1. - Capitolo 1° -
eccoci qua io ci provo con la terza ff ancora non mi c***te nemmeno di striscio ma io non demordo quindi brutti sfaticati se vi fa schifo almeno ditelo! si apprezano commenti favorevoli
&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Guardando oltre il mare, in una giornata cristallina, là dove cielo e terra si uniscono, all’orizzonte, c’è un’isola dove nessun essere umano che non sia puro nello spirito ha mai potuto metter piede.
È là che quell’essere totalmente puro venne al mondo, venne al mondo Marina, tra un frusciar del vento nei bianchi alberi di betulla e cedri, tra un’incessante infrangersi delle calme onde sul bagnasciuga,ella emise il primo gemito, un grido di gratitudine alla vita.
Figlia di donna mortale, che aveva sorretto le ire della dea Venere, figlia del nume Amore, ella aveva ricevuto tutti i poteri degli dei tranne uno, l’immortalità.
Aggraziata e delicata come una musa danzatrice, la voce bella come quella di un uccello di rovo, un’intelligenza acuta ma ancora molto infantile, dava gioia a chiunque incontrasse sul suo cammino.
Aveva molta della bellezza della nonna Venere, ma non aveva la sua sfrontatezza, bensì una dolcezza unica.
Passava le interminabili giornate, in mare aperto facendo ritorno al calar del sole, da qui il suo nome. Molto presto sua madre la esortò a scoprire le meraviglie che si trovavano nell’isola e Marina, accettando ogni consiglio che le veniva dato, si inoltrò nel folto della foresta di betulle e cedri. Dopo aver a lungo camminato, guardandosi in giro si accorse delle molte varietà di erbe, piante e fiori, estranei alla sua conoscenza, odori nuovi, inebrianti , colori, delicati, sgargianti, forme, strane, normali, fiori aperti di notte chiusi di giorno, piante sempreverdi, e si fermò ad annusare e osservare quelle novità, mentre era intenta a far ciò un brivido la fece sussultare, quale strano essere le suscitava quelle sensazioni di paura e curiosità insieme alzando gli occhi nel preciso punto in cui l’essere si trovava, vide davanti a sé nascosta per metà dalle foglie una mitica figura, un’essere per metà uomo e metà cavallo, ricordò che uno tra i tanti racconti della mamma compariva quest’indistinto essere, il centauro, guardando gli occhi così rassicuranti della creatura non provò più paura ed incuriosita gli chiese come si chiamasse, e timorosamente le fu risposto”Fiorenzo”.
Fiorenzo, che ben sapeva chi ella fosse, la raggiunse osservandola pensò che ella fosse davvero una figurina strana così piccola, docile, curiosa, buona, bella, e le chiese se sapeva che quelle piante oltre che belle, fossero anche curative, ella rispose che mai aveva visto prima pianta o fiore, erba o foglia che non fossero quelle marine o gli alberi al limitar della foresta.
|
|