò avvicinandosi a me, mentre la folla si preparava ad uscire dalla classe.
“Questa volta ci vai tu a prendere da mangiare” mi guardò sorridendo. Io uscii, di nascosto, dalla porta del retro mentre lui controllava che non ci vedesse nessuno. Lì attaccato c’era la pasticceria di Rondulf, quindi, come abitualmente, scavalcai il cancello e presi da mangiare per tutti e due; a differenza di tutti, che si prendono il cibo scarso della macchinetta. Tornai indietro, ed entrammo di nuovo in classe per gustare le delizie che ho appena comprato con il rischio di essere espulso.
“Euforico” cominciò lui.
“Assolutamente” confermai io.
Un altro dei nostri mille giochi che inventiamo per passare il tempo: a fine lezione bisogna dire degli aggettivi per descrivere il professore dell’ora passata.
Ci fu un momento di silenzio, ed io mi rimisi a guardarlo come di consueto.
Ero solamente un suo amico? Pensa mai a me? Riuscirò mai a fargli capire cosa provo?
Mi comporto sempre normalmente, a non smetto mai di fissarlo, voglio che lui capisca, o almeno che pensi lo stesso che penso io. Ormai non ci spero più, non si è mai fatto avanti, forse le mie speranza sono inutili. Ma, se pensasse lui lo stesso? Insomma, io non mi sono mai fatto avanti, forse aspettala stessa cosa che aspetto io.
“An! Ci sei?” si sorrise passandomi una mano davanti.
“Sì.. stavo pensando, sta sera fanno il cinema, non so che cosa, però se non è niente di entusiasmante possiamo parlare tutto il tempo impedendo agli altri di ascoltare come abbiamo fatto con Hulk!”
In effetti siamo un po’ infami.
“Oddio, non nominarlo! La giornata peggiore della mia vita!”
Entrambi scoppiammo a ridere, è la verità: una serata terribile.
“Comunque.. dovrebbero fare.. no, non ne ho idea”.
Gli sorrisi, questa volta più malinconicamente del solito, il motivo è facilmente comprensibile.
A quel punto suonò la campanella di fine intervallo.


Fine primo capitolo! Com’è? Bhè, mandatemi dei commenti se vi è piaciuto? -^^- ciao ciao!

 
Continua nel capitolo:


 
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