LETTERA AD UN RAGAZZO CHE SI DROGA. - Capitolo 1° -
Ciao Marco,
come stai? … Che presa per i fondelli. Lo so benissimo come stai. Male, come sempre. Probabilmente troppo fuori persino per leggere coscientemente questa lettera.. Ti immagino, buttato sul divano, con lo sguardo vacuo contempli il vuoto piatto della tua stanza troppo sottosopra, perfino prima che iniziassi; ma non lo vedi. Gli occhi sono aperti ma non lo vedono. Tu, chiuso in un mondo tutto tuo e che di reale, non ha nulla. Ti diverti così, mi dici, ma la tua è solo una fuga dannosa e breve da una realtà scomoda o noiosa. O tutt’e due.
Solo, grazie ad una casa sempre vuota e a degli occhi che guardano ma non vedono:
Libero, a parer tuo. Abbandonato, in realtà.
E la scuola va, perché lo vedo che la scuola va. E se la scuola va, quegli occhi che nel caso fosse arrivato anche un solo quattro forse si sarebbero posati su di te per intimarti di studiare, non ti notano. Riposati e tranquilli, fanno sonni rilassati.
I tuoi occhi verdi sono segnati dalle occhiaie, invece. Stanchi e poco lucidi.
Vorrei parlarti, aiutarti se possibile.. Schiaffeggiarti, se avessi la certezza che questo ti farebbe riflettere, ma so che non servirebbe.
Dall’alto dei tuoi diciassette anni, pensi di conoscere già tutto e di essere indipendente.
Secondo me sei solo troppo dipendente dall’indipendenza e dalla libertà per soffermarti anche un attimo soltanto a ripensare alle parole di un’amica… Che non vorrebbe null’altro, se non rivederti.
E ora, che ti scrivo questa lettera, so che è troppo tardi.
I tuoi bellissimi occhi verdi ora non vedono davvero più nulla; si sono chiusi, in un riposo che non durerà solo una notte o poco più.
Francesca |
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