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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PIRATE DREAMS
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: amissa galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/02/2006 18:14:28

oddio in realtà ci sono vari generi mischiati o.o protagonisti, come avrete notato, sono alcuni pirati, ma non solo...leggete e commentate!
 
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CAP. 1 -L’ASSALTO
- Capitolo 1° -

*°*°* Premessa *°*°* E’ la prima volta che scrivo una storia con dei pirati come protagonisti. Ma essendo io una inguaribile romanticona e avendo messo in mezzo due ragazze (spesso tassativamente proibite nelle navi pirata) li ho trasformati in pirati alquanto differenti…inoltre, per farvi capire bene come immagino Shawn (uno dei due filibustieri che appariranno fin dall’inizio) lo immagino simile a Gippal, di Final Fantasy X-2 (diciamo un misto tra Gippal e Cloud in FF7 – Advent children …anche se molto più simile a Gippal O.o). Ancor ben lungi dall’essere completata, leggetela e commentate!




Cap. 1 -L’assalto
- Allora volete una buona volta dirmi chi è stato? – Lady Josephine, stava diritta in piedi davanti alle sue due figlie, con le mani sui fianchi e un fittizio sguardo truce stampato in faccia, lottando contro sé stessa per trattenersi dal ridere. Qualcuno,infatti, pochi minuti prima, aveva avuto la brillante idea di rubare a Tara, la cameriera della famiglia Von Amarth, tutti i vestiti, e di lasciarla così, con la sola sottoveste, ad osservare tristemente le gelide acque dell’oceano, sulle quali placidamente galleggiavano gli abiti stessi.
- Ma non siamo state noi! – Christine, attorcigliando attorno alle dita un ciuffo dei capelli corvini, sorrideva angelicamente alla donna
- E allora chi dovrebbe essere stato? -
- Non so…Jhonny? – questa volta a parlare era stata Nicole
- Nicole…Jhonny ha solo due anni! – Lady Josephine stava cominciando a spazientirsi
- Bè poco importa, finche il fantomatico colpevole non uscirà fuori sarete voi le uniche sospettate…perciò..-
-Andiamo in camera nostra…- Christine aveva interrotto la madre, immaginando il proseguo della solita frase
- Già…esattamente -
La stanza da letto delle due ragazze era situata in fondo alla stiva dell’imbarcazione che le stava conducendo verso Inghilterra. Nicole entrò per prima e si diresse direttamente allo specchio, attaccato nella parete opposta rispetto all’entrata. L’immagine che esso rifletteva era quello di una ragazza di circa diciotto anni, dall’aspetto gentile e dai lineamenti tipicamente inglesi. Gli occhi, verdi smeraldo, illuminavano il pallido viso, incorniciato dai lunghi e mossi capelli biondi. Al contrario, Christine, aveva gli occhi di un azzurro cupo e i capelli corvini, con rare striature rossastre, le arrivavano al di sotto delle spalle. Benché fossero sorelle erano piuttosto diverse fra loro, seppur entrambe dotate di un fisico similare, asciutto e slanciato. Bisogna inoltre dire che le due dame non erano certo poco apprezzate dai lord che popolavano la corte del regno. Esse infatti erano le amate figlie del Duca Von Amarth, reggente del ducato di Liesbergh.
- Che noia…ma quanto manca ad arrivare? – Christine stava distesa sul gigantesco letto a baldacchino, locato esattamente al centro della stanza, che per tutta la lunghezza del viaggio aveva ospitato le due sorelle.
- La mamma ha detto che non dovrebbe passare più di un giorno perchè si possa intravedere la costa…-
- Sono stufa di stare rinchiusa qua dentro – la ragazza dagli scuri capelli stava ora seduta ai piedi del letto, con le gambe accavallate, e la bianca e soffice gatta Sophie accoccolata sonnecchiante su di lei. – ci vorrebbe un po’ di avventura – i cerulei occhi le si erano d’improvviso illuminati, come accadeva di solito quando era colta dalle sue consuete idee maligne
- Ma no…hai visto come si è arrabbiata la mamma poco fa – Nicole era la più razionale delle due, o, come amava definirla la sorella nei rari momenti di litigio la più “paurosa e arrendevole”, ma di una dolcezza che spesso disarmava Chris stessa. Non che Christine fosse propriamente cattiva. Era solo lievemente altezzosa, dispettosa, permalosa e chiusa, capace di aprirsi e confidarsi solo con Nicole. Chris si avvicinò lentamente alla sorella, quindi le cinse affettuosamente la vita con le braccia, posando il mento sulla sua spalla ed osservando la propria figura riflessa allo specchio.
- Hai ragione tu, lasciamo perdere –lo faceva raramente ma quando esibiva la faccia da cane bastonato sapeva di poter vincere facilmente le resistenze della sorella
- Ti odio quando fai così – Nicole aveva diretto il viso verso Christine, che la guardava sorridente mentre le sistemava la manica del lungo vestito blu, finemente ricamato e dalla gonna a balze. Chris sfiorò il braccio destro della sorella, proprio quella nel quale c’era il Dykke. Questo nome, puramente di fantasia, lo avevano inventato loro due all’incirca all’età di quattro anni, per indicare lo strano disegno, forse un marchio, che portavano indelebile come una cicatrice sulle braccia. Precisamente sul braccio destro Nicole e su quello sinistro Christine. Esso raffigurava una rosa, protetta lateralmente, su entrambi i lati, da una stella e da una spada.
La particolarità più significativa era che le due ragazze recavano sulla propria pelle unicamente la metà del disegno, completo solo se le loro braccia venivano affiancate.
Improvvisamente la barca prese ad oscillare maledettamente.
- Se continua così vomiterò un’altra volta! – Chris si era nuovamente seduta sul letto
- No aspetta, fai silenzio -
- che…- dall’alto si sentivano alcune urla e dei passi piuttosto pesanti
- che sta succedendo? – Chris era balzata in piedi
- I piratiiiiiiiii – qualcuno urlò da sopra
Le due ragazze si guardarono in faccia, alquanto spaventate. Gli occhi di Nicole si erano riempiti di lacrime ed osservavano spauriti quelli della sorella. Alcuni passi, più o meno svelti, si stavano dirigendo proprio verso la loro stanza. Due figure aprirono la porta, improvvisamente, facendola sbattere e provocando così un tonfo sordo. Ma nella stanza non trovarono nessuno…
- Dai andiamocene…qui non c’è nessuno -
- No aspetta – il secondo pirata afferrò il compagno dalla manica – sento un buon profumo, qui vicino -
Nicole non poteva fare altro che ansimare, spaventata a morte. Si erano nascoste in fretta e furia nella stanza armadio, attigua alla loro camera da letto
- Calmati o ci scopriranno – Christine tentava di risolvere la situazione. Ma si sentì impotente come non si era mai sentita in vita sua
I passi si erano avvicinati al nascondiglio delle due ragazze
- Stanno arrivando nasconditi – Chris si era raggomitolata dietro ad una cassa - Nicole! Nicole! Nasconditi! Nicole! -
La ragazza era paralizzata dalla paura. Le mani congiunte davanti al petto, sostava in piedi, proprio davanti alla porta…
- Ta-daaan…beccata! – i due aprirono improvvisamente la porta, illuminando il viso impallidito della ragazza
- oh mio dio Nicole! – Chris aveva sussurrato, ora presa dal panico anche lei. Voleva proteggere Nicole, lo aveva sempre fatto, ma questa volta le risultò impossibile. La mente le si appannò per un istante, ma d’improvviso le tornò in mente una cosa. Lì, accanto al suo nascondiglio aveva riposto una cosa, regalatale dal padre pochi mesi prima…
Nel frattempo uno dei due aveva afferrato Nicole dalle spalle, mentre l’altro gli faceva strada, tenendo la porta della stanza aperta.
Improvvisamente Christine saltò fuori dal giaciglio, impugnando una pistola e facendo sobbalzare i due pirati
- E tu chi saresti? -
- Lasciate andare mia sorella – proferì ella, risoluta
I due presero ad indietreggiare, mentre Christine li seguiva, passo dopo passo. Fino a che non furono al di fuori della stanza da letto.
- Siete coraggiosa, milady. Ma sicuramente non troppo avezza a questo genere di cose -
- Che state farneticando? Vi ripeto per l’ennesima volta di lasciar andare mia sorella -
- Prima regola di un cecchino: guardarsi sempre le spalle -
Christine sgranò gli occhi, ma non fece in tempo a reagire, che si trovò a terra, afferrata alle spalle da un terzo pirata. La pistola nel frattempo era finita a qualche metro di lontananza dalla ragazza.
- Buondì bellezza… -
Christine volse il viso verso il suo assalitore. In volto era alquanto brutto e sporco, con la barba folta e gli occhi iniettati di sangue
- Mollami maledetto – nel tentativo di liberarsi dalla stretta dell’uomo, Chris sferrò un calcio al pirata
- Schifosa puttana – per tutta risposta egli le diede un pugno in pieno volto. Non calcò troppo la mano ma bastò per farle uscire un rivolo di sangue dal naso
A quel punto intervenne uno dei due precedenti pirati, colui che poco prima aveva fatto da spalla per il secondo
- Koch ti avevo detto di non toccarle! – egli spinse via il compagno, facendolo sbattere contro il muro
- Ma Capitano…sono solo due stupide ragazze -
- Stupide o non stupide – intervenne il secondo pirata – sono sempre ragazze. E tu sai bene le regole della nostra nave -
- Si lo so… e so anche che non hanno senso! Nessun’altra nave pirata ha delle regole come le nostre! -
- A me non importa delle altre navi a me importa --- -Ma il Capitano venne interrotto dall’amico che gli aveva dato manforte poco prima
- Will attento alla ragazza! - Christine, infatti, con l’ultimo briciolo di forza si stava trascinando, nel tentativo di riappropriarsi della pistola
Will scattò in avanti, afferrò la ragazza dalla vita e la tirò verso di sé, in una morsa difficile da controbattere
- Ehi calmateVi – le sussurrò all’orecchio – non voglio farVi del male, ma Voi dovete collaborare – Chris continuava a dimenarsi
- fatelo anche per Vostra sorella –proseguì il Capitano – per favore- Christine si fermò. Ormai era allo stremo delle forze. Lasciò cadere le braccia ed appoggiò la testa al petto del pirata. Era arrivata al capolinea
Ecco così va decisamente meglio – Will, questo il nome del capitano, aveva sorriso. La ragazza spostò il viso leggermente di lato, per poterlo osservare meglio. Il ragazzo non dimostrava più di vent’anni. I capelli erano neri, corti con alcune striature più chiare, gli occhi brillavano di un azzurro cupo ed intorno alla pupilla presentavano delle venature blu. Non era certo così che solitamente si immaginava un pirata.
- Ehi cosa Vi succede? – Will scuoteva appena il corpo di Christine. Improvvisamente la ragazza era diventata pallida
- Non sento più nulla – parlava con sé stessa, non riuscendo più ad emettere neanche un lamento. I suoni le arrivavano alle orecchie ovattati e le immagini si erano fatte confuse ed eccessivamente luminose
- E’ svenuta! – questa era l’ultima cosa che Christine aveva sentito, quindi il buio


Nicole aveva assistito all’intera scena. Non la smetteva di tremare e le lacrime solcavano il suo bel volto da ormai molti minuti
- Christine! – aveva urlato quando la sorella era svenuta, questa l’unica parola che aveva pronunciato prima di quattro lunghe ore di estenuante silenzio
Le due ragazze erano state trascinate fin sul vascello pirata e sistemate in stanze diverse, situate in due locazione opposte della stiva.
- Proprio non volete parlare – Shawn, il ragazzo che l’aveva afferrata e rapita le aveva portato ora qualcosa da mangiare
Nicole, con gli occhi umidi e rossi dal tanto piangere, lo fissava, silente ed inespressiva. Il pirata, alto sul metro e ottanta, stava in piedi di fronte a lei. Aveva i capelli biondi, un po’ lunghi e con le punte ritte verso l’alto. Pochi, corti, ciuffetti gli ricadevano sulla fronte, gli occhi erano di un blu intenso, mentre una piccola cicatrice interrompeva per qualche millimetro il sopracciglio sinistro. Portava un orecchino a forma di stella nel lobo destro e una catenina d’argento al collo.
Nicole smise di guardarlo e cominciò nuovamente a singhiozzare
- Smettetela di piangere o non Vi rimarranno più lacrime -
- Come sta mia sorella? -
- Ah ma allora sapete anche parlare…bene credo. C’è Will con lei -
- Si è ripresa? -
- Da quello che so dovrebbe essersi svegliata qualche minuto fa -


 
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