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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: MORGAN(NON È ESATTAMENTE UN TITOLO...)
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: piccolakaname galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/03/2006 23:37:15

è una cosa che mi è venuta così....non ho idea del seguito però. a me sembra davvero bella. commentate please
 
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ICE
- Capitolo 1° -

Capitolo 1°
Ghiaccio

Correva ormai da ore, è non riusciva ancora a scorgere la fine del sentiero. Le creature gli stavano addosso, senza lasciargli un minimo di riposo. Si guardò indietro. Aveva la vista appannata, aveva freddo, fame ed era stanco. Più di una volta aveva rischiato di cadere e farsi catturare. Ma non poteva permetterlo. No, non poteva. Aveva giurato di proteggerlo a tutti costi, e così avrebbe fatto. Posò lo sguardo sul piccolo fagotto che teneva stretto tra le braccia. Nonostante fosse stato in condizioni critiche per tutto quel tempo, il bambino non dava segni di malesseri. Jair sospirò, sollevato. Era davvero incredibile che stesse bene, dopo tutto quello che era successo. Si concesse un attimo di riposo, appoggiandosi ad uno dei numerosi alberi che li sovrastavano. Stava per riprendere la fuga, quando gli sembrò che ci fosse qualcosa di strano. Si guardò rapidamente intorno, in cerca di qualcosa di anomalo. Niente. Era tutto silenzioso. Troppo silenzioso. Tutto dannatamente, terribilmente silenzioso.
“No!” quel pensiero gli esplose nella testa. Lo capì istantaneamente…Era finita. Erano stati circondati. Ora, finalmente, avvertì un rumore alle sue spalle, e dall’alto cominciarono calarsi centinaia di esseri. Gia, quegli esseri che aveva tanto odiato erano riusciti a metterlo con le spalle al muro. E in modo così…semplice. La cosa gli sembrò talmente sciocca che sorrise. Un sorriso gelido, freddo, che si trasformò in una risata altrettanto vuota e infinitamente triste.
Ormai i demoni si avvicinavano, consapevoli della loro vittoria, e della sua sconfitta. La risata di Jair si spense lentamente,e finalmente, tornò alla realtà. Non era così che doveva finire. Aveva fatto una promessa, e aveva intenzione di mantenerla. Non gli interessava sopravvivere. Voleva solo proteggere il bambino. Abbassò lo sguardo, e guardò negli occhi la piccola creatura per cui era disposto a morire. Gli ricambiarono lo sguardo due splendidi occhi azzurri. Sembravano ghiaccio. Dopo quella che gli sembrò un’ eternità, Jair distolse lo sguardo, e lo rivolse verso il cielo. Quella sera la luna gli parve la più bella che avesse mai visto, forse perché l’ultima. Sospirò. Poi chiuse gli occhi, e , lentamente, evocò la sua ultima magia. I demoni se ne accorsero troppo tardi, e quando accorsero per fermarlo, il piccolo stava ormai fluttuando in un fascio di luce argentea, per poi sparire davanti ai loro occhi.
“Spero di non averti deluso Sasha” e con quest’ultimo pensiero si lasciò afferrare e dilaniare delle moltitudini di artigli infuriati che lo circondavano.

* * *

Grazie al sacrificio di Jair quella notte il bambino fu spedito a migliaia di leghe di distanza. Apparve in mezzo all’accampamento di alcuni Nomadi che passava da quelle parti. Ci furono parecchie discussioni al riguardo del misterioso bambino, ma alla fine decisero di tenerlo con loro. Inizialmente non gli fu dato nome, ma quando crebbe abbastanza da poter camminare, e cominciò a sparire per diverse ore, lo chiamarono Morgan, come colui che si sapeva rendere invisibile.

* * *

Le sparizioni del piccolo Morgan con il passare degli anni si fecero sempre più frequenti, fino a quando entrò nell’età adulta e decise di lasciare la tribù da cui era stato ospitato per tutto quel tempo. Allora aveva quattordici anni. Non aveva rimorsi. In fondo sapeva di essere stato adottato solo per via della legge che legava i Nomadi. Era sempre stato guardato con diffidenza, da alcuni con timore, da altri con sospetto. Anche il suo aspetto non aveva fatto altro che peggiorare le cose. Lui, alto, biondo e con gli occhi azzurri intensi. Loro, robusti, castani e con gli occhi scuri. E poiché eccelleva in ogni cosa, dalla caccia ai combattimenti con varie armi, era persino invidiato da altri suoi coetanei. Non aveva resistito. Se non fosse andato lui, prima o poi lo avrebbero cacciato. Ma tanto era meglio così. Ormai erano due anni che vagava per le terre del mondo allora conosciuto, e non aveva la minima nostalgia. Aveva incontrato mota gente, conosciuto diversi paesi e città, in cerca di tutto e niente.

se vi piace fatemi sapere...perchè io faccio così...se qualcuno dice che gli piace la continuo, se no non ne vale la pena...almeno per me è così...ciao e mi raccomando..COMMENTIIIIIII "anche brutti, fa sempre bene un po' di critica...senza esagerare però..."
 
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