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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: BEYOND GOOD AND EVIL
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: isabelblack galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/04/2006 16:14:30 (ultimo inserimento: 08/09/08)

ci sono cose che non si possono spiegare, cose che vanno al di la del bene e del male. draco\herm
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

Prologo



La ruota delle festività aveva girato per tredici volte, da quando la sacerdotessa Isabel Halliwell aveva chiuso gli occhi, quel lontano giorno di Shamain di molti anni prima.
Da allora riposava tranquilla nella terra degli elfi alti, al di là delle montagne di Avalon, sotto la custodia di Re Elrohir e della Regina Arnilwen. Non aveva più visto la luce, da allora.
Poche erano le sacerdotesse che avevano il permesso di farle visita. Ma molti erano gli onori che il popolo dell’antica isola le tributava.
La sacerdotessa Isabel Arenil Hampton Halliwell, dormiva il sonno dei vampiri, a causa del sangue vampiresco che aveva mischiato al suo, ed a causa della maledizione che suo Zio Lord Voldemort le aveva scagliato contro, per vendetta.
Dormiva da tredici anni, la sacerdotessa Isabel Arenil.
Ma la Regina Arnilwen, sapeva bene, che quel sonno non sarebbe durato ancora a lungo.
I capelli color dell’argento riprendevano lentamente il loro colore, e le guance pallide come il candido marmo, riacquistavano il colore della vita.
Il tempo del risveglio della grande sacerdotessa era vicino.
- come sta, oggi?- la voce dolce del marito la riportò alla realtà
- le forze le stanno tornando, presto tornerà alla vita-
La regina Arnilwen si scostò dal letto nel quale riposava la giovane sacerdotessa e si avvicinò al marito, appena giunto nel sacrario che gli elfi alti avevano costruito per lei.
Per tredici anni gli elfi alti si erano presi cura della sacerdotessa Isabel. Per tredici anni avevano vegliato su di lei donandole i benefici del loro tempo, e avevano protetto il suo segreto.
Nessuno nel mondo al di la delle nebbie sapeva che Isabel Halliwell era ancora viva.
Di lei, nel mondo esterno, si era quasi perso il ricordo. In pochi ricordavano la sua esistenza, le sue gesta e la sua vita.
Ma molto presto sarebbe arrivato il giorno in cui la giovane sacerdotessa avrebbe riaperto gli occhi, ed avrebbe ripreso il suo posto nel mondo.
Forse, indossando nuovamente quella maschera che Re Elrohir in persona aveva forgiato per lei.
La ruota delle festività aveva girato per tredici volte da quando la sacerdotessa Isabel Halliwell aveva chiuso gli occhi.
Era il giorno di Shamain del 1996. Ed i capelli argentei della sacerdotessa, avevano riacquistato il colore della notte.
Il giorno del risveglio era vicino.
*****
Anche le festività cristiane erano trascorse.
Nelle terre al di la delle nebbie, veniva festeggiato l’anno 1997. Harry James Potter era impegnato con le prove del torneo tremagli.
Lord Voldemort riacquistava lentamente le sue forze.
E nelle terre degli elfi alti, Isabel Halliwell riacquistava le sue.
Dormiva ancora. Ma il suo spirito si era fatto più forte, tanto da poter comunicare senza problemi con i suoi guardiani.
*****
Nel mondo cristiano era stata festeggiata la pasqua, nel mondo al di là delle nebbie era passata anche la festa di Beltane e si era infine giunti alla festa di Litha. Il solstizio d’estate.
Harry James Potter affrontava la sua ultima prova per il torneo.
Lord Voldemort tramava nell’ombra.
Nel mondo delle nebbie si preparavano i festeggiamenti.
Il popolo degli elfi era in fermento.
Il sacrario della sacerdotessa Isabel era illuminato da una strana luce.
Era il 24 giugno 1997
Quella stessa sera, poco prima dei festeggiamenti, quando la luna ebbe raggiunto il suo massimo culmine nel cielo, la terra tremò ad Avalon. Le acque del lago si incresparono, ed il muro di nebbia per un attimo scomparve.
Qualcuno era morto.
Lord Voldemort era tornato.
Isabel Halliwell riaprì gli occhi, avvolta dalla luce della luna.
Le parche, intessevano una nuova tela.
Era il 24 giugno 1997. Tutto stava cambiando, di nuovo.
******
Harry James Potter aveva iniziato il suo quinto anno ad Hogwarts. Erano trascorsi quasi tre mesi dal ritorno di Lord Voldemort e quello della sua madrina.
Ancora Isabel Halliwell non aveva fatto ritorno nel mondo al di là delle nebbie. Pochi sapevano del suo risveglio.
Arthea e Morgana erano stati richiamati ad Avalon, per prendersi cura della madre.
Lucius Malfoy era ancora al seguito di Lord Voldemort. Logan Hampton era diventato il capitano della squadra di Vega Rasiel. Sidney Thorne era diventata sua moglie.
Lex Beauchamp era il nuovo gran maestro del Consiglio.
Bellatrix Black Lestrange era evasa da Azkaban.
Dieu era tornato al servizio della sacerdotessa Isabel.

Gennaio 1998

Isabel Halliwell lascia per la prima volta dopo quindici anni le terre di Avalon.
Cristopher ed Eléna Zabini si incontrano con lei, informandola che Silente ha tenuto il massimo riserbo sul suo ritorno. Soltanto loro e Lucius ne sono a conoscenza.
Di comune accordo con Silente, viene deciso che per il momento nessuno sappia.
Il preside la informa sugli strani sogni di Harry, e gli espone si suoi dubbi. Isabel gli suggerisce di non sottovalutare il problema, e gli propone di far fare al ragazzo delle lezioni di occlumanzia.
Nel mese di marzo dello stesso anno riprende le sue attività di Specialista, senza però mai lasciare la base delle Highlands. Il generale Swann le conferisce il grado di Colonnello.
Nel mese di maggio si reca ad Hogwarts per incontrare Silente. I mangiamorte mirano alla profezia custodita nell’ufficio misteri. La sorveglianza di quel reparto viene aumentata.
Sirius scopre il ritorno di Isabel e si infuria con Silente, che gli intima di non fare niente di sciocco o avventato. Remus Lupin si trasferisce stabilmente a Grimmaulde Place.

Giugno 1998

I Mangiamorte attirano con l’inganno Harry all’ufficio misteri, la profezia viene rotta.
Isabel Halliwell si unisce all’ordine della fenice nell’intervento al ministero. Primo incontro tra Harry e la sua madrina.
Bellatrix Black Lestrange uccide Sirius Black.
Il ministero ammette il ritorno di Lord Voldemort e riconosce l’innocenza di Sirius Black.
Arresto di Lucius Malfoy.
Emesso l’ordine di cattura per Peter Minus. Vivo o morto.
L’identità di Isabel Halliwell da quel momento è protetta dall’incanto fidelius.
Lucius Malfoy viene scarcerato su intercessione di un misterioso personaggio.
Nel luglio vengono celebrati i funerali di Sirius Black.
Rufus Scrimgeour viene eletto nuovo ministro della magia

Settembre 1998 – Maggio 1999

Narcissa Malfoy e sua sorella Bellatrix fanno visita a Severus Piton.
Horace Slughorn riprende il posto di insegnate di pozioni.
La cattedra di difesa contro le arti oscure viene affidata a Severus Piton.
Silente ed Isabel iniziano la ricerca degli Horcrux.
Il consiglio scopre l’esistenza di un collegamento tra il precedente ministro della magia e Lord Voldemort.
Il consiglio cerca di “comprare” la collaborazione di Harry Potter.
Silente viene a conoscenza del piano escogitato da Draco Malfoy per ucciderlo.

Metà giugno 1999

La sera dell’attacco dei Mangiamorte ad Hogwarts Isabel Halliwell era tornata ad Avalon su richiesta di sua madre.
Aveva scoperto qualcosa di interessante riguardo L ’horcrux che stava cercando insieme a Silente.
Come aveva fatto a saperlo era un mistero, ma fino a quel momento erano state poche le volte in cui sua madre si era sbagliata su qualcosa.
Ma, appena giunta sulla riva della spiaggia di Avalon, si era accorta che qualcosa non andava. Nell’aria aveva percepito uno strano cambiamento, e l’improvvisa sensazione che Harry e Draco fossero in pericolo, le fece dimenticare completamente l’importante novità che sua madre aveva da comunicarle.
- tornerò appena possibile…- furono le uniche parole che pronunciò prima di risalire sulla barca guidata da uno degli uomini delle paludi e varcare nuovamente il muro di nebbia.
Intanto ad Hogwarts, un Silente indebolito da una pozione inutile, cercava di far ragionare un Draco Malfoy in preda alla disperazione.
Cosa difficile per un ragazzo di soli diciassette anni scegliere tra la propria vita e quella dei suoi genitori, e quella di un anziano preside, unica sua speranza di salvezza, da quel mondo di tenebra nel quale sarebbe sicuramente finito.
Non insegnano certe cose a scuola.
- Io non ho alternative!- c’era disperazione in quella voce. L’ultimo Malfoy, L’ultimo dei Black. Piegarsi o spezzarsi, a lui la scelta- Devo farlo!Lui mi ucciderà!ucciderà tutta la mia famiglia!
Avrebbe ucciso tutte le persone alle quali teneva. Anche lei se solo avesse capito.
Quali alternative aveva?
L’ennesima strada a senso unico. Il nome Malfoy era davvero un gran peso da portare. Adesso capiva le parole di suo padre.
Poi quella voce risuonò nella sua testa. Ed un piccolo spiraglio di luce si aprì davanti a lui.
- C’e un’altra strada, Draco- dolce e gentile, come quella che aveva udito quando era piccolo; quando all’età di otto anni scoprì che per sua madre, aveva lo stesso valore di un elfo domestico. Perché assomigliava troppo a suo padre- getta la bacchetta, e vieni con me. Ci sono io con te-
Ma poi tutto cambiò di nuovo. Tutto tornò di nuovo scuro.
I mangiamorte, quelli veri, erano arrivati.
Fu come osservare la scena di un film.
I mangiamorte che arrivavano, Silente che con il suo solito tono calmo e comprensivo li prendeva in giro. Greyback che lo intimava di finire il suo lavoro, l’arrivo di Piton, il degenerare della situazione.
- Severus-
non aveva mai sentito Silente implorare qualcuno.
Ma in fin dei conti lui l’aveva avvertito. Piton non era dalla sua parte, non lo era mai stato.
- Severus…ti prego…-
Ma non c’era comprensione nello sguardo di disgusto e odio che Piton gli rivolse.
Si sentì spingere di lato, e con ancora quella parte di se che era rimasta in quel luogo, aspettando una fine ormai certa, udì l’ex professore pronunciare con voce chiara e precisa le fatidiche parole.
- Avada Kedavra-
osservò il lampo di luce verde dirigersi verso l’anziano preside come in una scena a rallentatore. Ormai per lui, poco di quello che stava accadendo su quella torre aveva un senso.
Aspettava solo che la fine arrivasse, così come era stata preannunciata.
L’anziano preside morto, e la sua successiva marchiatura.
Ecco, pochi altri millimetri ed il suo incubo avrebbe avuto finalmente inizio.
Ma la fine che stava attendendo con così tanta impazienza non arrivò. Perché quella voce dolce si fece di nuovo sentire nella sua testa.
- andrà tutto bene-
ed un ruggito forte e potente riecheggiò in tutta Hogwarts, facendo trasalire i suoi occupanti.
Persino Silente rimase impietrito.
I mangiamorte osservavano impauriti il marchio nero che velocemente stava lasciando il cielo sopra la scuola cedendo il posto alla luna, sua legittima padrona. E i loro sguardi corsero poi, veloci ed apprensivi, ad una magnifica tigre bianca che adesso stava frapposta tra loro, ed il preside.
Quel maestoso animale ruggì un’altra volta, avanzando con passo regale verso Piton che di riflesso indietreggiava, sospettoso.
La ragione l’aveva del tutto abbandonato, o adesso la tigre sogghignava?
Si, non c’erano dubbi, stava sogghignando. Anche Piton se n’era accorto. Avanzava ancora, l’animale. Aveva costretto l’ex professore contro i merli della torre, e si era fermata a pochi passi di distanza.
Lo guardava in cagnesco, mentre stringeva convulsamente la bacchetta alle mani, e poi sogghignò un’altra volta, mentre ruggendo, prendeva le sembianze di una giovane donna dai capelli corvini.
E quel ruggito prese significato per tutti.
- ciao, Mocciosus-
Una delle molte cose che credeva, non avrebbe mai visto prima di morire, era il professor Piton tremare come una foglia dalla paura.
Ma si sa che l’essere umano è avvezzo agli sbagli, perché, proprio nel preciso istante in cui il suo ex professore riconobbe la ragazza che aveva davanti, sul suo volto si dipinse un’espressione di puro, e devastante terrore.
- tu- sussurrò con voce a metà tra l’incredulo e lo spaventato- dovresti essere morta-
La ragazza scoppiò a ridere, una risata che riecheggiò per tutta la vallata
- si, ho fatto un viaggetto all’inferno, ma pare che non mi volessero neanche lì- poi il suo sguardo si spostò da l’uomo a lui, e sembrò intenerirsi- e poi- continuò senza mai smettere di fissarlo- avevo delle faccende in sospeso-
allungò una mano bianca verso di lui facendogli cenno di avvicinarsi. Non disse una parola, ma il suo sguardo era troppo magnetico per potergli resistere.
- non ti muovere, Draco!- la voce di Piton sembrò riacquistare tutta la sua forza, quando si rese conto di ciò che la donna stava per fare- non andare da lei!-
e per un attimo pensò di ubbidirgli, di non avvicinarsi a quella creatura così straordinaria da far quasi paura.
Perché lei faceva veramente paura. Fu terrificante la sua reazione alle parole di Piton. Molto probabilmente anche colui-che-non-deve-essere-nominato in persona avrebbe avuto paura vedendo quella scena.
Non appena ebbe finito quella frase, si ritrovò scaraventato fuori dalla torre di astronomia, appeso al muro dell’ala nord del castello.
Lo sguardo della donna non si era mai mosso, ma a tutti fu chiaro chi fosse l’artefice di quella mossa. Per un attimo incrociò lo sguardo di Silente. Non approvava, ma sul suo volto si poteva leggere chiaramente la consapevolezza di non poter nulla, contro la volontà di quella donna.
- puoi fidarti di me, Draco- sussurrò con voce dolce. Per qualche strana ed incomprensibile ragione, quando gli si rivolgeva il suo sguardo tornava sempre sereno e calmo.
Ma era estremamente semplice capire che quella donna, per quanto dolce e gentile potesse sembrare, aveva il coraggio di uccidere una persona a sangue freddo.
Tuttavia gli credette. Per qualche strana ragione non aveva paura di lei, e così, prese quella mano che per tutto quel tempo era stata tesa verso di lui. Non l’aveva mai abbassata.
Un brivido gli corse lungo la schiena quando percepì il calore che quel corpo emanava. Caldo ed accogliente, quasi rassicurante. In netto contrasto con il suo. Fu piacevole ritrovarsi stretto nel suo abbraccio, avere l’occasione di assaporare il dolce profumo della sua pelle, dei suoi capelli. E la morbida consistenza del broccato della sua veste.
- sta dietro di me- gli disse staccandosi dolcemente da lui- adesso sei al sicuro, nessuno oserà più toccarti-
Fece come gli aveva detto, e per quanto ciò che accadde dopo fosse al limite del sopportabile, non smise mai di fidarsi di quella strana donna, che quella sera, lo aveva salvato.

****

Sapeva che Silente non avrebbe mai approvato, ciò che avrebbe fatto di li a poco, ma poco gli importava. Aveva aspettato per quasi vent’anni quel momento, e nessuno l’avrebbe privata della gioia di porre fine alla lurida ed insignificante vita di Severus Piton.
- bene, Mocciosus- sibilò con aria divertita- adesso sono tutta tua-
Il suo ex compagno di scuola si trovava ancora appeso al muro dove l’aveva scaraventato poco prima e non dava segni di vita.
- non mi dirai che sei già fuori combattimento- allungò una mano, e subito il professore ritornò sulla torre dove si trovavano, fermandosi a pochi passi di distanza da lei, sollevato da terra.
Aveva deciso che ucciderlo solamente non era sufficiente. Avrebbe sofferto. Almeno quanto aveva sofferto lei vedendo la fine di James e Lily. Avrebbe ricevuto un piccolo assaggio di quello che avrebbe ricevuto il suo padrone.
Si sarebbe divertita come il gatto con il topo.
Prima Severus Piton, e poi anche il resto della banda di imbecilli che aveva osato mettere piede ad Hogwarts quella sera.
E così fece. Si divertì con lui come Voldemort si era divertito a torturare suo fratello Alexander quella sera di sedici anni prima. Si divertì al suo terrore, ridette alle sue grida. Godette di ogni goccia di sangue che venne versata. Spietata e crudele come solo Vega Rasiel aveva saputo essere, molti anni prima.
Alla fine, quando decise che si era divertita a sufficienza, inaspettatamente lo uccise, nonostante il proposito iniziale fosse quello di lasciarlo in vita. Così che toccasse ai dissennatori.
- neanche tu, meriti una fine simile- gli sussurrò avvicinandosi a quell’ammasso informe che era diventato il suo corpo- Avada Kedavra-
Quella goccia di umanità che ancora le era rimasta dettò legge.
In fin dei conti, Silente aveva ragione. C’erano molte cose al mondo, peggiori della morte. Senza considerare che i due ragazzi che erano lì con lei, su quella torre, avevano già sopportato abbastanza.
Osservò senza reale interesse il cadavere del suo ex compagno di scuola, scavalcandolo cercando di non sporcare la gonna del vestito con il sangue che lentamente macchiava il pavimento. Si avvicinò ai merli della torre, e guardò lo svolgersi della battaglia lontano da loro. I mangiamorte erano in fuga.
- a quanto pare i vostri compari se ne vanno senza di voi- disse rivolta ai mangiamorte rimasti sulla torre- non sentono la vostra mancanza-
non ebbe risposta, ma poteva tranquillamente percepire il loro terrore. Persino Greyback tremava di fronte a lei. Sapeva che sarebbe stato lui, il prossimo a fare la fine di quell’imbecille di Piton.
Ma, per quanto sarebbe stato piacevole divertirsi con loro come aveva fatto con Piton, le era passata la voglia.
Si, basta con quei giochini stupidi. Non era più il momento di giocare.
- sai, Greyback- sussurrò dirigendosi verso il lupo mannaro con fare innocente- c’è qualcuno in questo castello, che venderebbe l’anima a Voldemort pur di ucciderti- fece un altro passo ed un sorriso dolce si allargò sul suo volto- ma credo che gli ruberò il piacere-
Qualcosa di molto simile ad un gemito di terrore uscì dalla bocca dell’uomo davanti a lei, e questo sembrò divertirla ancora di più.
Fenrir Greyback, il grande cacciatore, il più crudele tra i lupi mannari, che tremava al cospetto di una ragazza. Tremava come un bambino impaurito. E questo la faceva ridere.
Lui, che non aveva mai mostrato pietà per le sue vittime, adesso implorava il suo perdono.
- no, Fenrir, non c’è più tempo, per la pietà-
e mentre pronunciava queste ultime parole, il cuore del lupo davanti a lei, smetteva velocemente di battere. Il corpo senza vita si accasciò al suolo, gli occhi vitrei, ed un rivolo di sangue che usciva dalla sua bocca.
Dai resoconti dell’autopsia effettuata dai Medimaghi del San Mungo, sarebbe risultato che il suo cuore era stato stritolato da una mano invisibile.
Con gli altri mangiamorte fu molto più clemente. La maledizione Avada Kedavra in fin dei conti, non provoca dolore.
Non troppo almeno. Ci sono cose molto più dolorose, al mondo.
Chiuse gli occhi, ed alzò la testa al cielo. Quella era stata una serata decisamente pesante. Aveva bisogno di un po’ di riposo, non era più abituata a simili sforzi.
Si voltò verso Silente e Draco, che la guardavano con uno sguardo indecifrabile, a metà tra l’intimorito ed il sorpreso. Poi osservò un punto poco distante dal corpo di Silente, dove apparentemente non c’era nulla.
Allungò una mano, ed afferrò un lembo di stoffa.
- ciao, Harry-

****

1 settembre 1999

- voglio scomparire- questo è quello che pensavo quando mi sono rintanato nella casa al mare in Cornovaglia. Era quello che volevo. Volevo andarmene, volevo scomparire dalla faccia della terra, far dimenticare al mondo la mia esistenza. Dimenticare tutto quello che è accaduto quest’anno, Hogwarts, Silente, e tutto il resto.
Sarei rimasto nella casa in Cornovaglia per sempre. Ma mio padre, dall’alto della sua saggezza ha detto di no. Ha detto che dovevo tornare ad Hogwarts, devo finire gli studi. Devo finire quello che ho iniziato. Non intendeva certamente uccidere Silente, ha detto che devo diplomarmi e che Hogwarts è il posto più sicuro al momento. Mio padre e la sua lungimiranza. A volte è veramente odioso.
Per fortuna che quest’estate ho avuto Blaise al mio fianco. Solo lui sapeva dove ero. Mio padre l’ha tenuto nascosto perfino a Narcissa.
Già, mia madre….no, Narcissa. Come vuole essere chiamata. Lady Narcissa Black Malfoy. Insopportabile.
Ma dico io, non potevo tornare a scuola con una delle carrozze di Malfoy Manor? Dovevo per forza tornare in questo posto? Dovevo per forza prendere il treno?
Devo per forza sopportare gli sguardi curiosi dei miei compagni? O quelli intimoriti dei nuovi studenti?
Non ho neanche la voglia di andare nello scompartimento dei caposcuola. Non ho la forza per sopportare la ronda. Voglio solo essere lasciato in pace.
Ma evidentemente qualcuno lassù, o laggiù ce l’ha a morte con me.
- Malfoy- il mio cognome viene pronunciato con lo stesso tono dispregiativo di sempre, macabra consolazione, per lo meno quello è rimasto uguale- potresti degnarti di rispettare i tuoi impegni come caposcuola?-
Le sorrido malignamente, accedendomi una sigaretta. So che non lo sopporta.
Faccio finta di pensarci un po’ e poi le rispondo
- no-
Lei per tutta risposta esce dallo scompartimento con aria oltremodo indignata. Mi diverte farla arrabbiare. Mi diverte torturarla. Adoro la forza che mette nel contrastarmi. Ed adoro la sua espressione quando capisce che non ce la può fare.
In fin dei conti, l’odio, è l’unica cosa di lei che mi è concesso avere. Specialmente adesso.
E comunque sia, sempre meglio l’odio dell’indifferenza.
L’odio fa male, certo. Ma è un dolore sopportabile. Non ferisce in profondità.
L’indifferenza invece…non potrei sopportarla.
Odiami, insultami, maledicimi…ma non ignorarmi. Non potrei mai sopportare la sua indifferenza.
Ma che cazzo di pensieri sto facendo? Merda, stare tutta l’estate da solo deve avermi fatto più male che bene. Me lo ha detto anche Blaise. A propositi di Mister eleganza, chissà dov’è andato a finire… a la capacità di scomparire quando meno te lo aspetti.
E di riapparire nei momenti meno opportuni.
- ohi, bell’addormentato…siamo quasi arrivati, cambiati-
appunto.
Butto il mozzicone di sigaretta fuori dal finestrino, ed alzandomi di malavoglia inizio a cambiarmi.
- ma dove cazzo era andato a finire?- gli chiedo, vedendolo già con la divisa
lui sorride sornione.
È stato con una. Mi ci gioco la scopa.
- a far felice una persona- risponde mostrando fiero i segni della battaglia.
Visto?
Blaise Zabini. Settimo anno Slytherin. Stiamo insieme da…boh, praticamente da sempre. Un giorno mi sono svegliato e l’ho trovato lì, accanto a me. Che si guardava intorno con aria curiosa.
- ma dai! Ormai ci siamo fatti praticamente tutto Hogwarts, ci rimangono solo i maschi! Con chi sei stato?-
Lui continua a sorridere, non me lo dirà mai.
- si dice il peccato, ma non il peccatore-
due a zero per me.
Più lo conosco e più mi chiedo se non ci sia una qualche ragione, per la nostra..si può dire? Amicizia. Mi sembra così strano, che noi due siamo diventati amici.
Come lo erano i nostri genitori.
- oh, io vado a fare un altro giro…vieni?-
sa perfettamente che dirò di no, eppure me lo chiede comunque. Sa che non mi va di farmi vedere in giro, per adesso.
- no, resto qui-
alza le spalle, e fa per uscire ma poi si blocca. E con il suo solito sorriso che non promette mai niente di buono, spara una delle sue stronzate.
- ah, ho visto la tua bella- una pausa un po’ troppo lunga, per i miei gusti- è diventata una strafiga da paura…-
il suo modo per dirmi “datti una mossa o lo farò io per te”
- fottiti-
ed esce ridendo come un pazzo.
Mi sono sempre piaciuti i nostri dialoghi amichevoli e civili.
Anche perché, lui è l’unico a sapere come tirarmi su.
Guardo fuori dal finestrino. Hogsmeade è vicina. Il treno sta lentamente rallentando. Tra un po’ ci siamo.
Hogwarts.
La scuola. La gente. I professori. Chissà chi hanno preso al posto di Piton?
Già Piton.
È da quel giorno che non la vedo. Chissà che fine ha fatto quella donna..forse Potter ne sa qualcosa, ma certo non glielo vado a chiedere.
Nell’aria risuonano due fischi prolunganti e prepotenti, mentre sulle rotai i freni stridono per far fermare il treno. Delle scintille salgono fino al vetro del mio finestrino.
È fatta. Il treno è fermo.
Do un’ultima sistemata alla divisa. La spilla di caposcuola è al suo posto. I capelli sono in ordine.
Vedo arrivare Blaise, Daphne Tiger e Goyle.
- si va in scena-


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 16
annijjola - Voto:
08/09/08 19:50
è molto bella complimenti!!!un pò complicata x i miei gusti ma cmq bella
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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