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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Alexander
Titolo Fanfic: QUELLO CHE VOLEVO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: reiko88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/02/2006 17:37:35

alessandro x efestione! *_* puccini carini carini!racconta della tristezza di non aver potuto essere accanto al suo amato….(dal film)
 
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CAP UNICO
- Capitolo 1° -

Note prima di iniziare: Ma come faccio a non scrivere qualcosa su Alessandro ed Efestione dopo aver visto per la nona volta Alexander???? *_* ecco!lo fatto!lo scritto!Vi dico subito che molte cose saranno sbagliate perché mi sono basata sul film e non sul libro. Ho incominciato ha leggere il libro forse quando l’avrò finito farò una cosa più seria e più reale.
Io adoro Alessandro Magno *.* è un po’ come me, voleva conquistare il mondo!
Se avevate un immagine di Alessandro Magno temo che questa fiction ve la distruggerà.
Devo smetterla di sputtanare così personaggi che adoro…..^^”””””

___________Quello che volevo…_______________


- Soffri? -
Non sento queste parole che mi vengono rivolte né leggo il labiale.
Non sento nulla anche se attorno a me vedo i miei guerrieri che mi hanno amato, che mi hanno odiato.
Mi viene nuovamente richiesto se soffro.
No. Non sto soffrendo.
Non credo che esista sofferenza più grande di quella che ho provato quando il mio amato “Patroclo” è morto.
E non credo che esista felicità maggiore nel raggiungerti.
Efestione….mio amato Efestione.
____________________________________________________________________________


Il mio folle sogno si sta realizzando, vittoria dopo vittoria, ricchezza dopo altra ricchezza,
il mio sogno si sta realizzando.
Un altro regno è stata conquistato e la terra è coperta da cadaveri, prego per ognuno di loro,
chino la testa, che la loro anima possa riposare in pace.
Prego anche per me. Che qualcuno mi perdoni questa distesa di uomini valorosi.
Sento la tua mano sulla mia spalla, non ho bisogno di vedere chi è perché lo so già.
Il tuo profumo il tuo tatto la tua voce, io conosco tutto ciò.
- Un' altra vittoria Alessandro, un altra Alessandria.-
Il vento ulula e la notte gelida sta per scendere.
- Hanno combattuto bene -
Continuo a guardare la distesa di guerrieri ormai morti, senza distaccare i miei occhi neri.
I corvi e avvoltoi spiegano le loro ali discendendo dal cielo.
Fegato, intestino vengono inghiottiti senza nessuna distinzione.
Il mio sguardo è fermo ma sto tremando, lo sai, puoi sentirlo.
- Non avere paura - mi rassicuri con la tua voce che amo tanto.
Come faccio non averne?
Come faccio a non avere paura di perderti?
Il tuo corpo non sarò mai dilaniato da quelle bestie. Il tuo magnifico corpo.
Ti guardo negli occhi mare e ti cingo con un braccio le spalle portandoti verso di me, finché non sento il tuo petto contro il mio.
- Tu, mio amato, non morire e io non avrò più paura di nulla -
Passi una mano tra i miei capelli odoranti di sangue e di morte.
- Morirò solo se dovrò salvarti la vita mio Re -
Ti stringo più a me affondando nei tuoi capelli color della terra bagnata, ti stringo come se non volessi più lasciarti ed è proprio questo che voglio fare.
- Allora io non morirò mai -
Ridi sommessamente credendo che io sia pazzo, sorrido anche io alla mia stessa frase priva di verità.

____________________________________________________________________________

Una lacrima si rovescia sulla mia tempia a questo ricordo e il cuore riprende a farmi male.
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Nella gelida notte cammino tra i miei uomini dando loro coraggio.
Un'altra battaglia ci aspetta, un'altra Alessandria verrà alla luce.
Beviamo vino , mangiamo fino a quando non siamo sazi pensando all’alba che verrà.
- Avremmo ricchezza e denaro e tutte le donne e uomini che vorrete! -
dico alzando il calice riempito con vino rosso.
Esultano, credendo ciecamente alle mie parole, credendo al mio sogno presto realtà.
C’è chi grida il mio nome, altri uomini lo imitano e presto la loro è una sola voce che esulta il mio nome.
Sorrido sicuro, mi lodano mi amano, ma l’unico amore che mi interessa è il tuo.
Cerco i tuoi occhi profondi, incontrandoli. Non gridi il mio nome ma mi guardi e mi sorridi,
abbassi leggermente il capo e mi fai mute congratulazioni.
- Quello che domani esulterete sarà il vostro nome, miei uomini! -
Altre grida di esaltazione, sono carichi per la battaglia, quella mattina tardava ad arrivare.
Mi faccio spazio e vado incontro al mio Efestione lasciando i miei soldati ai loro banchetti e ai loro brindisi.
- La mattina sembra non arrivare, vero Alessandro? -
- Tutto ha il suo tempo. -
- Tu no . Un altro Re ci avrebbe impiegato almeno tre generazioni per conquistare tutto quello che ai conquistato tu.-
Dici mentre scorgo il profilo coperto dai tuoi capelli mossi.
La brezza si sta alzando e incomincio a sentire la fredda temperatura di questo paese.
Le tue non sono lusinghe o falsi apprezzamenti per avere ancora più oro.
La tua è sempre stata la verità. Ti amo.
Per te potrei combattere anche da cieco seguendo il comando della tua voce, mi fido di te, amo te.
- Niente avrei realizzato se accanto a me non ci fossero state persone sagge e forti -
- Nulla avrebbe avuto inizio se tu non avessi avuto un sogno, questo sogno che ha portato alla ricchezza e al potere -
Il mio sogno….
- Credi che il mio sogno sia folle? -
Ti domando sapendo che la tua risposta sarà sincera, ora guardo i miei uomini, molti si coricano nelle proprie tende con i loro amanti, sapendo che per molti di loro sarà l’ultima.
- Credo in te, nella tua grandezza, credo ai tuoi occhi,…nessuno mai ti avrebbe seguito se non avesse creduto nel tuo sogno, anche se folle sei riuscito a fare arrivare un esercito dove non avrebbe mai osato immaginare.
Quella che chiamavano utopia ora è realtà. Tu solo sei riuscito a fare questo.
Come Achille tu sei riuscito a sconfiggere centinai di uomini. -
La sua voce non tremò nemmeno per un attimo, la sua convinzione non vacillò.
Combatteva per me, viveva per me.
Sapeva sempre come non farmi influenzare dal Dio Fobos, sapeva sempre le parole che volevo sentirmi dire.
- E tu come Patroclo mi rassicuri sempre - prendo il suo bel volto nelle mie mani
- Però non fare il suo stesso errore, non essere imprudente, non allontanarti mai da me come invece ha fatto lui con Achille -
Sono terrorizzato all’idea della tua morte.
Guardo nei tuoi occhi..
Posi una tua mano sulla mia.
- Te lo prometto - i tuoi occhi sono sempre così tristi, sono accecato dalla tua bellezza e nel contempo dalla tua tristezza.
Avvicino le mie labbra alle tue, un bacio di stampo dato di getto.
Mi abbraccia cingendomi più su della vita, mi passa una mano nei capelli biondi tendenti al color terra, mi porta verso la sua spalla in modo che anche lui potesse essere vicino alla mia.
- Passa la notte con me mio amato Alessandro, come Achille faceva con Patroclo prima di ogni battaglia, amami come faceva lui. - sussurrò al mio orecchio con voce irresistibile.
Strinse una ciocca dei miei capelli come se gli appartenesse.
Sapeva che quei paragoni mi piacevano da impazzire.
Le tenebre calarono su di noi ma la luce della luna le illuminava.

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Sento il mio cuore perdere il ritmo, ma il mio cuore lo perse tempo fa quando smise di battere anche il tuo.
Non sapevo che si potesse morire due volte.
Solo ora in punto di morte ricordo il passato, ricordo di quando eravamo ragazzini e di quando ci allenavano a combattere ognuno contro gli altri.
Ero in coppia con te, uno dei più forti.
Mi battevi sempre.
Forse un lieve sorriso attraversa le mie labbra, ma non saprei dirlo poiché a stento sento il mio corpo.
Tendevi una mano verso di me, i tuoi occhi erano limpidi, sono sempre stati magnifici.
Prendevo la tua mano e mi rialzavo.
- La prossima volta ti lascerò vincere, te lo prometto. - mi dicevi con un sorriso.

Il giorno dopo persi di nuovo.
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Gemi sotto di me, amo il tuo viso contorto dal piacere.
Afferro una ciocca dei tuoi capelli. Amo questi capelli così simili alla seta.
Mi abbasso con la schiena divorandoti le labbra rosse. Amo la tua bocca.
Bacio la tua pelle. Amo il tuo profumo.
- Ti amo Efestione -
Affondo in lui facendolo mio perché lo era.
Mordo la sua spalla nuda come se volessi mangiarlo.
Le tue mani passano tra i miei capelli scomposti.
- Ti amo anch’ io mio Alessandro -
Amo la tua voce.
Non c’è nulla che io non ami in te.
Non ai niente a che vedere con le mie mogli o con altri uomini.
Tu sei Efestione.
Sei al di sopra di tutto mio amato, ed è solo con te che giaccio in un letto per amore e non per passione.
Le tue mani stringono le mie spalle per poi andare sulla schiena, bacio ogni cicatrice che è sul tuo corpo.
Ti amo troppo.
Sei l’unico che mi abbia mai davvero capito, sei l’unico di cui mi fido.
Mi ami, ma non per la mia forza ma per le mie debolezze.
Anche se superficialmente mostro forza e sicurezza tu puoi capire quanta tristezza ci sia dietro.
Alla fine di ogni battaglia sai che le mie mani rosse tremano,
sai che i miei occhi vogliono piangere e versare lacrime per ogni uomo che ho ucciso.
Ti bacio mentre ti sto dando un ulteriore prova che tu sei solo mio.
Affanno nella tua spalla, nella tua pelle calda.
Il tuo sorriso frena la mia rabbia, le tue mani asciugano le mie lacrime, i tuoi occhi mi fanno sognare terre lontane.
Sei nato per me.
Mi abbracci stringendomi a te.
- Dormi mio Achille domani ci aspetta una grande battaglia. -
Qualche ora dopo l’aurora si stava colorando all’orizzonte…

La battaglia dell’indomani fu la più sanguinosa di tutte.
Persi molti uomini in quei giorni e anche io persi molto sangue.
Perdemmo molti cavalli e molti valorosi guerrieri ma vincemmo contro quel popolo che comandava titani a quattro zampe chiamati elefanti.
Tutto era color del sangue.
Fui sul punto di morte ma mi salvarono, dopo qualche giorno potei vedere Efestione che stava anche lui guarendo da ferite quasi mortali.
Ci salvammo tutte e due.
Non potei ancora alzarmi, fu lui a venire da me.
Mi sorrise e restammo in silenzio.
Il mio destino non fu come quello di Achille, io avevo ancora la persona più importante davanti ai miei occhi, saremmo invecchiatati assieme e i nostri figli avrebbero giocato tra di loro.
Una vita felice e piena di gloria.

Prima di tornare a casa le tavole furono imbandite con gustosi pranzi e il vino abbondava a sazietà fino ad averne la nausea
Ad Hamadan nella città in cui stavamo ora si organizzarono i giochi olimpici.
Nulla mi sembrò più bello di quei momenti.
Efestione mancò alle feste per causa di una febbre.
Salgo le scale e andai a trovarlo. Quei palazzi erano meravigliosi.
Il dottore uscì dalla sua stanza.
- Come sta dottore? - chiesi senza troppa preoccupazione, sapevo che le sue condizioni non erano gravi.
Infatti l’uomo mi disse ciò che già sapevo.
Una febbre, una banale febbre.
Entro nella tua stanza, stai disteso sull’ampio letto contemplando qualcosa al di là dell’enorme vetrata.
Volti il tuo viso verso di me.
Ti sorrido lievemente avvicinandomi a te.
Prendi la mia mano stringendola nella tua.
- Sto bene Alessandro -
Sentire da te queste parole rassicurano molto di più da quelle dette dal dottore.
Stringo anch’io la tua mano.

________________________________________________________________________________

Il cuore mi stringe, l’aria mi manca. Ancora gli ultimi atti prima della morte.
Quella sera brindammo e bevammo grandi quantità di vino fino a quanto la ragione ci abbandonò.
Non ho mai usato la ragione con te, non ci sono mai riuscito.
Giacemmo nello stesso letto ricordando Patroclo e Achille e consumammo anche quella notte.
Ti addormentai.
Il tuo sorriso mi rassicurò….
Il tuo sorriso….
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Un'altra alba sorge e con essa un nuovo giorno.
Ti scosto i capelli dal viso lasciandoti al tuo sonno.
Sfioro le tue labbra e la tua pelle per non svegliarti.
Mi allontano da te e mi rivesto nel silenzio della stanza, solo il tuo lieve respiro si sente.
Il sole è sorto e illumina tutto ciò che è buio.
Esco dalla stanza e richiudo la porta dietro di me lasciandoti ai tuoi sogni.

_______________________________________________________________________________

Il sole non illuminò mai le tenebre del mio cuore….solo il tuo sorriso poteva farlo.
Tu solo mi davi coraggio. Quel coraggio che poi io davo ai miei eserciti.
________________________________________________________________________________

Anche quella sera il vino scolò ha fiumi e il cibo perfino fu sprecato.
In primavera saremmo partiti e i miei uomini si godevano quei momenti più che meritati.
Ero attorniato dai miei fedeli sudditi….ma non da lui.
Neanche questa sera può partecipare ai giochi olimpici.
Rido e scherzo con i miei soldati. Mi diverto con le donne e uomini che ci stanno attorno.
Tutto era così normale.
I giochi olimpici incominciarono. Aria di festa si respirava.
Un uomo attirò l’attenzione non lo notai subito fino a quando un cerchio di uomini non si era radunato attorno a lui.
L’uomo piangeva, piegava sulle proprie ginocchia disperandosi e contorcendosi dal dolore.
Il suo pianto e i suoi singhiozzi impedivano di capire le sue parole.
I giochi olimpici furono interrotti quando abbastanza uomini si accorsero di lui.
Vicino a lui un altro uomo pianse e poi un altro ancora.
Mi alzai dal mio posto e andai da loro per capire cosa stava succedendo.
Quando mi avvicinai la grande sala piombò nel silenzio.
- Cosa sta succedendo? – chiesi nascondendo la mia ira a quella reazione.
Guardai un uomo ma lui abbassò i suoi occhi verdi.
Né guardai un altro. Abbassò il suo sguardo.
- Cosa succede? – grido non capendo.
Mi dirigo verso il primo uomo che piombò piangendo causando l’interruzione dei giochi.
È piegato sul pavimento scosso dai suoi singhiozzi.
- Forniscimi una spiegazione. –
Piange ancora senza ritegno.
- Immediatamente! – ruggisco alterato.
Ancora nessuna risposta.
Mi piego su un ginocchio afferrandogli un lembo del vestito bianco.
Il mio cuore batte in gola, non voglio sapere il perché.
I suoi occhi sono lucidi, lo strattono portandolo a qualche millimetro dal mio viso.
- E- Efestione….- piange ancora, per paura e per tristezza.
- Che cosa? – gli urlo contro dimenticandomi di ogni razionalità.
Deglutisce guardandomi negli occhi neri, il suo pianto non si ferma.
- Il prode Efestione è morto pochi istanti fa! -
Qualcosa in me si ruppe e non si sarebbe mai più ricomposta.
Il mio silenzio dura per pochi attimi, grido il mio dolore scaraventando l’uomo a terra.
Mi lancio sopra di lui e incomincio a massacrarlo, ho il suo sangue sul mio viso.
- Alessandro no!!! -
Un uomo cerca di fermarmi ma non ci riesce, se né aggiunge un altro e un altro ancora fin quando le mie braccia e la mia ira fu bloccata da cinque uomini.
L’aria mi manca, il cuore mi duole e incomincio a gridare la mia disperazione non ancora al limite.
Mi lasciano e incomincio disperatamente a correre verso la camera del mio amato.
Non è vero.
Non è vero.
Non è vero.
Spalanco le porte.
Il corpo del mio amato giace immobile sul letto, accanto a lui il dottore.
Lo scaravento contro al muro.
- Lai ammazzato sporco cane! Tu lurido figlio di una cagna! -
Potrei divorarlo come fa un leone con la sua preda.
Alcuni uomini salgono le scale raggiungendo la grande e lussuosa camera.
- è morto di tifoidea!- la sua voce trema, stringo il lembo del vestito.
- Bugiardo! Ieri stava benissimo! Lai ucciso!-
- Io gli avevo detto di non bere vino ma lui…-
- Sei solamente uno sporco bugiardo!!! – piango caldo lacrime.
I miei uomini mi trattengono ancora una volta lasciando che quello sporco bugiardo si allontanasse.
Vidi il corpo di Efestione e ogni forza lasciò il mio corpo.
Liberandomi mi buttai sul suo corpo abbracciandolo, affondando nella sua spalla, le mie lacrime inumidirono la sua pelle.
- Ammazzatelo!!!! Impiccatelo e andatevene via! Tutti quanti!Andate via! -
- Alessandro cerca di ragionare -
- Vattene! Andatevene ho detto! – alzo la mia fronte dalla spalla dal mio amato.
Il mio è uno sguardo di chi potrebbe uccidere in qualunque momento.
- Alessandro lui è____-
Basta! Non un parola di più!
Mi alzo e scaravento la coppa di vino per terra, butto per terra qualunque cosa mi capiti in mano.
Oro, sopramobili decorati, oggetti d’argento.
L’uomo se ne va spaventato e resto solo con il mio amato.
Le mie mani tremano, i miei occhi sono offuscati dalle lacrime, mi giro sedendomi al capezzale del tuo letto.
Guardo il tuo viso.
Incomincio a piangere di nuovo….tremo più violentemente.
- Efestione, mio amato Efestione…- mi avvicino alle sue labbra, non sento più il suo dolce respiro.
Accarezzo il suo volto, non sento più il suo calore.
Poso la mia fronte al suo petto, …il suo cuore non batte più.
- Efestione….-
Grido con tutta la forza che ho in corpo, invoco il tuo nome scuotendoti, imploro il tuo risveglio.
Le parole svaniscono dalle mie labbra.
Nulla ha più senso.
Grido solamente perché non so con quali parole esternare il mio dolore.
Un dolore straziante.
Neanche morire lentamente sarebbe più atroce di questo momento.
Mio Efestione! Mio amato Efestione!
Solo quando non ho più voce smetto di urlare, ora solo le mie lacrime esprimono la mia sofferenza.
Affondo con le unghie nella tua carne.
Poggio la mia fronte sul tuo addome piatto.
Era questo il prezzo da pagare per tutte le vittorie?
Era questo il prezzo del mio sogno?
Perdere te significa perdere tutto.
-….Efestione……- singhiozzo.
Le mie lacrime sono finite, e quando credo di averle esaurite incomincio a piangere più forte di prima.
La tua sepoltura sarà degna della tua grandezza.
L’uomo che io amato. La persona che io ho amato.
Ti ho amato e ti amerò per sempre.
La morte ti ha allontanato da me ma non ti ha portato via.
Mi abbandono al pianto e al dolore.

_______________________________________________________________________________

Spalanco gli occhi ricordando quel giorno, quel tragico giorno.
Perdonami.
Non fui con te al momento della tua morte.
Tu che mi eri sempre stato vicino fui lontano da te al momento in cui gli uomini hanno un disperato bisogno di qualcun altro che ascolti le loro sofferenze.
Sei morto solo e non ti ho detto quanto ti amavo.
Sei morto senza che io potessi stringere la tua mano.
Tutte le mattine in cui consumammo avide notti ti dicevo sempre che ti amavo.
Solo quella mattina non te lo dissi.
Tutto ciò a che penso in punto di morte non è quello che ho fatto ma di quello che volevo dirti.

Feci tagliare le criniere ai cavalli come Achille fece dopo la morte di Patroclo.
Ti dei degna sepoltura, ma nessuna ricchezza poteva eguagliare il tuo splendore.
Feci costruire maestose statue ha tuo nome.
Poi in primavera partimmo.
Restai lo stesso eppure qualcosa era cambiato.
La mia sete di potere non accennò a fermarsi, uccisi con più rabbia gli uomini che intralciavano il mio cammino.
Nulla aveva davvero senso senza te al mio fianco.
Le notti per quanto audaci siano state non provavo reale piacere.
La parola ti amo la trovavo così insignificante e vuota.
Il sole, a cui tu mi associavi non illuminò mai le mie giornate.

Non riesco più a vedere, né sentire. Sto morendo, so che sto morendo.
Ricordo i tuoi occhi, ricordo il tuo sorriso dopo una battaglia vinta.
Efestione…mio amato Efestione….
Quello che volevo dirti era che ti amavo.
Chiudo i miei occhi per sempre, ricordando il tuo sorriso triste.


___________________________Owari___________________________


Note finali: Emh…sinceramente sto obbrio lascia un po’ desiderare!^^”””” ma sto leggendo un libro su Alessandro e quindi la prossima volta farò meglio…perché…ebbene si ci sarà una prossima volta!*.*
Prima però devo fare una altra fiction simile su Achille e Patroclo! *.*
Cmq il film Alexander me l’ hanno criticato tutti, quando io invece lo trovo stupendo non solo perché è palese che Alessandro se la faceva con Efestione ma per un sogno che sembrava utopia e invece si è realizzato.
La morte di Efestione che scrivo qui è quella reale, Alessandro non fece in tempo ad essere accanto a lui nel momento della morte. Meno male che oliver stone ha fatto qualcosa di alternativo altrimenti sarebbe stato troppo triste.
Emh…ultima cosa, scusatemi per gli errori grammaticali e per i verbi messi MOLTO male….alcune volte ho fatto passato e altre volte presente….@.@ che caos!

By Reiko
 
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