PERICOLO
- Capitolo 1° -
Il mare rifletteva la luce del nuovo sole, appena sorto.
Le onde accarezzavano la dorata riva, ornata di ciottoli, sassi e stupende conchiglie.
Il cielo cominciava a definire il suo colore, che fin ora era variato dal blu, al rosso, e ora tornava ad essere azzurro.
Quel bellissimo colore, l’ azzurro. L’azzurro dei suoi occhi, l’ azzurro dei suoi capelli…
Dio, era così bella.
Quella notte finalmente l’ aveva tenuta di nuovo stretta tra le sue braccia… aveva potuto accarezzarla e assaggiarla di nuovo, dopo tanto tempo passato senza lei.
Nulla avrebbe potuto fermarlo, nulla al mondo, nulla nell’ universo.
Finalmente quel mostro era morto, e così avrebbe potuto di nuovo vivere in pace con la sua donna… e con il loro bambino, che cresceva e diventava un forte guerriero.
Chissà… magari ne sarebbe nato un altro… un altro piccolo guerriero, magari questa volta scuro di capelli e con gli occhi neri come la pece. Magari sarebbe stato come lui.
Pensava questo mentre Bulma, tra le sue braccia, apriva a fatica gli occhi nel loro letto, avvolti dalle bianche lenzuola.
Il principe fece finta di dormire, mentre lei si alzava e indossava la sua solita vestaglia di seta rosa.
Uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle, cercando di non fare troppo rumore.
Si avviò verso la cucina, per preparare un abbondante colazione ai suoi due uomini, di cui uno era già davanti alla tv in contemplazione dei cartoni animati.
“Ciao mamma!” Trunks si voltò verso di lei tirandosi su dal divano, e senza neanche spegnere l’apparecchio le andò incontro.”Ciao tesoro… hai dormito bene?” gli chiese Bulma lasciandogli un delicato bacio sulla fronte. “Si mamma… papà dorme ancora?” chiese il ragazzino sistemandosi su uno degli sgabelli per fare colazione, ma non diede il tempo alla madre di rispondere, che affermò “ho una fame da lupi!!!”.
Bulma mise il pentolino del latte sul fornello, e si voltò verso la penisola della cucina per versare i cereali di Trunks nella ciotola. “Ecco… è quasi pronto…” gli disse ancora, pochi secondi prima di sistemargli la tazza davanti.
Bevve un po’ di caffè, poi tornò in camera da letto per prendere i vestiti e lavarsi.
Entrando vide che Vegeta non era più a letto, ma si stava già vestendo per andare ad allenarsi.
Bulma senza dire nulla gli andò accanto, aveva un aria preoccupata. Lo baciò su una guancia. “Tesoro… qualcosa non va?” si azzardò a chiedergli, già preparata a una delle sue risposte sgarbate. Ma non la ricevette, anzi, fù più calmo che mai. “C’è qualcosa di strano… percepisco un aura pericolosa non molto distante da qui… non molto forte, ma molto pericolosa, malvagia…”. Bulma sussultò. “V…vuoi dire che… siamo ancora in pericolo?” chiese con un filo di voce. Vegeta si voltò verso di lei e, avvicinatosi, la abbracciò dicendo “non preoccuparti…”.
Vegeta arrivò in cucina. Mangiò tutto ciò che gli capitava sotto gli occhi in solitudine. Quel monello di Trunks era già sgattaiolato a casa di Goten per combinarne qualcuna… invece lui doveva allenarsi ancora. Si sarebbe allenato, e durante la festa che Bulma aveva organizzato per la sera stessa, avrebbe pensato con Goku e gli altri come agire su quella maligna aura che incombeva poco distante da lì.
Finì di ingozzarsi ed entrò nella Gravity Room.
|
|
