IL FREDDO DELLA NOTTE - Capitolo 1° -
MANCANZA DI SGUARDI
Capitolo 1
La pioggia cadeva rimbombante contro il tetto della capanna di Kaede, provocando un rumore che urtava molto all’acutissimo udito di un hanyou seduto sul davanzale della finestra, con una gamba che penzolava e che faceva oscillare su e giù, su e giù…senza fermarsi. Gli occhi ambrati dell’hanyou fissavano il paesaggio burrascoso che si trovava fuori dalla capanna. Lo scroscio si faceva sempre più potente, accompagnato da un forte vento che faceva muovere i grandi alberi; chissà se quel vento riusciva a far muovere anche i rami del maestoso dio albero!?.
Il mezzo-demone continuava a ripensare a tutto quello che gli era capitato da quando quella strana ragazzina dai capelli corvini e dagli splendidi occhi color nocciola aveva fatto irruzione nella sua vita; la stessa ragazza che ora era accovacciata accanto al camino, la stessa ragazza che ora indossava uno strano abito fatto di pantalone e maglietta a maniche lunghe, ricamato con dei simpatici disegni che raffiguravano dei maialini. Inuyasha distolse lo sguardo dal paesaggio e posò i suoi splendidi occhi color ambra su Kagome; la stava fissando, cosa che non si era mai permesso di fare, ma che in quel momento gli fece provare una strana sensazione, una piacevole sensazione. Che cosa gli stava succedendo, perché i suoi sentimenti umani stavano avendo il sopravvento?! Lui non voleva….ma non lo voleva veramente?!..o forse non poteva?! Perché lui non poteva lasciarsi andare come facevano tutti…ma tutti chi?!tutti gli umani?! No, lui non era un umano, ma nemmeno un demone! Allora come doveva comportarsi? Non sapeva più cosa rispondere alla sua stessa mente, la sua testa si stava affollando nuovamente di tutte quelle domande prive di risposta; ma all’improvviso due lucenti occhi color nocciola incontrarono i suoi dal color ambrato e, all’istante, spazzarono via ogni dubbio e incertezza. Rimasero a guardarsi, gli occhi dell’uno puntati sugli occhi dell’altro, senza staccarsi per un istante e facendo attenzione ad ogni respiro, ad ogni movimento. Inuyasha si stava perdendo nel suo sguardo, non poteva lasciarsi andare così, non poteva, ma lo voleva con tutto se stesso. L’hanyou distolse gli occhi da quelli di Kagome e velocemente si alzò dal davanzale, avvicinandosi al camino per poi allungare le mani verso il fuoco…quasi toccando quelle della ragazza.
Kagome: “…ehm…fa freddo vero?”(com’è strano il suo sguardo, sembra quasi dolce!)
Inuyasha: “già…tieni”
Il giovane mezzo-demone si tolse lentamente la casacca e con entrambe le mani la pose delicatamente sopra alle spalle di Kagome, che ancora non riusciva a credere ai suoi occhi; cosa gli stava succedendo?perché si comportava così?…ma non le importava il motivo del suo comportamento, infondo aveva sempre desiderato che Inuyasha si comportasse in quel modo così carino e gentile nei suoi confronti.
Inuyasha: “bhè…io vado a vedere cosa sta combinando quel bonzo depravato!”
Kagome: “uhm..ok”(anche se non penso stia facendo molto, Sango lo tiene sott’occhio)
Come il mezzo-demone si era avvicinato a lei, allo stesso modo si allontanò, per poi sparire dietro alla tendina che divideva l’entrata dall’uscita della capanna. La ragazza si alzò dal pavimento e si avvicinò alla finestra che fino a poco fa aveva ospitato il corpo dell’hanyou, intanto a fissare il paesaggio, facendo oscillare la gamba su e giù come un pendolo.
Kagome: (peccato… sembrava che finalmente stesse accadendo qualcosa tra noi. Ma…ma che sto dicendo..Brr..fa freddo!!!!!! Chissà come staranno Sota, il nonno e la mamma…)
Kagome rifletté a quando, poco fa, Inuyasha le aveva dato la sua casacca e a quel pensiero fece passare lentamente, sopra alla spalla sinistra, la sua nivea mano destra, toccando la calda casacca che per un attimo la distolse al pensiero dei demoni, di Kikyo e di tutto quello che la preoccupava. Ma all’improvviso una brutta sensazione le percorse la schiena e Kagome, con uno sguardo preoccupato, cercò di intravedere fuori dalla finestra un qualcosa che le potesse spiegare il motivo del suo presentimento, però quella tormenta non le dava nessun aiuto.
Kagome: “mmm…mhà, sarò solo stanca!meglio che vada a dormire!”
La ragazza si avvicinò alla stanzina accanto, dove il cucciolo di volpe si era beatamente lasciato cullare dalle braccia di Morfeo. Lentamente, Kagome si sdraiò accanto a Shippo, cercando di seguire il suo esempio.
Inuyasha stava passeggiando fuori, sotto la pioggia che gli bagnava lunghi capelli argentei, ormai tutti scompigliati dal forte vento.
All’improvviso Miroku gli si avvicinò, distogliendolo dai suoi pensieri. Il monaco lo guardò e fece una smorfia strana, quasi divertita. Inuyasha conosceva quello sguardo e stava a significare che il bonzo voleva impicciarsi di affari che non lo riguardavano.
Inuyasha: “fatti gli affari tuoi!”
Miroku assunse lo sguardo di chi non sa che cosa stia succedendo ed è completamente innocente, la solita espressione che assume quando è nei guai.
Miroku: “Ma…ma..non ho fatto niente!”
Inuyasha: “Sì sì…come no! Piuttosto, dov’è andata Sango?”
Miroku: “ha detto che voleva fare un giro d’ispezione…così è andata…lasciandomi da solo!”
Inuyasha: “a povero bonzo depravato!”
Miroku: “ahhh…voi non capite, io…”
Inuyasha: “Schh…sento qualcosa!”
Inuyasha mise la mano sinistra davanti alla faccia di Miroku, facendogli capire, dal solo sguardo, che non stava di certo scherzando.
La pioggia continuava a cadere, ma il vento si era notevolmente placato, permettendo a Inuyasha di captare con più facilità l’odore dell’intruso. L’hanyou continuava ad annusare, a destra e a sinistra, nulla però gli confermava la sua sensazione. Ma ad un tratto un urlo femminile raccolse l’attenzione dei due, che con prontezza di riflessi si diressero verso l’urlo, quasi sicuramente proveniente dalla foresta che portava lo stesso nome dell’hanyou. Entrambi corsero con tutta la loro agilità, Inuyasha era notevolmente superiore al monaco, e finalmente giunsero nel punto in cui il grido fu stato lanciato. Davanti a loro c’era un enorme bestia, grande sì e no tre metri, o forse quattro; la sua pelle era di un colore blu cobalto, ricoperta da alcune strane bolle. Dal braccio destro del demone colava del sangue, forse inflittogli da colei che aveva emesso quell’urlo.
Inuyasha: “ehi tu…chi diavolo sei?”
Inuyasha aveva pronunciato quelle parole con la sua solita arroganza, e nel sentirle il demone si volse, mostrando, oltre alla sua faccia che era munita di quattro occhi e anch’essa ricoperta da delle orrende verruche, il suo braccio destro con in mano una ragazza dai lunghi capelli marroni. Quando il bonzo vide la ragazza scacciò un urlo di rabbia.
Miroku: “Sangooooooooooo!”
La sterminatrice di demoni non dava alcun segno di vita; la sua faccia era ricoperta di sangue e dalla sua bocca non proveniva alcun respiro. Il demone guardò prima il bonzo, poi la ragazza e con un gesto violento la scaraventò contro ad un albero, facendo crescere nel monaco un’ira che non aveva mai covato.
Miroku aprì il foro che aveva nella mano destra, ma la mano di Inuyasha lo fermò, mostrandogli con l’altra un cumulo di insetti velenosi che non aspettavano altro che il bonzo aprisse il foro del vento. Il monaco fece una smorfia di rabbia e con la stessa collera pronunciò il nome di chi aveva mandato il mostro e quei fastidiosissimi insetti.
Miroku: “Naraku..!”
Inuyasha: “me ne occupo io del mostro, tu prenditi cura di Sango!”
Miroku: “sì certo….ehi, ma quella che sta venendo qui non è Kagome?!”
Inuyasha guardò nella direzione in cui il monaco gli aveva indicato e una figura femminile si stava avvicinando sempre di più. Il mezzo demone annusò nell’aria per capire meglio chi fosse, e scoprì che purtroppo Miroku aveva ragione: era Kagome.
Anche il mostro, che fino ad allora stava aspettando che qualcuno lo attaccasse, vide una ragazza dai capelli corvini, con una casacca nelle spalle e degli splendidi occhi marroni. Il demone fece una smorfia, da cui ne fuoriuscì un brontolio, che giunto alle orecchie di Inuyasha, non presagiva nulla di buono. Voleva attaccarla.
Il demone con un’agile scatto si diresse verso la ragazza e, senza permettere all’hanyou di poterla difendere, velocissimo, aprì la bocca e ne fece fuoriuscire una strana sostanza, che andò a ricoprire le spalle di Kagome. La ragazza cadde a terra, forse priva di sensi…che fosse morta?…
Inuyasha: “Ka…Kagomeeeeeeeeee!”
Il mezzo-demone estrasse Tessaiga e con tutto il rancore che stava provando, si scaraventò contro il demone…contro quel demone che aveva fatto del male a Kagome, ma facendolo si era condannato con le sue stesse mani.
Il demone si difese dalla spada con entrambe le mani e si ritrovò con l’hanyou sopra di lui, che cercava in tutti i modi di tagliarlo in due. Mancavano pochi centimetri, anzi no, millimetri, e Tessaiga avrebbe incontrato la pelle del demone e l’avrebbe lacerata fino a provocarne la morte del suo possessore.
Inuyasha. “muori bastardo!”
“no Inuyasha…sarai tu a morire..”
con la forza che gli permetteva di difendersi da Tessaiga, il demone sputò negli occhi dell’hanyou lo stesso veleno che poco fa aveva lanciato addosso a Kagome. Inuyasha sentì un forte bruciore, ma con tutta la sua forza avvicinò sempre di più Tessaiga al demone, fino a che lo tagliò in due e il suo respiro si fermò. Miroku, che aveva tra le braccia la giovane sterminatrice, si avvicinò ad Inuyasha, seguito da Kagome, che stava visibilmente bene.
Miroku: “state bene divina Kagome?”
Kagome: “sì…grazie alla casacca di Inuyasha , a proposito…tu come stai Inuyasha?!”.
I due si concentrarono sull’hanyou, che si stava sfregando gli occhi e con molta fatica cercava di riaprirli.
Kagome: “ehi Inuyasha…ti senti bene!”
All’improvviso Inuyasha riaprì gli occhi, ma Kagome notò che il suo splendido color ambra era diventato…come dire….opaco!quasi scomparso e il viso del mezzo demone si era impallidito…come se avesse visto qualcosa di spaventoso, o forse come se non l’avesse vista.
Miroku: “Inuyasha….tutto ok?”
Inuyasha: “io…io….non ci vedo…non ci vedo!”
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