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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Mars
Titolo Fanfic: LUCE & OMBRA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: gemini82 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/11/2002 23:25:12 (ultimo inserimento: 09/09/04)

non vi faccio anticipazioni per non rovinarvi la sorpresa..la storia è ambientata dopo la fine del manga,leggetemela e fatemi sapere cosa ne pensate!
 
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THE BEGINNING
- Capitolo 1° -

MARS

LUCE & OMBRA

Intro: Mars è uno dei fumetti più belli che mi è capitato di leggere negli ultimi anni, mi ha regalato tante bellissime emozioni e mi ha coinvolto veramente tantissimo. L'ispirazione per questa fanfic è nata per caso, mentre stavo facendo ad una mia amica delle anticipazioni sul continuo della storia...la dedico a tutti quelli che, come me, si sono emozionati leggendo la storia di Kira e Rei...

Nota: La storia è ambientata diversi anni dopo la conclusione del manga.

CAPITOLO UNO: THE BEGINNING

Sono passati due anni da quando l' ho visto per la prima volta. Solamente due anni, ma mi sembra un tempo così lontano, così remoto...mi sembra che siano passati dei secoli. Sono successe così tante cose in questi anni...e quante cose preferirei dimenticare. Ma non è possibile, e se anche ci provassi, mi basterebbe un'occhiata al viso di mia figlia per ricordarmele tutte. Non potrò mai dimenticare un solo istante di questi due anni, mai, per il resto dei miei giorni.
E' stato mio fratello a suggerirmi di scrivere queste mie memorie...è buffo chiamarle così, mi ricorda quei racconti autobiografici scritti da grandi personaggi della storia o della letteratura che si studiano a scuola. Se ho deciso di mettere su carta i ricordi degli avvenimenti che hanno segnato la mia vita in questi ultimi due anni, è solo per mia figlia. Un giorno mi farà delle domande, vorrà sapere delle cose, e non so se avrò il coraggio di spiegargliele a voce. Per questo scrivo. Il giorno in cui vorrà sapere, a Yukie basterà leggere queste pagine, e la verità si aprirà di fronte a lei. Spero solamente che quel giorno sarà abbastanza forte da affrontarla.

Era seduto su una panchina del parco, immobile. Non potevo vedere l'espressione del suo viso, perché i suoi occhi erano celati da un paio di occhiali scuri, ma mentre passavo ero consapevole del suo sguardo fisso su di me e ciò mi turbava. Avevo quindici anni. Stavo tornando a casa da scuola passando per la solita strada, e quel giorno ero sola perché mio fratello, il mio gemello Seiji, era a letto con l'influenza. Camminavo velocemente, non vedevo l'ora di essere a casa per parlare con Seiji, avevo tantissime cose da raccontargli. Quel giorno Yoichi, il nostro compagno di classe che mi piaceva da impazzire, mi aveva chiesto un appuntamento per sabato pomeriggio, ed io avevo accettato entusiasta. Erano mesi che sognavo che Yoichi mi chiedesse un appuntamento.
Me ne ero innamorata a prima vista, il primo giorno di scuola, quando eravamo entrati in classe per la prima volta. O almeno, credevo di esserne innamorata. Adesso, alla luce di quanto è accaduto, posso affermare con sicurezza che la mia era solo una cotta infantile, ero una ragazzina che sognava il principe azzurro e niente altro. Quel giorno, durante la pausa pranzo, Yoichi mi si era avvicinato, e mi aveva domandato se mi sarebbe piaciuto andare al cinema con lui quel sabato. Naturalmente avevo accettato subito, ero letteralmente al settimo cielo. Camminavo come se volassi un metro sopra la terra.
Poi, notai lo sconosciuto. La sua età era indefinibile, e nonostante non potessi vedere i suoi occhi capivo perfettamente che era molto attraente. Aveva i capelli chiari, abbastanza corti, ed indossava un lungo impermeabile nero. Appena mi vide passare, fissò il suo sguardo su di me, e non lo distolse più.
Mi spaventai. Incominciai a figurarmi immagini terribili nella mia mente, ad essere convinta che fosse un maniaco e che mi avrebbe seguita per aggredirmi o farmi chissà cosa. Il cuore mi cominciò a battere all'impazzata. Da un lato, l'istinto mi diceva di mettermi a correre più forte che potevo per allontanarmi da lì, ma d'altra parte avevo paura che lo sconosciuto mi avrebbe rincorsa. Uscita dal parco, mi voltai per vedere se era dietro di me, ma non vidi nessuno. Tirai un sospiro di sollievo, e mi affrettai a passo più veloce verso casa.
Appena fui entrata, ricordo che corsi nella stanza di Seiji. E la prima cosa che gli raccontai...non fu dell'appuntamento che mi aveva chiesto Yoichi, ma del mio incontro con lo sconosciuto. Per tutto il pomeriggio, non feci altro che pensare all'uomo visto nel parco. Perfino l'idea di piacere a Yoichi, il ragazzo che amavo disperatamente da mesi, sbiadiva completamente davanti alla forte impressione che mi aveva lasciato quello sconosciuto.

Da allora, lo vidi tutti i giorni, tornando da scuola, anche quando ero in compagnia di mio fratello o di qualche amica. Era sempre seduto nella solita panchina, con i soliti occhiali scuri e il solito impermeabile nero, e tutte le volte, non appena mi vedeva passare, il suo sguardo si fissava su di me e non mi lasciava più finchè non sparivo dalla sua vista. Tutte le volte, uscita dal parco, mi voltavo a controllare se mi stesse seguendo, ma non c'era mai nessuno dietro di me.

I giorni passarono velocemente, ed arrivò il sabato. L'appuntamento con Yoichi era per le quattro del pomeriggio, proprio nel parco. La mattina mi svegliai con una meravigliosa sensazione di aspettativa e di eccitazione. Il mio primo appuntamento. Con Yoichi. Non vedevo l'ora che fossero le quattro, e mi parve che quel giorno le lezioni non avessero mai fine. Finito di pranzare, mi precipitai in camera mia per prepararmi, sotto lo sguardo divertito di mio fratello e dei miei genitori. Mi ci vollero più di due ore per decidere che vestito indossare, e alla fine optai per un paio di jeans chiari a vita bassa e una maglietta rossa con lo scollo a barchetta che mi lasciava scoperto l'ombelico. Mi truccai leggermente, e scesi a farmi vedere da Seiji. Mio fratello mi fece i complimenti per il mio aspetto, e mi diede l'in bocca al lupo.
Uscii di casa con oltre mezz'ora di anticipo, per paura di arrivare in ritardo all'appuntamento. Per tutto il tragitto fino al parco, i miei pensieri furono occupati solamente da Yoichi. Quanto sarebbe stato carino quel giorno, cosa avrebbe detto dei vestiti che avevo indossato, dove saremmo andati, di cosa avremmo parlato...se ci saremmo baciati... Ero fuori di me dalla gioia, e la mia mente era invasa da tutta una serie di fantasie romantiche su lui e me, insieme, quel giorno.
Ma appena arrivai all'ingresso del parco...un altro pensiero mi colpì all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, lasciandomi stupita. Tutt'un tratto, il pensiero di Yoichi svanì dalla mia mente...e quello che mi domandai fu se anche quel giorno lo sconosciuto sarebbe stato al parco, seduto sulla solita panchina.
Entrai nel parco con l'aspettativa di vedere lo sconosciuto, non Yoichi. Mi guardavo intorno trepidante, emozionata, con il cuore che mi batteva a mille, ma i miei occhi non cercavano Yoichi, il ragazzo dei miei sogni...cercavano lo sconosciuto.
E poi lo vidi. E nello stesso momento lui vide me, e come ogni giorno avvertii distintamente la sensazione dei suoi occhi fissi su di me, che mi scrutavano da capo a piedi, come se fossero stati raggi laser in grado di guardarmi dentro. Ma quel giorno, io non distolsi lo sguardo imbarazzata. Quel giorno, anch'io fissai i miei occhi su di lui. E nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono, avvertii come una scarica elettrica che mi attraversava tutto il corpo.
Continuai a fissarlo come ipnotizzata, finchè non sentii una voce che mi chiamava. Mi voltai nella direzione da cui essa proveniva, e vidi Yoichi corrermi incontro sorridendo. Era carino come al solito, forse anche di più, ma il suo bell'aspetto quel giorno mi lasciò completamente indifferente. Cercai di essere carina e simpatica con lui, risposi alle sue domande sforzandomi di apparire allegra, ma nel momento in cui uscimmo dal parco per dirigerci verso il cinema provai una sensazione di fastidio. Non volevo andarmene da lì, non volevo allontanarmi dallo sconosciuto.
Non seguii un solo minuto del film. Yoichi passò il suo braccio intorno al mio schienale, sfiorandomi appena la spalla, ma quel contatto anziché elettrizzarmi e rendermi felice mi metteva soltanto a disagio. Per tutta la durata della proiezione, non feci altro che pensare allo sconosciuto, a chiedermi chi fosse, quanti anni avesse, e cosa ci facesse tutti i giorni in quel parco, su quella panchina. La mia mente si inoltrò in tutta una serie di fantasticherie...sognavo che si fosse innamorato di me a prima vista, vedendomi passare nel parco mentre tornavo da scuola, e che da allora tornasse tutti i giorni al parco soltanto per vedermi, senza avere il coraggio di rivolgermi la parola perché io ero una ragazzina, e lui invece un uomo adulto...se solo avessi potuto immaginare...
Finita la proiezione, io e Yoichi andammo in un bar. Lui fece di tutto per tenere viva la conversazione, ma io continuavo ad essere distratta dal pensiero dello sconosciuto e mi limitai a rispondergli a monosillabi. Quando ci salutammo, vidi che Yoichi aveva un'espressione molto delusa e rattristata.
Fino a poco tempo prima, anzi, fino a quella stessa mattina, mi sarebbe sembrato una catastrofe aver deluso Yoichi al primo appuntamento che avevo tanto agognato... ma in quel momento non mi importava niente. Yoichi, il ragazzo su cui avevo fantasticato per mesi, mi appariva scialbo e insignificante se paragonato al grande mistero rappresentato dallo sconosciuto del parco.
Appena fui tornata a casa, mio fratello mi prese da una parte e mi subissò di domande sul mio appuntamento con Yoichi. All'inizio risposi in maniera piuttosto evasiva, ma Seiji mi conosceva troppo bene per non capire che c'era qualcosa che non andava. Non per niente siamo gemelli. Gli raccontai tutto allora, e mio fratello assunse un'espressione piuttosto preoccupata.
Parlando con lui, cominciai a sentirmi una sciocca. Yoichi era il ragazzo che mi piaceva da sempre, avevo finalmente avuto la conferma che anche lui nutriva interesse nei miei confronti ed ero andata a rovinare il nostro primo appuntamento perché mi ero persa a fantasticare su un tipo che avevo visto al parco, che probabilmente aveva il doppio dei miei anni e che quasi certamente non aveva il benché minimo interesse per me. Proprio un comportamento da sciocca ragazzina romantica.

Il giorno dopo, andai a scuola armata dell'intenzione di parlare con Yoichi e spiegargli tutto, e soprattutto di scusarmi per essermi comportata così male durante l'appuntamento. Speravo con tutto il cuore che avrebbe voluto perdonarmi. Naturalmente, non potevo dirgli delle mie fantasie sullo sconosciuto,e così cercai di giustificarmi dicendo che il giorno prima non mi sentivo molto bene e che per questo ero stata così assente e poco loquace durante il pomeriggio, e che se non era arrabbiato per il mio pessimo atteggiamento sarei stata contenta di uscire con lui un'altra volta.
Yoichi fu molto carino e comprensivo con me, accettò le mie scuse e mi chiese un altro appuntamento per la domenica successiva. Ne fui molto contenta. Da quel giorno, la mia attrazione per Yoichi parve rifiorire. Non pensai più allo sconosciuto, e l'appuntamento successivo andò a gonfie vele. Al momento di salutarmi, Yoichi mi diede un veloce bacio sulla guancia, e bastò quel piccolo gesto per farmi sentire al culmine della felicità.

Ma una settimana dopo accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Stavo tornando da scuola, ed ero sola , perché Seiji si era fermato per gli allenamenti del club di basket, di cui era appena entrato a far parte. Presi la strada del parco. Per tutta la settimana precedente non l'avevo mai fatto, perché volevo togliermi dalla testa lo sconosciuto e concentrarmi soltanto su Yoichi, e temevo che se l'avessi rivisto avrei ricominciato a fantasticare su di lui. Quel giorno però, l'istinto mi suggerì quella strada. Forse semplicemente era destino che così fosse.
Appena entrai, i miei occhi, quasi inconsciamente, presero a perlustrare il parco nel timore e nella speranza insieme di scorgere lo sconosciuto. Solo al pensiero di poterlo vedere, il cuore cominciò a battermi all'impazzata.
Vidi la solita panchina, ma lui non c'era. Provai un'acuta fitta di delusione nel rendermi conto della sua assenza, e rimasi ferma dov'ero per un attimo, come smarrita. Poi, mi diedi mentalmente della stupida, e ripresi a camminare a passo sostenuto.
Arrivai all'uscita del parco, e il cuore mi si fermò per un attimo.
Lo sconosciuto era lì, di fronte a me.

Mi fermai, come pietrificata. Non riuscivo più a muovere un solo muscolo, a fare un solo passo. Tutto ciò che ero in grado di fare era fissare lo sconosciuto, come ipnotizzata. Lo fissai mentre, lentamente, si toglieva gli occhiali da sole, e mi mostrava per la prima volta i suoi occhi.
L'espressione del suo viso mi colpì. Non avevo mai visto un'espressione del genere.
I suoi occhi erano così...così ipnotizzanti. Aveva un'espressione di profonda sofferenza e inquietudine. I suoi occhi erano quelli di una bestia ferita. Erano gli occhi di una persona che aveva sofferto molto, e che forse soffriva ancora. E, non so come, trasmettevano al mio cuore quella stessa sofferenza. Sentii il mio cuore stringersi, inconsapevolmente. Mi assalii il desiderio di fare qualcosa per lenire il dolore di quest'uomo.
Mi fissò dritto negli occhi.
-Pensavo che non saresti venuta mai più-, mi disse. Aveva una voce lenta, profonda, molto calma, e un viso dai lineamenti dolci, delicati, quasi femminili, anche se molto pallido e tirato.
Non risposi. Non sapevo cosa dire.
Mi prese lentamente una mano. Il mio cuore batteva talmente forte da farmi male.
-Ti aspettavo, sai...-, sussurrò, in modo a malapena udibile.
Continuai a restare in silenzio, travolta da tutta una serie di emozioni intense, sconvolgenti, che non avevo mai provato prima, in tutta la mia vita, e che non mi sapevo spiegare.
-Come ti chiami?-, mi chiese infine, continuando ad accarezzarmi la mano.
-Yayoi...Yayoi Kashino-, mormorai, faticando a trovare la voce.
-Yayoi...-, ripeté lo sconosciuto. -Un bellissimo nome-.
Cercai di sorridere, ma ero troppo nervosa per riuscirci.
-Io invece sono Makio...Makio Kirishima-

Allora, che ve ne pare? Avevate indovinato l'identità del misterioso sconosciuto? ^___^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! Mi raccomando, aspetto i vostri commenti!!! Ne voglio un sacco!!!
Un bacio, Gemini82



 
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