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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA FALCE DELLA LUNA
Genere: Sentimentale, Romantico, Azione, Avventura, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kanako91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/02/2006 19:07:24 (ultimo inserimento: 24/06/07)

Un'assassina cinese, in missione in Giappone, incontra il bellissimo e crudele principe dei demoni... che ne sará di lei?
 
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ATTO 1º. SPIA
- Capitolo 1° -

Ciao!

Son tornata, finalmente! e con una serie di storie che ho chiamato "Le cronache di vita e di morte". Non ho la piú pallida idea di quante saranno in totale, ma per adesso ne ho la bellezza di sei.
Ecco qui la prima della serie "La falce della luna", fantasy romantico ambientato nel medioevo giapponese, con demoni *ç* e creature varie.

Buona lettura.



.-*-.-*-.-*-.



Atto 1º. Spia



“Uccidi un uomo e sei un assassino.

Uccidine milioni e sei un conquistatore.

Uccidili tutti e sei Dio.”

(Jean Rostand)




-Sai cosa devi fare, vero?-

-Certo, mio signore.-

-Allora va. Non tornare finché non avrai compiuto il tuo lavoro.-

-Certo, mio signore.-

La figura incappucciata che era inginocchiata davanti al trono, si mise in piedi, si inchinó all’imperatore e indietreggió senza dare mai le spalle al suo signore, svanendo nella penombra del palazzo del Celeste Impero.

-Credi che Yue ce la farà, anche questa volta?-

Da una tenda di seta dietro il trono d’oro, uscí un uomo dal volto butterato, con gli occhi neri e i capelli raccolti in una lunga treccia, che si affiancó all’imperatore.

-Non so. Entrerá nel territorio nemico proprio quando siamo in guerra con esso. Spero che sia discreta come sempre. Non deve morire ancora. Deve servire ancora altre dinastie dopo di me.- rispose l’uomo di nobile stirpe.

Il volto dell’imperatore si oscuró al pensiero di caricare le proprie spalle del peso della morte di un’arma utile per l’Impero di mezzo.

-E lo fará. Ció che mi preoccupa di piú, sono i demoni giapponesi. Le leggende non sono rassicuranti, come del resto le mie ricerche. Non ne ha mai affrontati. Sono meno saggi e piú violenti di quelli cinesi.- continuó l’uomo dal viso sfregiato.

-É una preoccupazione inutile. Non devono essere molto differenti dai nostri. L’unica cosa di cui ci dobbiamo preoccupare é che potrebbe allearsi a loro...-

-Scaccia via questi pensieri, Ch’in Shih Ming. Non é un buon presagio sentirli dalla tua bocca.-

-Hai ragione, Shang. Preghiamo per la buona riuscita di quest’impresa...-



Era buio. In mezzo ad una foresta delle voci maschili cantavano stonando, delle allegre musiche. Soldati giapponesi. Si avvicinó di piú. Erano demoni.

Presto incontró l’accampamento dell’esercito demoniaco. Guardó in tutte le tende, con estrema cautela, per non farsi scoprire. Incontró un demone che stava raggiungendo i compagni intorno al faló.

-Ehi!-

Lo youkai si voltó.

-Ciao, bambolina!-

“Peccato che non posso dire lo stesso di te.” Pensó schifata appena l’uomo si voltó verso di lei.

-Come mai siete qui, o abili guerrieri?-

-Siamo reduci di una guerra contro uno degli eserciti dell’imperatore di Kyoto. Ed ora stiamo tornando a casa. Vuoi parlare col nostro principe?-

-No, grazie. Vorrei prima parlare un po’ con te...-

Lo fissó maliziosa, avvicinandosi con passo lento e sensuale. Poggió una mano sul suo petto, avvicinando il suo volto a quello del demone, posandovi le labbra sopra. Il corpo esanime dell’uomo cadde a terra, senza far rumore, con il cranio spaccato dal taglio preciso di un pugnale.

“Che schifo!!”

Si asciugó le labbra sul mantello grezzo, sputando poi per terra, come per lavarsi la bocca. Riprese ad avvicinarsi lentamente al cerchio di soldati, scorgendo dei movimenti intorno al fuoco: delle ballerine umane. Nonostante quella distrazione, doveva essere piú attenta che mai. Un solo rumore e avrebbe avuto contro un’intero esercito, che non si sarebbe fatto sedurre e uccidere, come quell’idiota di poco fa. Con un balzó salí sull’albero. Dall’altra parte, in mezzo all’oscuritá della foresta, si stagliava una grande e imponente tenda, bianca con delle decorazioni d’oro, illuminata. Saltando silenziosamente di ramo in ramo arrivó vicino alla dimora di quello che doveva essere il principe citato dal defunto soldato. Scese a terra, dietro la tenda. Prima di uscire allo scoperto lanció un’occhiata ai soldati nel cerchio. In mezzo a quelli ci doveva essere di sicuro il capo di quella spedizione. Sarebbe entrata nella tenda per indagare.

Entró all’interno di quella rapidamente, chiudendosi dentro. Si fermó un’attimo per sentire se l’avevano sentita. Quando si voltó, le si geló il sangue nelle vene.

In un grande futon, sotte le calde coperte c’era qualcuno che si muoveva. Si avvicinó lentamente, con la sciabola sguainata. Vide che i movimenti cessarono. Deglutí e tiró via la coperta, puntando la spada al collo del primo che le apparve. Questi fece lo stesso, mettendosi seduto.

Era uno kitsune youkai, una razza di demoni ormai quasi estinta. Aveva i capelli neri, fino sotto spalle, gli occhi dorati e tatuato sull’occhio destro aveva una linea cobalto, piuttosto grossa con le due punte biforcute. La pelle, di alabastro, luccicava a causa del sudore che la impregnava. Il corpo era molto ben scolpito. Era completamente nudo, si copriva i fianchi con il lenzuolo che non gli era stato tolto dalla donna.

-E cosí, saresti tu il principe di questo branco di idioti, eh?- chiese, in cinese, con una nota di sarcasmo, mentre una goccia di sudore le scendeva dalla fronte.

La osservó per bene. Pareva imbarazzata. Aveva i capelli castani, leggermente ondulati e molto lunghi, che le scendevano lungo il corpo sinuoso. La pelle era dorata, mentre gli occhi erano verde chiaro, molto brillante. Indossava un mantello nero, col cappuccio, sotto il quale indossava una tunica cinese, rosso vino, con dei rami di ciliegio ricamati sulla spalla e ad un angolo della gonna, con filo di oro bianco. Ai piedi portava delle scarpette da lotta di cuoio nero.

-Giusto.- ghignó sarcastico, nella stessa lingua, soddisfatto per l’imbarazzo della donna.

-Copriti!- ordinó con tono autorevole la giovane.

-Se tu mi tieni una spada puntata al collo, é leggermente difficile farmi alzare.- la provocó il principe.

-Toglieró la mia spada, solo se tu farai lo stesso.-

-Certamente.-

Gettó l’arma per terra e lei indietreggió leggermente senza spostare la spada del collo del kitsune, permenttendo al demone di alzarsi e di legare il lenzuolo alla vita.

Con un gesto fulmineo, la gettó per terra, togliendole la spada di mano e impugnandola lui. Le mise una mano intorno al collo, fissandola gelido.

-Chi sei, spia?- ringhió lui, minaccioso.

-Non.. sono fatti... tuoi..- boccheggió.

La guardó irritato e distolse lo sguardo dal suo volto, per osservare la gamba tatuata, che si era scoperta nella caduta.

-Vieni dalla corte cinese, come posso vedere...-

Tolse la mano dal suo collo, per passare le dita sul simbolo inciso a fuoco, tenendo la sciabola contro la gola della donna. La pelle intorno al tatuaggio ardeva.

-...vero, Yue?-

Cercó di tirargli un calcio, ma lui le blocco la gamba. Buttó via la spada e le fermó le braccia con le proprie mani. Portó la testa all’altezza del tatuaggio cominciando a leccarlo lentamente e fissandola con gli occhi privi di profonditá, aspettando una sua reazione. Ma Yue non si muoveva. Quando prese a mordere la pelle bruciata, la donna cominció a gemere di dolore. Finalmente lo spinse via, rimettendosi a sedere.

-Bastardo...-mormoró guardando il simbolo. Una luna, in mezzo ad un cerchio con delle scritte indecifrabili. Il suo nome significava luna in cinese.

Si mise in piedi e gettó un’occhiata sul futon sul quale giaceva una donna completamente nuda, col petto aperto. Era umana. Un brivido le percorse la schiena. Mentre si rimetteva in piedi, il giovane si rivestiva. Una volta coperto completamente dal sontuoso abito da guerra, nero e con delle macchie brune di sangue secco, le si avvicinó.

-Ti fa paura? In fondo é una semplice puttana umana. Non farai la sua stessa fine.-

-Brutto maiale..!-

Alzó la mano per schiaffeggiarlo, ma lui le bloccó il polso fissandola maliziosamente.

-Non credo che alzare le mani contro un uomo sia un comportamento degno di una gentile e delicata signorina, vero?- la provocó.

-Lasciami, cretino! Non sono “gentile e delicata”!-

-Ah si. Logico.-

La trascinó fuori dalla tenda, tenendola per il polso. La portó in mezzo al cerchio formato dai soldati, facendo fermare la musica e le danze. Sollevó il braccio di Yue in aria, fissando divertito tutti i presenti che si erano fermati sorpresi dall’apparizione del loro capo.

-Gioite! La nostra rosa silvestre ballerá per noi!!- gridó in giapponese.

Dai soldati si levarono numerose urla di gioia e acclamazione.

-Balla, dolcezza. Fammi vedere di cosa sei capace.- la sfidó, lasciando andare il suo polso.

Si voltó per allontanarsi, in seguito ad averle gettato un’occhiata soddisfatta. La donna gli tiró la manica del kimono e lui giró appena il volto, per guardarla. Gli si avvicinó e portó le sue labbra vicino all’orecchio del kitsune, per sussurrarvi dentro.

-Se credi che balleró per te, ti sbagli tesoro. Morirete tutti insieme...-

Stava per girarsi completamente verso di lei, ma si allontanó in mezzo ad un fruscio di stoffe e al canto dei demoni. Le tiró via il mantello e si diresse verso grande tronco preparato per lui. Si sedette e cominció a godersi lo spettacolo.



.-*-.-*-.-*-.



Bene. Ecco il primo capitolo. Spero vi sia piaciuta! ^.^ Mandate un commento (negativo o positivo che sia) al fermo-posta.

Grazie! :*

Kanako91
 
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