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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fruits Basket
Titolo Fanfic: IO, LI RENDERO` LIBERI!
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: axia1986 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/02/2006 22:07:53

nn è proprio romantico...ma nn c`è il genere giusto!!!leggete e commentate, please!la protagonista è la piccola toru!
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Sono sempre io...e questo è un altro parto della mia povera mente...qua Akito è Akito, anche perchè mi rifiuto di credere che quello che la Takaya ha scritto è vero...perchè se è vero, lei ha più problemi di me. Punto. Quindi qua Akito è Akito, e basta, senza troppe complicazioni. Diciamo pure che cn il cervello mi sn fermara qualche numero prima del 17. Quindi Akito è lo pseudo dio fanatico e patetico....ED E' UN UOMO! Punto.

IO, LI RENDERO’ LIBERI!

Capitolo unico

Sono qua, finalmente. Ma non vorrei esserci. La casa principale mi mette sempre in agitazione. E pensare che mi ha invitata lui, Dio… Akito. Mi viene quasi da ridere… si è messo nei guai da solo. Sono incerta… lo DEVO fare. Per loro, per il loro bene. DEVO. Non posso abbandonarli. L’ho promesso alla mamma…” Honda?”. Salto per lo spavento. Ho il cuore che va a mille. Già sono agitata di mio, non serve che la gente mi colga di sorpresa! Mi giro: ” Signor Hatori! Cosa ci fa qua?” “Sono appena uscito dalla stanza di Kisa.”. La mia piccola Kisa… la mia sorellina… “Cosa le è successo?” “Akito ha casualmente sentito Kisa dire a Hiro che gli voleva bene. E si è scatenato. Non essendoci nessuno a trattenerlo, ha danneggiato irrimediabilmente la sua salute.”. “Danneggiato…irrimediabilmente?”. Sono sconvolta…cosa le ha fatto questa volta quel maledetto? MALEDETTO?!? Io… non sono io. Non posso pensare così di una persona… Hatori interrompe i miei pensieri: ” Già. Kisa ha perso la vista. Non sono riuscito a fare nulla per lei.”. Guardo hatori nei suoi occhi dorati… e vedo tanta, tanta pena. Come se fosse causa sua, se Kisa non vedrà mai più. No, non ti devi incolpare…non devi stare male!” Signor Hatori…”. Gli poso una mano sul braccio, ben attenta a non toccarlo troppo…meglio che non si trasformi, non voglio attirare l’attenzione: ” Lei non si deve incolpare. Non è colpa sua. Ha fatto ciò che ha potuto. Non si deve preoccupare.”. Sorrido, rassicurante. Devo essere rassicurante e tranquilla. Devo essere io. Altrimenti, attirerei dell’attenzione sgradita, per ciò che sto per fare. Hatori mi sorride di rimando. Mentre mi accompagna nella stanza del capofamiglia, mi domanda: ” Come sta Yuki? Spero che Shigure non ti dia troppo fastidio, ora che sei sola in casa con lui.”. “No, stia tranquillo. Yuki non sta troppo bene. Lo vedo sempre più pallido, quelle rare volte che torna dalla casa principale. Ha qualche notizia di Kyo?”. Kyo… da quando è stato rinchiuso per il comune accordo del padre e di Akito, non ho più sue notizie: ” Non sta affatto bene. Vuole uscire da quelle stanze. Non ce la fa più. Fortunatamente, c’è il suo maestro che va a trovarlo ogni giorno. Ma gli manchi, Honda. Lo avevi reso felice e libero, finalmente.”. oh, ma non si deve preoccupare: lo renderò felice e libero di nuovo, e questa volta per sempre. Renderò liberi tutti loro. Lo faccio per loro. E per me. Perché…voglio vendetta. Per il loro e il mio dolore. Dopo quella giornata al mare, quando ha graffiato il mio viso, ho conosciuto qualcosa che era sempre stato estraneo al mio carattere: LA VENDETTA. Per loro…per me. Quel maledetto mostro non ha il diritto di distruggere la felicità delle persone. Non più. Lo faccio per yuki, per Kyo, per Hatori, per Kisa, per Hiro, per Momiji, per Hatsuharu…per tutti. Per renderli liberi. Akito non può essere Dio. Non lo deve essere. E non lo sarà. Giungiamo di fronte alle porte scorrevoli delle stanze del mostro: ” Sei sicura di voler andarci da sola, Toru? Akito ti ha già ferita… non esiterà a farlo di nuovo, per tenerci vicini a lui.”. “Non si preoccupi, signor Hatori. Me la caverò anche questa volta. Non mi accadrà nulla. E poi, se avessi bisogno di cure, ci sarebbe lei, no?”. Gli sorrido. Ora sono realmente tranquilla. Perché sono sicura di ciò che sto per fare. Mamma, saresti d’accordo con me, vero? Hatori se ne va, io apro la porta. Quel maledetto mostro è sdraiato davanti al un’altra porta che da sul giardino, con il kimono leggermente aperto. Non si volta nemmeno a vedere chi è. Mi ignora totalmente. Tra poco non potrai più ignorarmi, mostro. Si volta lentamente, senza alzarsi, quando richiudo la porta dietro di me, parla: ” Donna orribile di basso rango…non sei una codarda. Sei venuta da me. Come fanno sempre tutti. Tutti devono amare solo me. Sei d’intralcio.”. Non rispondo, queste cose me le ha già dette. Non mi toccano, perché tanto sono rivolte a me. È un avvertimento. Devo lasciare che i 12 animali amino solo ed unicamente lui. Non si possono amare tra loro. Non possono provare dell’affetto che per lui, per dio, per Akito…per il mostro. Ma oggi…tutto finirà. “Signor Akito.”. lo chiamo, mi fissa negli occhi, sorpreso: ” Osi… osi parlarmi? Non farlo mai più! Non insudiciare le mie orecchie con la tua voce smielata!”. No, non me ne starò zitta, questa volta: ” Io… io li renderò liberi, mostro.”. Akito è sconvolto. Non solo gli ho disobbedito. L’ho anche insultato. Si mette ad urlare: ” MALEDETTA DONNA DI BASSO RANGO, COME OSI? COME OSI?”. Le sue urla non attirano l’attenzione di nessuno, neppure le mie quando mi tira i capelli. In casa devono esserci abituati. Lo guardo, senza mostrare il dolore dei capelli strappati. Sorrido, cinica, quasi maligna. Tendo la mano verso la mia borsa e ne estraggo un lungo oggetto luccicante. Akito mi molla di colpo: “No…non puoi…NON OSERAI FARLO!”. Oh, sì che lo farò, mostro. Questo coltello sarà colui che libererà tutti i 12 animali. Akito non fa in tempo a scansarsi. Prima che faccia qualcosa, gli conficco il coltello nella tenera carne. Colpisco il ventre. Giro la lama. Meriti di soffrire, mostro. SOFFRI! Ritiro il coltello, mentre lui indietreggia barcollando. No, non mi sfuggirai. Lo rincorro, pianto di nuovo la lama. Il torace. Lo sento rantolare, sono sicura di aver colpito un polmone. Con un ultimo immenso sforzo, il mostro mi mette le mani attorno al collo e stringe. Mi manca il fiato. Devo…devo respirare! Vedo che Akito si toglie il coltello e me lo punta addosso: ” Io…non morirò, maledetta donna!”. Oh sì, sì che morirai. Morirai dissanguato. Con quelle ferite non ti potrà salvare nemmeno Hatori. “Muori, mostro. E liberali…” riesco a malapena ad articolare queste parole. Akito si infuria ancora di più. “Se io muoio, tu verrai con me”. Sorride, trionfante. Ma distruggo anche questa sua ultima, perversa gioia: ” Sono pronta. Ma loro…non saranno più tuoi!”. Il suo sorriso si frantuma nel dolore. E nella furia. Molla la presa sul collo. Prende il coltello e me lo punta sul seno sinistro, sul cuore. È sopra di me, perde sangue dalla bocca…. Che mi cade sulla guancia, quasi sulle labbra. Sento la punta ancora calda del suo sangue premere ed entrare nella carne. Devo… devo dirglielo, prima di morire!” IO…IO, LI RENDERO’ LIBERI! DOVRAI MORIRE, O DIO MALEDETTO! MUORI, AKITO!”. Sono felice. Li ho liberati. Sento la lama penetrare nel cuore. Un sussulto, di entrambi. Lo sento accasciarsi su di me… sento il suo cuore smettere di battere. Sorrido. Il mio ultimo sorriso. “Io, li ho resi liberi!”. Sono felice. Arrivo, mamma. Sorrido. Il velluto nero della morte. Sorrido.



 
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