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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: ...E MI PERDO NEI TUOI OCCHI...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: silver-fairy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/04/2006 17:46:31 (ultimo inserimento: 05/03/07)

``blaise...se un anno fa mi avessero detto che mi sarei innamorata di lui non ci avrei mai creduto, probabilmente sarei scoppiata a ridergli in faccia
 
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TOCCARE IL CIELO CON UN DITO
- Capitolo 1° -

…E mi perdo nei tuoi occhi…
_Toccare il cielo con un dito_

Oh, che capelli i suoi: neri, lunghi fino alle spalle e legati mollemente da un laccio.
Ha degli occhi blu oltreoceano che lascerebbero chiunque estasiato; sembra strano ma in quelle iridi profonde vi si nasconde un mare immenso di dolcezza, che trasparisce ogni volta che lui sorride.
Sì, ha decisamente un sorriso molto bello, forse è proprio questo che mi ha resa così vulnerabile dinanzi alla sua presenza e al suo sguardo.
Inoltre mi piacciono le sue mani, fini, ornate dell’anello argenteo di Serpeverde e dai movimenti morbidi.
Il corpo posso solo immaginarlo, e credetemi, sarebbe un bel corpo.
Vorrei conoscere il suo profumo, quello di cui tutte le ragazze parlano, ma che nessuno riesce a descrivere, e mi sento una stupida.
Lui non si avvicinerebbe mai tanto a me da permettermelo.
Allora, nella mia stupidità, ogni giorno spero si avvicini un po’ di più a me, che mi parli, che mi rivolga uno di quei sorrisi che solo lui sa fare.
Spesso, durante le lezioni, prego perché decida che per lui l’argomento sia troppo noioso e che quindi cominci a guardarsi intorno, in modo da girarsi verso di me anche solo per poco.
Purtroppo questo non succede e mi ritrovo a sognarlo di notte, con la speranza che l’indomani mattina si accorga di me e dei miei sentimenti.
Proprio come adesso, chiusa qui nel dormitorio femminile, seduta sul davanzale della finestra in compagnia della luna.
Sognavo di lui che mi parlava, anche se non sentivo la sua voce, però era circondato da un alone di luce come se fosse un angelo.
Peccato, se Grattastinchi non mi avesse svegliato… Ron ha pienamente ragione, quel gatto sa essere così rompiscatole, a volte.
Comunque, una volta scacciata quella palla di pelo, ho scoperto di non avere più sonno, ed ora eccomi qui, a pensare.
Forse dovrei tornare a letto, altrimenti non riuscirò a tenere gli occhi aperti durante le lezioni, ma
proprio non ci riesco.
Controllo l’orologio… Non mi ero accorta che fossero già le cinque, sono più di due ore che il pensiero di quel ragazzo mi tormenta.
Blaise Zabini…
Se un anno fa mi avessero detto che mi sarei innamorata di lui non ci avrei mai creduto, probabilmente sarei scoppiata a ridergli in faccia.
Adesso invece spero ardentemente in una sua parola, in un suo sguardo, che purtroppo non arrivano.
Come è successo, dite?
Ah, nemmeno io lo so bene.
Credo sia perché ora che Voldemort è stato sconfitto lui ha cominciato a comportarsi come il vero Blaise, sì, insomma, è diverso.
E poi prima era solo una delle tante ombre di Malfoy, antipatico e borioso, mentre ora ha preso a farsi strada sia come alunno eccellente che come “playboy” di Hogwarts.
E’ un caposcuola come me adesso, per cui lo vedo spesso anche se non mi rivolge la parola. Il primo settembre si è presentato nello scompartimento dei caposcuola con la spilla in mostra e si è seduto in uno dei posti, poco prima dell’inizio della riunione; ha esposto le sue idee, ottime tra l’altro, e da lì la simpatia è cominciata, sviluppandosi poi in qualcosa di più.
Accidenti, spero di essermi spiegata bene, fate conto che in questo campo non sono poi così ferrata: di solito i miei voti non scendono sotto l’eccellente, ma questa è tutta un’altra cosa, no?
Allora…
Direi che sarebbe meglio cominciare a vestirmi, magari così riesco a passare in biblioteca a dare un’occhiata.

Ecco fatto!
Mmmh, la borsa è pronta, la cravatta della divisa l’ho messa, ho preso tutto il materiale e non manca nulla, mi pare.
Perfetto.
Scendo le scale del dormitorio e mi ritrovo davanti l’orologio, che segna le 5.27, non pensavo di aver fatto tanto presto.
Dico la Parola d’ordine al quadro della Signora Grassa, che tra sbuffi ed imprecazioni mi lascia passare, poi mi dirigo in biblioteca, tanto la Sala Grande non è ancora pronta.
Anzi, potrei andare a fare un salto nelle cucine, così…
Cosa? Il C.R.E.P.A.?
No, ho abbandonato l’idea. Ho scoperto che il povero Dobby era costretto a farsi tutto il lavoro da solo per colpa dei miei berretti, mi è dispiaciuto un sacco… E poi non serviva a nulla.
Certo, adesso però se vado giù pago il conto.
Con un po’ di fatica sono arrivata al quadro e faccio il solletico alla pera, un modo davvero strano per entrare, sicuramente un’idea di Silente. Una piccola creaturina dal lungo naso mi si para davanti: indossa all’incirca sei paia di calzini per piede, due magliette, dei pantaloncini molto buffi e un capellino rosso e oro di lana. Credo che una buona parte del suo vestiario sia opera mia.
Dobby mi fa un profondo inchino, gioendo per la mia visita e dicendomi che sono sempre la benvenuta, mentre mi fa accomodare su una poltroncina imbottita. Mi fa notare quanto gli piaccia il berretto, perché il rosso è il suo colore preferito e torna a ringraziarmi per aver deciso di non seminare più roba in giro per la sala comune, dandola invece direttamente a lui. Io gli dico che per me è un piacere, bevendo un sorso di tè dopo averci pucciato dentro un biscotto.
Chiacchieriamo per cinque minuti buoni, mi fa assaggiare una torta deliziosa e mi offre dell’altro tè.
Com’è gentile,vorrebbe che per oggi non pagassi niente, ma una promessa è una promessa: gli do il suo Falce, quota anche troppo alta a suo parere, e me ne vado.

Con calma, con calma, non c’è nessuna fretta. Sono le sei oramai, il che significa che la maggior parte degli alunni si alzerà fra un’ora circa, ho tutto il tempo che mi serve; inoltre le lezioni cominciano alle otto e mezza, quindi…
Eccolo lì, il mio tavolo preferito, solido, rotondo, grande abbastanza per appoggiarci tutti i libri di cui ho bisogno, in pregiato legno di noce. E’ vicino alla sezione “Incantesimi”, forse una delle materie in cui mi applico maggiormente, davvero il posto migliore per concedersi un po’ di relax leggendo un libro.
Non vi preoccupate, in questo momento non ho intenzione di studiare, ne ho già approfittato ieri sera, voglio solo scrivere il mio racconto.
Già, non ve ne ho ancora parlato, ma abbiate pazienza, non ho dormito poi molto.
Parla di una giovane ragazza, ricca, che abita in un bel castello situato in alta montagna, più precisamente fra due alti monti. Studia molte materie, ma la sua preferita è Musica. Purtroppo il suo insegnante non può più andare da lei per alcuni motivi, così la ragazza ha del tempo libero che impiega facendo lunghe passeggiate all’aperto. Un giorno si inoltra nel bosco vicino, per dare un’occhiata all’interno delle fitte chiome degli alberi, così si imbatte in un nobile ragazzo, di viso delicato e portamento elegante. Inizialmente solo per caso, poi per appuntamento, i due cominciano a vedersi sempre più frequentemente finché un giorno lui la invita a casa sua. Nella sala da ballo c’è un pianoforte a coda, e il giovane si mette a suonare una dolce melodia composta da lui stesso, per allietare la ragazza. Lei lo ascolta rapita, poi, come in un sogno gli si avvicina e comincia a suonare insieme a lui, avendo imparato in poco tempo le morbide note.
Ed è a questo punto che mi sono interrotta, l’ispirazione è come scomparsa.
Avete presente, un momento prima pensate di poter scrivere la storia del mondo, poi vi accorgete che era una cosa impossibile.
Muovo qualche passo, quando mi accorgo di un lieve fruscio alla mia destra. No, non è un fruscio, è qualcosa di più lento, ritmato, ma non come il battito di un cuore, è qualcosa di diverso.
Sembra il rumore del mare, quando le onde fanno avanti e indietro eternamente, instancabili.
Si direbbe… il respiro di qualcuno.
Ho paura di girarmi e trovarmi davanti una persona indesiderata, magari tipo Malfoy, o uno dei suoi grandissimi-amici-cervello-piccolo, Tiger e Goyle.
Mi volto e… non crederete mai a che cosa stanno ammirando i miei occhi. Decisamente ammirando è la parola giusta, ci sta proprio bene.
Blaise, sì, il mio Blaise dorme pacificamente con la guancia appoggiata sul libro che doveva aver intenzione di leggere, un sorriso beato in volto, e qui sorrido anch’io quando lo vedo, mentre la sua schiena si alza al ritmo del suo respiro.
Perché dico “mio”? Oh, non ne ho idea, mi è uscito spontaneo.
Sapete, dopo tanto tempo che si vuole bene ad una persona, la si ama, oppure si prova semplicemente un’attrazione profonda per lei, si diventa egoisti nei confronti del resto del mondo.
Lasciate che vi spieghi.
Quando vedo Blaise Zabini, il principe moro dagli occhi ipnotici, mi si scioglie il cuore, vorrei che il tempo si fermasse per averlo solo per me.
Vorrei che il suo sguardo fosse solo per me.
Vorrei che il suo sorriso fosse solo per me.
Vorrei che le sue labbra fossero solo per me.
Che i suoi baci fossero solo per me.
Che lui fosse solo per me.
Ma questo purtroppo non è possibile, l’ho già detto e lo ribadisco.
Pur non volendolo, sto andando a sedermi a quel tavolo, dove lui sembra aver trovato un posto comodo e sicuro per riposarsi. Bah, che dico, lo voglio eccome.
Mi siedo, poso la borsa, ma non tiro fuori pergamena e piuma, credo di aver cambiato idea riguardo al modo di occupare il tempo che mi rimane. Lo guardo, anche se lui non può ricambiare. Cerco di inspirare il suo profumo ma sono troppo lontana.
Ora non mi rimangono che poche speranze.
Spero di vedere i suoi occhi aprirsi, e svelarmi l’universo che si cela al loro interno.
E spero di non vederlo mai, perché significherebbe la fine del mio sogno.
Provo ad allungare il collo per sentire il suo odore, ancora una volta, purtroppo il mio olfatto non capta nessun aroma, che sia dolce o aspro.
Con discrezione mi sposto più vicino, alzandomi dalla sedia su cui mi ero seduta poco fa, in punta di piedi per non far rumore. Gli sono dietro. Diciamo che la distanza è di tre passi, per essere più precisi. Solo tre passi mi separano da lui.
Sapete che 3 è il numero perfetto? Ma anche 2 non è poi tanto male.
Due come io e lui. Hermione Granger e Blaise Zabini.
Mi piacerebbe che fosse 2 il numero perfetto.
Adesso il nuovo numero perfetto è l’unica cosa che mi separa da lui. Due passi. Anzi, facciamo uno.
Il numero 1 invece non mi è mai piaciuto molto. Sarà perché Uno, Asso, o come più vi piace chiamarlo, indica in un certo senso la Solitudine. Se c’è un’unica persona nella stanza significa che quella persona è da sola, senza nessun altro, vi pare?
Se mi avvicino ancora un po’ posso toccargli la guancia con la mano. Fatto. Non, non gli ho toccato la guancia, ma ho appoggiato i palmi sullo schienale della sua sedia.
Mi stupisco: nonostante gli sia praticamente appiccicata non sento il minimo profumo. Possibile che quelle ragazzine che fanno girare quelle voci si siano inventate tutto?
No, non voglio crederci. Me lo sono sempre immaginata circondato da un’aura angelica, una magnifica creatura che al suo passaggio lascia una scia profumata di fiori e migliaia di altre fragranze. Ma anche se non fosse così mi importerebbe ben poco, è naturale. Sarebbe carino, ecco.
Non ci credo, sto per commettere l’errore più grosso della mia vita, un gesto che non farei mai, che non mi sarebbe mai passato per la testa. Se solo lui non fosse tanto bello…
Sporgo la testa in avanti, vicino, vicino, sempre di più, il battito del mio cuore aumenta la velocità, posso sentirlo pulsare nelle orecchie, forte e chiaro.
….TUM.. TU TUM ..TU TUM TU TUM...TU TUM TU TUM TU TUM….
Che emozione indescrivibile, mi travolge, mi porta via con se e…
Oooh…
Respiro profondamente con un groppo alla gola, mentre un profumo inebriante mi invade, passa attraverso il naso, i sensi sono in allerta, tutti e cinque, come amplificati da questa nuova sensazione di benessere.
Credo di aver toccato il paradiso con un dito…
Già. Se toccare il paradiso con un dito è così sconvolgente, chissà come dev’essere entrarci con tutto il resto del corpo…
Come vorrei che anche solo le mie labbra potessero sfiorare quelle di un angelo, così da poter provare ancora questo batticuore, così da poter raggiungere la pace interiore…
Parlo come una pazza, forse, ma non mi importa. Adesso non mi importa più niente.
Affondo le dita nei suoi capelli di seta neri come la notte, e mi sento viva.
Poi…
Mi accorgo di quello che sto facendo.
Ho le mani fra i capelli di Zabini, siamo soli in biblioteca, fra poco arriverà Madama Pince e non so assolutamente cosa fare per liberarmi da questo “pasticcio”.
E se si stesse destando?
Sveglia, Hermione, pensi che non sia già successo?! Ho paura di lui, per una volta. Anzi no, ho paura che dopo questo non mi voglia più vedere, che mi disprezzi: una sporca Mezzosangue gli ha toccato i capelli, come vuoi che si senta, stupida strega?
Che dico, lui non è così. Ma ho lo stesso il terrore che possa accadere qualcosa di simile.
In uno scatto felino levo le mani impigliate nelle soffici ciocche scure, e raccolgo ancora più velocemente quello che ho posato a terra prima.
Si smuove contrariato, mugugna qualcosa che non colgo completamente, ma assomiglia ad un “Nooo” sommesso.

Ed apre gli occhi.
Blu, belli, bellissimi, espressivi, magnetici, senza fondo, che rispecchiano la mia immagine rimpicciolita e sfuocata.
Indescrivibili eppure padroni di mille aggettivi fra i più apprezzati.

Mi fissa per alcuni istanti che sono interminabili. Non Sembrano, Sono.
La bocca è spalancata, il viso sfigurato in un’espressione meravigliata, non disgustata come avevo previsto, a quanto pare si aspettava di vedere qualcun altro, magari la fidanzata. Anche se dovrebbe essere single.
“…”
Non pronuncia parola, sta’ zitto e fermo, forse è anche peggio. Continua a tenere gli occhi puntati sul mio volto, che è preoccupato, impaurito.
“…”
Per quanto riguarda la mia lingua, si è congelata, trasfigurata in un sasso granitico, pesa come non mai.
“Hermione…?”
Ti prego dillo ancora, una volta, dieci cento mille diecimila. Non l’aveva mai pronunciato da solo, non accompagnato o preceduto dal cognome.
Ho un nome bellissimo. Hermione. No, è lui che lo rende tale, ti prego, Blaise, ripeti ciò che hai appena detto.
Il tempo ora si ferma. L’unico rumore che sento è quello che fa il mio cuore quando pompa il sangue in tutto il corpo, mi sento avvampare, un calore tiepido si espande in me.
Fa davvero questo effetto l’amore? E se non è amore allora cos’è? Perché io non saprei dirlo, ho bisogno di sentirlo da qualcun altro.

“Hermione”
Si porta una mano alla bocca, accorgendosi solo ora di avermi chiamata per nome per ben due volte in meno di cinque minuti.
Una pugnalata, più di una, mi trafigge il cuore. Adesso cosa gli racconto?
“Che cosa…?”
Una muta domanda resta sospesa nell’aria, una domanda che se fosse per me rimarrebbe tranquillamente senza risposta.
Non sa cos’altro dire.
Avrà inteso quello che è successo, quello che mi è successo? Che sono innamorata, o invaghita, di lui a tal punto da avergli infilato le mani fra i capelli ed aver annusato il suo profumo?
Avrà compreso i miei sentimenti?
Sento un altro battito, che non è il mio, che diventa ora sonoro, ora flebile, ora veloce, ora lento.
Si mischia al mio in un ritmo bello, mi piace ciò che sento.
Sarà il suo cuore? La magia può veramente trasportare fino a me questo suono?
Stiamo creando una melodia, come i due ragazzi della mia storia.
Ritmo dolce, ritmo pigro, ritmo squillante…
Un ritmo ritmato.

E sorride. Proprio così, sorride a me, Hermione Granger.
Sono felice.
Anche se morissi fra una manciata di secondi non potrei essere più felice. Grazie, Blaise, grazie di esistere. Ti ringrazio per questo tuo sorriso.
Così, accorgendomi di non aver solo pensato a tali parole, ma di avergliele dette, gli sorrido a mia volta e mi porto una mano alla bocca, come lui poco fa.
Una seconda domanda, non pronunciata, questa volta, nemmeno sospesa nell’aria, ma nella mia mente, mi si presenta davanti.

Chissà se la mia bocca sfiorerà la sua almeno una volta…?




















Spero vi piaccia.
Mi sentivo ispirata, non so perché. Fatemi sapere se vi è piaciuta.
La dedico alla Marty... Twiddy Tv1kdbxs ^^
Fay

P.S.: La storia di cui parla Hermione avevo veramente intenzione di scriverla, l’ho già iniziata, magari la manderò prima o poi...
 
Continua nel capitolo:


 
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