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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: GIOCHI ESTIVI
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: darkhorus galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/03/2006 01:01:18

quello che può succedere a chiudere in casa una divinità ed un sayan per interi giorni facendoli solamente studiare. cisono anch`io nella fic yeah! xd
 
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VERNICE
- Capitolo 1° -

“La tua idea mi piace un mondo…” Azis era tutto impegnato a studiare il fucile ad acqua che da poco reggeva nelle sue mani. è inutile sottolineare la soddisfazione che mi dava leggere un leggero entusiasmo crescere sempre più sul suo volto.
“Non è niente di speciale.” Sentenzia con falsa modesti dall’altro lato della stanza.
“Con tutti i giorni di segregazione che abbiamo avuto, il tempo di trovare nuovi modi per fare casino non mi è certo mancato, tieni questi…” gli lanciai una serie di gavettoni caricati col medesimo liquido dei fucili.
“Tu sei un Pazzo. Dove hai trovato tutta questa vernice?” Nonostante le spesse ciocche azzurre gli nascondessero il volto intravedevo chiaramente lo stupore sul suo volto. Conosceva bene la terra ed ammirava la varietà dei divertimenti che il pianeta sapeva offrire, per questo il sentirmi definire folle da un simile esploratore dell’universo mi riempiva d’orgoglio.
“Sono i segreti del mestiere. Allora, vernice nera per me e azzurra per te. Regola base, non ci sono regole! Vince chi macchia l’avversario. E…”
Un gavettone mi colpì in pieno petto. La macchia azzurra si espandeva gradatamente mentre alcune gocce cadevano sul pavimento. M’ero zittito di colpo e guardavo con sguardo truce il Sayan mentre le gocce continuavano a cadere.
“Ho vinto!” disse trionfante Azis. “Che facciamo adesso?”
“Iniziamo a giocare stupido mocio celeste!” sentenziai inviperito per essere stato interrotto.
“Ma ti ho macchiato!” protestò Azis “Il gioco è finito!”
“Hai macchiato la mia felpa” sorrisi divertito.
“Tra l’altro la mia preferita…” Mi liberai dal tessuto azzurro, ormai irrimediabilmente rovinato, con un rapido movimento, poi aggiunsi:
“Una volta che t’avrò battuto, userò la tua testa per pulire il macello che avremmo combinato!” con un rapido movimento delle mani caricai di pressione il mio fucile.
Le parole e lo sguardo che gli lanciai attraverso alcune ciocche della mia lunga frangia castana gli stamparono un luminoso sorriso sul volto. Caricò a sua volta il liquidator e sentenziò spavaldo:
“Interessante terrestre! Fammi vedere che sai fare!”
Non mi feci pregare. Velocemente esercitai una decisa pressione sul grilletto. Un lungo spruzzo nero partì dalla canna che reggevo con le mani.
Azis si mosse velocemente, ma non abbastanza:
“Hei m’hai centrato un piede! Bastardo!” protesto “Sai quanto mi sono costate queste scarpe?”
“Molto meno di quanto dovrai spendere per farti togliere la vernice dai capelli!” risi io. Era così buffo veder un guerriero del suo livello barcollare nel tentativo di togliersi le scarpe senza mollare la presa sulla sua arma.
“Simpatico, molto simpatico” disse infine. “Prendi questo!”
Il colore celeste riempì l’aria senza colpirmi. Rapido mi riparai dietro al divano color avorio rifoderato di fresco dai miei.
“Esci codardo!” urlò spazientito Azis “Vuoi che rovini del tutto il divano dei tuoi genitori?”
“Fai con comodo, ho sempre odiato quel divano!”
Afferrai un gavettone dalla cintura che tenevo a tracolla e lo scaglia oltre il divano nella direzione in cui l’avevo visto l’ultima volta. Sentii il rumore dell’esplosione accompagnata dal lento gocciolare del liquido.
“Che diavolo fai Idiota, Lo schermo nuovo no!”
M’alzai di colpo da dietro il divano. L’idea d’aver rovinato irrimediabilmente il nuovissimo schermo al plasma di mio padre mi sconvolse, non tanto per la reazione dell’orso grezzly, che vantava la mia paternità, alla notizia di ciò che era successo a ciò che definiva il suo figlio prediletto, ma perché quello schermo mi doveva servire per sfruttare al meglio la mia futura PS3. Fui colto dal panico e un getto m’investi in pieno viso non appena uscì dal mio rifugio.
La vernice azzurra mi colava lungo tutto il corpo e la sua lentezza mi regalava lunghi brividi, quasi di piacere. La sua densità rendeva unica quella sensazione.
Ma la rabbia mi scaldava comunque le tempie montata, da una fragorosa risata:
“HAHAHAHAH, SEI UN POLLO!” Era di fronte a me con la testa completamente nera.
Fui felice nel vedere che la sua voluminosa pettinatura era stata appiattita dal peso del mio colore.
“Idiota, hai perso!” dissi sorridendo mentre constatavo che il monitor era incolume.
“No, non è vero, sei tu ad avere la testa azzurra!” la faccia tosta dell’alieno mi stupì una volta di più.
“Ma t’ho colpito prima io caro il mio senegalese!” Era completamente nero.
“Non è vero, non lo puoi sapere!” si difese Azis. “Tu eri dietro il divano”
“Stupido, io non ho più sparato un colpo da quando mi hai colpito!”
“… eri dietro al divano!” insistette.
Alzai gli occhi al cielo e poi allargai le braccia urlando:
“è UNA GUAARDIAA NEEEERAAAAAA!!!!”
“Cosa?” chiese il Sayan.
“Lascia perdere è una lunga storia! So io come risolvere la situazione” sbottai.
“Cioè?”
“Continuiamo per tutta la casa finchè non abbiamo finito la vernice. Poi si vedrà”
Mi misi in guardia.
Azis sorrise e dopo aver preso in mano il fucile disse:
“Ne resterà soltanto uno.”



La casa, al suo interno, era completamente ricoperta dal nero e dall’azzurro. Solo poche cose s’erano salvate: La PS2, la TV, il frigo, i dvd ed i fumetti. Il computer l’aveva scampata di poco, insieme al blackjack che ancora troneggiava sopra al letto circondato dalle maglie rossonere appese alle pareti.
“Erano anni che non mi divertivo così!” dissi con le parole spezzate dal fiatone.
“Già! Ne ho viste tante nell’universo, ma come questa…”
I due ragazzi erano stesi sul pavimento, ormai privi d’ogni energia e completamente ricoperti di quei due colori.
“Finalmente non c’è più quell’odioso rosa!”
Scoppiai immediatamente a ridere.
“Ave fratello, Ave.”
L’aria era carica del forte odore della vernice.
“Mocio, Mi gira la testa!” boffonchiai.
“Già e fa pure male.”
Quanto era bello il silenzio che aleggiava nella casa vuota, cosi piacevole, sembrava quasi cullare le pulsazioni delle tempie rendendole meno dolorose fin quando un lento tintinnare mi squarciò la testa.
“Delle chiavi” pensai. Poi la consapevolezza lentamente s’insinuo in me, accompagnata da un crescente senso di terrore…
“CHE DIAVOLO è SUCCESSO QUI”
Quella voce mi squarciò il cranio.
“DOVE DIAVOLO SIETE!”
“Falla smettere, ti prego” mormorò Azis mentre si premeva la testa con i pugni serrati.
“IO V’AMMAZZO!”
Era Evrin ed era sempre più incazzata. Stava salendo le scale a grandi falcate facendomi rimbombare le cervella dentro la testa.
“CHE AVETE COMBINATO, MANICA D’INCOSCIENTI!”
Non riuscivamo nemmeno a muoverci, tanto ci faceva male la testa.
“IO MI FIDAVO DI VOI E GUARDATE CHE AVETE FATTO!”
Zitta…
“VE LA FARò PAGARE CARA!”
Stai zitta!
“SIETE DUE IDIOTI!”
“D.H. ...” bisbigliò Azis mentre Evrin caricava due enormi globi energetici.
“Azis… ora!”
Raccogliendo le nostre ultime energie le scagliammo addosso gli ultimi gavettoni che c’erano rimasti colpendola al viso ed al volto e poi ci lanciammo giù dalla finestra aperta del primo piano, in un unico, disperato, tentativo di fuga.
Non ricordo più nulla di quello che accadde, ma la sensazione dell’aria pura che m’entrava nei polmoni salendo fin su al cervello non la scorderò mai per il resto della mia vita.

...

“Fa schifo la mensa di questi ospedali” si lamento Azis.
“Zitto e mangia caprone!” lo rimbrottò Evrin.
“Almeno tu hai la donna che ti cura infame!” L’accusai.
“Secondo te qualcuno è venuto a trovarmi in ospedale?” continuai
“No non si è fatto vedere nessuno! Che razza d’amici!”
“Ma… GNAM… e quelli che son venuti … SGRONF… prima?” chiese il Sayan ingozzandosi come un porco.
“L’ennesimo tentativo d’omicidio. Da quando hanno saputo che sono qui con le braccia e la schiena spezzate vengono a frotte!”
“E che ne hai fatto di loro?” mi chiese Evrin.
Sorrisi
“Gli ho buttati fuori dalla finestra, che domande!”
“Ma come, vuoi finire in carcere stupido?” mi rimproverò lei.
“Si, bella questa. Vegetale bloccato dal collo in giù per grave lesione alla colonna vertebrale scaglia giù dalla finestra John Cena e Batista. Ma dai Evrin!”
Azis sorrise solo per metà. Aveva subito un grave danno alla testa sbattendola sul selciato. Aveva metà dei muscoli della faccia bloccati.
“Quanto resterete ancora qui dentro?” Chiese paziente Evrin.
Non lo voleva ammettere ma s’era preoccupata a morte quando, dopo il nostro volo fuori dalla finestra, non c’eravamo più mossi per un mese.
“Altre due settimane GNAM…. SGRAFF… e saremo come nuovi!” disse Azis
“Già” dissi io “ci vuole ben altro che una caduta per bloccarmi a letto” la rincuorai.
“Com’è presa la casa?” chiesi infine.
“Io e le ragazze l’abbiamo messa a nuovo con l’aiuto di Cid.” Disse lei con molta, molta pazienza.
“Grazie! L’avrei fatto io e mocio vileda se non fosse stato per questo” sbuffai indicando le diverse viti ed ingessature che mi coprivano il corpo.
“Tutto sarà a posto prima del ritorno dei miei!” conclusi allegro “Vi offrirò una bella cena per scusarmi, a te, Leiths ed ad Amia. Proposito la principessa ed il Capitano sono ancora Single no?” domandai vivace.
“Si ma stai attento quelle son più pericolose del selciato, loro ammazzano!”
“Come sei premurosa Evrin, comunque il tuo uomo mi deve una cena dopo aver perso in maniera vergognosa al gioco della vernice! Pagherà lui.”
“Guarda che sei tu ad aver perso ciccio!” replicò l’alieno.
“Non dire baggianate, perdente!”
Lui si strappò i tubi,
“Adesso ti faccio vedere io chi è il perdente!”
Afferrai la ringhiera del letto con i denti e mi lancia giù. La mia colonna vertebrale scrocchiò. Cominciai a strisciare verso il letto facendo saltare col movimento le viti dalla mia schiena la quale aveva ricominciato a muoversi.
Azis si tirò un pugno in faccia e riprese a controllarla perfettamente scagliandosi poi, anche lui arrancando, nella mia direzione.
Entrambi, non appena fummo abbastanza vicini l’uno all’altro, ci lanciammo in piedi con un colpo d’addominali. Tutti i perni partirono dalle loro sedi e il gesso scoppiò in frantumi sotto i nostri colpi!
“Ho vinto io!” Urlai!
In quel momento entrarono le altre due ragazze accompagnate da Cid.
“No io!”
“Ciao Evrin, come stanno i due…. Malati…” disse Amia.
“Ti piacerebbe!”
L’amica si limitò a scuotere sconsolata il capo.
“Ma sarà un colore di capelli decente il marrone?”
“Beh, almeno possiamo finirla di venire in ospedale…” concluse Cid guardando divertito la scena.
“Almeno io non sembro un ghiacciolo all’anice!”
“Ma non vi sembra strano che DarkHorus si sia ripreso proprio oggi che è il primo giorno di chiusura degli esami?” Osservò Leiths.
“Muori, muori, muori,!”
“Andiamo a berci un frappè al bar va’” concluse in fine sconsolata Evrin alzando gli occhi al cielo.
“MUORI, MUORI, MUORI TENDENTE AD INFINITO + 1”



Questa è un'opera di fantasia! Ma andiamo dove volete che li peschi dei liquidator che sparano pura vernice, senza parlare del fare dei gavettoni senza la pressione del rubinetto. Ma come si fa! Se li avessi trovati il resto si sarebbe svolto come sopra! I'm immortal!
Saluti
D.H.

 
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