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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: FLASH BEFORE YOUR EYES
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: rem11 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/11/2002 18:10:30

yaoi...i ricordi di un`intera vita di un ragazzo ke sta morendo...
 
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- Capitolo 1° -

Ed eccomi di ritorno con una nuova fic^^ (succedono anche le sfighe nella vita...ndTutti)!!!! Questa volta è una yaoi...e l' idea mi è venuta dopo aver visto un amv di Cowboy Bebop (oh, Spikuccio mio ç______ç)...intitolato proprio "Flash Before your Eyes" (bestia, neanche il titolo sa fare da sola...ndTutti)...magnifico ,,,,;_________;,,,...comunque, leggetela e fatemi sapere^^!!!! Smack^3^!!!
Rem



FLASH BEFORE YOUR EYES
By Rem
(in lutto per la morte del suo adorato Dr. Greene...sigh...Greenny-pucci ç____ç...)



Si dice che prima di morire, ti passi davanti tutta la vita.
Forse, per me..non c’è molto da ricordare. Almeno, non eventi che lo meriterebbero.

La mia nascita non è stata altro che un errore.Un peso.
Io non sono mai stato più che questo.
Un elemento scomodo, la cui venuta al mondo ha portato solo problemi, nulla di più.
E per una bambino di pochi anni, non è bello sentirselo dire...
Forse non sarei mai dovuto nascere. Sarebbe stato meglio per tutti.
Anche per me.
Perchè sopportare il peso di questa vita, chi me lo ha fatto fare?
Chi mi ha fatto sopravvivere fino ad ora? Che cosa?
la mia vita non valeva la pena d'esser vissuta...

A 3 anni sentirsi l'artefice della morte di una persona,
"Sarebbe stato meglio se fossi morto tu, invece di tua madre!!!"
della morte di tua madre...
Quante volte ho sentito questa frase, quante volte queste parole mi sono rimbombate nelle orecchie, quante volte ho sofferto.
Quante volte mi sono tappato le orecchie, quante volte mi sono infliato sotto quello stramaledettissimo letto mentre mio padre cercava di picchiarmi...
e ci riusciva.
Quante lacrime ho versato.
Il dolore di quei giorni, non lo scorderò.
Nascondersi nell'armadio allo sentire i suoi passi,
chiudersi in camera allo sbattere della porta d'ingresso,
piangere la notte.

E più io mi nascondevo, più io tentavo di ripararmi,
più lui si arrabbiava, più lui mi picchiava forte.
Avevo paura di mio padre.
Il terrore.
La paura di fare anche una minima, una sola mossa falsa e sparire, per sempre.
Ho temuto anche questo, che potesse uccidermi.
Non me ne sarei stupito.
Ne sarebbe stato capace, ne sono certo.
Avevo paura di vivere.

Non gli importava fossi suo figlio, non gliene fregava niente.
Io ero solo "il maledetto che ha ucciso la sua donna". Basta.
Amava la mamma, l'amava più di chiunque altro. Più di me.
non gli interessava fossi il figlio suo e della sua amata.
Non gli importava se quella donna, pur di farmi venire al mondo, aveva rinunciato alla sua, di vita.
La mamma mi aveva amato ancora prima che nascessi.
Mio padre non lo farà neanche dopo che sarò morto.
Sempre che lo venga a sapere.
Chissà dov'è poi.
Non mi importa.
Mi basta sapere che è lontano da qui.
Anche se io ho sempre desiderato una famiglia, una famiglia VERA...
andavamo bene anche solo noi due...
io e te.
tu ed io...
non ho chiesto molto...papà...
ed io che mi ostino a chiamarlo "papà"...
che stupido...
Mi bastava un po' di comprensione,
mi bastava non dover sopportare da solo il peso che mi portavo appresso..
avremmo potuto superare tutto, avremmo potuto farcela assieme, papà..
Non eri l'unico a soffrire per la perdita della mamma...
Invece che sostenerci a vicenda, hai deciso di prendertela con qualcuno, di prendertela con me...
piuttosto che aiutarmi ad andare avanti..
Pensa, io la mamma....neanche l'ho conosciuta...

Al tempo, papà, aveva cercato di convincere sua moglie, aveva tentato di smuoverla dalla sua idea...Era malata.
O io, o lei.
Uno dei due sarebbe dovuto morire.
Non c'era speranza di poter salvare entrambi.
Mio padre mi odiava ancora prima che venissi alla luce.
Sono stato io a portargli via la cosa più importante che avesse al mondo...
e non me l'ha mai perdonato.
La mamma decise di portare a termine la gravidanza, infischiandosene del suo destino..
Ma ne è valsa la pena?
Mamma...hai visto che è successo?
Forse sarebbe stato meglio che fossi stata tu, quella sopravvissuta...
Tuo figlio è un buono a nulla, un incapace.
Alla fine se ne è convinto anche lui stesso.
Non sentivo altre parole riferite a me che non fossero quelle.
Alla fine, uno se ne convince.


Con l'andare del tempo mio padre, quell'uomo che non so quanto potesse definirsi tale, si calmò.
continuava a passare il suo tempo fuori casa, lontano da me. Lontano dallo sbaglio della natura...suo figlio.
Io crebbi. Ma le cose non migliorarono. Era sempre fuori per lavoro, ma quando tornava a casa quelle poche volte, non esitava a prendermi a pugni,
a sfogare i suoi dispiaceri su di me.
Non pensava ai miei.
Voleva solo riversare il suo dolore su qualcuno...me.

Non c'è la facevo più, stavo crollando.
Dopo giorni uno ne resiste, ma dopo anni...uno ne muore.
e ci ho pensato, tante, tante volte.
Per me era tutto finito

"Datemi una ragione per cui vivere, perchè la realtà mi sta uccidendo"
mi ripetevo piangente.

Ma qualcosa cambiò.
Quel giorno, in quel piccolo campetto.
Pioveva come non mai, la pioggia si mischiava con le mie lacrime; come che il cielo stesse piangendo, come che quella pioggia potesse lavare via tutto, tutte le mie ferite e le mie sofferenze...
Ed in qualche modo sotto quella pioggia scrosciante ci riuscii, ma non del tutto; non era quella la pioggia che mi avrebbe fatto scordare tutto...Non era quella, la pioggia che desideravo...
Un ragazzo, stava giocando con una palla.
Un canestro sotto la pioggia battente.
Mi avvicinai, pieno di lividi e con gli occhi lucidi.
Già, l'ennesiama fuga da mio padre.
Non dissi nulla, solo lo guardai negli occhi.
Non so se lo fece per compassione, o chissà cos'altro; non so se aveva capito ciò che mi passava per la testa, non so se lo fece per sbaglio...ma mi sorrise.
E come se nulla fosse, mi prese la mano e, sotto la pioggia, quel ragazzo mi insegnò uno strano gioco..."basket" l'aveva chiamato...
non l'avevo mai visto.
Non ne avevo mai avuto il tempo; troppo occupato a soppravvivere, a fuggire.
Ma quello sport mi catturò.
Cominciai a recarmi lì quando fuggivo da mio padre, quando cercavo un posto in cui rifugiarmi...Tornavo a cercare il sorriso di quel ragazzo, ma non lo vidi più. Non so che fine fece.
Il basket fu l'unica cosa che io sentii "vicino" in quei anni...diventò tutta la mia vita. Il mio migliore amico, il mio unico amico, il mio mondo.
Avevo come amico un pallone..almeno lui non poteva prendermi nè a calci, nè a pugni. Non poteva tradirmi.
In fondo io speravo ancora nella famiglia ideale..vivevo aggrappandomi a questa speranza.
Chissà, magari diventando bravo in quello sport avrei potuto riscattarmi agli occhi di mio padre...anzi...mi sarebbe bastato smettere di uscire di casa con lividi su tutto il corpo, mi bastava non dovermi guardare in lacrime allo specchio.
E continuai con questo intento, senza neanche accorgermene diventai un asso, ma mio padre neanche se ne accorse, troppo preso dalla sua vita.
Una vita...di cui io non facevo parte.

Poi diventai "grande a sufficienza", in 3^ media mi mandò a vivere da solo...o forse era in 2^...ma...chi lo sa...neanche ci feci caso..tanto più che ormai era come stessi vivendo da solo da sempre.
Finalmente ci era riuscito.
Si era sbarazzato di me,
e nel migliore dei modi...tsk.

Ma mi resi conto che il basket mi piaceva, decisi di inseguire un nuovo sogno...diventare il numero uno.
Con mio padre non aveva funzionato,
ma avrei potuto dimostrare al mondo intero quello che ero in grado di fare.
Dimostrare che anche un ragazzo come me poteva non essere inferiore a nessuno...nonostante tutto..
Peccato...non ho potuto dimostrarlo.
Non ci voleva.

Non mi importava se tutti mi guardavano impauriti, se venivo etichettato come un uomo freddo, un uomo senza sentimenti.
Che ne volevate sapere voi altri?
Io inseguivo il mio scopo.
Voi...
sempre a giudicare le persone in base al comportamento.
Ingenui.
Voi non avete mai saputo niente di me, ciononostante continuavate imperterriti a darmi vostri giudizi.
Mi fate pena.
Dopo tutto quello che ho passato, non ero in grado di comportami in modo diverso...
Ma a voi cosa ve ne può importare?
Se voi sapeste..

Mi iscrissi alle superiori, incontrai quel rossino..
incontrai Hanamichi e mi sembrò che tutto potesse essere migliore.
Cominciai a pensare che la vita stesse cominciando a sorridermi.
tsk, illuso.
La vita ha sempre qualche fregatura in serbo per te...forse non subito, ma prima o poi te le rifila.
Anche tu mi odiavi.
Vedevo nei tuoi occhi lo sguardo di mio padre.
Non a quei livelli, ma..
odio.
la ragazza che ti piaceva come non mai,
era innamorata di me.
Quell'oca...
Haruko Akagi,
la sorella del capitano.

E mi resi conto di non avere speranze con te.
Forse, anche se non ci fosse stata di mezzo quella, non ne avrei avute.
In fondo...io sono un ragazzo.
Anzi, "ero"...
Ma a quel punto non potei sperare neanche nella tua sola amicizia..
e dire che dalla vita non ho mai chiesto molto.
Mi bastava l'amore di un padre,
l'amicizia di qualcuno..
del resto avrei fatto a meno.

Ma Hanamichi...sei uno stupido.

Proprio qualche minuto fa...Stavi per compiere il più grande sbaglio della tua vita. Attraversavo la strada, bicicletta scassata e cuffie nelle orecchie, come al solito, mezzo addormentato.
E non ho visto quell'auto che come impazzita si fiondava verso di me.
non l'ho vista.
ma ho visto te.
Ho sentito le tue grida.
I tuoi occhi spalancati,
come qualcuno che si sta svegliando da un bel sogno...e sa che non potrà mai più riviverlo.
Ho visto il tuo viso contratto dalla paura, così come ti ho visto tentare invano di salvarmi.
....come ti ho visto farmi scudo con il tuo corpo....
....come ti ho visto sorridermi rassegnato andare incontro al tuo destino....
....come ti ho sentito dire "Kaede...non ora...non andartene ora..."....
....come ho capito che anche tu provavi qualcosa di speciale per me.

E sentivo le urla dei passanti,
e sentivo le grida delle persone
e vedevo quella maledetta automobile avvicinarsi sempre di più,
e vedevo quella ragazza a cui stava cadendo il gelato,
e quell'uomo in bicicletta che frenava di colpo,
mille persone in pena per il mio destino,
un miscuglio di vite,
mentre la mia era destinata a spegnersi.
Ma ne ero in qualche modo felice.

e vedo ancora l'avvicinarsi di quell' auto
e sento le braccia di Hanamichi che mi stringono sperando in un miracolo,
e quel semaforo che continua a cambiare colore,
ed io che spingo via da me Hanamichi.

In un millesimo di secondo.
Un riflesso.
Non so come ho fatto,
non so come ci sono riuscito.
Volevo solo che Hanamichi si salvasse...

Sento l'auto investirmi,
ed andare, andare...non si ferma.
Un turbine di colori,
un turbine di suoni....
ma tra tutti Hanamichi.
Mi prende tra le braccia,
mentre esalo gli ultimi miei respiri...
E continuo a vedere le persone avvicinarsi a cerchio, preoccupate per me...

"Kaede, Kaede..."
Mi urla Hanamichi, in preda alle lacrime

"Non doveva succedere...non adesso!!!! Io, Kaede, io ti..."
Ma gli metto un dito davanti le labbra.
Riesco solo a notare che sanguina dalla fronte.
Almeno sei vivo, Hanamichi...
Almeno tu...
Hai qualche graffio quà e là, ma...

".......non si può avere tutto dalla vita...no?"
lascitelo dire da qualcuno che se ne intende....
Ed è l'unica cosa che riesco a sussurrare,
prima di chiudere gli occhi per sempre tra le tue urla,
e sentire delle goccie che mi bagnano il volto...
Questa...era la pioggia che cercavo...



FINE


Ruky: Ogni volta mi stupisco da quanto tu possa essere stronza...

Rem: ehmmmmmmmmmm^^"""""""""""""......vabbè, dai...ma mi piace così tanto farvi soffrire^___^!!!!

Hana: Maledetta...ma almeno 'sta volta non sono io quello che crepa!!!

Rem: Già, è vero...a te ti ho già fatto, investire da un' auto... dai, dai..una volta per uno..non fa male a nessuno :DDD!!!!

Ruky+Hana: 'somma...avrei qualcosa da ridire su questo punto =________=....



 
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