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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Bakuten Shoot Beyblade (Beyblade)
Titolo Fanfic: BOULEVARD OF BROKEN DREAMS
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ray-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/04/2006 19:15:22 (ultimo inserimento: 04/09/07)

quando anche nelle situazioni più assurde può nascere l`amore...kxr
 
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- Capitolo 1° -

Signori e signore, anche questa volta torno a rompervi i cosiddetti, ma spero che vi piaccia!


Anche quella sera aveva fatto tardi, forse più del solito. Katy non lo lasciava più, si era messa a parlargli dei suoi problemi amorosi e di tutti i casini che le causava suo figlio, insomma, lo aveva trattenuto in chiacchiere fino a quell’ora assurda.
La scuola l’aveva stancato e non poco in quei giorni, praticamente era sempre di corsa, fra un corso e l’altro non faceva altro che studiare, prendere appunti e correre. In quel momento aveva solo voglia di dormire e non pensare a nulla: né alla verifica di mate che gli pareva essere andata malissimo, né al fatto che dalla sua stanza proveniva musica rock a tutto volume.
Assicurò meglio la presa sui libri e sui vari fogli di appunti, sistemò la pesante borsa sulla spalla per non farla cadere e cercò in tasca le chiavi di casa prima di farle ruotare nella serratura e permettere alle altissime note di forargli le orecchie abituate al silenzio della biblioteca da dove tornava.
Fece una faccia disperata non appena varcò la soglia, chiudendosi la porta alle spalle con un calcio per farsi sentire, ma niente. Di nuovo, il suo compagno di stanza aveva chiamato di nuovo i suoi amici a festeggiare chissà cosa.
Si diresse verso la sua stanza, quel piccolo buco infondo al corridoio e poi a sinistra, cercando di evitare le bottiglie vuote lasciate sul pavimento insieme a una giacca e a un tipo che pareva dormisse pesantemente.
Lo guardò sconvolto per il fatto che poi sarebbe toccato a lui sbattere fuori tutti, finché un braccio si posò intorno alle sue spalle stringendo la presa.
-ehy ragazzina! Non ti avevo notato prima!- una voce viscida e piuttosto fastidiosa gli arrivò alle orecchie.
-senti…facciamo dopo, eh?- disse cercando di liberarsi dalla sua presa senza far cadere tutto quello che aveva in mano. Era inutile cercare di spiegargli che non era una ragazza, dall’odore dell’alito e dal tono traballante della voce era più che certo che avesse bevuto e non poco, per cui non voleva perderci troppo tempo in spiegazioni.
-no, adesso!- il ragazzo lo strinse spingendolo contro il muro e racchiudendolo fra esso e il suo corpo, non voleva proprio lasciarlo andare, ma aveva scelto la persona sbagliata nella serata sbagliata.
L’imprigionato era a dir poco furente col mondo intero quella sera, per non parlare del fastidio che gli provocava quel tocco, per cui non gli diede neppure il tempo di avvicinarsi ancora al suo viso per tentare di baciarlo che gli aveva tirato un calcio nelle parti basse facendolo piegare in due e staccare, così da dargli la possibilità di allontanarsi e chiudersi in camera, dando per sicurezza un doppio giro di chiave.
Sospirò appoggiandosi alla porta e cercando con la mano libera l’interruttore della luce, ma quando il buio scomparve sul suo letto notò due presenze indesiderate impegnate in affari tutti loro e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Era arrabbiato, pronto a spaccare il mondo e guardò i due con odio.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!-
-che cazzo vuoi?!- gridò il ragazzo staccandosi dalla sua bella ormai semi spoglia.
-FUORI SUBITO DALLA MIA CAMERA!!!!- urlò schifato con tutta la voce che aveva in gola, al limite della sopportazione.
-ma vaffanculo!-
-FUORI DI QUI!!!!- aprì la porta, gettò i libri per terra e la borsa di lato, se non se ne fossero andati per conto loro li avrebbe sbattuti fuori lui.
-dai, andiamo…- sussurrò la ragazza riallacciandosi la maglietta e scendendo dal letto, seguita dal suo amante innervosito e con gli occhi fuori dalle orbite.
Passarono accanto a lui bisbigliando parolacce a tutto andare, ma non gliene importò nulla. Voleva solo andare a letto e riposare.
-il mio carissimo compagno di appartamento! Ray! Quando sei tornato?- il ragazzo, sentendosi chiamato in causa, si girò arrabbiatissimo verso la soglia della porta dove il suo compagno lo attendeva con le braccia aperte, quasi aspettando un suo abbraccio, ma Ray non si mosse, lo guardò furente, pronto a incenerirlo da un momento all’altro.
-‘fanculo Boris! Che è tutta questa gente?! Non eravamo d’accordo di non fare stupide feste durante la settimana?!- urlò per superare il volume della musica che batteva nei suoi timpani.
-ma questa non è una festa…è una rimpatriata fra vecchi amici!- spiegò quello tranquillo, ma notando lo sguardo truce e poco convinto, anzi, per niente convinto, dell’amico tornò momentaneamente serio –eravamo partiti in tre, poi si sono aggiunti altri e…sai com’è! Da cosa nasce cosa!-
-bene…mandali via!- disse sintetico.
-cosa?! Ma…-
Il ragazzo incrociò le braccia al petto e lo fissò in attesa, finché il ragazzo dai capelli violetti non fu costretto a dargli retta, così si volse verso il salotto e in breve la musica si zittì.
Ray rimase in quella posizione fin quando il suo amico non gli gridò che se n’erano andati e che aveva vinto anche quella volta, solo allora si decise ad andare a vedere come avevano ridotto il salotto e tutto il resto delle stanze.
Quando varcò la soglia del salotto però sentì delle voci e, a meno che Boris non avesse cominciato a soffrire di una doppia personalità, anzi, di una tripla personalità, qualcosa gli diceva che era rimasto qualcuno.
Entrò nella stanza e vide subito Boris parlare animatamente con due ragazzi, uno dai capelli rosso fuoco e gli occhi azzurro ghiaccio e uno dai capelli bicolore e gli occhi di un colore che non notava a causa dei ciuffi di capelli che gli cadevano davanti a essi in modo ribelle.
-Boris…- sussurrò esasperato Ray e stava anche per aggiungere ‘ti sei dimenticato due di loro?’ ma si zittì quando il diretto interpellato lo chiamò allegro.
-Ray!! Ragazzi, questo è il ragazzo di cui vi ho parlato, il mio compagno di appartamento, Ray, loro sono Yuri- e indicò il rosso –e Kai- e indicò l’altro.
Quest’ultimo si era messo a fissarlo stranamente, fino a farlo innervosire solo per quello, ma ormai quella sera era destino che esplodesse in un qualche modo.
-ciao- disse apatico –Boris dopo vedi di sistemare tutto perché domattina io sono impegnato!-
Detto ciò si girò per svignarsela, voleva assolutamente cambiare le coperte e poi stendersi sul tanto amato letto, ma Boris lo prese sottobraccio e lo riportò indietro facendolo sbuffare sonoramente, mentre tentava di liberarsi dalla sua presa insistente.
Non capiva che non ne aveva voglia?!
-eh no, mio caro, questa sera resterai un po’ in compagnia, non puoi fare l’asociale a vita!- disse facendolo sedere sul divano fra lui e Kai –e togliti questi occhiali che ti danno un’aria da secchione da far schifo!-
Gli tolse gli occhiali che comunque gli servivano solo per lo studio e li posò sul tavolino davanti a loro, pieno di bottiglie, bicchieri e pacchetti di cibo dall’odore terribile.
-loro resteranno qui stasera, Ray caro, io e Yuri dobbiamo parlare di cose nostre e ho detto a Kai che può
dividere la camera con te-
-cosa?!- disse sconvolto dalle sue parole, totalmente incredulo, doveva per forza aver sentito male!
“come può mettere un perfetto sconosciuto nella mia camera?!” si girò verso il ragazzo dai capelli violetti e lo guardò pronto a incenerirlo coi suoi occhi dorati, un colore piuttosto insolito e che gli aveva causato tanti problemi.
-eddai, non fare il difficile e bevici su!- Boris si allungò apparentemente tranquillo verso il tavolino e prese una bottiglia di vodka a metà, porgendogliela per cercare di calmarlo. Sapeva fin troppo bene di star per incorrere nella sua ira.
Ray passò lo sguardo dalla bottiglia al russo davanti a sé che gli sorrideva in modo ebete.
-grazie Boris!- sussurrò alzandosi e dirigendosi a passo svelto verso la camera. Doveva almeno renderla passabile.
Ma a che stava pensando?
Quello sconosciuto stava invadendo la sua privacy e lui doveva pure preoccuparsi di non fargli trovare nulla sottosopra?!
Neanche a pagarlo!
Entrò in camera e tirò via dal letto le coperte con uno strattone, buttandole a terra arrabbiato, cercando di sfogare in un qualche modo la sua ira, ma non ci sarebbe mai riuscito del tutto con qualcuno che continuava a fissarlo da dietro, cosa che detestava terribilmente!
-cosa vuoi?- domandò con poco garbo continuando nei suoi affari, dirigendosi verso l’armadio per tirare fuori delle coperte pulite.
-non dovresti stare a lavorare troppo per me!- disse il ragazzo che gli era stato presentato come Kai pochi istanti prima, con un sorriso sornione e con la bottiglia di vodka da lui rifiutata in mano.
-infatti lo faccio per me!- ribatté posando sul letto le lenzuola profumate di sapone e gettando in una cesta quelle sporche –e qui dentro non entri se hai bevuto!-
Kai fissò colpito prima il ragazzo dai lineamenti orientali e poi la bottiglia, quel ragazzo era appena uscito da un monastero o cosa?
-è solo vodka!- spiegò cercando di fargli capire, ma Ray sollevò un sopracciglio e tornò a occuparsi del letto.
-non mi eri stato presentato così acido, Ray- Kai pose la bottiglia a terra appena fuori dalla porta della stanza e si avvicinò al cinesino che sistemava le coperte al meglio.
-mi dispiace- disse, ma in realtà la cosa non gli dispiaceva quasi per niente. Odiava gli amici di Boris…
-o Boris è un gran ballista o tu hai un problema…-
Ray alzò lentamente lo sguardo perforando il ragazzo coi suoi occhi e cercando di capire cosa volesse da lui per essere così sentenzioso.
Era un bel ragazzo, niente da dire, ma quel suo sguardo così freddo e penetrante lo costrinse ad abbassare gli occhi.
-non ho nessun problema!- disse –questo è il tuo lato, io dormo sulla sinistra-
-non vorrai andare a letto adesso?! Sono le undici!-
-prendere o lasciare mio caro- prese il pijama e si diresse verso il bagno per cambiarsi, chiudendo la porta di colpo.
-non temere Kai, abbaia ma non morde affatto!- Boris si appoggiò allo stipite della porta e guardò l’amico russo girarsi quasi sconvolto.
-può essere un peccato che non morda…-
-farò finta di non aver capito! Comunque deve essere andato male qualcosa oggi perché di solito è molto diverso…per cui trattamelo bene!-
-ah, Boris! Io e te dobbiamo parlare domattina!- Ray era appena tornato dal bagno e guardava l’amico più alto con rabbia.
-beh…in bocca al lupo Kai! Sta attento!- detto ciò il russo se la svignò nella stanza accanto dove lo stava aspettando Yuri, lasciando l’amico con un Ray piuttosto nervoso.
-buona notte!- gridò non appena fu al sicuro nella sua stanza, ma non ricevette risposta.
Kai seguì i movimenti rapidi del ragazzo cinese che saltò sul letto e si tirò le coperte addosso, sdraiandosi e coprendosi fin sopra la testa, il tutto senza dire una sola sillaba.
Si guardò intorno, studiando quella stanzina che aveva una sola piccola finestra parallela al letto che dava sulla città perennemente illuminata da mille luci colorate. Un armadio e una scrivania occupavano gli altri spazi accanto alle pareti alle quali erano inoltre attaccati un paio di quadri, ma uno era quasi completamente coperto da post-it colorati, foto e foglietti vari.
Si avvicinò a questo studiandolo da più vicino: c’erano tante frasi che potevano venire da poesie e comunque di quelle che hanno un senso, tra le quali anche la famosa “carpe diem, quam minima credula postero”, scritta in modo antico e decorato. Tra queste vi erano tante foto: paesaggi montani, un paesino, dei ragazzi, una di una famiglia un po’ vecchiotta e una più recente di lui con una ragazza dai capelli rosa sorridente.
-è la tua ragazza?- domandò d’improvviso Kai, sapendo bene che Ray lo stava controllando semi-nascosto dalle coperte.
-più o meno…- rispose neppure troppo seccato Ray, guardandolo mentre ammirava le sue foto e leggeva le varie frasi. Quello era il suo angolino, il posto dove attaccava tutto quello che dava senso anche solo a un giorno della sua vita; nessuno aveva mai osato leggerlo o guardarlo per troppo tempo, neppure Mao, la ragazza della foto.
Era come se qualcuno lo stesse sondando dall’interno, nell’anima, studiando fino a conoscerne i più remoti segreti. E Kai stava facendo proprio quello, lo stava studiando coi suoi occhi che ancora non aveva capito bene di che colore fossero, ma che l’avevano quasi imprigionato poco prima.
-vuoi guardare quella roba ancora per molto?- “della serie, smetteresti di sbirciare nei miei segreti? Grazie!”
-mi piace!-
“capisco che possa essere originale, ma quelle sono cose mie! Dannazione a me che le ho esposte!!”
-che posto è quello di tutte queste foto?- domandò guardando ognuna di esse e cercandovi qualcosa di famigliare, ma inutilmente.
-è il mio paese…la Cina…- disse, non voleva dilungarsi troppo a raccontarsi ad uno sconosciuto di cui nemmeno si poteva fidare.
Si alzò a sedere, incrociando le dita sulle ginocchia a fissando quel ragazzo strano guardare meravigliato le sue foto con ammirazione. Lo aveva incantato…
-mi piace- si limitò a sussurrare, voltandosi poi verso di lui e andando a sedersi sulla sua parte del letto, facendolo cigolare leggermente sotto il suo peso, un rumore che si perse nella notte insieme a quelli provenienti dalle strade e dall’esterno.
Kai alzò lo sguardo verso Ray e lo guardò fisso in viso, cosa che evidentemente l’altro non resse a lungo, dato che distolse lo sguardo dorato per posarlo lontano, arrossendo anche un poco e senza sapere il perché, ma questo particolare sfuggì alla vista di Kai.
-tu invece da dove vieni?- chiese il cinesino cercando di fargli distogliere lo sguardo da sé, dato che il ragazzo pareva essersi incantato.
-Russia, un paese molto diverso dal tuo-
-ci sei stato?- domandò sbirciando con la coda dell’occhio, finalmente si era voltato.
-no, però mi è bastato vedere quelle foto, sole e natura dappertutto, credimi, la Russia è totalmente diversa!-
-credimi…anche la Cina sa essere fredda…- la sua mente si perse nei ricordi e il suo tono di voce divenne via via sempre più sottile e malinconico.
-ti manca il tuo paese?- chiese Kai con una voce che stupì parecchio Ray per la nota di dolcezza che vi colse.
-non troppo, però dopotutto è pur sempre la mia casa..- sospirò, certo che gli mancava il suo paesino, odiava le grandi città, odiava Tokyo!
-comunque sia domattina mi devo alzare presto, per cui…buona notte Kai!- si gettò sul letto dandogli le spalle e stringendosi nella sua parte il più possibile.
-buona notte- disse l’altro e, dopo aver spento la luce, si coricò a sua volta, lasciando vagare la mente lontano. Non aveva mai considerato la Russia una casa, più che altro era un nome segnato indelebilmente sulla sua carta d’identità e nel suo essere, qualcosa che bene o male faceva parte di lui!
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, notando solo in quell’istante il profumo di quella stanza: dolce e speziato insieme, uno strano accoppiamento, forse anche pericoloso…ma che ebbe il potere di accompagnarlo nel mondo dei sogni.
...
...
continua.

Beh?? Che vi pare di questo aborto con un nome?
Kai:sono fuggiti...hanno capito come sei fatta e VIA!
ç_ç aspietto commentuzzi, anche minacce...V_v
Kissos!
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
yukionna - Voto: 24/06/08 11:45
ç_ç voglio leggere il seguito...questa attesa é logorante
D'accordo con il commento: 2 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

yinyiang - Voto: 11/06/08 19:04
bellissima!!!!!! ti prego continua la fic!! ^ * ^
D'accordo con il commento: 2 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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