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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: SE HO PASSATO UN`ANNO D`INFERNO...LA COLPA È TUTTA VOSTRA!
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kaguyachan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/04/2006 20:08:22

dunque questa ff è tratta da un libro della serie ``le ragazzine`` e l`autrice è martha freeman...l`ho già pubblicata su altri siti...spero vi piaccia
 
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1 - DOVE MI AVETE PORTATA!!!
- Capitolo 1° -

Se ho passato un anno d'inferno...

la colpa è tutta vostra!!!



Sabato 4 ottobre, Belletoona, Pennsylvania:
coperto, cn possibilità di piogge.

Kagome Higurashi è stata rapita.
Ieri l'hanno caricata contro la sua volontà su un aeroplano e trasportata al capo opposto del continente. Quindi è stata costretta a passare la notte in un lurido Motel e a mangiare per colazione uova strapazzate troppo cotte e troppo unte. Ora è legata sul sedile posteriore di una grossa automobile guidata da un uomo panciuto, vestito di nero.
E i suoi genitori dove sono? Quei genitori che dovrebbero amarla e proteggerla?
Qui sta il peggio.
Sono stati proprio i suoi genitori a rapirla.

-Neve? Arriverà presto. Speriamo che ne venga tanta-disse il signor Fuji, l'uomo vestito di nero, al padre di Kagome. -Mi piace la neve. Per me non ne viene mai abbastanza.-

Mentre parlava, il signor Fuji sterzò e l'auto imboccò il vialetto di una casa praticamente identica a una scatola da scarpe a due piani.
Il signor Fuji era un agente immobiliare. Quella era la sesta casa che visitavano e Kagome, ormai, non aveva bisogno di scendere dall'automobile per sapere come doveva essere all'interno: carta da parati a fiori, caminetto in mattoni, stanza dei giochi nello scantinato.

-Forza, ragazzi!-gridò il signor Higurashi.-Questa potrebbe essere la casa giusta per noi.-

Kagome si allacciò l'ultimo bottone della giacca e rimase seduta.
Suo fratello Souta, sei anni, si fiondò giù dall'automobile, urlando:

-Voglio scegliere la mia camera! Tocca a me scegliere per primo!-

"Piccolo leccapiedi" pensò Kagome.

Il signor Fuji aprì la porta d'ingresso; il signor Higurashi e Souta entrarono, ma la signora Higurashi, che si era attardata nel vialetto, fece cenno alla figlia di abbassare il finestrino.

-Non vuoi proprio scendere a vedere?-

-Non ho alcuna intenzione...-cominciò Kagome.

-Va bene, va bene.-

Sua madre, santa donna, fino a quel momento si era sorbita tutte le possibili lamentele senza battere ciglio.

-Stammi bene a sentire, tesoro. Sono nata in California, come te. Prima di controllare sull'atlante, pensavo che la Pennsylvania fosse in alto a destra, dalle parti del Maine. A Isla Nada ho un lavoro che mi piace, mia madre, i miei amici...-Per un istante la sua voce si fece incerta.-Ma il trasferimento è molto importante, per tuo padre-aggiunse, ritrovando sicurezza.-Ed è giusto che noi...-

-Tesoro!-La testa del signor Higurashi spuntò da una finestra del primo piano. -Vieni a vedere, tesoro! C'è una lavanderia fantastica!-

La madre di Kagome alzò gli occhi al cielo e contò fino a dieci; poi raddrizzò le spalle e lanciò un'altra occhiata alla figlia.

-Io cercherò di essere ottimista-disse, severa.-E tu farai altrettanto. E adesso scusami: devo andare a vedere questa fantastica lavanderia.-

Kagome scosse la testa.
Cosa aveva fatto di male? Perchè i suoi genitori erano così decisi a rovinarle la vita? Certo, sapeva benissimo che il padre rimpiangeva la sua infanzia, laggiù all'est. Sapeva anche che la società per cui lavorava aveva chiuso lo stabilimento per la produzione di tosaerba, nella California meridionale, e gli aveva offerto una posizione migliore, come direttore di una fabbrica di pale da neve. Ma chi, in pieno possesso delle proprie facoltà mentali, sarebbe stato disposto a scambiare le spiagge assolate della California con quel posto grigio e fradicio di pioggia?
Di ritorno al Motel, nel pomeriggio, Souta si immerse nella lettura di un fumetto scovato dietro il televisore, mentre il padre e la madre si scambiavano fotografie e commenti sulle case visitate. Kagome guardava distrattamente la televisione, cambiando continuamente canale. Si fermò sulle previsioni del tempo: e pensare che solo ieri, a Isla Nada, era stata tutto il pomeriggio in spiaggia. Ma questo era successo prima del rapimento.

-...terribilmente freddo per il resto della settimana-disse, minaccioso, il meteorologo, che indossava una pesante giacca di lana a scacchi rossi e verdi, come se fosse già Natale.-Le previsioni a lungo termine lasciano supporre che avremo un Giorno del Ringraziamento con la neve.-

Kagome non capiva cosa ci fosse da rallegrarsi.
Suo padre indicò una fotografia.

-Credo che questa sia la prima in classifica-disse.-Sei d'accordo, cara?-

-Come casa è carina, Tetsuya. Ma ho qualche dubbio su quella vecchia caldaia...-

-Esattamente come quella che avevo da ragazzo. Non ci ha mai dato un problema-la interruppe il marito.

-Bè, se lo dici tu-la signora Higurashi non sembrava affatto convinta.
Kagome sapeva cosa stava pensando: cercherò di essere ottimista.

-Se va bene per te, va bene anche per me-proseguì con fermezza.-Facciamo un'offerta.-

Mentre il padre parlava al telefono con il signor Fuji, Kagome prese la fotografia della casa prescelta. Era diversa da tutte le altre: piuttosto vecchia, fatta di pietra, con stanze piccole e una disgustosa carta da parati a pallini; nello scantinato non c'era la stanza dei giochi, ma solo un sacco di tubi coperti di ragnatele e la vecchia caldaia che tanto preoccupava la mamma.

-Questa è la tua stanza-la madre le indicò una finestra al primo piano.

-Volevi dire il mio sgabuzzino?-ribatté Kagome.

La signora Higurashi le lanciò uno sguardo che aveva la stessa intensità dei lampeggianti arancioni usati per le segnalazioni stradali.

-Kagome, la mia pazienza ha un limite e credo che tra poco l'avrò raggiunto-La avvertì.-Questo gioco deve finire. Subito.-

Avvertendo che la sorella si stava mettendo nei guai, Souta alzò gli occhi dal fumetto.

-Lo sapevate che la Pennsylvania è il maggior produttore di cioccolato del paese? - domandò. - Non vedo l' ora di trasferirmi a Belletoona, mamma. Andrò a una scuola nuova e mi farò un sacco di nuovai amici.-
Kagome si domandò quale fosse la pena prevista per lo strangolamento di un fratellino minore .

- Guardatemi! Sono un angioletto! - miagolò minacciosamente.

- Kagome Higurashi! - Lo sguardo di sua madre, adesso, virava decisamente al rosso. - Ora basta! So che alla tua età non è facile cambiare città. Ma la famiglia si trasferisce. Fine della questione.-

Per il momento non valeva la pena di mettersi a discutere, dato che sua madre era assolutamente irragionevole.
Così Kagome rimase immobile e imbronciata, mentre la signora Higurashile spiegava per l' ennesima volta la situazione: erano là per trovare casa e familiarizzare con il posto; domani sarebbero tornati di nuovo in California e fra due settimane, solo due settimane, papà avrebbe cominciato a lavorare in Pennsylvania.

- Tu, Souta e io resteremo in California più a lungo. Se vendiamo la casa, verremo qui prima di Natale.-

Kagome non riuscì a trattenersi.

- Cosa ho fatto di male per meritarmelo? - gridò. - Non è giusto!-

Per qualche istante sua madre non disse niente. Si limitò a guardare la pioggia che cadeva al di là dei vetri. Quando parlò, sembrò rivolgersi a se stessa, più che alla figlia.

- Non penso che sia ingiusto. Credo che servirà a rafforzare la tua personalità.-

"La mia personalità è già abbastanza forte" rimuginò Kagome. "A Isla Nada, in California, sono presidente delle studentesse di terza media, sono la ragazza di uno splendido surfista di diciassette anni e sono la migliore amica di Ayame, la capoclasse. A Belletoona chi sono? Nessuno."

Kagome era una pianificatrice: aveva già organizzato tutto l'anno scolastico. Si sarebbe fatta accompagnare da Kouga al ballo di San Valentino; avrebbe giocato con le Isla Nada Shikon nel campionato primaverile di pallavolo e prima dell'estate avrebbe imparato ad andare sui pattini a rotelle: era tutto stabilito.
Se la sua famiglia si fosse trasferita senza di lei...Bè, si, le sarebbe mancata. Le sarebbe mancata perfino la piccola peste, ma per Kagome Higurashi la vita non valeva la pena di essere vissuta, in qualunque altro luogo che non fosse Isla Nada.


Finito! Spero che vi piaccia...in ogni caso commentate sia in positivo che in negativo ovviamente!!! Se ci sono lettori li ringrazio sin da ora...ci vediamo ai prossimi cap...besos!
 
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