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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: SCOPRIRÒ CHI SEI!
Genere: Sentimentale, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Autore: kaeru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/02/2006 00:59:58

una poesia... una dichiarazione d`amore... la ferma intenzione di scoprirne l`autrice...
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

Disclaimers: I personaggi non sono miei, ma del grandioso Takehiko Inoue.
Note: Le frasi tra i simboli -...- sono scritte. Tra le virgolette “...” ci sono i discorsi.

^_^ Buona lettura!!! ^_^

SCOPRIRO’ CHI SEI!

POV: Kira

- Se mi chiedessi perché vivo,
ti risponderei perché non l’ho deciso io.
Se mi chiedessi perché respiro,
ti risponderei perché ne ho bisogno.
Se mi chiedessi perché sogno,
ti risponderei perché lo desidero.
Se mi chiedessi perché ti amo,
ti risponderei perché vivo, respiro e sogno. -

Cammino con questa poesia tra le mani. Non so perché continuo a rifletterci. L’ho scritta d’istinto con davanti la tua immagine che compie un magnifico canestro.
Sono anni che quella immagine non mi abbandona.
Non era un canestro compiuto durante una partita. E nemmeno uno dei tuoi strabilianti tiri da tre punti. Era un semplice tiro in sospensione, ma per me ha rappresentato molto. Forse tutto. È stato in quel momento che ho iniziato ad innamorarmi di te. Non ci siamo mai scambiati nemmeno un saluto. Ma i miei occhi ti seguono sempre, da lontano. Non ti lasciano mai, anche quando siamo fisicamente distanti, perché non è semplicemente con gli occhi che ti seguo. Lo faccio con gli occhi del mio cuore.
Non mi rendo nemmeno conto che sono arrivata nella tua classe. Una ragazza mi nota ed io faccio finta di essere venuta a incontrare una mia amica. Ammetto di invidiarla non poco la mia amica. Perché è la tua vicina di banco.
Iniziamo a chiacchierare la mia amica ed io. Quasi come se le mie mani avessero vita propria, infilano la poesia nel libro poggiato sul banco del ragazzo che ha in ostaggio il mio cuore.
Quando mi rendo conto di cosa ho fatto, mi guardo intorno per accertarmi che nessuno mi abbia visto.
Continuo a chiacchierare con la mia amica anche se in realtà non riesco a capire cosa stiamo dicendo. La mia mente è offuscata dall’emozione e dalla paura.
Sento vagamente suonare la campanella. Saluto la mia amica e mi dirigo verso la mia aula. Mentre sto per uscire dalla porta ho ancora la mente distratta e sbatto contro qualcuno.
Finirei a terra se il qualcuno in questione non mi prendesse per la vita e mi stringesse a lui.
Alzo lo sguardo imbarazzata e le parole di scuse mi si bloccano in gola. Il mio viso è a pochi centimetri di distanza da quello del ragazzo che occupa incessantemente i miei pensieri.
Non so come riesco a mormorare un tremolante “Scusa.”
Lui mi sorride e mi dice di stare più attenta.
Annuisco ancora sotto shock, mentre lui si allontana.
Quando mi volta le spalle inizio a correre verso la mia classe con il cuore in subbuglio.
Sento il mio corpo scottare nei punti che sono stati toccati da lui.
Per tutto il resto del giorno non riesco assolutamente a seguire le lezioni.

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POV: Mitsui

Queste lezioni di storia sono sempre una barba. Va sempre a finire che mi metto a scarabocchiare sul libro. Solo che ormai è talmente malconcio che è un’impresa trovare uno spazio libero.
Sfoglio distrattamente le pagine, finché non noto un foglio buttato in mezzo.
Lo recupero. È piegato e lo apro. Non ricordo di aver mai ficcato foglietti nel libro.

- Se mi chiedessi perché vivo,
ti risponderei perché non l’ho deciso io.
Se mi chiedessi perché respiro,
ti risponderei perché ne ho bisogno.
Se mi chiedessi perché sogno,
ti risponderei perché lo desidero.
Se mi chiedessi perché ti amo,
ti risponderei perché vivo, respiro e sogno. -

Una poesia. Anzi no. Non è una poesia. Direi piuttosto che è una dichiarazione d’amore.
La scrittura è sicuramente femminile, ma non la conosco. Mi guardo in giro chiedendomi chi sia l’autrice, ma potrebbe essere chiunque.
Ripiego il foglietto e me lo metto in tasca.
Non so perché, ma non riesco a levarmi dalla testa quelle parole. È assurdo. Non è la prima dichiarazione che ricevo. Solitamente le leggo e le accantono. Qualche volta do una risposta alla ragazza che mi si dichiara, ma stavolta non ci riesco a smettere di pensarci.
Forse è perché questa lezione di storia è davvero molto noiosa. Cerco di convincermi che sia così.
Eppure è difficile crederci, visto che anche quando la lezione finisce io continuo a pensarci.
Chissà forse è perché mi sembra interessante l’idea di giocare all’investigatore per scoprire chi è la ragazza innamorata di me. Non che questo significhi che possa iniziare a provare qualcosa per lei.
Durante la pausa pranzo mi incontro con il mio migliore amico in terrazza.
“Tutto bene Hisashi?” mi chiede.
“Sì. Perché?”
“Mi sembri distratto.”
“In effetti lo sono.”
“Come mai? Che è successo?”
“Oggi durante la lezione di storia ho trovato questa poesia nel mio libro.”
“Ti sei dato alla poesia?”
“Non l’ho scritta io. La calligrafia è sicuramente femminile.”
Ryota legge la poesia. “Chi è questa ragazza innamorata di te?”
“Non ne ho la più pallida idea. Non è firmata.”
“Beh, ma di solito tu non fai mica finta di niente?”
“Sì, ma non so. Forse mi diverte l’idea di giocare al detective. In fondo ultimamente mi sto annoiando parecchio.”
“E come pensi di scoprirlo?”
“Non ne ho la più pallida idea. Suggerimenti?”
“Beh, tenendo conto che in tutta la scuola ci saranno circa 400 studenti, di cui circa la metà femmine… direi che sarà praticamente impossibile trovare una ragazza tra 200 in base soltanto ad una poesia.”
“Già sembrerebbe proprio un’impresa impossibile.”

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POV: Kira

È finita la scuola. La mia amica mi ha proposto di fermarci a mangiare un gelato prima di tornare a casa. Mentre passeggiamo per il parco Ayako mi racconta una cosa che per poco non mi crea uno scompenso cardiaco.
“Prima degli allenamenti Ryota mi ha raccontato una cosa pazzesca. Hai presente Mitsui? Il mio vicino di banco?”
Il mio cuore manca un battito. “Sì, ce l’ho presente.” Ce l’ho più che presente.
“Beh, oggi ha ricevuto una lettera d’amore. Anzi, mi ha detto Ryota che era una poesia. Mitsui gliel’ha fatta leggere e mi ha detto che era anche bella. Comunque sia di solito Mitsui è il tipo che accantona le lettere d’amore senza pensarci troppo. Ma a quanto pare, questa l’ha incuriosito. Perciò si è messo in testa di rintracciarla. Anche se la lettera non era firmata. Di conseguenza a mio parere e a parere di Ryota sarà praticamente impossibile.”
“Davvero vuole cercarla?” chiedo sorpresa.
“Sì. Si è messo in testa di andare fino in fondo. Secondo me è impazzito…”
“A me sembra una cosa divertente.” Dico sorridendo mentre un’idea pazzesca si fa strada nella mia mente.

Il giorno seguente durante un cambio dell’ora mi reco di nascosto nella palestra del club di basket. So che ultimamente hanno il lucchetto rotto, perciò ne approfitto e mi avvicino all’armadietto di Mitsui. Ancora titubante per ciò che sto per fare infilo attraverso le fenditure un foglietto piegato.
Dopodiché torno in fretta nella mia classe.

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POV: Mitsui

Non ho ancora trovato alcuna idea su come rintracciare la scrittrice. Eppure un modo ci deve essere.
Apro il mio armadietto per cambiarmi e vedo un foglietto sopra la mia roba.
Lo prendo e ho una sensazione di dejà-vu.
Lo dispiego e leggo.
Un sorriso compare sul mio viso riconoscendo la calligrafia.

- Se mi chiedessi perché ti scrivo,
ti risponderei perché è il mio destino.
Se mi chiedessi perché ti seguo,
ti risponderei perché sei la mia luce.
Se mi chiedessi perché ti cerco,
ti risponderei perché sei il centro del mio cuore.
Se mi chiedessi perché ti penso,
ti risponderei perché di vivere è il mio senso. -

Ammetto che questa ragazza mi intriga. Con tutti i bigliettini e le lettere d’amore che ho ricevuto, nessuno era mai riuscito a infilare qualcosa nel mio armadietto del club.
Questa ragazza ha fegato. Tutti sanno che è rischioso entrare nelle sedi dei club per i non addetti. E lei non lo è. Almeno di questo sono sicuro. Le calligrafie di Ayako e Haruko le conosco e non sono le stesse di questo foglietto. Beh, almeno ho escluso due persone su 200.
Ryota mi si avvicina.
“Che succede?” chiede. Poi nota il foglietto che tengo tra le mani. “Ancora con quella poesia?”
Mi giro verso di lui. “È una poesia, ma non è la stessa.”
“Un’altra ammiratrice?”
“No. L’ammiratrice è la stessa. È la poesia ad essere diversa.” Dico porgendogli il foglietto.
“Però… È proprio cotta di te questa ragazza.”
“Così pare. Devo trovare il modo di rintracciarla.”
“Rintracciare chi?” domanda Sakuragi.
“Nessuno.” Rispondo io.
“La sua ammiratrice segreta.” Risponde Ryota.
In poco tempo, nonostante io non voglia, Ryota spiattella tutto a Sakuragi. Già so che domani tutta la scuola lo saprà.

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POV: Kira

“La fantomatica poetessa ha colpito ancora.” Mi dice Ayako mentre stiamo tornando a casa.
Cerco di mostrare sorpresa. “Davvero?”
“Sì. E Mitsui è sempre più intenzionato a trovarla.”
Il sorriso affiora spontaneo sulle mie labbra.
“Come mai quel sorriso? Mi era parso di capire che Mitsui ti piacesse.”
Io arrossisco leggermente, ma non riesco a reprimere il sorriso. Guardo di sottecchi Ayako che mi osserva alcuni secondi attentamente, poi i suoi occhi si spalancano per la sorpresa. “Oh cavolo! Sei tu! Sei tu la poetessa!”
“Ssh! Ayako non urlare. Non vorrei che tutto il mondo lo sapesse.”
“Allora sei proprio tu?”
“Sì.”
“Perché non me l’hai detto subito?”
“Perché ero imbarazzata e poi la prima poesia l’ho infilata nel suo libro praticamente inconsciamente.”
“Quando Mitsui lo saprà…”
“No! Non deve saperlo.” La interrompo.
“Ma perché? Lui ti sta cercando!”
“Sì, ma se gli dicessi subito che sono io, il suo interesse potrebbe scemare in un nanosecondo.”
“Che vuoi fare allora? Perché il tuo sguardo mi dice che hai qualcosa in mente.”
“Infatti. E tu devi aiutarmi a fare in modo di attuarlo per bene.”
“Dimmi tutto.”
“Ho intenzione di continuare a mandargli messaggi. Qualche poesia con qualche piccolo e quasi irrilevante indizio. Hai detto tu stessa che vuole divertirsi ad investigare. Beh, allora diamogli dei piccoli appigli, ma mai niente di troppo specifico.”
“Lo sai che sei fuori di testa, vero?”
“Forse. Ma forse potrebbe essere divertente.”
“Su questo potresti avere ragione.”
“Allora mi aiuterai?”
“Conta su di me.”
“Mi raccomando. Nessuno deve saperlo. Nemmeno Miyagi.”
“Te lo prometto.”
“Prevedo un quadrimestre piuttosto divertente.”
Sorridendo e ipotizzando sulla prossima mossa ci dirigemmo verso casa.

Il giorno seguente a scuola io e Ayako attuiamo il piano sul quale ci siamo accordate.
Un nuovo biglietto è tra le mie mani. Questa volta è leggermente differente. Vado nella sua classe e con la complicità di Ayako riesco a infilarlo nella sua borsa.

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POV: Mitsui

Oggi Miyagi ci ha sfiancati durante l’allenamento e la mia ammiratrice misteriosa, non si è fatta sentire. Forse non si farà sentire più. L’idea non mi piace. Proprio ora che mi stavo iniziando a divertire, anche se continuo a sentirmi uno scemo senza speranza.
Come immaginavo ieri, Sakuragi ha detto a mezzo mondo che sto cercando questa ammiratrice ed alcune ragazze hanno avuto il coraggio di venire da me dicendo di essere loro le autrici. Quando ho chiesto loro di dirmi il contenuto dei messaggi è stato evidente che erano solo delle bugiarde.
Scuoto la testa e svuoto la mia borsa alla ricerca della rivista di basket che ho appena comperato e i miei occhi si illuminano. Un foglietto identico agli altri.
Mi appoggio alla finestra e lo apro.

- Stavolta niente poesia, spiacente.
Ho saputo che mi stai cercando.
Sicuro che ne valga la pena?
Potresti rimanere fortemente deluso da ciò che potresti trovare.
Ma se sei deciso a fare questo gioco, permettimi di giocare con te.
Se sei interessato a giocare insieme, attacca alla tua borsa il portachiavi che ti ho dato insieme al biglietto. Se lo farai ti farò avere quanto prima le regole del gioco. -

E così vuole giocare. Le cose si fanno sempre più interessanti.
Frugo nella borsa alla ricerca del portachiavi e finalmente lo trovo.
Rimango stupito. È un portachiavi fatto a mano. È una miniriproduzione della maglietta ufficiale del club di basket dello Shohoku. La osservo meglio e noto che non è la riproduzione di una maglia qualunque. È la mia.
Davvero complimenti. Questa ragazza non fa altro che stupirmi ed intrigarmi sempre di più.
Non perdo tempo a pensarci sopra. Attacco subito il portachiavi alla mia borsa in un punto ben visibile.
Vuoi giocare poetessa. Allora giochiamo.

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POV: Kira

Il giorno seguente incontro Ayako in terrazza.
“Allora? Ha attaccato il portachiavi?” le chiedo impaziente.
“Sì. L’ha attaccato.” Mi risponde entusiasta.
“Perfetto. Allora bisogna dargli le regole.”
“Ho un piano per quello.”
“Dimmi tutto.”

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POV: Mitsui

Ammetto di essere ansioso di avere notizie di Poetessa. Ormai l’ho ribattezzata in questo modo non sapendo come altro chiamarla.
“Prima o poi si farà viva.” Dice Ryota al quale ho confidato la cosa facendomi promettere prima che non avrebbe più raccontato i fatti miei in giro.
“Mi chiedo quando.”
Proprio mentre sto dicendo questo apro il mio furoshiki e sopra il cestino del bento trovo il tanto familiare foglietto piegato.
Come avrà fatto a infilarlo lì è un mistero.
Ryota lo nota e mi si avvicina.
Lo apro e leggiamo.

- Benissimo. A quanto pare hai voglia di giocare con me.
Allora ecco il via alle regole.
Di volta in volta ti darò un indizio sulla mia identità. Ti avviso che saranno indizi piuttosto lievi, ma che ti metteranno sulla buona strada per trovarmi.
Ci daremo un limite di tempo. Tre mesi. In questo lasso di tempo dovrai riuscire a rintracciarmi. Se ci riuscirai avrai vinto tu. Se non ci riuscirai avrò vinto io.
Fin qui le cose semplici.
Ora le cose un po’ più complicate.
È vero che ti darò degli indizi, ma tu devi meritarteli. Per avere un indizio dovrai risolvere alcune ‘situazioni’. Queste potrebbero essere indovinelli, o magari delle miniprove (tranquillo niente di pericoloso o controproducente per il tuo rendimento scolastico o per la tua reputazione).
Quando mancherà solo un mese alla fine del gioco avrai a disposizione 10 domande da farmi. Ovviamente non devono essere troppo dirette, per questo dovranno essere domande a cui io possa rispondere sì o no.
Riguardo alla vittoria finale. Se vincerò io, mi dovrai concedere un appuntamento (del resto il motivo principale per cui tutto è iniziato è che tu mi piaci). Se dovessi vincere tu, mi dirai al momento della vittoria quale vuoi che sia il tuo premio (prometto fin da ora che accetterò e/o farò ciò che vorrai. Tutto al limite della decenza e del buongusto, sia chiaro).
Ci stai? Se sì, domani vieni tenendo ancora attaccato il portachiavi alla tua borsa.
Se lo vedrò, ti farò avere le indicazioni della prima prova. Da quel momento partirà il limite dei tre mesi. -

“Che farai? Intendi accettare le sue condizioni?” chiese Ryota.
“Perché no. In fondo mi sembra divertente.”
“Anche se alla fine dovessi perdere e dovessi concederle un appuntamento?”
“Perché no?”
“E se fosse una racchia da paura?”
“Anche se fosse, dopo tutto l’impegno nell’organizzare questo gioco direi che se lo meriterebbe. In ogni caso accetterò le sue regole.”
“Beh, allora buona fortuna. Mi sa che ne avrai bisogno.”

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POV: Kira

“Ma come cavolo hai fatto a infilarglielo nel furoshiki?” chiedo ad Ayako.
“Segreti del mestiere. In realtà di solito è la madre di Ryota a prepararlo per entrambi quando la madre di Mitsui ha il turno di notte. Non mi ci è voluto molto per infilarlo dentro senza che Ryota se ne accorgesse.”
“Ma sei grande! Come farei senza il tuo aiuto?”
“Non lo so.” Entrambe scoppiamo a ridere.
“Povero Miyagi. Senza che ne sappia nulla sta agendo come una nostra marionetta.” Dico fingendo un senso di colpa che in realtà non provo affatto.
“Tranquilla, quando lo scoprirà saprò io come avere il suo perdono.”
“Immagino come…” Scoppiamo a ridere di nuovo.

Il giorno seguente aspetto con Ayako sulla porta della sua classe l’arrivo di Mitsui. Voglio controllare personalmente se ha ancora il portachiavi.
Quando arriva noto con mio grandissimo piacere che è ancora lì.
Sorrido felice ad Ayako che ricambia il gesto.
Durante gli allenamenti pomeridiani del club di basket, vado nell’aula di Mitsui ed Ayako. Controllo che in giro non ci sia nessuno e mi avvicino al banco di Mitsui. Sto per infilare il biglietto nella borsa, quando sento un rumore provenire dall’esterno dell’aula. Per la paura mi scivola di mano il foglietto che finisce nell’ombrello di Mitsui.
Subito dopo entrano nella classe due ragazze che mi guardano e mi chiedono cosa faccia io lì.
“Sono un’amica di Ayako. Mi ha chiesto di portarle il diario al club.”
Notando che le due ragazze non hanno intenzione di andarsene, prendo il diario della mia amica e me ne vado. Raggiungo Ayako in palestra e dandole il diario le spiego velocemente cosa è successo.
Finiti gli allenamenti, la mia amica ed io facciamo apposta a prepararci lentamente, per controllare che Mitsui noti il biglietto.
Fortunatamente sta piovendo a dirotto. Non appena apre l’ombrello uscendo dalla scuola il biglietto gli cade addosso.
Sorpreso lo raccoglie. Noto un sorriso sul suo volto e non posso fare a meno di sorridere anche io.
Lo vedo intascarsi il foglietto e allontanarsi.

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POV: Mitsui

Mi chiedo come le vengano in mente i posti più assurdi per infilarmi questi foglietti. In realtà ciò che mi preme ora è sapere cosa c’è scritto.
Sono in camera mia, mi appoggio alla scrivania e leggo.

- Benissimo. Da adesso partono i tre mesi di tempo.
Ecco qui la tua prima prova.
Dopodomani si terrà la partita di allenamento contro il Ryonan. Ebbene, per avere il primo indizio devi riuscire a segnare almeno 20 punti. Se ci riuscirai lunedì avrai il primo indizio.
So che non sarà una passeggiata ma ho fiducia nelle tue capacità.
Perciò in bocca al lupo. -

Beh, questo non me l’aspettavo. L’aveva detto che non avrebbe fatto niente per nuocere alla mia reputazione o al mio rendimento scolastico ed effettivamente, in questo caso, mi ha incoraggiato dandomi una spinta in più.
Vuoi venti punti Poetessa. Ebbene, farò in modo di darteli.

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POV: Kira

Sono sugli spalti a seguire la partita. Mitsui sta giocando alla grande. Anche gli altri, ma ovviamente i miei occhi seguono soprattutto i suoi movimenti.
All’ennesimo canestro segnato da Mitsui, l’allenatore del Ryonan chiede un time out.
Dalla mia postazione esattamente sopra la panchina dello Shohoku, sento Ryota dire: “Hisashi, stai andando alla grande. Devo dire che sembri proprio motivato. Ancora un paio di canestri e la tua ammiratrice potrà essere fiera di te.”
In realtà io sono già fiera di Mitsui.
Al ventunesimo punto, tutti realizzati con tiri da tre, Mitsui esulta. La cosa che mi piace di lui è che nonostante abbia raggiunto il punteggio stabilito, non ha intenzione di fermarsi, infatti ecco che poco dopo infila un altro canestro da tre.
Mitsui sei grande!

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POV: Mitsui

Mi sento orgoglioso di come ho giocato oggi. E non vedo l’ora che sia lunedì per avere il primo indizio sull’identità della poetessa misteriosa.

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POV: Kira

Ecco il lunedì tanto atteso. Mentre sono qui con Ayako vicino al suo banco, aspetto che arrivi Mitsui.
Quando arriva ci sono alcuni compagni che ancora gli fanno i complimenti per la partita contro il Ryonan.
Si avvicina a noi e si siede al suo banco chiacchierando con i suoi compagni.
Tra poco inizieranno le lezioni e lui non si è ancora accorto del foglietto sotto il suo banco. Mi dispiace parecchio della cosa. Avrei voluto vederlo leggere il messaggio.
Sono ormai rassegnata all’idea di tornare in classe, quando un suo amico scherzando urta il banco e da questo cade il foglietto.
Mitsui se ne accorge e lo raccoglie in fretta.
Faccio finta di parlare con Ayako, mentre in realtà lo spiamo.

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POV: Mitsui

Ecco qui il messaggio che ho aspettato per tutto il week-end.

- Complimenti Mitsui. Hai giocato una grande partita e hai segnato più di venti punti. Ecco quindi il tuo indizio.
Il mio cognome inizia per M.
È un po’ poco? Forse. Ma te l’avevo detto che sarebbero stati indizi piuttosto lievi.
Per un indizio arrivato, ecco un’altra prova proposta.
Tra una settimana esatta ci saranno gli esami di metà semestre. Indovina? Ti stanno già venendo i sudori freddi?
Beh, la prova consiste nel fatto che devi prendere massimo una insufficienza.
Difficile? Se hai segnato 28 punti contro il Ryonan puoi essere in grado di affrontare gli esami ed uscire vincitore su almeno 5 materie su 6.
Forza Mitsui! -

“Ma vuole la mia morte?”

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POV: Kira

Ayako ed io ci guadiamo e a fatica riusciamo a reprimere una risata.
Mi dispiace caro il mio Mitsui, ma non ti renderò le cose facili. E se in qualche maniera riuscirò a spronarti, lo farò.

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POV: Mitsui

“Che succede Hisashi?” domanda Ryota.
Mitsui mostra il biglietto all’amico.
“Ahi, ahi. Questa la vedo dura da superare.”
“A chi lo dici. Passino giapponese, inglese, geografia e informatica, ma per quanto riguarda chimica e matematica è impossibile.”
“Amico mio, mi sa che il secondo indizio te lo puoi proprio scordare.”
“No. Non hai capito Ryota. Devo trovare un modo per riuscire a passare questo esame. Assolutamente!”

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POV: Kira

La sua risolutezza mi fa battere il cuore e un brivido mi attraversa. Ayako sembra notarlo.
“Scusate, ma senza volerlo vi stavo ascoltando. Se proprio vuoi passare questo esame, potremmo fare come l’anno scorso quando stavate rischiando di non partecipare al campionato. Potremmo fare una seduta intensiva per ripassare il programma.” Propone la mia amica.
“Sarebbe perfetto. Ma non penso che il gorilla potrebbe darci una mano. A quanto dice Haruko è molto impegnato con l’università.” Risponde Mitsui.
“E chi ha detto che abbiamo bisogno di Akagi. Avete a disposizione me che sono un genio della chimica e qui c’è Kira che è un genio della matematica. Inoltre se doveste aver bisogno di un ripasso anche nelle altre materie potremmo darvi sempre una mano.”
“Ayakuccia davvero lo faresti?” domanda Ryota.
“Certo. Lo faremo entrambe molto volentieri. Vero Kira?”
Lo sguardo che Ayako mi lancia vale mille parole. Io adoro questa ragazza!
“Certo. Se avete bisogno non esitate a chiedere.”
“Allora è deciso. Ci aiuterete per gli esami. Ma voi non dovete prepararvi?”
“Far ripassare a voi il programma servirà a ripassare anche a noi. Giusto Ayako?”
“Esattamente. Propongo di iniziare da oggi stesso. Ogni giorno dopo gli allenamenti e durante il week-end ci vedremo e studieremo insieme. Ryota potremmo usare il capannone della tua famiglia, se i tuoi non hanno niente in contrario.”
“Non dovrebbero esserci problemi.”
“Perfetto, allora alla fine degli allenamenti ci incontriamo fuori dalla palestra e andiamo insieme da te Ryota.”
In quel momento suona la campana e salutando velocemente i ragazzi corro nella mia classe.
Ayako ha avuto una grande idea. In questo modo per una settimana potrò stare a stretto contatto con Mitsui. L’ho già detto che adoro la mia amica?

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POV: Mitsui

Oggi Ryota è stato più magnanimo. Forse il fatto di poter vedere la sua adorata Ayako per tutta la settimana l’ha reso docile. Meglio per me. Soprattutto tenendo conto del fatto che mi toccherà dar fondo alle mie energie per studiare le due materie più ostiche esistenti al mondo. Almeno per quanto mi riguarda.
Eccoci qui nel capannone del nostro capitano. Ayako e Kira hanno già ideato un piano di studio. Si alterneranno nello spiegarci chimica e matematica.
Con rammarico di Ryota la sua prima seduta è con Kira. Mentre a me tocca chimica con Ayako.

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POV: Kira

Ayako mi ha preso per matta quando le ho detto che preferivo fare la prima seduta con Miyagi. Ma non ci posso fare niente. Sono troppo emozionata e non vorrei rischiare di fare qualche sciocchezza. Per questo ho preferito iniziare con Miyagi, per calmarmi e cercare di tornare a pensare lucidamente.
Sforzandomi di non pensare più a Mitsui dall’altra parte del capannone comincio a ripassare con Miyagi e a spiegargli le cose che non gli sono chiare.
Siamo tutti talmente presi dallo studio che quasi non ci rendiamo conto che si è fatta ora di cena.
Decidiamo di andare al market lì vicino e comperare qualcosa.
“Mitsui vai tu. Io sono troppo stanco.” Dice Miyagi.
“Kira accompagnalo. Così lo aiuti a portare le cose.” Aggiunge Ayako con un sorriso intenditore.
Le restituisco il sorriso e mi alzo.
“Non c’è bisogno. Ce la posso fare da solo.” Dice Mitsui.
“Lo so. Ma ho paura che se non lasciamo da soli Ryota e Miyagi, lui potrebbe decidere di uccidermi. Soprattutto dopo che l’ho torturato per due ore con la sua odiata matematica.”
“Oh, brava. Vedo che mi capisci.” Dice Miyagi cercando di abbracciare Ayako che invece gli da una botta in testa.
Ridendo usciamo dal capannone.
L’aria è fresca e c’è un piacevole profumo di fiori nell’aria.
Camminiamo in silenzio. Per arrivare al market dobbiamo attraversare un parco.
Sento un familiare rumore e volgo lo sguardo alla mia destra.
Alcuni ragazzi stanno pattinando.
Non riesco a smettere di fissarli.
Mitsui se ne accorge perché mi chiede: “Ti piace il pattinaggio?”
Sussulto inconsciamente e lui nota la mia reazione.
Sorridendo tristemente gli rispondo.
“Pattino da quando avevo sei anni. Per la precisione pattinaggio artistico su ghiaccio.”
“Allora devi essere brava.”
“Lo ero.”
“Eri?” mi chiede incuriosito.
“Ormai non pattino più.”
“Come mai?”
Distolgo lo sguardo e lui se ne accorge.
“Scusami. Forse ho toccato un tasto dolente.”
Rimango ancora in silenzio. Poi mi decido a dare una spiegazione.

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POV: Mitsui

Deve essere un tasto più che dolente. Era meglio se non avessi detto niente.
“È successo due anni fa.” La sento dire sommessamente. “Ero stata scelta per partecipare al campionato regionale. Erano le finali. Avevo già effettuato il mio short program e mi ero classificata seconda. Avevo buone chance di partecipare ai nazionali.” Parlando ci siamo avvicinati al corrimano intorno alla pista di pattinaggio. “Durante le ultime prove prima dell’esibizione del long program, mi stavo esercitando su una figura particolarmente difficile. In pista c’erano altre due ragazze. Una di loro mi venne addosso. Alcuni dicono che fu una fatalità altre che lo fece apposta. Sta di fatto che mi colpì con la lama la gamba. Ricordo un forte dolore e poi il ghiaccio che si tingeva di rosso. Poi il vuoto. Svenni.
Quando mi ripresi, ero in una stanza ospedaliera. Il medico mi disse che la lama del pattino mi aveva reciso i legamenti. È stato categorico. Dovevo dire addio al pattinaggio professionistico. Nessuna sentenza di appello. Nessuna possibilità di riprendere.”
Sento il dolore nelle sue parole. Un dolore che si riflette nel mio stesso dolore di due anni fa quando dovetti abbandonare il basket. Anch’io per un infortunio.
Restiamo in silenzio diverso tempo. Poi Kira riprende a parlare.
“Probabilmente non te ne sei mai accorto, ma prima che Ayako ci presentasse noi due ci eravamo già incrociati parecchie volte. E non intendo a scuola.”
La guardo incuriosito. “Quando ebbi l’incidente mi feci curare alla clinica Oseki. La stessa presso cui anche tu eri in cura. Ci siamo incrociati spesso durante la riabilitazione.”
“Davvero?” Possibile che non me ne sia mai accorto?
“Non ti preoccupare. All’epoca entrambi eravamo piuttosto presi dal nostro problema per accorgerci di chi ci circondava.”
“Però tu mi hai notato.”
“È stato un puro caso. È successo poco prima che ti dimettessero. La mia stanza aveva una finestra che dava sul campetto di basket del parco vicino. Quel giorno tu eri lì. Stavi palleggiando da un po’. Poi improvvisamente hai iniziato a correre verso il canestro. Hai saltato ed hai fatto un tiro in sospensione. Non è stato uno dei tuoi grandiosi tiri da tre o un tiro particolare. Era un semplice canestro, ma io sapevo ciò che c’era dietro. Il tuo incidente, la tua riabilitazione. Non ho potuto fare a meno di ammirarti. Vederti saltare in quel modo, mi ha dato la forza di non lasciarmi abbattere. Fino ad allora non riuscivo a trovare niente cui aggrapparmi. Pensavo solo che non potevo più pattinare. Devo a te la forza che ho trovato per rimettermi in gioco. Non pattinerò più e questo anche se a malincuore l’ho accettato. Ma so che ci sono mille altre cose che posso fare. Ora che ti ho detto tutto questo voglio fare una cosa che è da due anni che aspetto di fare. Voglio ringraziarti. Davvero, ti ringrazio con tutto il cuore.”
Mi sento in imbarazzo. Non avrei mai pensato di essere in grado di fare forza a qualcuno in questo modo, ma sono felice. Sapere di esserle stato utile in un periodo della mia vita che io stesso vedevo nero, mi fa sentire bene con me stesso. “Sono io che ringrazio te per queste parole.”
La vedo arrossire e sorridermi timidamente.
Questo mi fa sorridere a mia volta.
Ci incamminiamo nuovamente verso il market, chiacchierando di cose futili.

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POV: Kira

Ancora non riesco a crederci di aver confessato quelle cose a Mitsui. Mancava solo che gli dicessi di essere innamorata di lui.
Però il sorriso che mi ha regalato, non ha prezzo.
Ho quasi paura che possa sentire quanto il mio cuore stia battendo.
Quando torniamo al capannone mangiamo tutti insieme e ci rimettiamo a studiare. Ora sono più sciolta con Mitsui e fargli da insegnante non mi spaventa più.
Sono ormai le undici e un quarto quando ci rendiamo conto di quanto sia tardi.
“Cavolo i miei mi uccideranno!” dico preoccupata, raccogliendo in fretta la mia roba.
“A che ora dovevi essere a casa?” mi chiede Miyagi.
“Tra un quarto d’ora ho il coprifuoco. Ma non farò mai in tempo.”
“Dove abiti?” mi domanda Mitsui.
“Nel quartiere Omotesando.” Rispondo trafelata.
“Ryota mi presti la bici?” chiede Mitsui.
“Certo.”
“Vieni Kira. Ti accompagno in bici. Forse riusciamo ad arrivare in orario.”
“Davvero?”
“Farò il possibile.”
Ringraziandolo lo seguo fuori e saliamo sulla bici.
Non per niente è abituato a correre. Riesce a mantenere la promessa. Alle undici e mezza esatte ferma la bici davanti a casa mia.
“Non so davvero come ringraziarti.” Dico scendendo.
“Figurati.”
“Ci vediamo domani e grazie ancora.” Aggiungo aprendo il cancello ed entrando in giardino.
“A domani.”
Gli sorrido e corro verso la porta. Entro in casa dopo avergli fatto un ultimo saluto con la mano che lui ricambia.
Questa giornata è stata davvero bella. Non posso fare a meno di pensarlo.

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POV: Mitsui

In questi giorni ho studiato come un matto. Ho la testa che quasi mi sta andando in fumo.
Oggi è domenica e domani ci sono i tanto temuti esami.
Ancora non so se riuscirò a passarli, ma sto mettendoci tutto me stesso.
È da poco passata l’ora di pranzo e tutti ci stiamo facendo prendere dal sonno.
“Ragazzi così non va. Direi di fare una pausa, tanto non riusciamo a combinare niente.” Propone Kira.
Andiamo a prendere un po’ d’aria nel giardino. Mentre io e Ryota ci sgranchiamo i muscoli in uno scontro uno contro uno, le due ragazze prendono il sole.
“Che bel calduccio.” Commenta Ayako.
“Già. Il tempo ideale per andare al mare.” Dice Kira.

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POV: Kira

Ayako e io siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo pensato entrambe alla stessa cosa. Ci guardiamo ed urliamo euforiche facendo girare i due ragazzi.
“Che vi prende?” Domanda Ryota.
“Abbiamo appena deciso che quando finiranno gli esami, festeggeremo con un bel week-end al mare.”
“Il mare? Oh, sì non vedo l’ora!” esclama entusiasta Ryota.
“Ehi, ma chi ti ha invitato?” chiede Ayako.
Ryota fa una faccia tristissima, ma con poche parole la mia amica gli restituisce il buonumore.
“Dai che stavo scherzando Ryota.”
“Ayakuccia… Che ne dici Hisashi? Sei dei nostri?”
“Certo. Perché no. Un week-end al mare è proprio ciò che ci vuole per rilassarsi dopo questa settimana di tortura.”
“Beh, la tortura non è ancora finita. Abbiamo gozzovigliato abbastanza. Forza riprendiamo lo studio.” Dico rialzandomi
“Sei peggio di una carceriera.” Mi dice Mitsui.
“Beh, non ti lamentare. La tua ora d’aria l’hai avuta. E poi chi è che voleva a tutti i costi passare questo esame?”
“OK, OK. Come non detto. Vengo.”

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POV: Mitsui

Ecco il tanto temuto lunedì.
“Come ti senti?” mi chiede Kira, mentre aspettiamo l’inizio delle lezioni in corridoio con Ayako e Ryota.
“Come un condannato a morte.”
“Forza. Tu e Ryota vi siete dati molto da fare. Avete fatto tutto il possibile. Ora entrate, affrontate gli esami e vedrete che ne uscirete vincitori.” Ci incoraggia.
In quel momento suona la campanella ed entriamo nelle nostre classi.

Alla fine della giornata finalmente abbiamo finito gli esami.
“Finalmente! Non ce la facevo più! Chissà come è andata?” si preoccupa Ryota.
“Tranquillizzati. Tanto ci vorranno alcuni giorni prima dei risultati. È inutile che ci pensi per ora.”

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POV: Kira

Sono passati alcuni giorni, ma non sappiamo ancora i risultati. Finalmente l’ultimo giorno della settimana vengono esposti.
Mi rendo conto che invece di cercare il mio nome, sto cercando quello di Mitsui.
Per favore, fa che li abbia passati. Incrocio le dita pregando.

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POV: Mitsui

Quasi non riesco a crederci. Il mio nome è tra quelli che hanno superato gli esami. E pure con una valutazione piuttosto alta per i miei standard. Sono il n. 101 su 400 studenti.
“Congratulazione Mitsui.” Mi dice Kira sorridendomi. Non posso fare a meno di ricambiare.
Guardo sul cartellone. “E tu in che posizione sei?” le chiedo.
“Sono la n. 24.” Mi risponde.
La cerco sul cartellone. N. 24 Kira Motoshima.
“Accidenti, sei tra le migliori della scuola!”
“Solo fortuna.”
“E gli altri?”
“Ayako è la n. 37. Ryota, invece, è il n. 175.”
“Cavolo ragazzi. Passato per un pelo.” dice Ryota raggiungendoci con Ayako.
“Complimenti Kira.” Commenta la ragazza.
“Grazie.”

Sono appena tornato a casa. Svuoto la borsa alla ricerca del foglietto riepilogativo degli esami. Non ho dato molte soddisfazioni ai miei genitori nella mia vita. E almeno questa voglio dargliela.
Trovo il foglietto e con mia gioia piegato in mezzo ad esso trovo anche un altro foglietto conosciuto.
Lo apro e leggo.

- Bravissimo Mitsui. Hai superato le mie più rosee previsioni. Eccoti un altro indizio. Frequento il terzo anno come te. Sono stata brava, no? Con questo indizio ti ho ristretto parecchio la cerchia di indiziate.
E come deciso, ecco la tua terza prova.
Finiti questi terribili esami ci sarà la tanto attesa gita scolastica.
Quelli del terzo anno andranno come al solito nel campeggio in montagna.
Ogni anno si tiene la prova di coraggio. La tua missione è quella di superarla. Se non ti fanno paura fantasmi e zombie sarà semplice superarla.
Conto su di te. -

Dopo gli esami, passare questa prova sarà uno scherzetto.

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POV: Kira

È arrivato finalmente il momento di rilassarci e partire per il nostro week-end al mare.
Siamo sul treno. Ayako e Miyagi stanno dormendo. Io nonostante il sonno non ci riesco.
Al mio ennesimo sbadiglio sento Mitsui dirmi: “Dormi pure se hai sonno.”
“Anche volendo non riuscirei a dormire. Non ci riesco mai in treno. Una volta mi sono addormentata e ho mancato la fermata. Quando mi sono svegliata non avevo idea di dove fossi e mi sono presa un bello spavento.”
“Immagino che non sia stato affatto divertente.”
“Infatti.”
Continuiamo a chiacchierare del più e del meno. Quando improvvisamente mi rendo conto che dal finestrino si vede il mare.
“Guarda! Il mare!” dico tutta esaltata.
“Ti piace il mare?”
“Sì. Ci andavo sempre da piccola, ma da qualche anno non ne ho più avuta l’occasione.”
“È un peccato.”
“Già.”
Dopo qualche tempo arriviamo finalmente a destinazione.
Raggiungiamo la locanda dove abbiamo affittato le stanze. Il tempo di posare le nostre cose e cambiarci e siamo già in spiaggia.
“Che tempo splendido!” dice Ayako.
“Già. L’ideale per una bella nuotata e prendere il sole.”
Il mio sguardo cade su Mitsui e lo vedo togliersi la maglietta, rivelando il fisico scolpito.
Improvvisamente sento la gola arida.
Distolgo lo sguardo, quando mi accorgo che si sta voltando dalla mia parte e continuo a spogliarmi.

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POV: Mitsui

Accidenti! Mi sono voltato nemmeno a farlo apposta, mentre Kira si sta svestendo e devo ammettere che ne sono felice.
Con gli abiti si nota lo stesso che ha un bel corpo, ma vedendola solo in costume da bagno potrebbe venire un infarto a qualunque uomo.
“Ehi Hisashi… Mi senti? Sei ancora tra noi?” Sento vagamente Ryota chiamarmi.
“Cosa c’è?” gli chiedo volgendomi verso di lui.
“Stavo chiedendo se ti andava di accompagnarmi al chiosco a prendere da bere.”
“Ah, sì. Certo. Vengo.”
“Tutto bene?” mi chiede mentre ci allontaniamo.
“Certo. Perché?”
“Nulla. È solo che poco fa sembravi su un altro pianeta.”
“Comunque sia, mi devi dire qualcosa?” cambio argomento.
“Cosa te lo fa credere?”
“La tua espressione di prima me l’ha fatto intuire.”
“Beh, è così. Volevo chiederti un favore. Voglio riuscire a stare da solo con Ayako. Perciò alla prima occasione ci dividiamo. E da come prima guardavi Kira non penso che ti possa infastidire la cosa.”
Non rispondo e ordino le bibite.
Mentre stiamo tornando notiamo un paio di ragazzi intenti a parlare con Kira e Ayako. Ryota, manco a dirlo diventa bordeaux dalla gelosia. A grandi passi ci avviciniamo.
“Eccoci tornati. Vi siamo mancati?” dice andando a sedersi vicino alla sua amata e mettendo in fuga con uno sguardo i due ragazzi.
“In realtà non ci siamo accorte della vostra assenza, vero Kira?”
“Hai proprio ragione.”
Mentre Ryota le guarda arrabbiato loro scoppiano a ridere.
“Dai scherzavamo.” Lo rassicura Ayako.
Nel frattempo anche io mi siedo vicino a Kira e le do la bibita.
“Sapete? Qui esiste una leggenda.” Inizia a dire Ryota.
“Quale leggenda?” chiede Kira incuriosita.
“Si narra che anni e anni fa esistessero un ragazzo ed una ragazza che si amavano profondamente. Entrambi erano figli di pescatori. Un conte che si trovava qui per caso, conobbe la ragazza e se ne innamorò. Il conte era una persona prepotente e ordinò ai genitori della ragazza di dargliela in sposa. Ma la ragazza non voleva e con il suo amato decise di fuggire nella notte. Presero una barca e si allontanarono dalla spiaggia. Purtroppo arrivò una tempesta improvvisa. La braca si ruppe e i due stavano rischiando di affogare. Un pescatore che era stato sorpreso anch’egli dalla tempesta li trasse in salvo e li portò sull’isola di fronte a questa spiaggia. Il conte aveva ordinato a tutti i pescatori di trovarli e il pescatore che li aveva tratti in salvo era proprio alla loro ricerca. Vedendoli insieme, però, aveva compreso quanto profondo fosse il loro amore, perciò quando tornò dal conte, mostrò alcuni resti della barca sulla quale i due erano fuggiti e disse che di loro non c’era traccia. Il conte messosi il cuore in pace, se ne andò dal villaggio. Si dice che da allora, se qualche coppia si trova in pericolo, navigando in queste acque, appaiano gli spiriti dei due amanti ad aiutarli. Grati al pescatore che li ha salvati, decisero alla loro morte di fare altrettanto per altre coppie che si fossero trovate in pericolo.”
“Una volta tanto una leggenda a lieto fine.” Dice Kira e non posso fare a meno di essere d’accordo con lei.
Passiamo il resto della mattinata a giocare sulla spiaggia e nel mare. A pomeriggio inoltrato ci rendiamo conto che non abbiamo ancora pranzato e ci dirigiamo ad una tavola calda.
Finito di mangiare Ryota propone una passeggiata.
“Che ne dite? Ci sono diversi posti interessanti da visitare. C’è il piazzale del faro da cui si gode una vista fantastica oppure un tempio nell’entroterra.”
“A me ispira il faro.” Dice Ayako.
“Io preferivo andare sull’isola qui di fronte. Il proprietario della locanda mi ha detto che è un piccolo paradiso terrestre.” Commenta Kira.
Io e Ryota ci scambiamo uno sguardo e capisco cosa vuole da me. Questa è l’occasione che cercava.
“Anche a me piacerebbe vedere l’isola. Che ne dite se ci dividiamo? Ryota e Ayako andranno al faro, mentre io e Kira andiamo all’isola.”
Neanche a dirlo Ryota è d’accordo con me. Fortunatamente lo sono anche le due ragazze.

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POV: Kira

Ancora meglio di quanto sperassi. È stato Mitsui stesso a proporre di dividerci. Ed io che mi ero messa d’accordo con Ayako per trovare una scusa e separarci.
Ci salutiamo accordandoci di ritrovarci all’ora di cena davanti alla locanda.
L’isola non è molto lontana, perciò decidiamo di affittare una barca a remi.
“Vuoi una mano a remare?” chiedo a Mitsui.
“Non sia mai che faccia faticare una bella ragazza. Questo è un lavoro da uomini. E poi è anche un buon allenamento.” Mi dice sorridendo.
Io sorrido di rimando distogliendo lo sguardo. Il suo complimento mi ha fatto arrossire parecchio.
L’aria è fresca e si sta davvero bene.
Iniziamo a parlare del più e del meno.
Quasi non ci accorgiamo di essere arrivati a destinazione. Scendiamo dalla barca e la ormeggiamo. Dopodiché decidiamo di fare un giro.
Il paesaggio è davvero bellissimo come mi hanno detto.
Ci addentriamo un po’. Ad un certo punto sentiamo un rumore di acqua e lo seguiamo.
Ci ritroviamo ad una piccola insenatura. Una cascata cade dolcemente. Ci avviciniamo all’acqua.
“È bellissimo.”
“Ti va di fare un bagno?” propone Mitsui.
“Certo.”
Ci togliamo i copri costumi e ci tuffiamo in acqua. La temperatura è gradevole.
“Ah, com’è rilassante.” Dico lasciandomi cullare dalle onde.
“Già. Ci voleva proprio questa vacanza dopo la settimana infernale che abbiamo avuto.”
“Beh, dai. Gli esami sono passati e tutti li abbiamo superati. Pensa a questo e non allo sforzo che c’è dietro.”
Restiamo in silenzio alcuni istanti, poi prendo il coraggio a due mani e gli chiedo: “Posso farti una domanda?”
“Sicuro.”
Smetto di fare il morto a galla e mi riporto in posizione verticale per poterlo guardare in faccia.
“Come mai ti attira tanto l’idea di scoprire il mittente di quei messaggi? Tanto da arrivare a studiare come un matto?”
Lo vedo riflettere un attimo. Poi si passa una mano sulla faccia portandosi indietro i capelli.
“Vedi… Era un periodo che mi sembrava che tutto fosse piuttosto monotono. Avevo bisogno di qualcosa che mettesse un pizzico di pepe nella mia vita. Quando ho ricevuto la prima poesia qualcosa si è acceso in me. Non è la prima volta che ricevo poesie d’amore, ma ammetto che questa in particolare ha attirato la mia attenzione. Non so come spiegarlo, ma… è come se attraverso quelle parole la ragazza che le ha scritte fosse riuscita a trasmettermi i suoi sentimenti. Il fatto che poi non fosse nemmeno firmata, ha aumentato la mia curiosità. Così, per questi motivi, ho pensato che questa era l’occasione che aspettavo per movimentare la mia vita. E ammetto che più va avanti il gioco più la mia curiosità aumenta.”
“E se dovessi scoprire che quella ragazza non valeva tanto sforzo?”
“Non credo che possa succedere.”
“Come lo sai?”
“È solo una sensazione, ma penso che quando troverò quella ragazza non resterò deluso.”
“Le concederai davvero un appuntamento se vincerà lei?”
“Sì.”
“Beh, spero per lei che riesca a fare avverare il suo sogno.” Dico. Poi mi affretto ad aggiungere. “Sono un tipo romantico. Spero sempre per il lieto fine.”
Restiamo a mollo ancora qualche tempo, poi decidiamo di proseguire nella nostra passeggiata.
Quasi non ci rendiamo conto di quanto si stia facendo tardi.
È già il tramonto quando ritorniamo alla barca e riprendiamo la via del ritorno.

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POV: Mitsui

“Abbiamo fatto un po’ tardi.”
“Speriamo di raggiungere la spiaggia prima che faccia buio.”
“Già.”
Le nostre speranze vengono però deluse.
È già buio quando noi siamo solo a metà strada.
Non abbiamo nemmeno una torcia e l’unica luce è quella delle stelle. Della Luna non c’è traccia.
Anche tra di noi riusciamo a vederci solo vagamente.
“Ti spiace se parliamo?” mi chiede lei. Sento nella sua voce una nota preoccupata.
“Tutto bene?” le chiedo.
“Non proprio. Non mi è mai particolarmente piaciuto il buio completo.”
“Tranquilla. Ci sono io con te.”
“Lo so.”
“Di cosa vuoi parlare?”
“Non saprei…”
“Che ne dici di parlarmi di te. Ti conosco da un anno, ma in realtà non so molto.”
“Non che ci sia molto da dire. Che vuoi sapere?”
“Non saprei. Cosa ti piace, cosa non ti piace, quali sono i tuoi sogni… cose del genere.”
“Cosa mi piace? Vediamo… Mi piace la musica rock, mi piace divertirmi con gli amici, mi piace pattinare, anche se come sai ho dovuto rinunciarci. Mi piace il mare, mi piace stare con la mia famiglia, mi piace sognare, leggere e scrivere.”
“Cosa scrivi?”
“Racconti, poesie…”
“Deve essere allora un vizio che io conosca poetesse.” Dico sorridendo.
“Già…”
“Prima o poi dovrai farmi leggere qualcosa.”
“Prima o poi succederà.” Dice con uno strano sorriso che non so interpretare.
“E cosa non ti piace?”
“Non mi piace l’ipocrisia, la falsità, non mi piacciono i ragni tanto che se li vedo urlo. Non mi piace litigare… non mi viene in mente altro. Per quanto riguarda i miei sogni, alcuni li ho dovuti rinchiudere in cassetti chiusi a chiave. Ho dovuto rinunciarci per cause superiori. Ma proprio per questo ho iniziato a vedere la mia vita in maniera differente. Se voglio una cosa non mi fermo finché non la ottengo. Perché non voglio più avere dei rimpianti.”
“Ti capisco perfettamente. Anche la mia mentalità è cambiata in quel senso dopo l’incidente.”
Restiamo in silenzio alcuni istanti consapevoli di essere più simili di quanto non sembri.
Improvvisamente sentiamo un botto e la barca inizia ad oscillare paurosamente.
“Che succede?” chiede Kira allarmata.
“Non lo so.”
Il botto si ripete e sento Kira lanciare un urlo impaurito.
“Abbiamo toccato qualcosa. Non si vede niente. Dannazione!” dico guardandomi intorno.
Ancora una volta urtiamo qualcosa.
Muovo i remi e mi accorgo che c’è qualcosa che non quadra. Li tiro in barca e noto che il remo di sinistra si è rotto.
Cerco di tenere il controllo della barca con il remo rimanente, ma non è facile.
Continuo per diversi minuti, finché il remo non si incastra in qualcosa. Cerco di sbloccarlo, ma non ci riesco.
Anche Kira prova ad aiutarmi, ma nemmeno insieme ci riusciamo. Sentiamo un rumore di legno infranto e ci guardiamo un attimo prima di muovere il remo. Anche quello si è spezzato.
Mi avvicino a Kira e l’abbraccio per tranquillizzarla. La sento tremare tra le mie braccia.
Il silenzio ci avvolge completamente a parte il lento sciabordio dell’acqua.
“Andrà tutto bene, vedrai.”
La sento annuire leggermente contro la mia spalla.
Ci sediamo al centro della barca e restiamo abbracciati.
Il tempo passa inesorabile e noi siamo in mezzo al mare in preda alle correnti marine.
Improvvisamente sentiamo delle voci.
Ci scambiamo uno sguardo e poi ci guardiamo intorno.
“C’è qualcuno? Abbiamo bisogno di aiuto.” grido.
Una voce risponde. “Non vi vediamo. Continua a parlare così possiamo seguire la voce.”
Continuo a chiedere aiuto, finché non vedo una sagoma formarsi nella debole luce.
Una barca si avvicina alla nostra.
“Tutto bene?” chiede il ragazzo ai remi. Con lui c’è una ragazza.
“Ora sì, per fortuna. Abbiamo urtato qualcosa e si sono spezzati entrambi i remi.”
“Siete stati fortunati. Di notte in queste acque sono avvistati spesso degli squali.”
Kira ed io ci scambiamo uno sguardo preoccupato. L’abbraccio più forte.
“Tenete. Legate la cima di questa corda alla barca. Vi portiamo a riva.” Dice la ragazza.
Mi affretto ad eseguire e sento che la barca si inizia a muovere.
“Vi ringraziamo. Non avremmo saputo proprio come fare senza il vostro aiuto.”
“Non preoccupatevi. È il nostro compito. Ora riposatevi. Dovrete essere stanchi dopo lo spavento che vi siete presi.”
Improvvisamente sento effettivamente la stanchezza addosso.
Abbraccio meglio Kira e ci accomodiamo meglio sul fondo della barca.

Quando apro gli occhi siamo a pochi metri dalla spiaggia. Anche Kira si sveglia.
Dei nostri salvatori non c’è traccia. Con le mani ci aiutiamo a raggiungere la riva.
Siamo poco distanti dal molo.
Quando ci vedono arrivare i proprietari del molo ci vengono incontro.
“Eravamo preoccupati non vedendovi tornare. State bene?”
“Sì.” Brevemente raccontiamo cosa è accaduto, mentre la moglie del proprietario ci offre un the per riscaldarci.
“Vi hanno salvati un ragazzo ed una ragazza?” ci chiede la moglie del proprietario sorpresa.
“Sì.”
“Ricordate se la ragazza aveva capelli lunghi tenuti legati da un nastro blu?”
“Non so dire che colore fosse, ma sì aveva un nastro che le legava i capelli.” Risponde Kira.
Notiamo lo sguardo che scambia con il marito e Kira chiede: “C’è qualcosa che non va?”
“Non esattamente. Quelle persone non esistono.”
“Come non esistono?” chiedo confuso.
“Beh, non esistono nel nostro tempo. Secondo una leggenda, sono lo spirito di due innamorati che hanno giurato di proteggere le coppie che in questo mare si trovassero in difficoltà.”
Kira ed io ci scambiamo uno sguardo sbalordito.
Dopo aver ringraziato i proprietari del molo ci dirigiamo verso la locanda dove ci aspettano preoccupati i nostri amici. Raccontiamo anche a loro la nostra esperienza ed anche loro rimangono sorpresi.
Dopo aver cenato, decidiamo di andare a letto. Le emozioni per oggi sono state abbastanza.

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POV: Kira

La mattina seguente mi sveglio di buonora.
Dopo essermi rinfrescata mi dirigo verso il cortile della locanda.
Stiracchiandomi, inspiro a pieni polmoni l’aria salmastra.
“Buongiorno.” Sento una voce familiare alle mie spalle.
“Buongiorno. Dormito bene?” chiedo con un sorriso a Mitsui.
“Abbastanza. E tu? Ripresa dallo spavento di ieri sera?”
“Sì. Più o meno. Anche se credo che per un po’ non andrò a fare giretti per mare.”
Entrambi sorridiamo.
Facciamo una passeggiata per il cortile mentre aspettiamo che arrivi l’ora della colazione.
La giornata passa velocemente tra scherzi e divertimenti e arriva il momento di tornare a casa.
“Beh, rallegriamoci. Il week-end è finito, ma domani partiremo per la gita scolastica.”
“Un’altra settimana di baldoria!” esclama Ryota entusiasta.

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POV: Mitsui

È lunedì mattina e sono le 6:30. Tutti gli studenti sono radunati a gruppi nel cortile della scuola. Siamo tutti piuttosto assonnati.
Gli insegnanti ci chiamano per farci salire sui pullman e fare l’appello.
Ogni pullman è occupato da due classi e noto che insieme alla mia c’è la classe di Kira. La cosa mi fa abbastanza piacere.
Ci accomodiamo sul pullman. Kira ed Ayako si siedono vicine, Ryota si siede dietro di loro ed io vicino a lui.
Ci mettiamo a chiacchierare tra di noi.
A metà viaggio non sopporto più Ryota che continua a provarci con Ayako. A quanto pare anche qualcun altro è al limite di sopportazione.
“Ryota, senti, vuoi fare a cambio di posto?” gli chiede Kira.
Il mio amico è entusiasta dell’offerta e non perde un secondo di tempo ad alzarsi e a scambiare il posto.
Kira si accomoda vicino a me. “Spero che non ti spiaccia, ma iniziavo a non sopportarlo più.”
“Figurati. Io ero indeciso se buttarlo fuori dal finestrino o lanciarlo fuori dal tettuccio.” Rispondo sorridendo.
Continuiamo il viaggio ridendo e scherzando.
Il sonno però si fa sentire e poco dopo entrambi ci addormentiamo.
La voce di Ryota ed Ayako che ci chiamano ci fanno svegliare.
Notiamo entrambi la posizione in cui siamo. La mia testa è appoggiata a quella di Kira che è appoggiata a sua volta sulla mia spalla.
Ci guardiamo leggermente imbarazzati.
“Ehi dormiglioni! Siamo arrivati ormai. Volete dormire ancora per molto o scendete dal pullman?”
Un po’ indolenziti ci alziamo e li seguiamo fuori dal pullman.
Kira raggiunge il gruppo della sua classe, mentre noi raggiungiamo i nostri compagni in attesa delle indicazioni degli insegnanti.

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POV: Kira

“Ehi Kira! Non sapevo ti fossi messa con Mitsui?” mi dice Shori, una delle mie compagne di classe, fan fedele di Mitsui.
“Non ci siamo messi insieme. Siamo solo amici.” Dico sbadigliando.
“Dalla posizione in cui dormivate non mi sembrava proprio.”
“Non so te, ma io quando dormo non controllo le mie posizioni.” Dico allontanandomi da lei.
Gli insegnanti iniziano a ripeterci di rispettare le regole imposte e il programma per la gita.
Nessuno li ascolta, pensando ai fatti propri.
Volgo il mio sguardo per osservare il panorama. Siamo in mezzo ad una foresta, l’aria è fresca. Mentre faccio vagare il mio sguardo, incrocio quello di Mitsui. Mi sorride ed io ricambio il gesto.
Fa una faccia come per dire: “Che noia questi discorsi detti e ripetuti milioni di volte.” Rido cercando di nascondermi dall’insegnante. Anche lui ride.
A quanto pare i nostri insegnanti si accorgono entrambi di noi, perché veniamo ripresi in contemporanea.
Scambiandoci un ultimo sorriso seguiamo gli insegnanti verso i bungalow.
Per ogni classe ci sono due bungalow. Uno femminile ed uno maschile.
Sistemiamo le nostre cose, poi ci ritroviamo tutti nel capannone principale.
A quanto pare le varie attività verranno svolte da due classi accoppiate. Questo a detta degli insegnanti per favorire il dialogo tra noi studenti.
Per comodità gli insegnanti hanno deciso di abbinare le classi così come erano nei pullman. Buon per me. Potrò stare insieme a Mitsui, Ayako e Ryota.

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POV: Mitsui

Passiamo la mattina a cucinare. Mentre noi ragazzi ci occupiamo del fuoco e dei lavori pesanti, le ragazze si occupano degli ingredienti.
Quando il pranzo è pronto possiamo finalmente sederci a parlare. Kira si siede al tavolo con Ryota, Ayako e me.
Mi sono reso conto che mi piace averla intorno. Con lei riesco a parlare di molte cose e mi diverto.
Quando non c’è, mi accorgo di cercarla con lo sguardo. Come prima durante il raduno all’arrivo. Ci siamo beccati entrambi un rimprovero, ma non mi è dispiaciuto più di tanto.
Durante il pomeriggio gli insegnanti ci lasciano liberi fino all’ora di cena.
Kira, Ayako, Ryota ed io decidiamo di passarla insieme.
Stiamo facendo una passeggiata nei dintorni, quando una voce ci raggiunge.

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POV: Kira

“Ciao Kira. Anche voi a fare una passeggiata? Che coincidenza.” Dice Shori.
La guardo e non sono troppo convinta che si tratti di semplice coincidenza.
“Perché non ci presenti i tuoi amici?” dice in tono amichevole.
Il mio sguardo al contrario non lo è per nulla, ma cerco di non darlo troppo a vedere.
“Loro sono Ayako, Miyagi e Mitsui.” Dico rivolta a Shori e le altre ragazze che sono con lei. “Loro invece sono Shori, Sae e Manami.”
Le tre nuove arrivate decidono autonomamente di unirsi a noi.
Mentre camminiamo circondano Mitsui e iniziano a fargli mille domande e a monopolizzarlo totalmente.
Lo ammetto: sono gelosa. Non so cosa darei per urlare loro di allontanarsi da Mitsui, ma non posso fare una cosa del genere senza passare per pazza o gelosa.
Continuo perciò a camminare cercando di mantenere la calma.
Noto che Ayako e Miyagi si sono voltati a guardarmi. Entrambi sembrano capire il mio stato d’animo.
Dopo alcuni minuti, sento che il mio limite di sopportazione è al limite. Quando vedo Shori prendere a braccetto Mitsui, il mio limite è stato ampiamente superato.
Sto per intervenire, quando sento la voce di Miyagi.
“Scusate ragazze, ma devo portarvi via Hisashi. Dobbiamo discutere di alcune cose riguardo il club di basket.”
Le ragazze lo guardano con uno sguardo non molto convinto.
“Noi allora ci vediamo a cena.” Dice Ayako.
Le tre ragazze seppure a malincuore salutano il loro beniamino.
Mentre vedo Mitsui allontanarsi con Miyagi, Ayako mi si avvicina e mi prende a braccetto.
La guardo e lei mi fa l’occhiolino. Ora sono certa che lei e Miyagi hanno macchinato qualcosa.
Noi due continuiamo la nostra passeggiata. Shori e le altre ci seguono da vicino. Dopo circa una mezzora, si stufano di stare con noi e se ne vanno.
Quando restiamo da sole chiedo ad Ayako cosa ha organizzato con Miyagi.
“Quelle galline non avevano intenzione di lasciarlo andare. Se fossimo intervenuti dicendo che volevamo restare solo noi quattro non ce le saremmo scollate più di dosso. Ma adducendo come scusa il fatto che il capitano del club di basket voleva parlare in privato con uno dei suoi giocatori, ha impedito loro di continuare a stargli incollate.”
“Ora capisco. Ma sono rimaste con noi per essere certe che non sia stata una manovra per allontanarle.”
“Esatto. Comunque sia, ora possiamo raggiungerli.”
“Ti adoro.”
“In realtà l’idea è stata di Ryota.”
“Adoro anche lui.” Dico ridendo.

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POV: Mitsui

“Grazie per essere intervenuto. Un minuto di più e non so cosa avrei fatto a quelle tipe.”
“L’ho notato. Ed ho notato che anche qualcun altro stava per intervenire non molto pacificamente.”
Lo guardo incuriosito.
“Kira. Se avesse potuto avrebbe fulminato con lo sguardo Shori e le altre.”
“Davvero?”
“Già. E mi sembra che la cosa ti faccia piacere.”
Non rispondo, ma credo che il mio sorriso sia ugualmente rivelatore.
“Con Ayako mi sono accordato di incontrarci sulla riva del lago.”
Ci dirigiamo lì. Quando arriviamo ci sediamo aspettando le ragazze.
Dopo circa tre quarti d’ora le vediamo arrivare. Si vengono a sedere vicino a noi.
“Ce ne hanno messo di tempo per decidersi a lasciarci in pace.” Dice Ayako.
“Già. Sono molto insistenti le tue compagne di classe.” Dico io.
“Lo so. Fanno tanto le amiche, quando in realtà ci detestiamo da anni.”
“C’è qualche motivo in particolare?” domando curioso.
“Lasciamo perdere.” Risponde Kira, assumendo uno sguardo triste.
“Tutto bene?” chiedo preoccupato.
Kira mi guarda, poi torna a guardare la superficie del lago.
“Prima di avere l’incidente Shori, Sae e Manami mi stavano sempre intorno. Eravamo amiche o almeno io lo credevo. Quando ho saputo che non avrei più potuto pattinare. Loro non si sono più fatte sentire. Quando ho chiesto spiegazioni, mi è stato detto senza troppi complimenti che per loro io ero solo una persona la cui unica prerogativa era quella di poter diventare famosa come pattinatrice. Ora che non avevo più nemmeno quella, per loro era diventato inutile frequentarmi.”
Nonostante cercasse di mascherarlo era chiaro il dolore che provava.
Con un braccio le stringo le spalle abbracciandola. Anche Ayako la abbraccia. Ryota si avvicina e la accarezza sulla testa.
“Non ci pensare più. Ora hai degli amici veri ai quali non importa se diventi famosa o meno. A noi importa solo di Kira.” Dice Ryota.
Kira ci guarda. Dopo un attimo ci rivolge un sorriso radioso.
“Sì. Ora ho degli amici veri.”
Restiamo sulla riva del lago ancora a lungo.
Mentre stiamo tornando indietro, prometto a me stesso che farò tutto quanto in mio potere per evitare che Kira soffra ancora.

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POV: Kira

I giorni in gita sono passati in fretta. Tra compiti che ci assegnano gli insegnanti e passeggiate nei pomeriggi liberi passati nell’arduo tentaivo di evitare Shori, Sae e Manami, non abbiamo avuto il tempo di annoiarci.
Siamo così giunti al giorno della prova di coraggio.
Mitsui ci raggiunge trafelato
“Sono riuscito a non farmi beccare dai prof.?” Chiede.
Io gli sorrido e gli dico: “Ci sei riuscito. Ma che tu sei pazzo, lo sai vero?”
Lui ricambia il sorriso. “Non è che potevo fare altrimenti.”
“Ma si può sapere che ti è successo prima? Sei corso via come un fulmine e vedo che ti sei anche cambiato maglietta.” Dice Miyagi.
“Non potevo permettere di fare tremare di paura una gentil donzella.” Risponde Mitsui.
“Continuo a non seguirti.” Ammette l’amico.
“Beh, quando Kira mi ha visto è sbiancata. Quando le ho chiesto spiegazioni mi ha detto che soffre di aracnofobia e la mia maglietta non la aiutava molto.”
“È vero c’era l’immagine di un ragno.” Nota Ayako.
“Infatti. Perciò ho fatto una corsa e sono andato a cambiarmi.”
“Ora ditemi se non è pazzo.” Chiedo conferma io.
“Ma scusa, dobbiamo fare la prova di coraggio tra poco. Se tenevo quella maglietta rischiavo che nel momento in cui avessi avuto paura non avresti voluto abbracciarmi in preda al terrore. Mica potevo permettere che accadesse.” Si giustifica Mitsui.
Al suo commento io divento rossa come un pomodoro maturo.
Ayako e Mitsui invece scoppiano a ridere, mentre io li fulmino con lo sguardo.
“Dongiovanni andiamo. Gli insegnanti ci stanno chiamando.” Dico cercando di riprendere il controllo di me stessa.
Nonostante il mio atteggiamento brusco, però, devo ammettere che questa sua premura mi ha fatto battere il cuore più forte.
Quando tutti siamo riuniti gli insegnanti ci spiegano la prova di coraggio. Avremmo dovuto attraversare un sentiero che attraversava una parte di foresta, costeggiava il lago, passava attraverso un cimitero ed infine si inoltrava in una grotta. Potevamo dividerci come preferivamo purché formassimo coppie miste.
Le coppie sarebbero partite a distanza di cinque minuti le une dalle altre equipaggiate con due torce, due borracce d’acqua e due fischietti da usare solo in caso di pericolo.
Mentre aspettavamo il nostro turno, ci prendevamo in giro. Mitsui e Miyagi sembravano farlo apposta a parlare di episodi paurosi. E sicuramente lo facevano apposta.
Quando arrivò il nostro turno io già tremavo di paura.

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POV: Mitsui

Mentre camminiamo Kira ed io ci mettiamo a parlare di qualunque cosa. È soprattutto lei a parlare e riconosco il nervosismo nella sua voce.
Kira non si accorge di una radice e quasi inciampa. La aiuto e le prendo una mano con tutta l’intenzione di non lasciarla andare più.
Mentre continua a parlare la sento dire: “Spero solo che per colpa mia non perdi questa prova rischiando poi di non avere l’indizio dalla tua poetessa.”
“Tranquilla, vedrai che la superiamo.” Qualcosa però non mi torna. “Come sai che questa è una prova che devo superare per l’indizio?” le chiedo.
Mi sembra quasi di vederla sgranare gli occhi, ma non potrei dirlo con certezza a causa della poca luce.
“Beh, se non me lo hai detto tu, me lo avrà detto Miyagi.”
Annuisco ed accantono la questione.
Riprendiamo a parlare di altre cose.
Quando usciamo dalla foresta alziamo gli occhi al cielo. È limpido e si vedono chiaramente le stelle. È uno spettacolo fantastico.
“È bellissimo.” Mormoro. Lo so, nessuno lo direbbe mai ma sono fondamentalmente un romantico.
“Da togliere il fiato.” Sussurra Kira.
Dopo alcuni istanti ancora di contemplazione riprendiamo il cammino costeggiando il lago. Ad un certo punto notiamo delle luci ballare sull’acqua.
“Spegni la torcia.” Mi sussurra Kira.
Eseguo e le luci crescono di numero.
“Lucciole.” Mormora Kira estasiata.
Cerchiamo di proseguire senza fare troppo rumore per non disturbare questo spettacolo favoloso che si propone davanti ai nostri occhi.
Siamo ancora estasiati quando riaccendiamo le torce e ci rendiamo conto che siamo arrivati al cimitero.
“Come si dice: dalle stelle alle stalle.” Ironizza.
“Dai. Forza e coraggio.” Dico praticamente trascinandola.
Ad ogni minimo rumore la vedo girare di scatto la testa.
Mentre siamo all’incirca a metà del cimitero si vede un lampo e si sente il tuono.
Kira terrorizzata mi si butta tra le braccia.
Io l’abbraccio e sento un brivido lungo la schiena che non ha niente a che vedere con la paura.
Restiamo alcuni istanti così. Fosse per me ci resterei molto più a lungo, ma Kira si rende conto della nostra posizione e si allontana scusandosi.
A malincuore la lascio andare e prendendole ancora la mano la conduco nuovamente attraverso il cimitero.
“Ma non ti sembra strano? Non c’è nemmeno una nuvola in cielo. Come è possibile che ci sia un tuono?”
“In estate può capitare che ci siano dei tuoni senza nuvole. Effetto dell’elettricità statica.”
Mi guarda sorpresa. “Beh, il ripasso a tappeto che ci avete fatto fare ha dato i suoi frutti.
Entrambi sorridiamo e la tensione di pochi istanti prima si alleggerisce.
Quando usciamo dal cimitero, Kira tira un sospiro di sollievo.
Sospiro che trattiene di nuovo quando arriviamo all’ingresso della caverna.
“I nostri professori sono dei sadici che ci vogliono morti.” Esclama. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
“Ehi!” mi riprende lei, ma subito dopo si unisce a me nelle risate.
Quando ci calmiamo, ci decidiamo ad attraversare la grotta.
È ancora più buio qui dentro e le nostre voci assumono una strana eco.
Kira stringe più forte la mia mano.
Stiamo camminando già da un po’. Oramai dovremmo essere quasi all’uscita. Quando Kira urla e si getta tra le mie braccia. La guardo preoccupato non capendo cosa stia succedendo.
“Kira che hai?” le chiedo.
“Qualcosa è entrato nella mia maglietta. Toglila ti prego.” Dice quasi piangendo dalla paura.
Dirigo la torcia verso la sua maglietta, ma non vedo niente. “Io non vedo nulla.”
“Non sopra la maglia, sotto. Ti prego toglimi sto coso di dosso.” Dice allargando il collo della maglia per darmi modo di guardare.
Un po’ imbarazzato osservo meglio. La prima cosa che noto è la chiusura del suo reggiseno.
Mi do mentalmente del maniaco e mi obbligo a concentrarmi su ciò che la spaventa. Continuo a non notare niente di strano. Finché non vedo qualcosa brillare quasi in fondo alla schiena. Alzo lo sguardo al soffitto e capisco cosa è successo.
“Kira tranquilla. È acqua colata dal soffitto.”
Lei mi guarda con occhi lucidi. “Sei sicuro?”
“Prova a toccarti la maglietta. È bagnata.”
Lei prova e sente il bagnato.
“Oh cavolo. Quanto sono stupida. Scusa.” Dice allontanandosi bruscamente.
Il terreno umido la fa quasi scivolare, ma io la blocco in tempo per la vita. Ci ritroviamo abbracciati strettamente. Ci guardiamo. Le torce cadute a terra non ci illuminano molto.
“Scusa. Sono una vera catastrofe.” Mormora lei imbarazzata.
“No. Sei perfetta così come sei.” Rispondo io senza nemmeno accorgermene.
Restiamo immobili diversi istanti. I nostri visi a pochi centimetri di distanza. Nella mia testa esiste solo il desiderio di baciarla. Sto per farlo, quando sentiamo delle voci in lontananza. A furia di fermarci siamo quasi stati raggiunti dalla coppia successiva. Ci ricomponiamo. L’imbarazzo tra di noi è tangibile.
Ci guardiamo un istante e poi le porgo la mano con un sorriso.
Lei ricambia e prende la mia mano. Dopodiché riprendiamo a camminare in silenzio fino all’uscita dalla grotta.
Prova superata.
“Ci avete messo un bel po’ di tempo. È andato tutto bene?” chiede Ryota che con Ayako era partito subito prima di noi.
“Sì. Tutto bene.”
La luce fioca impedisce ai nostri amici di vedere i nostri visi arrossati.

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POV: Kira.

Mentre stiamo tornando verso i bungalow, Ayako si avvicina.
“Non me la raccontate giusta tu e Hisashi. È successo qualcosa?”
“No.” Rispondo, ma la mia amica nota l’esitazione nella mia voce.
Mi guarda con sguardo indagatore.
“D’accordo, mi arrendo. Stava per succedere qualcosa, ma non è successo niente. Abbiamo sentito la voce della coppia che ci seguiva e ci siamo fermati.”
“Cosa stava per succedere?” mi chiede curiosa la mia amica.
“Stava per baciarmi.”
“Davvero?”
Annuisco.
La mia amica esulta ed io non riesco ad impedirmi di sorridere.
“È fatta allora. È cotto di te.” Continua Ayako.
“Calmati. Non ho tutta questa grande fiducia in me. Penso piuttosto che sia stato tutto dovuto all’atmosfera del momento.”
“Ma quanto sei pessimista! Un po’ di ottimismo, amica mia!”
“Ma quale ottimismo. Mi sono sparata una figuraccia dopo l’altra. Ho fatto la figura di quella che ha paura persino della sua ombra.”
“Beh, non è che il percorso sia stato molto sereno da percorrere. Soprattutto il cimitero e la grotta.”
“Sarà. A te come è andata?”
“Bene. Io e Ryota abbiamo chiacchierato molto.”
“E…?”
“E devo dire che ho notato cose che non sapevo di lui.”
“Tipo?”
“Tipo che mi piace davvero molto.”
“Ti sei dichiarata?”
“No.”
“Perché?”
“Perché non ne ho avuto il coraggio.”
“Il coraggio di che? Sai benissimo che Ryota accoglierebbe una tua dichiarazione facendo i salti di gioia.”
“Lo so. Ma ho avuto paura rendendomi conto di quanto tenessi a lui. Mi serve un po’ di tempo per abituarmi a questo sentimento. Poi gli dirò tutto.”
“E lo farai un ragazzo davvero felice.”
Insieme sorridiamo.

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POV: Mitsui

La gita è finita. Siamo sul pullman del ritorno. Stavolta Kira si è seduta vicino a me da subito.
A quanto pare tra Ryota ed Ayako le cose sono molto migliorate grazie a questa gita. E forse non solo per loro.
Mi rendo conto che ho bisogno di parlare con Kira di ciò che è successo, ma non voglio certo farlo in mezzo al pullman dove tutti ci possono sentire.
Kira sta guardando il panorama fuori dal finestrino.
Ad un certo punto Ayako ci offre delle cicche.
Apro il piccolo contenitore dei rifiuti e noto qualcosa. Non so se ridere o essere sorpreso.
“Tutto bene?” mi chiede Kira.
“Sì. Credo.” Dico prendendo ciò che c’era dentro il vano rifiuti. Un foglietto ripiegato.
Lo apro e scoppio a ridere. Ryota ed Ayako si voltano verso di me.
“Cosa c’è di così divertente?” mi chiede il mio amico.
Gli mostro il foglietto.
“Dov’era?” mi domanda.
“Nel vano rifiuti.”
“Come cavolo ha fatto a ficcartelo lì?”
“Vorrei saperlo anche io.”
“Che dice?”
“Aspetta.”

- Complimenti Mitsui. Ottimo lavoro. Prova superata. In realtà non ne dubitavo.
Prova superata e quindi indizio…
Non frequento club scolastici. Lo so, lo so. È un indizio molto lieve. Ma gli accordi sono accordi, giusto?
Passiamo alla prova successiva?
Ai test di atletica devi posizionarti tra i primi cinque della tua classe.
Sono generosa, ti pare? ^_^
Mi raccomando, metticela tutta. Io tifo per te. Come sempre. -

“Beh, questa la passi facilmente.” Dice Kira che ha letto il biglietto.
“Lo spero.” Dico passando il foglio a Ryota ed Ayako.
“Io ne sono convinta.” Afferma sorridendo.
Qualche minuto dopo la maggior parte di noi è addormentata. Anche Kira. La guardo dormire.
I miei occhi non riescono a smettere di guardarla. Le sue labbra, i suoi occhi chiusi le sue guance rosee. Tutto in lei mi attrae. Mi rendo conto che i miei pensieri stanno per prendere una piega pericolosa, perciò cerco di pensare ad altro.
Rileggo il foglietto di Poetessa e mi metto a riflettere sugli indizi che mi ha dato finora.
Ricapitolando: il suo cognome inizia per M; è del terzo anno; e non frequenta club scolastici. Poco direi.
Continuo a riflettere e nella mia mente si affaccia un ricordo. Un flash che non riesco inizialmente ad inquadrare bene, ma che si fa sempre più nitido: il giorno in cui hanno esposto gli esiti degli esami e ho guardato i voti dei miei amici. Kira alla posizione n. 24… Cosa c’è che non mi quadra… Kira… Kira Motoshima alla posizione n. 24.
Motoshima… Motoshima? Inizia per M. Ed è al terzo anno come me. So per certo che non frequenta club scolastici.
Tutto quadrerebbe. Anche alcuni atti di Kira troverebbero risposta se fosse così. Per esempio il fatto che sembra sempre così perfettamente informata su ciò che mi scrive Poetessa. Come ieri sera nella caverna. E poi io piaccio a Kira. Almeno stando a quanto dice Ryota. Ma se le piacessi davvero dovrebbe essere gelosa di questa Poetessa, invece sembra che non le dia affatto fastidio, anzi. Anche Poetessa non sembra affatto gelosa di lei nonostante abbiamo fatto la prova di coraggio insieme. Un fatto del genere dovrebbe causare gelosia, come mi hanno dimostrato le tre compagne di classe di Kira che non hanno fatto altro che cercare di metterci i bastoni tra le ruote, prima e dopo la prova. Inoltre Kira ha detto lei stessa che le piace scrivere e ora che ci ripenso quando le ho detto che mi piacerebbe leggere qualcosa di suo, ha fatto uno strano sorriso. Un sorriso che sarebbe perfettamente plausibile se io avessi già letto qualcosa di suo senza sapere che sia suo e stia cercando di scoprirne l’autrice.
Oh, cavolo! Poetessa è Kira!
Mi volto a guardarla. Una curva presa un po’ forte dal conducente fa scivolare la testa di Kira fino alla mia spalla. Si muove nel sonno e la sento mormorare qualcosa. Cerco di capire cosa dice ma solo una parola raggiunge chiaramente le mie orecchie: “Mitsui.”
La guardo sorpreso ed ancora stordito.
Kira è Poetessa! Poetessa è Kira! Mi sono innamorato due volte della stessa persona. Magari di Poetessa non ne ero proprio innamorato, ma comunque la sua attenzione nei miei riguardi mi lusingava inoltre la sua poesia mi aveva davvero colpito. Pensare che quella poesia l’ha scritta Kira… L’ha scritta per me… Mi rendo conto di sorridere. Sono davvero felice. Vorrei gridare a tutto il mondo quanto sono felice, ma cerco di trattenermi. Non voglio disturbare il sonno di Kira, anche se una parte di me, invece, vorrebbe svegliarla e baciarla seduta stante.
Cerco di calmarmi e poso una mano sopra quella di Kira. Chiudo gli occhi e appoggio la mia testa su quella di Kira.

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POV: Kira

Come all’andata a svegliarci è Ayako.
Sembra un déjà vu la posizione in cui ci svegliamo.
Sorrido a Mitsui che ricambia. Nei suoi occhi mi sembra di vedere qualcosa di diverso, ma non riesco a decifrare cosa.
Quando scendiamo, vedo mia sorella che è venuta a prendermi.
Saluto i miei amici e vado a casa.

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POV: Mitsui

Sto tornando a casa con Ryota. Il mio amico nota che sono più che allegro.
“Sembri euforico.”
“Non lo sembro. Lo sono.”
“Che ti è successo?”
Continuo a sorridere.
“Ehi! Mi vuoi spiegare?”
Lo guardo e sempre sorridendo dico: “Ho vinto la scommessa.”
“Cosa?”
“Ho vinto la scommessa.” Ripeto.
“Come sarebbe a dire? Come hai fatto?”
“Ho messo insieme i pezzi del puzzle.”
“Ma di pezzi ne hai ben pochi.”
“In realtà ne avevo più di quanto credessi.”
“Non ti seguo.”
“Cognome che inizia per M., terzo anno, non appartenente ai club.”
“Continuo a non seguirti.”
“Cognome che inizia per M.: Kira di cognome si chiama Motoshima, terzo anno: Kira è del terzo anno, non appartenente ai club: Kira non appartiene a club. Risultato? Kira Motoshima è Poetessa.”
“Beh, sì, ma potrebbe essere una coincidenza.”
“Ho altri fattori determinanti.” Gli racconto di alcuni discorsi fatti con Kira.
“È lei!” esclama infine Ryota convinto.
“E così si spiega anche come facesse a infilarmi i bigliettini nei posti più strani. Come nel furoshiki.”
“E come avrebbe fatto,scusa?”
“Grazie alla sua amica Ayako che la mattina fa la strada con te e che sa perfettamente che tua madre spesso prepara il bento anche per me.”
“Hanno creato un’associazione quelle due.”

Aspetto con ansia il lunedì seguente. Stare senza vedere Kira proprio ora che ho scoperto che lei è Poetessa e ho capito quanto la amo mi sta facendo impazzire.
In preda a questo stato d’ansia domenica pomeriggio decido di fare una passeggiata senza rendermene conto mi ritrovo davanti a casa di Kira.
Resto fermo a fissare il cancello di casa sua indeciso sul da farsi, quando lo vedo aprirsi e mi ritrovo davanti Kira.
“Ciao.” Mi saluta con un sorriso.
“Ciao.” Ricambio il sorriso ed il saluto.
“Ti ho visto dalla finestra della mia camera. Che ci fai da queste parti?”
“Una passeggiata. Sono venuto qui senza nemmeno accorgermene.”
“Davvero?”
Annuisco e la guardo.
“Tutto bene Mitsui? Mi sembri strano?”
“Tutto bene.” Le assicuro. Il sorriso ancora sul mio volto. “Hai da fare adesso? Ti va di fare una passeggiata?”
“Volentieri.”
Iniziamo a camminare in silenzio.
Non so da che parte iniziare. So solo che ho deciso di far luce sulla nostra situazione.
Purtroppo, mentre sto organizzando il discorso nella mia testa, il suo cellulare squilla. È sua madre che la cerca. Scusandosi mi saluta e si allontana dicendomi che lunedì avrebbe ascoltato tutto ciò che avessi avuto da dirle.
Mi prenderei a sberle per non aver fatto in tempo a dirle ciò che volevo.
Però un’idea si fa largo nella mia mente.

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POV: Kira

È lunedì. Sono nella mia classe in attesa della pausa pranzo. Ho appuntamento con Mitsui, Ayako e Miyagi in terrazza per mangiare.
Finalmente la campanella suona, prendo il mio bento ed esco di classe.
In corridoio incontro i miei amici e insieme ci dirigiamo alla terrazza.
Mentre stiamo mangiando, Mitsui mi porge una rivista che gli avevo chiesto qualche giorno prima di prestarmi.
La apro e la sfoglio distrattamente. Noto che in mezzo c’è un foglietto ripiegato.
“Mitsui, ti sei dimenticato un foglietto all’interno.”
“Davvero?” mi chiede sporgendosi a controllare. “Sarà di Poetessa?”
“No.” Rispondo io troppo precipitosamente. “Non mi sembra un suo foglietto.” Aggiungo cercando di rimediare.
Mitsui mi dice di aprirlo e leggerlo.
Io eseguo e impallidisco.
Guardo Mitsui e lo vedo sorridere, mentre mi guarda con un’espressione che lascia intendere tutto.
Rileggo il bigliettino.

- Iniziale del cognome: M. come Motoshima.
Terzo anno: come Motoshima.
Non appartiene al club: come Motoshima.

Per contro…
Le piace scrivere: come Poetessa.
È troppo informata: come Poetessa.
Biglietti infilati in posti assurdi come il furoshiki: atto piuttosto semplice da compiere se con la complicità di Ayako.

Ora dimmi: ho vinto io il gioco?
Ti ho beccata poetessa? -

“Che succede?” mi chiede Ayako.
Le passo il foglietto ed anche lei sbianca.
“Allora?” chiede Mitsui.
Sento la mia gola arida. Riesco solo a mormorare: “Beccata.”
Ryota si alza e fa segno ad Ayako di alzarsi anche lei. I nostri amici ci lasciano soli.
Non ho il coraggio di guardare Mitsui in faccia.
“Kira?” mi chiama lui. “Guardami.”
Imbarazzata alzo gli occhi e lo guardo.
Vedo un sorriso illuminargli il volto.
“Ho diritto al mio premio giusto?”
“Beh… sì.”
“Ti avviso che sarà una cosa impegnativa. E ti prenderà diverso tempo.”
“Ogni promessa è debito.”
“Benissimo. Allora quello che voglio è solo una cosa. Mettiti con me.”
Lo guardo ad occhi sgranati, certa di non aver capito bene.
“Cosa?”
Mitsui ride e mi si fa più vicino.
“Non so nemmeno io quando è successo esattamente, probabilmente durante il week-end al mare, ma ho capito che mi sono innamorato di te. Di Kira. Quando ho capito che tu e Poetessa eravate la stessa persona quasi mi scoppiava il cuore di felicità. La ragazza che stavo cercando così assiduamente in realtà era la ragazza di cui mi ero già innamorato e che avevo sempre al mio fianco. Non potevo essere più felice.”
“Cosa hai detto?”
“Non potevo essere più felice.” Ripete.
“No. Prima.”
Mitsui sorride e mi dice: “Sono innamorato di te, Kira.”
Gli occhi mi si inumidiscono. E gli butto le braccia al collo. “Anche io sono innamorata di te.”
Restiamo così alcuni istanti.
“Quando hai capito che ero io?” chiedo.
“Durante il viaggio di ritorno. Chi altri avrebbe potuto mettere il foglietto nel vano rifiuti davanti a me senza farsi vedere?”
“Beh, ma i posti erano gli stessi del viaggio di andata.”
“È stato comunque un gesto che ti ha scoperto parecchio.”
Ancora non riesco a crederci.
“Senti posso fare una cosa che è dalla sera della prova di coraggio che mi sta tormentando?”
“Cosa?”
“Quello che stavamo per fare nella grotta.”
Mi sento arrossire. Non ho il coraggio di parlare per paura che la voce mi tremi troppo. Mi limito ad annuire.
Mitsui avvicina il suo viso al mio e mi bacia.
Il mio primo bacio. Dato al ragazzo di cui sono innamorata da una vita.

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POV: Mitsui e Kira

“Si può essere più felici di così?”

Fine

 
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