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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: REMEMBER
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: reekawatari galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/04/2006 14:23:10

i ricordi di chi ha perso tutto quanto in un giorno.deidara x sasori.contiene spolier!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Questa fic nasce dalla visione di un piccolo doujinshi su Deidara e Sasori che ho scovato su internet, talmente triste da avermi fatto piangere ç.ç tanto da volerci scrivere una fic.
Ho passato queste immagini a Rikachan, parlandole della mia idea, e ci è venuta voglia di fare una fic-gara assieme.
Leggete la sua che è splendida..e se vi capita leggete la mia fino in fondo se ci riuscite.
Armatevi di fazzoletti ç.ç e commentate se volete.

Dimenticavo..spolier a raffica XD e ricordate che Deidara è di mia proprietà ù.ù


*Un sorriso appena accentuato sulle labbra.
-Vedi di fare un bel lavoro Deidei..che appena finiamo sappiano noi cosa fare- gli accarezzò con un dito una guancia per poi baciarlo appena sulle labbra in quel tocco così puro, ma così speciale.
Lui aveva sorriso apertamente come faceva spesso -ci conto..a dopo allora..- ognuno aveva preso la sua direzione, la missione che dovevano svolgere, ma..*

Il vento forte scompigliava le chiome colme degli alberi nel pieno del loro splendore, di quell' intenso colore verdognolo, mentre la pioggia picchiettava forte, scagliandosi contro il suo corpo caldo e coperto da quel mantello così nero che si disperdeva nei colori oscuri di quel pomeriggio nero di pioggia.
Le gocce d'acqua fredda, gli impregnavano il viso, i capelli, i vestiti, tutto completamente.
Che anche il cielo stesse dimostrando il suo urlo disperato?
Arrivò camminando, trascinandosi camminando lentamente verso il luogo di quell'ultimo scontro..dove lui aveva perso solo un braccio e chi aveva perso..deglutì a vuoto, colto da quella opprimente sensazione al petto e allo stomaco.
Camminò per qualche decina di minuti, camminando attraverso i fitti boschetti vicino al covo dell'associazione.
Poi vide quel luogo, dove vi era stato pochi giorni prima..il vuoto, più nulla..chissà dove l'avevano portato..non glielo avevano neanche detto.Era tornato lì qualche ora dopo dopo aver recuperato il braccio perso in battaglia e non c’era più.
Mentre la pioggia gli accarezza i capelli facendogli appiccicare al viso, alcune goccie d'acqua gli scendevano lungo le guance, si sedette per terra su una roccia di terra smussata dalla battaglia..si sedette lì dove una volte c'era il corpo del suo maestro, di quella persona che gli aveva insegnato tutto, con la quale aveva condiviso ogni gioia, dolore e sofferenza.
Guardò quella debole macchia di sangue che era sulla pietra e che l'acqua debolmente stava cercando di cancellare con il suo passaggio.
Socchiuse gli occhi di quell'intenso colore blu..sapeva cosa poteva succedere in quelle missioni, eppure stava soffrendo veramente.
Con lui aveva trovato veramente quella felicità che con gli altri non aveva trovato..aveva scoperto quel sentimento che andava oltre all'amicizia.
Era assurdo ma un essere come lui aveva e provava ancora amore.
Ora provava amore e dolore.
Sofferenza e solitudine.
Con l'indice della mano che ancora possedeva, tracciò un segno in mezzo a quella macchia di sague, lasciandogli un segno nel dito, lo porto alla bocca posandolo sulle labbra, leccandolo poi con le dita -Sasori..- deglutì ancora serrando gli occhi, sentendoli umidi improvvisamente.
Lasciò che una lacrima scappasse al suo misero controllo, accarezzandogli una guancia e finendo lungo la linea sottile del collo..per poi lasciarne scorrere chissà quante, da non riuscire neanche più a contarle.
Quante volte avevano litigato per il loro concetto "diverso" di arte.
Avevano litigato per quello anche il quelle poche ore prima che lui morisse.
Che lo lasciasse solo.
Quanto avrebbe voluto poter tornare indietro, e in qualche modo salvarlo..ma ciò non era possibile.
Lui oramai non c'era più..eppure lo sentiva ancora dannatamente vicino a lui.
-Sasori..-lo chiamò, come a voler ottenere una risposta, anche un semplice -uhm?-pronunciato dalla sua bocca con la sua voce.
Forse stava impazzendo veramente..che sciocco.
Si asciugò per quanto possibile le lacrime dal viso, anche se la pioggia aveva cancellato quelle piccole goccie salate dal suo volto.
Poi sentì un rumore, in quel momento di assoluto silenzio nella zona.
Si girò apparendo scocciato più che mai.
-Tobi..che c’è?-
L’uomo dalla misteriosa faccia a spirale lo guardò –Dovresti medicarti..anzi dovrei medicarti per mia sfortuna..-
-Tsk..arrivo!-si alzò guardando per l’ultima volta quel luogo..forse non sarebbe mai più passato di lì..perchè come adesso rivedeva e riviveva quella scena che lo aveva sconvolto e che occupava incessantemente i suoi pensieri.
Un ultimo sguardo e poi guardare dritto davanti, senza più voltarsi..poi una domanda che uscì dalla sua bocca senza che questi lo volesse.
-Tobi..?-
L’altro gira il viso con fare interrogativo –si?-
Un nodo in gola, seguito poi da un atto improvviso di gola secca –..S-sasori..dove l’hanno portato?-poi lo guardò –lo sai vero?-
L’altro rispose con un accenno della testa –prima è meglio che ti medichi poi..ti porto da lui-
Sorrise appena senza farsi vedere..voleva parlargli ancora una volta..anche se sapeva che non avrebbe più ricevuto nessuna risposta.
-Va bene..-riuscì solo a rispondere e assieme a Tobi andò un attimo a casa sua, quella che una volta era la sua casa e quella di Sasori.

Stare da solo in quella casa, o anche in compagnia di un'altra persona che non fosse Sasori era difficile..però doveva andare avanti..un altro saluto, l’ultimo e poi avrebbe aumentato la sua voglia di vendetta e avrebbe compiuto continuamente le sue missioni che il leader dell’Akatsuki gli imponeva..avrebbe dovuto avere un nuovo compagno ma c’è l’avrebbe fatta comunque..perchè se si fosse dimostrato debole, non sarebbe più riuscito a stare all’interno dell’Akatsuki e questo non lo voleva assolutamente.
Mentre Tobi gli metteva la fascia lungo quel braccio che ora grazie a delle cure mediche sarebbe potuto essere di nuovo suo, si mise a guardare fuori dalla finestra, che dava su un paesaggio di alberi verdi, silenzioso, si sentiva solo il frusciare delle chiome degli alberi mosse dal vento e dal picchiettare della pioggia sul vetro freddo della finestra e sul terreno umido della terra fuori.
Fece cadere un ricordo legato alla pioggia, quando un po’ goffamente aveva chiesto a Sasori in quanto suo compagno dell’akatsuki di andare ad abitare assieme, gliela aveva chiesto in mezzo alla foresta mentre pioveva e lui gli aveva sorriso anche se era voltato di spalle, questo glielo aveva confidato poi dopo, e gli aveva detto un –va bene..basta che ci sia una stanza per le marionette-.
Non era ancora il suo ragazzo a quel tempo..eppure gli piaceva già..il loro modo di vedere l’arte così diverso, eppure quella stessa cosa li accomunava.
Come quando si ricordava la prima volta che si erano baciati.Era avvenuto in un prato coperto di fiori bianchi dei quali non ricordava più il nome ma che Sasori adorava.
Non si erano detti nulla dopo quel bacio, avevano continuato a farlo fino ad approfondire notevolmente il loro rapporto.

-Deidara?-la voce di Tobi lo distolse dai suoi pensieri, da quei ricordi, perché oramai gli rimanevano solo quelli.
Tobi riprese a parlare quando notò lo sguardo del biondo su di se –ho finito..-disse indicando la fasciatura..-..ti porto subito lì..-
Si alzò senza dire nulla, infilandosi solo il mantello dell’organizzazione addosso e uscendo con l’uomo a spirale verso quel luogo.
Camminò senza parlare, non sentiva nulla, ne la pioggia che cadeva fitta sul suo corpo inumidendogli il mantello, non sentiva il rumore che provocava quando pestava il terreno, era solo lui in quel momento.
Sarebbe impazzito?forse un giorno si sarebbe messo a parlare da solo con il suo Sasori?
Poi guardò l’uomo che camminava davanti a lui.Eh si forse sarebbe stato lui il suo compagno..ma cosa avevano in comune?nulla, il nulla più assoluto!
L’unica consolazione era che almeno aveva la faccia buffissima, che più di una volta con Sasori si era divertito a parlarne e prendere in giro Tobi.
Passò davanti a un pezzo di erba ben coltivato vicino alla foresta.
Di qualcuno sicuramente era.
Immensi fiori bianchi, alcuni schiacciati dall’acqua pendevano sfiorando il terreno, altri dritti..di sfuggita senza farsi vedere ne raccolse uno.Era con un gambo lungo di un verde molto chiaro e con un fiore che non si staccava dal gambo, di un colore bianco che si avvolgeva su se stesso.
Si ricordò il nome..una calla.
Sasori adorava veramente quei fiori.
Continuò a camminare, mettendo il fiore sotto il mantello perché non si sciupasse.
Vide poi Tobi fermarsi.
Si avvicinò tremante vicino a lui, mentre il vento gli scompigliava i capelli lunghi e completamente bagnati di pioggia.
L’uomo dal volto a spirale gli indicò una roccia, una piccola lapide, dove vedeva chiaramente scritto il nome di Sasori.
Deglutì a vuoto, per poi avvicinarsi a quella roccia.
-Tobi..voglio stare da solo ora-
L’altro non diede risposta e se ne andò come era arrivato lì, sempre silenziosamente.
Deidara si inginocchio di fronte alla lapide di pietra, e posando il fiore sulla terra umida, per poi posare la sola mano che gli era rimasta sulla roccia, accarezzandola.
-Io..-non sapeva da dove iniziare, parlare senza ricevere risposta quando la si voleva era difficile.
-..vorrei vederti ancora..-socchiuse gli occhi oramai umidi di lacrime -..non doveva andare così..perchè te?perchè non qualcun altro?-strinse la mano a pugno facendosi diventare le nocche bianche -..se fossi stato con te..forse non sarebbe andata così..-prese fiato per riprendere il controllo del suo corpo-..però oramai non possiamo tornare indietro..te lo prometto ammazzerò tutti quelli che ti hanno fatto soffrire..tutti quelli che ci stanno facendo soffrire..-guardò la lapide ancora-..oramai vivo solo più per ammazzare..e quando un giorno morirò..potrò rivederti-sorrise appena tra le lacrime -..ma ora non posso morire..devo ancora fare un mucchio di cose..e tu sai i progetti che ho..te ne avevo parlato a lungo..-
Stette per qualche minuto in silenzio fissado ancora la fredda pietra davanti a lui.
-Sai mi manchi terribilmente..non voglio sembrarti sentimentale ma è così..- poi guardò ancora quella pietra..che continuava a rimanere immobile davanti a lui -..ti amerò per sempre..-sussurrò prima di rimanere seduto per delle ore sotto la pioggia torrenziale che veniva senza dire più nulla.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, tanto da farlo sussultare.Si girò incrociando lo sguardo magnetico e rosso che pareva il sangue di Itachi.
-Itachi-sama..-sussurrò, mentre si alzava davanti a lui.
-Deidara..ora vieni..che il capo vuole darti una missione..-
Seguì l’Uchiha, prima però sfiorò la tomba su cui sotto stava il corpo di Sasori –te lo prometto..avranno la nostra vendetta-.
Voltò le spalle a quella pietra fredda..ma sapeva che accanto a lui e dentro di lui c’era sempre Sasori..avrebbero avuto la loro vendetta assieme.

FINE!
 
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