torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: ERAGON
Titolo Fanfic: LEGAME
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: fengtianshi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/02/2006 00:02:20

one-shot.il legame tra drago e cavaliere ha un significato tanto vasto che solo il drago può comprenderlo davvero... (saphira/eragon)
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
LEGAME
- Capitolo 1° -

Vi prego non odiatemi! L’ho scritta di getto e so che non è venuta un gran che bene, ma esprime più o meno la mia personale visione dei sentimenti di Saphira.
Spero vi possa piacere…







Il legame che unisce un drago al suo Cavaliere va al di là di ogni comprensione umana e persino gli elfi , con le loro menti vaste e potenti , non sono in grado di capirlo fino in fondo.
Soltanto i draghi possono.
Per Saphira era così semplice da farle paura.
Per ogni drago che viene al mondo esiste solo una persona giusta. Non importava quanto era distante nello spazio e nel tempo, perché quando si è un drago questi sono concetti privi di un vero significato. Nel momento in cui il piccolo uovo veniva deposto, già si era creato quel legame e al cucciolo non restava che attendere.
Per anni , per secoli , anche per sempre.
La memoria di un drago non ha nulla a che vedere con quella labile e fragile degli esseri umani. Saphira ricordava molte cose già quando era solo un uovo.
Immagini nette e perfettamente chiare di un passato appartenuto alla sua stirpe le avevano mostrato un mondo di dolore , guerra e morte. Tutto il suo popolo era stato tradito e spazzato via dalla faccia della terra.
Ricordava di aver avuto paura. Certo ora non lo ammetterebbe mai nemmeno davanti ad Eragon , ma era terrorizzata all’idea di nascere in un mondo del genere.
Che senso aveva vivere in mondo di odio?
In molti le si erano avvicinati chiedendole di uscire dall’uovo , ma lei si era rifiutata.
Non voleva nascere. E così erano passati cento anni.
Lontano , molto lontano da lei , era venuto al mondo un bambino. Un orfano non particolarmente speciale. Eppure Eragon era nato per lei , come lei era nata per lui.
Quando l’aveva trovata , una sensazione di calore infinito aveva scaldato l’uovo e improvvisamente Saphira non aveva più avuto tanta paura di nascere.
Il legame che la univa a Eragon era qualcosa di immenso tanto da dare le vertigini anche a chi, come lei, era abituato a volare. Lei aveva aspettato nell’uovo per un secolo e lui era nato in un villaggio sperduto lontano chissà quante leghe da dove si trovava lei. Eppure erano già uniti.
Il Caso non esiste. Eragon era l’unico a poter essere il suo Cavaliere e nulla al mondo avrebbe potuto impedire che si incontrassero.
Solo i draghi sono veramente consapevoli della vastità di una tale unione e questo , spesso e volentieri , rattristava Saphira.
Eragon era la cosa più importante per lei. La sua unica ragione di vita. Era tutto il suo mondo. Il suo sentimento era profondo tanto quanto il legame magico che li univa, ma sapeva benissimo che lui non avrebbe mai potuto ricambiare un sentimento del genere. Non è nella natura degli esseri umani.
Saphira era persa nei suoi pensieri quella notte. Fissava il cielo stellato oltre la cupola di fogliame della foresta e lasciava correre libera la sua mente. Come ogni notte, quando tutti si addormentavano , si sentiva malinconica.
La dragonessa abbassò la testa e guardò verso il terreno. Accoccolato sotto la protezione di una delle sue ali se ne stava Eragon , beatamente immerso nel mondo dei sogni.
Lei sorrise dolcemente a quella vista. Eragon era un ragazzo che era dovuto crescere in fretta , senza perdere del tutto alcuni piccoli segni di immaturità. Era piuttosto permaloso , a volte troppo ingenuo, non sapeva quando era meglio agire e quando no. Tutte cose che avrebbero dovuto innervosirla o nella peggiore delle ipotesi farla arrabbiare e invece le facevano provare un’infinita tenerezza e il desiderio di proteggerlo per sempre.
Ed ecco ancora la tristezza farsi largo dentro di lei. Eragon le voleva bene, ma non sarebbe mai stato capace di andare oltre le apparenze. Lei era un drago. Non poteva certo credere di essere considerata qualcosa di più di una creatura meravigliosa, un’amica importante e preziosa, qualcuno a cui volere molto bene, ma non da amare.
I draghi non piangono. Altrimenti Saphira l’avrebbe fatto.
Avvicinò la testa a quella di Eragon e gli sfiorò la fronte con il muso.
Improvvisamente sentì tutto il corpo che formicolava come se fosse percorso da migliaia di piccole scariche elettriche. Fu un istante , molto più rapido della sua capacità di reazione.
Si sentì precipitare verso il basso, una sensazione simile a ciò che provava tuffandosi verso terra ad alta quota. Finì in uno spazio buio , impenetrabile persino alla sua vista.
Si sentì strana, confusa e disorientata. Cercò di muoversi, ma faceva fatica a coordinare i movimenti.
E poi lo vide. Era poco distante da lei e pareva altrettanto confuso. Era Eragon ed era decisamente… più grande del solito.
Immediatamente si rese conto di essere lei più piccola del solito. Ora riusciva a distinguere sé stessa, anche se a stento trattenne un grido di stupore.

Eragon stava sognando anche se non avrebbe saputo dire cosa. Era uno di quei sogni confusi di cui ci si ricorda solo qualche immagine fumosa la mattina dopo. Poi tutto a un tratto era finito lì. Probabilmente stava ancora sognando. Se ne stava immerso in uno spazio tutto nero e per quanto sforzasse la sua vista non riusciva a vedere dove andasse a finire.
Continuò a girarsi attorno finché praticamente non se la trovò davanti. Una ragazza bellissima lo fissava ad occhi sgranati. Ora era veramente certo che si trattasse di un sogno.
La ragazza aveva la carnagione di un bel azzurro chiaro e lunghi capelli blu le ricadevano attorno in morbidi boccoli.
Eragon rimase a fissarla a bocca aperta senza sapere cosa dire. Fu lei a parlare.
“Eragon?”
“Come sai il mio nome?” domandò il ragazzo senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
Lei non rispose , ma si gettò tra le sue braccia stringendolo forte.
Eragon non sapeva come comportarsi , ma la disperazione con la quale lo stava abbracciando lo convinse a ricambiare il gesto.
Si sentiva stranamente a proprio agio accanto a quella ragazza. Non era imbarazzato come si sarebbe aspettato di essere e nemmeno gli pareva strano che una sconosciuta si fosse gettata tra le sue braccia. Si sentiva… bene.
Lei si allontanò un poco e il ragazzo poté vedere che i suoi occhi erano umidi di lacrime.
“Sto sognando, vero?” domandò Eragon passandole una mano tra i capelli.
“Sì…”rispose lei sorridendo. Sembrava triste però.
Si avvicinò al suo volto e sfiorò le sue labbra con un bacio.
“Dimentica tutto, d’accordo piccolo?” gli disse con una dolcezza infinita mentre cominciava a piangere.
“Saphira…?” e il sogno svanì.

Eragon si svegliò per colpa del sole che si stava alzando all’orizzonte e gli infastidiva gli occhi coi suoi primi raggi. Si alzò a sedere con una confusione tremenda in testa.
“Forse ho dormito troppo…” brontolò alzandosi.
*Buongiorno!* lo salutò Saphira.
*Sei allegra stamattina… hai fatto un bel sogno?* le domandò il ragazzo affettuosamente.
*Sì!* confermò la dragonessa avvicinando il muso alla mano tesa di Eragon.
*Sai… ho fatto un sogno anche io… è un peccato che non mi ricordi nulla, prchè ho la sensazione che fosse davvero un bel sogno…* le raccontò il Cavaliere accarezzandole la testa.
Saphira si lasciò scappare uno sbuffetto di fumo di contentezza.


Fine

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: