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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: LA LUCE CHE ACCENDE I GIORNI DI SOLE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/02/2006 19:06:47

una mia ipotesi sulla nascita della storia tra bulma&vegeta. dedicata a rumicfan!!!
 
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LA LUCE CHE ACCENDE I GIORNI DI SOLE
- Capitolo 1° -

LA LUCE CHE ACCENDE I GIORNI DI SOLE
di: Erikuccia, come sempre^_-
serie: Dragon Ball (è la prima che scrivo su questo manga, quindi..insomma..avete capito no?XD Senza contare che io il manga non l ho mai neanche letto, mi sono limitata all'anime..)
genere: sentimentale/Romantico
One-shot
Dedicated to: Rumicfan [è sempre molto gentile con me (Grazie, Grazie, Grazie!) e che mi ha chiesto se avevo intenzione di scrivere una storia su quella che (a quanto ho capito) è la sua coppia preferita, ossia Bulma trattino Vegeta..Speriamo bene!] Questa è tutta per te, ciccina, spero ti piaccia.

....

Il sole era alto, e i raggi si allungavano illuminando il cielo terso di quella giornata. La primavera era inoltrata da parecchi giorni ormai, e l'aria era come satura di un senso di beatitudine tipica di quelle giornate in cui non succede niente, ma che sembrano sempre piene di magia, nascosta dietro ogni angolo.
Tuttavia quella mattina Bulma era troppo indaffarata per fermarsi un attimo, guardarsi intorno, e rendersi conto che un pittore aveva dipinto un mondo con mille colori splendenti e bellissimi.
"Sono in ritardo, sono in ritardo, sono in ritardo!" continuava a ripetere, mentre camminava con il suo solito incedere sicuro e al tempo stesso femminile. Non faceva molto caldo, però aveva cominciato a sudare, per via della corsa. Le strade erano piene come al solito, come se non avessero appena vissuto una brutta esperienza come quella dell'invasione dei Sayan o dell'attacco di Freezer. Certo, magari la gran parte delle persone neanche se ne era accorta, dato che Goku era stato pronto, come al solito, a caricarsi sulle spalle il fardello della terra, e dei suoi simili. I sayan.
<<Maledetti Sayan>> pensò Bulma mentre, con le scarpe dal tacco vertiginoso e il completo all'ultima moda, cercava di scansare la folla umana che occupava gran parte del marciapiede.
Da quando il drago Shenron (si scriverà così?^^ ndErika) aveva riportato in vita tutti quelli che erano stati fatti fuori da Freezer, la ragazza non aveva avuto più un attimo di pace.
Da una parte c'era Yanko che ancora non si era arreso del tutto, davanti alla notizia che la sua storia con Bulma poteva definirsi chiusa, imballata e spedita altrove. E poi...Come diavolo le era venuta in mente l'idea di ospitare a casa sua quel pazzo violento scatenato guerrafondaio e arrogante di Vegeta?
Eppure quel giorno...
Se lo era visto appoggiato al tronco di un albero, con i raggi del sole che sembravano non volerlo neanche sfiorare...Loro tutti festeggiando il fatto di essere ancora una volta insieme, ancora vivi...E quel Sayan dalla faccia imbronciata che se ne stava a distanza, solo, abbandonato a sè stesso, dato che la sua razza non esisteva più.
A Bulma in quel momento si era stretto il cuore, e alla fine lo aveva invitato alla Capsule Corporation.
L'errore più grande della sua vita.
Vegeta passava gran parte della sua giornata ad allenarsi, blaterando sempre qualcosa sulla vendetta contro Goku e compagnia bella. Alla fine era diventato una noia, e se qualcuno provava a farlo ragionare...
Dio non voglia. Prendeva, urlava e sbraitava, finchè qualcosa non si rompeva. E mai neanche una volta che avesse detto <<Grazie Bulma>>.
Macchè...
Tutta presa nel ricordo di come era iniziato quell'incubo, Bulma quasi non si rese conto di essere arrivata davanti al bar, dentro il quale un ragazzo dai capelli scuri, seduto vicino alla finestra, stava aspettando.
Bulma sbuffò teatralmente, sebbene non ci fosse nessuno ad osservarla.
Ma quando una nasce con manie di protagonismo, non si poteva fare nulla, incurabile.
Entrò con le spalle dritte, con i capelli, ricci, che seguivano ogni suo movimento.
"Bulma!" disse il ragazzo, esasperato, allargando le braccia.
Lei lo fermò con un gesto della mano "Lo so, sono in ritardo, ma ora sono qui, no?"
Si sedette con grazie e, dopo aver ordinato una limonata ghiacciata, poggiò i gomiti sul tavolino bianco che aveva davanti. Nel locale compagnie di amici ridevano, amanti si tenevano la mano, e signori in giacca e cravatta firmavano importanti contratti. Invece loro due si guardavano senza parlare, come due leoni in gabbia che si esaminassero prima di prendere la decisione migliore.
Difendere o attaccare?
"Yanko!" disse alla fine Bulma, un po' arrabbiata "Mi hai fatto correre qui dicendomi che era importante e adesso te ne stai lì a guardarmi? Di che volevi parlarmi?" Continuava a guardare l'orologio
"Hai un appuntamento?" chiese il ragazzo, risentito perchè non riusciva piu a imprigionare l'attenzione della ragazza come invece accadeva un tempo.
Bulma annuì "Devo andare a parlare con gli operai...Vegeta ha buttato giu un muro!"
Le stava distruggendo la casa...Ma a sua madre non interessava. Lei era stata completamente irretita da quell uomo maledetto che aveva sempre il broncio.
"Perchè non lo mandate via?"
Già...Bulma se lo era chiesto un migliaio di volte. Dopotutto l aveva invitato lei ad entrare in casa sua, quindi poteva sempre dire che era giunto il momento di revocare l invito e buttarlo fuori di casa. Ma non c'era mai riuscita. Primo perchè era davvero impensabile l'idea di prendere Vegeta e buttarlo fuori. Probabilmente sarebbe morta prima di alzare un dito. E poi...ogni volta che aveva provato a dirgli che non era più il benvenuto, lui l aveva guardata con i suoi occhi scuri, tizzoni ardenti che continuavano sempre a bruciare. E ogni volta che Vegeta la guardava in quel modo Bulma si liquefaceva come neve al sole. E tanti cari saluti ai buoni propositi.
"E dove lo mandiamo?" disse, cercando di sviare i dubbi del ragazzo "La sua razza non esiste più, e poi lo sai, se lo lasciamo a briglia sciolta sarebbe anche capace di prendere e andare a sfidare Goku per...cosa?...l ottantesima volta?"
"Tanto se decidesse che è giunto il momento di riprovare con Goku di certo non potresti fermarlo tu, come non hai fatto le volte passate!"
Bulma cominciò a tamburellare con le dita sul tavolo, mentre con l'altra mano si reggeva il volto.
Yanko sembrò non accorgersi dell'aria stanca della ragazza, così continuò la sua predica "...è che a te piace averlo in giro per casa, nn è vero?"
"Ricominciamo?" disse lei "Abbiamo affrontato questa storia piu di una volta. Yanko tra me e te è tutto finito. Sono stata bene con te, sei stato il mio primo amore, ma non posso basare la mia vita su una cottarella adolescenziale. Non reggerebbe!"
"cottarella?" disse Yanko a mezza voce. Tutti quegli anni di vicinanza lei li sintetizzava in una cottarella? "E secondo te non c'entra niente Vegeta, vero?"
"Vegeta?! Yanko, sempre la solita solfa. Vegeta non c'entra niente, ti pare che mi metterei con uno che non fa altro che minacciare di morte Goku, che praticamente ho visto crescere? Uno che voleva distruggere la terra? Se è solo per questo che mi hai fatto venire qui..." disse Bulma alzandosi
"Io ti amo ancora..." disse Yanko guardandola.
Bulma si ricordò quando lo aveva visto per la prima volta, quando per la prima volta si erano baciati. I ricordi della loro storia li portava dentro di sè, e li avrebbe portati per sempre. Ma la verità era un'altra..
"io non più.." ammise con un po' di tristezza. In fondo le faceva male dover ferire Yanko, ma era meglio per lui mettere tutto in chiaro, evitare di farlo illudere. Fece per prendere il portafoglio, per pagare la limonata, ma Yanko la fermò. "Pago io, tranquilla"
Il suo sorriso era mesto, ma Bulma capì che finalmente stava cominciando a digerire tutta quella faccenda.
Dopotutto lo conosceva.

Il preventivo per aggiustare tutto quello che Vegeta aveva mandato in frantumi fu più sostanzioso di quello che la famiglia di Bulma si aspettava. Quando videro tutti quegli zero ebbero, contemporaneamente, un capogiro. Sarebbe stata una scena comica, se vista in un film.
"Credo sia ora di cacciarlo via!" disse Bulma, incrociando le braccia.
"Ma poi dove andrebbe a vivere?" chiese sua madre "Dopotutta è colpa di tuo padre...Se non avesse inventato quella stanza gravitazionale"
"Tesoro" disse l uomo sospirando "Mi fa piacere che per difendere il tuo favorito dai la colpa alla mente geniale di tuo marito"
"Smettetela" disse Bulma, mettendosi una mano tra i capelli "L'invito l ho fatto io, no?"
Sua madre la guardò con l'aria di chi la sa lunga. Conosceva sua figlia, e in definitiva si somigliavano anche molto. Immaginava che, nonostante tutti i buoni propositi, non avrebbe mai mandato via quello strano tipo. Sorrise, senza però dire nulla.
"Si" disse Bulma, piu a sè stessa che agli altri "è giunto il momento che Vegeta se la cavi da solo, vado a dirglielo subito!"
E detto questo si alzò di scatto. I suoi passi riecheggiarono per la casa. Era una villa così grande che ci avrebbero potuto vivere tranquillamente tutti i Sayan, con molta probabilità. Ma se erano tutti come Vegeta..
Uscita in cortile i raggi del sole le colpirono il viso, facendo brillare i suoi occhi celesti. Alzò preventivamente una mano, e si diresse verso la stanza gravitazionale. Appena aprì la porta, tuttavia, si trovò con le gambe a terra. A stento aveva evitato un colpo di Vegeta che, sul suo corpo inerme, avrebbe potuto essere letale.
"Ma sei completamente pazzo!" sbraitò la ragazza, stringendo i pugni "Potevi farmi molto, molto, MOLTO male!"
"Potevi evitare di aprire la porta così all'improvviso" rispose l uomo, massaggiandosi i muscoli, e soffermandosi sulla soglia
"Adesso vorresti dare la colpa a me, razza di decerebrato?"
"Lo sai che io mi alleno qui, sempre, a quest ora."
Ancora una volta Bulma lanciò un urlo di disperazione "Almeno hai intenzione di aiutarmi?"
"Mi sembri abbastanza in forma per rialzarti da sola, no?"
Bulma lo guardò in cagnesco per un attimo, poi, furente, si rimise in piedi, sotto lo sguardo divertito di Vegeta. Sarebbe probabilmente morto prima di ammetterlo, ma quella tizia lo metteva di buon umore. Era così, così...Umana.
"Senti, scimmione, io e te dobbiamo parlare!"
Vegeta inarcò un sopracciglio come faceva sempre quando la ragazza lo chiamava con quel sostantivo. Era un'espressione mista tra il sorpreso e il curioso "Non ho tempo per chiacchiere inutili, ho la mia vendetta..."
"si, si, si" disse Bulma, agitando una mano davanti alla faccia di Vegeta "So tutto. Devi vendicare il tuo popolo e l'affronto subito da Goku che ti ha riportato in vita e bla bla bla. Ma lo vuoi capire che tanto è più forte di te?"
"Un'umana come te non capisce nulla di arti marziali e tecniche di combattimento"
"oh, oh oh" rise Bulma, civettuola "Non dirmi che anche il principe dei Saiyan ha l'orgoglio, caratteristica degli umani!"
"Io non ho niente a che vedere con creature orribili come gli umani" disse pronto Vegeta, punto sul vivo
Bulma, nonostante tutto, continuò a ridere "Come dici tu, principe dei miei stivali"
"Che vuoi? Perchè sei venuta a rompere ragazzina?"
"Hai visto il muro che hai buttato giu? Ci hanno chiesto una cifra enorme.."
"e che vuoi da me?"
"Non hai intenzio ne neanche di chiedere scusa, vero?"
Quando si comportava in quel modo davvero non lo sopportava: si comportava come se tutto gli fosse dovuto, come se potesse permettersi di fare sempre e solo i suoi comodi.
Vegeta la scrutò con i suoi occhi che in quel momento sembravano impenetrabili. Guardò la ragazza che aveva davanti. Portava i capelli ricci da un bel po', e in quel momento indossava shorts di jeans e una maglietta con uno strano disegno sopra. Era davvero incomprensibile quella tizia.
Bulma arricciò il naso, segno che era in attesa di una risposta. Se non altro Vegeta questi 'segnali' li aveva capiti, aveva capito come intuirli. In effetti, sebbene non volesse ammetterlo, aveva capito molte cose di Bulma.
"Non ti aspetterai che lo aggiusti io, vero?" chiese, alla fine
L'espressione di Bulma parlava chiaro.
"Guarda che ne sarei capace!" si lamentò il saiyan, punto nell'orgoglio.
"Come no!" ironizzò Bulma, incrociando le braccia sul petto.
"Mi stai sfidando bambina?"
Ancora una volta rise "Vegeta tu sei bravo a buttare giù muri, non sei abbastanza per tirarne su uno"
"Vuoi che ti rifaccia casa?"
"Per l'amor di Dio, no!" disse Bulma, sorpresa che si era ritrovata a scherzare con quell'automa che appariva privo di ogni qualsiasi tipo di sentimento umano. Era fatto così Vegeta: la induceva a cambiare idea in un solo secondo. Era andata là con la ferma decisione di buttarlo fuori di casa, e invece ecco che indugiava sulla soglia della camera della gravità, con le braccia incrociate, ritardando il minuto in cui avrebbe dovuto dirgli...

"Bulmaaaaaa? hai visite!" la voce di suo padre la raggiunse proprio mentre stava pensando di dire addio a Vegeta.
Lei sbuffò platealmente, sebbene in cuor suo fosse contenta di quella interruzione, che ritardava ancora una volta il momento del commiato.
Raggiunse l'ingresso, dove la stava aspettando un ragazzetto dall'aspetto sano e gioviale. Portava una borsa a tracolla e aveva l'aria di uno che si sta divertendo un molto.
Bulma sorrise, vedendolo "Gohan!" disse, andandogli incontro
Il ragazzo ricambiò il sorriso "Scusa se ti disturbo!"
"Tranquillo, stavo bisticciando con il sayan ossessionato da tuo padre"
Gohan sorrise ancora "E' un bel po' che non ce lo troviamo fuori di casa^_^ Stai facendo un ottimo lavoro di monitoraggio, zietta!"
Bulma scosse la testa "Nn chiamarmi zietta, sono ancora così giovane!"
Allora Gohan si lasciò sfuggire una risata. Suo padre lo diceva sempre che Bulma era un po' troppo vanitosa. In effetti non aveva tutti i torti.
"Piuttosto, che fai, resti a mangiare con noi?"
"No, ti ringrazio" rispose il ragazzo "Sai come è fatta mia madre, se non mi vede comincia ad allarmare mezzo mondo. Ero nei paraggi e così ho pensato di fare un salto"
"Mi fa piacere averti visto.." ammise Bulma. Di colpo si rese conto che non era più tanto giovane. Aveva visto crescere Goku, e praticamente stava vedendo crescere Gohan. Forse era davvero giunto il momento di trovarsi un brav uomo con il quale crescere figli, proprio come le diceva sempre sua madre. Un brav uomo, proprio come Yanko, ma che ci poteva fare lei se aveva smesso di provare quelle sensazioni che un tempo la legavano stretta a quel ragazzo del deserto?
Però non poteva non ammettere che forse era giunto davvero il momento di mettere la testa a posto, di diventare come tutte le altre donne: o almeno il più somigliante possibile.

UN MESE DOPO....

Quella sera cominciò tutto.
Per molti, quella sera sancì l'inizio dell'apocalisse.
Per i più, invece, era stato solo il momento in cui si avviava un nuovo sentiero, su cui mai nessuno, in effetti avrebbe scommesso.
L'estate era già inoltrata da tempo ormai, anzi..La stagione era sul punto di concludersi,eppure l'afa non la smetteva di abbattersi sulla città, circondando tutto come se fosse l'abbraccio dell'inferno.
I grilli cantavano alla luna, creando un concerto per orchestra davvero invidiabile. Non passavano molte macchine, e Bulma poteva godersi quell'attimo di serenità ritrovata. Gli unici rumori umani erano quelli che provenivano dalla casa, dove suo padre trafficava con qualche cose, e le soap che vedeva sua madre, ogni tanto lanciavano urletti e frasi ad affetto. Cominciò a camminare per il perimetro del giardino, alzando, di tanto in tanto, gli occhi verso il cielo.
Le stelle.
Da quanto tempo era che non guardava le stelle? Quand era bambina pensava che la volta celeste fosse solo un mantello con mille buchi dai quali filtrava la luce dell'eternità. E invece poi era cresciuta, e aveva conosciuto la violenza nello spazio e la magia era andata a farsi benedire. Non c'erano più favole, più attimi da passare a guardare il cielo. La sua vita si era trasformata in quella di un adulta viziata, come d altra parte ci si aspettava da lei. Ricca, bella e intelligente.
Però quella sera i suoi occhi indugiarono a lungo su quel cielo e ne rimase affascinata. Nonostante quello che aveva sempre detto in quell ultimo periodo, Vegeta era rimasto a vivere con loro e aveva continuato a distruggere cose su cose. Ma alla fine non aveva mai trovato la forza di mandarlo via.
Cominciava a pensare che non si trattasse solo di non trovare la forza...Lei non VOLEVA mandarlo via. Voleva che continuasse a girare per casa, come un fantasma di cui tutti parlano senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Anche solo intravederlo nell'arco di un'intera giornata, alla fine per lei era diventata come una necessità. Spesso ritornava al giorno in cui l'aveva invitato. La gioia e la festa...
E Vegeta in un angolo, come un orfano...Un orfano abbandonato anche dalla luce del sole...
Una lacrima le bagnò le gote così all'improvviso che fu costretta a toccarsi per assicurarsi che non era un sogno.
Pietà?
No, non aveva mai pensato che si trattasse di pietà o di elemosina. Aveva sentito la voglia irrefrenabile di circondarlo con le braccia e assicurargli che non sarebbe mai più stato solo al mondo, mai più. Avrebbe voluto giurargli che un giorno anche per lui il sole avrebbe brillato alto nel cielo.
E ancora ci sperava.
Ecco perchè non l aveva mandato via, perchè voleva esserci il giorno che quel miracolo fosse accaduto.
Si sdraiò sull'erba fresca, tanto a sentirne l'odore dentro al cervello, come una droga, come una medicina.
Una delle due.
Il cielo ancora una volta sembrava perdersi in un amplesso secolare con il pianeta, abbracciandolo laddove gli occhi potevano arrivare. Era un mondo perfetto, un mondo dove ogni cosa trovava la sua metà e ad essa si legava del tutto. Anime gemelle.
Quello era il mondo delle anime gemelle, un mondo dove l'amore, probabilmente, la faceva da padrone.
Si rilassò nei suoi pensieri, perdendosi nei suoi stessi sogni.
Un giorno...Un raggio di sole...
Un giorno...

Aprì gli occhi al suono di passi che si muovevano intorno a lei. Voci bisbigliavano qualcosa nell'oscurità. Piani, progetti, strategie...
La sua casa era avvolta nel buio, e nessun rumore sembrava arrivare dalla città circostante. Credeva che il suo stesso respiro potesse echeggiare per tutto il vicinato.
"Non abbiamo tempo per portare via altro.." disse una voce
"Questa casa è immensa. Potremmo prendere qualcos altro e poi..." rispose l'altra
"No!" tuonò ancora la prima che aveva parlato "Siamo qui per prendere la ragazza!Il suo vecchio pagherà oro per riaverla!! Per una volta potresti anche evitare di fare l'avido!!"
Allora Bulma divenne consapevole della situazione. Quelle due persone che riusciva solamente a percepire come ombre nel buio, erano lì per prendere lei, per rapirla.
Muovendosi gattoni, cercando di fare il meno rumore possibile, cercò un rifugio, finchè una mano non le tappò la bocca.
Stava già per urlare quando sentì un sussurro "Sono io. Stai calma. Ci penso io. Penso a tutto io!"
Più che una frase sembrava un telegramma, ma aveva imparato a riconoscere quel modo di parlare. Aveva imparato a riconoscere la sua voce. Una voce che sembrava parlarle dal cuore.
Un cuore che in quel momento batteva all'impazzata, e di certo non solo perchè due tizi si erano intrufolati nel suo giardino per rapirla.
Era qualcosa di differente, qualcosa che un tempo aveva già conosciuto, anche se non con quella stessa intensità.
L'amore?
Leggermente, annuì, e un attimo dopo la mano le lasciò la bocca asciutta, e Bulma sentì Vegeta che si alzava e che si allontanava da lei.
Una luce rosastra cominciò a diffondersi nell'aria, schiarendo la notte. Fu allora che Bulma si accorse che Vegeta aveva messo al tappeto uno dei due malviventi.
Ma l'altro dove.....?
Qualcuno le afferrò il collo con forza, strappandole uno strillo.
"Vediamo un po' testa a punta, come la mettiamo adesso!" disse l uomo che era alle spalle della ragazza, tenendola immobile.
Solo allora Bulma vide il cambiamento di Vegeta. Prima aveva combattuto come se fosse semplicemente una pura formalità. Ma in quel momento sembrava che i suoi occhi si animassero di fiamme, e tutta l'aria intorno sembrò percepire la sua forza.
"Ti consiglio di lasciarla andare, bastardo!" disse come se la sua voce fosse fatta di tuoni e fulmini
"Tu non c entri niente con questa famiglia!" rispose l'altro "Che cavolo vuoi? Non sono affari tuoi!"
"o-oh" disse Bulma, sorridendo, cercando di nascondere la paura che ancora la permeava tutta "risposta sbagliata!"
Sembrò che Vegeta sorridesse divertito, ma era ancora troppo intorpidita per la paura per essere completamente lucida.
Non seppe dirlo come lo capì, ma in attimo si era buttata a terra, e aveva permesso a Vegeta di sferrare l'attacco. Sembrava di essersi persa in qualche vecchio film western, il che sapeva di ironico, avendo a che fare con sayan e roba varia.
L'uomo che l aveva tenuta stretta a lungo scappò, assieme al suo compare, lasciando Bulma ferma,parallizzata.
Vegeta si avvicinò a lei, inginocchiandosi davanti a lei, e passandogli lievemente una mano sulla guancia.
Lo fece con tanta cura, con tanta attenzione che Bulma per un attimo pensò di averlo immaginato.
"Stai bene?" chiese
Bulma cercò di annuire, ma quegli occhi neri la tenevano ferma, immobile, completamente dipendente e soggiogata.
Una...due...Tre...
Le lacrime cominciarono a cadere, e fu solo allora che si accorse che tutto era finito, che tutto era passato.
"Grazie al cielo eri qui.." disse scoppiando a piangere e nel frattempo coprendogli gli occhi con le mani.
Un attimo dopo Vegeta le aveva prese e le aveva allontanate dal viso. "Te l ho detto che avere un sayan in casa può avere i suoi vantaggi!"
Bulma sorrise, e parve anche calmarsi "Grazie Vegeta...grazie di essere arrivato!"
Allora il Sayan distolse lo sguardo "Non sono arrivato, non mi sono mai mosso da qui!"
"come?" chiese la ragazza presa in contropiede
"Quando sono uscito dalla camera della gravità ti ho vista distesa a terra che dormivi e mi sono fermato a guardarti..."
E allora il miracolo accadde.
"Oh mio Dio!" esclamò allora Bulma.
Vegeta tornò a guardarla di colpo, come se nella voce della ragazza ci fosse la prova di un altro pericolo.
"che c'è?"
L'alba stava facendo sorgere un sole giallo, bello, dai contorni dorati. Ed uno dei suoi raggi si allungò a sfiorare la pelle di Vegeta come in una sensuale carezza.
"Il sole..." disse Bulma sorridendo "...Il sole ti sta accarezzando!"
Vegeta capì che non poteva aspettare di più. Capiva (e ormai da molto tempo) che se era sempre rimasto era sempre stato per lei, solo per lei. Che lo volesse ammettere o no, quella strana ragazza era riuscita a mettere il giunzaglio al principe dei Sayan. E la sua pelle fremeva...il suo intero essere chiedeva pietà..
Così in un impeto prese il volto di Bulma tra le mani e la spinse contro il suo volto, finchè le loro labbra non si incontrarono a metà strada, facendo un tacito accordo.
Un accordo che sarebbe valso per molto tempo ancora, ma intanto...
"Sei tu" disse Vegeta in un sussurro, come se gli facesse male dover parlare dopo quel bacio, come se soffrisse d astinenza da quelle labbra che aveva appena conosciuto "che accendi i giorni di sole..."
"Vegeta, io ti amo!" disse Bulma prima di baciare di nuovo Vegeta.
E mentre il sole si alzava sulla città, la luce di quella mattina sanciva l unione di due anime che a lungo si erano cercate prima di ritrovarsi nell'abbraccio di un raggio di sole.


FINE

Spero che il risultato finale sia almeno apprezzabile ^^

 
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