torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: SALTO NEL TEMPO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: loony11 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/01/2006 00:14:16

il titolo dice tutto... ^_^ volevo solo specificare che in realtà è avventura-romantico, ma qui i due generi insieme non ci sono... u.u` read it!
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

Hallo! ^^ Lo so, lo so ultimamente non posto più, ma continuo sempre e comunque a scrivere! E appena vien fuori qualcosa di decente, posto!
In particolare questa storia mi piace molto, si legge in fretta, e se è per questo mi piace molto anche l'idea...
Ecco i danni che può fare un pomiriggio a teatro con Shakespeare! =P

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^

<Ti dico che è sbagliato!> esclamò esasperata Hermione, sventolandogli davanti al viso un foglio di pergamena.
<Non è vero! Sono sicurissimo che non è vero!> sbraitò Ron.
<Ron, è inutile che ti metti a discutere con Hermione...> intervenne Harry con aria annoiata, seduto sulla poltrona davanti al fuoco.
<Quoque tu, fili meo!> disse Ron esibendosi in un tragico tentativo di citare Cesare.
Hermione ovviamente glielo fece notare, ma Harry già non badava più alle lagne dei due ragazzi...aveva altro a cui pensare. Quella mattina aveva incontrato Ginny, ma quando l'aveva salutata lei non l'aveva neppure guardato negli occhi.
A entrambi faceva male il non poter stare insieme, dopotutto...
Fissò il fuoco ardere, le scintille che serpeggiavano verso l'alto, le fiamme che lambivano l'aria, e gli sembrò di vedere qualcosa.
Strizzò gli occhi, sperando di rivedere l'immagine dato che la visione gli era risultata confusa.
Stavolta però vide molto di più.
Un piccolo frammento di pergamena scaturì dalle fiamme e si andò a posare ancora sfrigolante sul pavimento marmoreo.
Cautamente, e sempre più stupito, harry lo afferrò e scorse inf retta quelle poche parole.
Posò sul tavolo il foglietto, e ragionò.
Se si trattava di uno scherzo, cosa mai gli sarebbe potuto succedere? Aveva la sua bacchetta con sè, e le sue capacità.
Se non si fosse trattato di uno scherzo...poteva rivelarsi qualcosa di veramente interessante.
Incuriosito da quel foglietto, si alzò e di fretta uscì dal buco del ritratto.

Circa un quarto d'ora più tardi, Ron e Hermione terminarono di litigare a proposito dei compiti, e si accorsero della sua assenza.
<Dove sarà andato?> chiese Ron.
Hermione raccolse il foglietto <Credo di saperlo...Ron seguimi, abbiamo un appuntamento in biblioteca!>
Pochi istanti dopo, i due varcarono la soglia della biblioteca, ed Hermione trascinò Ron fino ad un reparto che sembrava assolutamente deserto nonchè pieno di polvere. Era poco illuminato, e soprattutto pieno di angoli oscuri che erano l'ideale per spaventare i poveri sprovveduti che osavano avventurarsi laggiù.
<Ma dove diavolo siamo?> chiese lui tirando su un dito di polvere.
<Reparto Annuari Scolastici...non ci viene mai nessuno, semplicemente perchè nessuno ha un motivo per controllare gli annuari! Credo addirittura che Madama Pince non sappia dell'esistenza di quest'ala.> disse continuando a camminare. Si fermò di colpo davanti a una porta.
<E questa cos'è?> chiese Ron avvicinandosi alle sue spalle.
<Una porta, magari?> ribattè Hermione sarcastica.
<Si ma dove porta?> sbuffò il ragazzo.
<Io...io non lo so.> rispose Hermione mordendosi un labbro e cercando di ricordare.
Ron la guardò come si potrebbe guardare uno spettro.
<Non lo sai? Mi prendi in giro?>
<Aspetta, credo che sia la porta dello sgabuzzino...>
Ron la fissò <Oh, che posto emozionante...e ci dobbiamo entrare?>
<Così sta scritto...> disse Hermione poco convinta. Aprì la porta, ma quello che si trovarono davanti non fu uno sgabuzzino, ma una scala che scendeva con gradini stretti e ripidi e si perdeva nel buio.
Hermione estrasse la bacchetta e mormorò un Lumos, ma dopo pochi istanti la luce si spense come se qualcuno vi avesse soffiato sopra.
<Una magia...non mi piace affatto.> bisbigliò Hermione, prendendo la mano di Ron e avanzando verso gli scalini.
<Inquietante, no? Due poveri ragazzi dispersi nel reparto perduto della libreria...suona bene! Potrei fare il giornalista...> disse Ron con voce leggermente tremante.
<Zitto e cammina...> disse Hermione, intrecciando le dita con le sue e stringendo forte la sua mano.
Si voltò leggermente per controllare se la seguiva e i loro sguardi s'incrociarono.
Hermione notò con imbarazzo che Ron era arrossito.
Continuarono a scendere nell'oscurità, andando a tentoni.
Improvvisamente il corridoio da totalmete buio ebbe una variazione a totalmente bianco, ma così fulminea che i ragazzi chiusero per un attimo gli occhi e quando li riaprirono, pensarono di sognare.
Sembrava di essere all'interno di una nuvola, tutto era candido e non si riusciva a capire quanto fosse immensa quella stanza.
Ma invece di donarle un pò di calma, quel bianco agitò ancora di più Hermione. Era tutto talmente strano...
Di colpo, perse conoscienza, e dopo un dolore martellante le sembrò che una nube le avesse avvolto la mente, facendola cadere in un sonno profondo.
Quando si risvegliò sentì una voce sconosciuta dire <Oh non ti preoccupare cara, c'è la tua Anna a curarti! Certo che hai fatto davvero un brutto incidente...>
Lentamente Hermione aprì gli occhi, e li richiuse all'istante abbagliata dalla luce. Però fece in tempo a notare che non conosceva quel luogo: si trovava in una stanza rettangolare, con una portafinestra sul muro opposto a quello dove era appoggiato il suo letto, e molti mobili e oggetti antichi la ornavano.
<Non ti affaticare cara, la luce forte potrebbe farti male agli occhi...>
Hermione si svegliò definitivamente e mise a fuoco accanto a se una donna con i capelli grigi raccolti in una crocchia elegante, e un abito che apparteneva a chissà che secolo.
Si tirò a sedere, massaggiandosi la testa, e si rese conto che la donna le stava tamponando la fronte con un panno bagnato.
Alzandosi avvertì una fitta all'addome e si rese conto di avere un taglio piuttosto profondo all'altezza del fianco.
Guardò bene cosa indossava: era una vestaglia che sembrava appartenere a secoli prima, era di seta con il pizzò sulle maniche, e le lasciava scoperte le spalle.
<D-Dove sono?> chiese ancora scombussolata.
<A casa mia cara! Mi chiamo Anna Karoline. E il tuo nome?> chiese gentilemente la donna, sedendo ai piedi del letto.
<Hermione...Hermione Granger...ma come ho fatto a finire qui? non ricordo...>
La donna sorrise e scosse la testa.
<Più che comprensibile cara...Dopotutto sei stata investita da un carro, sei fortunata a poterlo raccontare...>
Hermione esaminò meglio la stanza, guardò il mondo fuori dalla finestra e... non potè credere ai suoi occhi!
Si alzò e andò alla porta finestra, uscendo sul balcone.
Un panorama fantastico le si estendeva davanti, formato di case di mattoni dalla fattura vecchia, gente che girava per strada con tube e bombette, donne con la gonna lunga fin sotto le caviglie che andavano dal panaio con tanto di ombrellino di pizzo, mendicanti ad ogni angolo e carri che ad ogni passaggio rischiavano di far fuori qualcuno.
<in...in che secolo siamo?> chiese Hermione con un filo di voce.
<Che domanda sciocca cara!> ridacchiò la donna <Nel 18esimo secolo, ovviamente! Dove pensavi? Nel 21esimo?>
'mi sarebbe piaciuto...' pensò Hermione afflitta.
<E senta...non ha per caso visto se assieme a me c'era un ragazzo quando sono rimasta infortunata?>
<No cara, non c'era nessun bambino!>
Hermione scosse la testa <No no, non un bambino, un giovane...>
<Ah un baldo giovane!> disse con malizia la donna <No mi spiace cara...come mai lo chiedi?>
Hermione scosse ancora la testa, affranta: chissà dov'era Ron in quel momento.
Improvvisamente una voce la chiamò <Hermione! Ti abbiamo tanto attesa! Non sai quanta fu la nostra gioia nel sapere che eri a casa della signora Anna...>
Una donna bassa e magra con grandi occhi verdi e boccoli biondi la strinse forte a sè, mentre un uomo la scrutava con aria tutt'altro che benvola.
<Dove ti eri andata a cacciare? Dovevi solo prendere qualche oca da cuocere all'arancia per la festa di lunedì!>
<Calmati Harold, è stata investita, povera figlia mia!>
Hermione continuava a non capire, e li guardava confusa.
<Hermione? Qualcosa che non va?>
Lei li guardò stralunata <Io...io...dove sono finita?> disse scoppiando a piangere e sedendosi sul letto.
Harold e Wendy si fissarono <Hermione cara, cos'è accaduto?>
Lei scosse la testa, si asciugò le lacrime e disse con voce tremante <Io non conosco questo luogo, non vi sono mai stata, e soprattutto non ricordo nessuno di voi...so solo il mio nome! E da dove provengo...>
<Oh mia cara! Hai davvero preso una brutto colpo! Sono Wendy, tua madre, regina dei regni del Nord...davvero non ricordi?>
Hermione scosse la testa <Temo di no...>
Harold sbuffò <Vedi di farti tornare la memioria per lunedì, quando incontreremo il tuo fidanzato!> disse, e uscì sbattendo la porta.
<...fidanzato?> balbettò Hermione ancora con la lacrime agli occhi.
<Si cara...e fra un'anno ti fidanzerai ufficialmente con il Principe Gary, è una cosa decisa ormai da tanto... ma vedrai che la memoria di tornerà! Intanto torna a casa con noi...>
Wendy prese Hermione sottobraccio e aiutandola la condusse a casa.

Dopo diverso tempo Hermione si era quasi abituata a quella strana vita che non era la sua, che le sembrava strana ma insieme familiare... la sua camera aveva un che di normale, il letto, le tende, i mobili...
I suoi genitori raramente si curavano di lei, soprattutto il padre, perciò Hermione ebbe il tempo di andare in giro per la città e cercare Harry e Ron, mentre osservava la vita della città.
Vide venditori all'opera, mendicanti tendere le mani tremanti, malati trascinarsi da una via all'atra, cortigiane camminare impettite per le strade e giovanotti tutt'altro che eleganti e benestanti seguirle affascinati, carcando di attirare la loro attenzione. Un giorno alle sue orecchie giunse il seguente avviso, che le dissipò alcuni dubbi: <Questa sera al calar del sole verrà giustiziato Mastro Giovanni con l'accusa di Stregoneria. Il rogo si terrà nella piazza centrale.>
Hermione si sentì rabbrividire. Aveva provato anche senza la sua bacchetta (sparita chissà dove) a fare degli incantesimi e le erano perfettamente venuti...beh, se l'avvessero presa le restava sempre l'Incanto Fredda Fiamma...
Di colpo un idea le si fece strada nella mente.
Doveva parlare con mastro Giovanni prima del tramonto!
Spintonando un pò di persone che, seguendo il banditore, si radunavano in piazza, raggiunse il punto dove lo 'stregone' era esposto al pubblico per umiliazione: Hermione sapeva che i Medioevali erano crudeli, ma non aveva mai pensato che arrivassero a tanto!
Il Mastro era rinchiuso in una stretta gabbia a qualche piede da terra, che aveva alcuni spunzoni che sporgevano all'interno, cosicchè l'uomo, coperto solo da un panno sui fianchi, non si potesse appoggiare da nessuna parte, neppure quando qualcuno faceva oscillare di proposito la gabbia.
Hermione si portò una mano alla bocca, inorridita, ma comunque si avvicinò all'uomo e gli sussurrò all'orecchio <Io vi posso salvare, ma mi dovete promettere di fingere dolore e poi la morte quando le fiamme vi lambiranno...>
Gli occhi dell'uomo si spalancarono dalla sorpresa <Certo... lo farò se ciò mi salverà...>
Hermione sorrise <Abbia fiducia...>
Si allontanò dalla gabbia,e aspettò che arrivasse l'ora.
Era stato installato un grande palcoscenico su cui sarebbe stato bruciato l'uomo, e quando il banditore vi salì tutti credettero che fosse arrivata l'ora e un boato si sollevò dalla folla. Al rogo, al rogo, strillavano.
<Comunico che sua maestà il Principe Ereditario Assoluto Harry assisterà al rogo, assieme a sua padre il Re Humpert, e a sua moglie Ginevra.> prese una trombetta che era appoggiata a terra e suono due volte lo stesso motivetto, mentre la folla si scostava.
Il cuore di Hermione accellerò a quella visione.
<Non può essere...> momorò. Corse verso la processione di guardie che accompagnavano il re e il prioncipe, e come facevano in tanti arrivò quasi sotto il cavallo, fingendo di voler toccare il principe.
<Harry!> chiamò forte <harry!>
Lui si voltò verso Hermione, e la ragazza non ebbe più alcun dubbio: era Harry Potter, il suo migliore amico!
Ma fu ampiamente delusa quando vide che non dava segno di riconoscerla, sebbene la stesse guardando proprio negli occhi.
Hermione si scostò da lì, per non essere investita dagli zoccoli dei cavalli, e si accostò al 'palcoscenico' dove era stato trascinato Mastro Giovanni, ovviamente dopo averlo tirato fuori della gabbia.
Hermione notò che cercava il suo sguardo tra la folla, e quando la vide sembrò ancor più spaventato.
Hermione gli sorrise e disse sillabando che andava tutto bene.
legarono il poveraccio, che sebbene avesse fatto il patto con Hermione urlava di essere innocente e di volersi liberare, di amare sua moglie e di avere dei figli da accudire che senza padre non avrebbero vissuto.
Infine diedero fuoco alla pira, ed Hermione fece il suo dovere, mormorando piano l'Incanto Fredda fiamma.
Lesse chiaramente la sorpresa negli occhi dell'uomo quando le fiamme divennero fredde, ma il Mastro fu bravissimo e continuò con grida e gemiti, che divennero sempre più fievoli finchè si spensero.
Dopo un pò, quando le fiamme ormai bruciavano da mezzora o più, la gente iniziò a sciamare, compresi i Reali e il banditore.
Rimasero là solo Hermione e una donna con due bambini maschi che piangevano incontrollabilmente.
Hermione le si avvicinò e udì <Giovanni! Marito mio! No..no...non può essere...>
Sorrise <E' la moglie?>
<Ero... Si, ero sua moglie...e ora...ora lui è...>
<...vivo...> disse tranquillamente Hermione.
La donna la guardò stralunata.
Hermione condusse la donna e i suoi figli, sebbene fossero riluttanti, sul palcoscenico e bisbigliando poche parole spense le fiamme. Poi, controllando che non ci fosse nessuno, si avvicinò di più e tese la mano per aiutare Giovani a rialzarsi.
L'uomo era in lacrime, ma lacrime di gioia: già aveva dovuto subire diverse torture con l'accusa di essere uno stregone, e l'essere ancora vivo doveva parergli un miracolo!
Abbracciò la moglie e poi strinse la mano di Hermione con gratitudine.
<Non so come abbiate fatto, e vi dirò che non mi interessa affatto! Dovrò cambiare città, suppongo, in questo loco ormai sono dato per morto, ma state pur certa che avrete la vostra ricompensa orquando avrò i denari sufficienti, e mi sarò ristabilito...>
<Non è necessario, messere...> disse Hermione. Dopo qualche giorno già si era abituata a parlare il linguaggio dell'epoca.
<Ma sicuro che lo è! Mi trasferirò dove potrò fare buoni affari, e nel giro di uno o due anni state certa che vi saprò ricompensare! ma vi prego ditemi orsù il vostro nome...>
Hermione tentennò un attimo: faceva bene a dirglielo? poi decise di gettare la prudenza alle ortiche e disse, come ormai sapeva: <Mi chiamo Hermione Lettelby.>
L'uomo le sorrise <Non dimenticherò questo nome! Spero di incontrarvi ancora sulla mia strada!>
<A rivederci> esclamò Hermione salutando la famiglia, mentre questa se ne andava coprendo con un mantello Mastro Giovanni per far si che non fosse riconosciuto.
Tornò a casa sospirando, ma facendo l'ultimo tratto di strada la sua attenzione fu attirata da un manifesto: c'era la foto di un uomo, piuttosto sfocata, ma aveva l'aria talmente familiare...
Hermion sbattè gli occhi una o due volte, per essere certa di ciò che vedeva: l'uomo aveva una fortissima somiglianza con Ron, e Hermione avrebbe giurato che fosse lui!
Lesse in fretta il cartello, che diceva: Ricercato Roland Gathew per furto e appropriazione, vivo o morto. La taglia è di 1000 denari.
Pur non sapendo quando valessero i denari a Hermione parve una somma piuttosto alta: povero Ron, in che razza di guaio si era cacciato? Doveva trovarlo subito, fare un piano per riprendere Harry e farlo tornare in sè, e soprattutto tornare a Hogwarts in fretta!
Sarebbe andata a cercarlo anche all'istante, se non avesse incrociato suo 'padre' <Hermione, cosa fai ancora in giro? Devi andare dal sarto a farti preparare un vestito adeguato! La festa di fidanzamento è solamente tra 15 giorni...>
<Ma padre, a quest'ora il sarto sarà già a riposare...> obbiettò Hermione.
<Hai ragione, dunque ci andrai domani! E dovrai anche passare dalle cucine a controllare se tutto procede bene!>
Rassegnata Hermione tornò a casa, e ancora una volta si sorprese nel vedere quell'immensa villa, con torri e torrette, caminetti, finestre e balconi! Il tutto circondato da un davvero ampio giardino, con molti alberi centenari, e dei graziosi sentieri di ghiaia che si perdevano nella boscaglia, tra cui uno che conduceva a un gazebo spesso occupato da alcune fra le person che abitavano la magione, e che cercavano un punto in cui appartarsi.
La sua camera era in cima a una torre con una finestra con tanto di balcone, e edera che si arrampicava su una fiancata. Era nascosta alla vista da un platano con i rami troppo lunghi, che Hermione aveva amato sin dal primo istante.
In casa la vita era frenetica: Hermione aveva scoperto di avere un sacco di cugini e zii di cui non sapeva il nome, che addizionati alla servitù che girava per ogni dove, facevano come somma un gran macello!
Ormai Hermione era quasi abituata a quel baccano, così sgusciò fino alla sua camera e vi si chiuse, tirando un sospiro di sollievo.
Ma quando guardò meglio, si rese conto che la portafinestra del balcone era aperta, e le tende si muovevano al vento.
D'istinto sarebbe andata a chiudere le finestre, ma qualcosa le disse di non farlo: se erano aperte, doveva essere entrato qualcuno nella sua stanza.
Sfortunatamente non ave acon se una candela, motivo per cui la stanza era immersa nel buio , tranne una piccola pozza di luce lunare che cadeva ai piedi del letto.
Abituandosi all'oscurità, Hermione visualizzò una figura seduta comodamente sul letto.
<Chi...chi è?> chiese, ripassando a mente qualche buona magia.
<Non è il caso di allarmarsi per così poco, Miss!> disse la figura, spostandosi sotto la luce.
Era un uomo con i capelli neri, un paio di baffi piuttosto discreto e profondi occhi neri.
Era alto e magro, e indossava un cilindro portato leggermente storto sulla testa. Nelle mani si rigirava un bastone con un pomello a forma di testa di leone.
<Io so tutto di lei...> disse con un sorriso poco rassicurante.
Hermione lo guardò sospettosa <Cosa vorrebbe dire?> sussurò glaciale.
L'uomo fece roteare il bastone, e disse in un bisbigliò <Guardi il bastone, e capirà...>
Gli diede retta, e dopo un pò nella rotazione del bastone vide formarsi delle immagini: mostravano la piazza della città, e l'uomo che bruciava nelle fiamme (fredde). Poi ci fu un primo piano di Hermione che sorrideva soddisfatta, mentre attorno a lei la gente gridava.
<E secondo lei cosa proverebbero queste immagini?> chiese scostandosi dalla porta e accendendo la candela che teneva sul comodino.
<Ma mi sembra ovvio...> disse l'uomo mentre lei sedeva sul letto <Lei è una strega.>
Hermione rimase impassibile <Ebbene, che ha intenzione di fare?> chiese aspra <Consegnarmi al re affinchè mi bruci?>
L'uomo rise <Naaa, sarebbe inutile! Vorrei piuttosto che si unisse a me, in un mio grande progetto...>
Lo guardai a fondo <Specifichi, prego.>
<Anche io potrei essere intentato per Stregoneria, se intende ciò che dico...>
<Ovviamente, lei è un mago quanto me.>
L'uomo sorrise <bene, vedo che ci intendiamo! Ebbene, è mio desiderio creare una scuola di magia...vorrei sapere se lei accetterebbe di collaborare.>
Hermione si fissò le scarpe per un attimo <Le risponderò in seguito, ne stia certo. Può sempre venire alla festa che si terrà qui domani sera...>
<Di certo ci sarò.> disse sorridendo <Allora a domani!>
Hermione lo guardò uscire sul balcone e afferrare quello che pareva un modello di scopa molto antiquato.
<Lei gioca a Quidditch?> chiese Hermione avvicinandosi e guardando la scopa nodosa.
<A Qwiditck, vuole dire? Certo che si! Ma non diamo la caccia al GoldenSnidget come fanno in tanti, preferiamo dilettarci con un prototipo che ha costruito e incantato un mio amico...è fatto su modello dell'uccellino, ma ovviamente non è vivo e così non si rischia di far male a uno di quei poveri animaletti! Orbene, vi saluto, madame!>
Le prese la mano e la baciò da vero galantuomo, poi inforcò la scopa e volò via.
<Aspetti!> gridò Hermione al vento <Non so il suo nome!>
Ma ormai l'uomo era sparito nella notte.

La mattina dopo le ancelle la lasciarono svegliare piuttosto tardi, poi la portarono dal sarto di famiglia.
Era un uomo anziano, con la schiena curva dalla fatica del lavoro e un grande paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia.
La fece alzare su uno sgabello, le girò attorno e poi prese le misure.
<Credo di sapere cosa fa per lei, principessa...> disse in tono di reverenza.
Hermione lo guardò esterrefatta tirar fuori stoffe e fili luccicanti e di colori sgargianti come non ne aveva mai visti neppure nel proprio tempo, e iniziare a cucirle qualcosa addosso. Quando si chinava a guardare, l'uomo le intimava con gentilezza di restare dritta.
Quando ebbe finito, diverso tempo dopo, la fece guardare allo specchio: si riconobbe a malapena.
A bocca aperta, prese i lembi della gonna alzandola leggermente da terra e ammirando la seta blu scuro di cui era fatta, e osservando i piccoli ricami che le ornavano la vita e scendevano lungo i lati delle gambe. Il busto era dello stesso colore, e sempre con filo argentato erano fatti i ricami che le risalivano il seno il una morbida curva, per scivolarle sulle braccia seguendo la linea della manica piuttosto svasata.
Mentre si ammirava, senza fatica l'uomo le preparò una maschera, che Hermione guardò incerta prima di ricordarsi che suo padre aveva invitato i partecipoanti ad usare delle maschere.
Sorrise all'uomo in segno di gratitudine, e mormorando un debole 'grazie' si cambiò e uscì, mentre la governante che l'aveva accompagnata si proccupava di ritirare il foglietto su cui l'uomo aveva scritto il prezzo.
Per il resto della giornata Hermione aiutò nei preparativi e uscì un paio di volte ad osservare la gente: quel mondo la incuriosiva davvero! In compenso nel suo cuore si stava facendo strada un senso di solitudine e soprattutto nostalgia che non avrebbe mandato via facilmente.
Poche ore prima della festa, mentre la sua ancella la vestiva (Hermione odiava essere vestita da altri, ma a quanto pareva non si poteva rifiutare), chiese lumi su una questione che la impensieriva.
<Sai, Nelana, io ancora non rammento di questo luogo, in me non c'è alcun ricordo! Perciò ti chiedo, come mi dovrò comportare con il principe? E' usuale tra voi baciarsi le guance?>
Nelana la fissò scandalizzata <Certo che no, principessa! Solo fra donne è possibile, in segno di amicizia, e comunque in rare occasioni...Dovrete evitare i contatti fisici con il vostro futuro fidanzato, ma potrete sempre stringergli la mano in segno di affetto, e danzare con lui. Per frenare qualsiasi pensiero del genere ci sono strumenti e pozioni adatti... E' scandaloso poi che una donna quasi fidanzata conversi con altri uomini, come se li volesse attirare in una trappola d'amore...o almeno così la vedono in questo villaggio. Portate rispetto al re e al Principe Assoluto, mi raccomando: egli governa le nostre terre, ed per grazie sua se, quando ha conquistato il regno del Nord, prima chiamato regno del Grifo, non ha ridotto in schiavitù la vostra famiglia. Bensì egli ha portato prosperità e calma nel regno, e lasciato a voi e i vostri genitori il tiolo nobiliare che già vi spettava!>
Hermione ascoltava rapita: non immaginava di essere capitata in un posto la cui storia fosse così interessante.
<Tornando alla festa, dato che parete esservi scordata tutto, esistono tre categore di donne: le donne nobili, a cui voi appartenete, che hanno il ruolo della sposa devota e madre premurosa, ruolo che fino alla morte di mio marito ho svolto alla perfezione! Si trovano poi donne che non conoscono altro che il piacere fisico, ed è a loro che gli uomini si rivolgono se la propria moglie non è soddisfacente, inoltre esistono donne erudite che accompagnano gli uomini a feste e banchetti...Avrete modo di conoscerne di ogni tipo, principessa. Ma ricordate: voi siete una nobile!>
<Dunque non dovrò fare effusioni di alcun genere, ne avere contatti con il mio futuro fidanzato e con altri uomini...>
<Esattamente.> disse la donna sorridendo <Queste sono le regole d'onore che vigono qui nelle Terre Unite, e valgono per uomini e donne di ogni rango e razza.>
Hermione, piuttosto stupita e scossa per l'ennesima rivelazione, si sedette sul letto e chiuse gli occhi.

Mezzoretta più tardi, era pronta per la festa, le mancava solamente la maschera. Ma invece di girare per la villa, decise semplicemente di restare in camera a riflettere.
Riflettere su come, circa un'anno prima, era piombata in quello strano luogo, su Harry, che non ricordava più nulla della sua precedente vita (o almeno così le era parso) e su come uscire da quella situazione che stava diventando difficile da sostenere. Hermione non era di questo mondo.
Ma sopra a tutto, il suo pensiero più ricorrente, era Ron. Doveva assolutamente sapere dove stava, se stava bene, cosa gli era capitato, e più di tutto voleva abbracciarlo, stringerlo forte a se, e tornare finalmente a Hogwarts.
Sospirò pesantemente, gettandosi stesa sul letto.
Da qualche mese si era accorta che ogni volta che lo pensava, che pensava al suo viso dolce ma dal tratto rude, ai suoi capelli color fiamme, ai suoi occhi chiari, alle sue labbra rosee, sentiva il cuore batterle forte nel petto, e un leggero sorriso aleggiarle sulle labbra.
E ogni volta che si risvegliava da questi pensieri, arrossiva poichè si sentiva tremendamente stupida, e scuotendo la testa cercava di cancellarli il più in fretta possibile.
Nelana la distolse dalle sue riflessioni, chiamandola in fretta poichè gli ospiti cominciavano ad arrivare.

Dopo circa due ore, la festa era in pieno svolgimento.
L'uomo con il cilindro non si era presentato, mentre Hermione aveva avuto modo di incontrare sia il suo fidanzato, che solo pochi attimi prima le aveva consegnato l'anello di fidanzamento, e Harry. Erano entrambi mascherati, ma durante la consegna del pegno d'amore Gary aveva sollevato la maschera mostrando un bel viso con gelidi occhi grigi, circondato da una cascata di boccoli scuri.
Hermione era rimasta silenziosamente a guardare ogni singola persona, cercando di memorizzarne il nome se veniva annunciata (accadeva nel caso di persone importanti).
<Avete pensato alla mia proposta?>
Hermione si voltò e incontrò il sorriso dell'uomo con il cilindro.
<Certo...trovò però che sia sconveniente conversare a lungo, non crede?>
<Infatti le ho fatto un unica domanda, principessa..> ribattà lui afferrando al volo un calice di vino da un vassoio. Ogni uomo in quella sala ne faceva largo uso.
<Accetto volentieri, ma dovremo corrispondere via lettera, ritengo sarebbe più sicuro. E prima di accettare definitivamente, vorrei che mi dicesse il suo nome.>
L'uomo sorrise <Lieto che abbia accettato! Il mio nome è Godric, per servirla, madame.> disse sprofondando in un buffo inchino.
Hermione sorrise <Bene, allora appena avrà progetti più precisi mi avvertirà.>
<Ha la mia parola!> e facendole uno sfuggente baciamano sparì tra la gente che affollava la sala.
Hermione notò che le donne ballavano con gli uomini, ma per il resto non avevano contatti di alcun tipo. Alcune più ardite si univano a gruppi di persone che chiaccheravano beatamente stesi sui divani che erano messi a loro disposizione.
Buona parte della gente era ubriaca, e dopo poco lo furono tutti tranne lei, fortunatamente astemia. Urla di cori sconci la raggiungevano le orecchie, mentre si dirigeva alla porta per allontanarsi da quell'aria viziata.
Girato l'angolo, urtò una persona, e si fermò a scusarsi.
<Mi perdoni messere, non era mia intenzione!>
<Anche lei in cerca di aria fresca?> chiese lui sorridendo.
Hermione annuì, e lo scrutò a lungo. Era vestito completamente di nero, con un lungo mantello e un cappello a tesa larga.
<Quale maschera sarebbe, la sua? Mi scusi ma non credo di conoscerla...>
<E' una maschera del mio paese...>
<E cosa rappresenta?>
<Ehm...un giustiziere mascherato, Zorro..> disse in tono di scusa.
Hermione lo scrutò a lungo, basita. Poi lo prese per il polso e lo portò in giardino, dove non c'era nessuno.
<Ron...?> disse sorpresa, mentre lacrime le spuntavano agli angoli degli occhi.
L'uomo si tolse con un gesto maschera e cappello, rivelando due intensi occhi azzurri e morbidi capelli rossi e un'aria decisamente stupita.
Hermione fece lo stesso, poi gli si avvicnò e timidamente gli percorse i tratti del viso con le dita, piangendo.
<Ron,oh, Ron! Tutto questo tempo...cominciavo a pensare che fossi morto!>
Ron sorrideva, guardandola con gli occhi lucidi, e accarezzandole il viso dolcemente.
<Hermione...Non sai quello che ho passato! Prima mi sono ritrovato a capo di una banda di gangster, ed è venuto fuori che avevo ammazzato 11 persone, così sono dovuto fuggire...Sono tornato in città da poco, con falso nome, e un mio sottoposto mi ha invitato a questa festa...>
Hermione lo stoppò <Tu sai che non dovremmo neppure parlare, vero?> Ron annuì <Andiamo in qualche posto più sicuro...>
<Tipo?> chiese Ron spalancando gli occhioni blu.
Hermione sorrise <Vieni con me, so cosa fare!>
Arrivarono alle scuderie, dove nel buio più completo Hermione prese il suo cavallo.
In quel lungo tempo si era abituat a cavalcare Lady quasi ogni giorno, e non era un problema per lei farlo senza sella.
Intimandogli di fare silenzio, lasciò che Ron salisse sull'animale, e lo seguì, prendendo le redini.
<Come sei messo a cavalcare?> chiese Partendo con disinvoltura.
Ron le sfilò le redini dalle mani <E' quasi un anno che fuggo, secondo te che mezzo di trasporto potevo usare?> Le strinse un braccio in vita,e con un colpo di tacchi il cavallo andò al galoppo, sotto i raggi della luna.
<Avevi in mente un posto preciso?> urlò Ron per farsi sentire.
<Si, continua dritto e gira a destra quando vedi un masso in mezzo alla strada.>
Così fece, e gli si aprì davanti una splendida radura, illuminata dalla luna.
Pochi attimi dopo, scesero entrambi dal cavallo, e rimasero a guardarsi l'uno davanti all'altro.
<Ron...> disse Hermione, perchè quella era l'unica cosa a cui la sua mente poteva pensare, a lui, Ron, che credeva quasi morto...
Lo abbracciò forte, circondandogli i fianchi con le braccia, e subito lo sentì rispondere all'abbraccio.
Ron si staccò un poco, le accarezzò il viso con entrambe e mani, poi lentamente avvicinò il suo, e le loro labbra si sfiorarono timidamente, per poi fondersi insieme in un interminabile bacio, dove le loro lingue si conginugevano e dividevano, dove le loro labbra non accennavano a staccarsi, dove i loro corpi fremevano dall'impazienza di dimostrare quello che nessuno dei due era mai riuscito a dire.
Appena si divisero, Ron disse con la voce spezzata da pesanti respiri <Ti amo, Hermione, ti ho sempre amata, e mi sono dannato per non averti mai detto nulla, per aver sofferto in silenzio, e ora voglio che tu lo sappia...io ci sarò sempre per te. Non lo dimenticare mai, ti prego...> disse intrecciando le dita con le sue e posando la fronte sulla sua, sfiorandole debolmente le labbra.
<Ron...sono io che ti amo...io che non te l'ho mai detto, come una stupida, perchè non pensavo di poterti mai piacere...e quanto ho pianto pensando a te, in questo lungo tempo...> le si ruppe la voce, e singhiozzando unì ancora le labbra con le sue.
Si baciarono a lungo, finchè la stella polare non fu alta nel cielo, e nella notte non si sentiva altro che il rumore del vento.
Hermione sospirò, appoggiata al petto di Ron.
<Sai perchè era stata organizzata quella festa?> chiese guardando le stelle riflesse nei suoi occhi.
<No...>
<Era il mio fidanzamento con il principe...un uomo che non ho mai visto, con cui non ho mai parlato, ovviamente, perchè è maleducazione parlare con estranei...>
Ron la fissò aggrottando la fronte.
<E...e allora?> chiese incredulo <Hai veramente intenzione di sposarlo?>
<No!> gridò Hermione <Non ne ho intenzione, ma ne sarò costretta da mio padre se non troveremo il modo di andarcene! Io voglio tornare a scuola...> mormorò Hermione ripensando a Hogwarts.
<A proposito, ho conosciuto una donna che, scoperto che ero un mago, mi ha chiesto aiuto nella progettazione di una scuola...>
<Buffo, anche a me...> esclamò Hermione perplessa. <Questo vuol dire che ci potremo vedere, quando dovremo decidere il progetto...>
<Si..> disse Ron sorridendo.
Montarono sul cavallo, e tornarono a casa, dove nessuno si era curato molto dell'assenza dei due. Scesero da cavallo e rimasero per un attimo con le mani intrecciate, come se non volessero lasciarsi andare.
<Che farai ora?>
<Per il momento me ne torno nel mio covo...>
<Oh no, non mi lasciare!> disse Hermione improvvisamente <Sei la mia àncora con la realtà...> bisbigliò chinando il capo.
Ron sorrise e la baciò dolcemente sulle labbra rosate <Tornerò a trovarti spesso, lo prometto!> e in un secondo si dileguò fra gli alberi.
Hermione tornò alla festa sorridendo, si chiuse nella sua camera e rimase al balcone, a guardare le stelle che le avevano fatto il dono più bello del mondo.

<Allora, come tutti voi saprete siamo qui per avviare una scuola. Questo progetto va avanti da più di un anno, ma solo grazie all'aiuto di Messer Roland e la Principessa Hermione abbiamo potuto completare la struttura delle lezioni e altri particolari davvero fondamentali per il funzionamento de...>
Ron si chinò su Hermione e bisbigliò <Ho copiato quasi tutto dai sistemi che usavamo a Hogwarts...>
<Anch'io...> confidò Hermione con un sorriso.
<...e quindi ora è con grande onore che apro ufficialmente la scuola di Magia e Stregoneria!>
Erano in sei in tutto, riuniti in una stanzetta di una casa di campagna.
<Adesso attaccatevi a questa Passaporta...>
<Passaporta?> domandò un uomo con aria poco simpatica, che aveva sempre da ribattere su tutto.
<Si Passaporta...l'ha inventata la Principessa, perciò aveva pur il diritto di darle un nome...>
Hermione fece l'occhiolino a Ron.
In un istante si trovarono scaraventati in un posto che a entrambi risultò molto simile...
Hermione guardò impietrita l'imponente castello ceh sorgeva sulle riva di un grande lago, ed era circondato da un'estesa foresta.
Sulla facciata notò una pietra, dov'era scritto: ''Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, fondata da Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero, con il prezioso aiuto di Roland Gathew e Hermione Lettleby''
<Ron, vieni un attimo qui..> disse continuando a fissare la targa a bocca aperta.
Ron le si avvicinò e letta la targa scoppiò in una sonora risata.
<Chi l'avrebbe detto! Abbiamo conosciuto i fondatori di Hogwarts!>
<Ron...non capisci? Magari possiamo trovare il modo di tornare nella nostra Hogwarts del 21esimo secolo!>
Ron la guardò , poi andò a chiedere il permesso di visitare il dentro del castello, permesso che gli fu accordato.
Corsero le scale a perdifiato, per poi arrivare in biblioteca.
<Impressionante com'è tutto identico, eh?>
Ron annuì, senza fiato per la corsa.
Improvvisamente sentì dei rumori provenire da fuori.
<Vi farò arrestare! Giuro che lo farò! Consoco i vostri nomi, non vi potrete nascondere al Principe Harry!>
Guardando fuori dalle finestre Hermione Ron videro Harry che con un gesto della mano bloccava i quattro fondatori, ed entrava nel castello.
Hermione corse alla porta dello sgabuzzino, nel Reparto ancora vuoto degli Annali, ma quando abbassò la maniglia si rese conto che la porta non si apriva comunque.
<Ron! Non si apre!>
Ron prese il suo posto e cercò di forzare la serratura, di buttar giù la porta, ma non ci fu nulla da fare: restava ostinatamente chiusa.
<Dove siete? Lo so che siete qui!> urlò la voce di Harry.
Un attimo dopo li aveva sotto tiro, e li minacciava con una bacchetta malfatta.
<Bene bene, un pluri-ricercato! E...Principessa! lei mi delude, non avrei creduto che potesse fare una cosa del genere!>
<Harry tu sei un mago! Come puoi condannare i tuoi simili?> chiese Hermione indietereggiando fino a sentire il legno della porta sulla schiena.
<Mio padre non li approva... chissà che accadrebbe se scoprisse che io stesso sono un mago?> pensò Harry con un sorriso di sfida.
<Ma perchè invece di far questo non ci aiuti in questo progetto? Una scuola per maghi è un ottima idea, e li potrai tenere sotto controllo, schedandoli e controllando le loro azioni, mettendo delle leggi...e se sgarrano, allora li punirai! Ma perchè odiare tutti i maghi?> lo fece ragionare Ron.
Harry abbassò la bacchetta, <Sai che per essere un pluri-ricercato mi sei simpatico? Hai detto una cosa saggia...> confermò sorridendo.
Improvvisamente Hermione sentì l'appoggiò mancarle dietro la schiena, e fece appena in tempo a prendere il braccio di Harry prima di essere risucchiata dall'oscurità.

<Ahio...> mugugnò qualcuno accanto a Ron. Il ragazzo si sollevò leggermente e aprì gli occhi.
Quello che vide fu una piccola stanzetta piena di scope e strofinacci, dove lui Harry e Hermione erano pigiati.
<Ehi, Harry come mai non hai più i capelli lunghi?...anche tu Mione!>
<Anche a te...> ribattè lei con aria da 'E allora? Dopo tutto quello che è successo ti preoccupi di questo?'.
<Dove siamo stavolta?> sbuffò Ron tirandosi malamente in piedi ed aiutando gli amici.
<Beh...apri la porta e lo scopriremo...> disse Hermione.
Lentamente il rosso abbassò la maniglia e aprì la piccola porta.
<Hogwarts!> strillò Harry uscendo come un ciclone e seguito all'istante dagli altri due.
Era buio, doveva essere notte, così corsero senza incontrare nessuno fino alla sala comune.
Si sedettero esausti nelle poltrone.
<Casa dolce casa...> mugugnò Ron <Voglio liberarmi al più presto di questi abiti!>
<A chi lo dici!> confermò Hermione <io mi vado a mettere il pigiama, torno subito.>
Ma tempo che si cambiò, anche i ragazzi avevano messo il pigiama e la aspettavano chiaccherando seduti sul divano.
Per quasi un ora si raccontarono delle loro vicende, di quello che avevano passato, e arrivarono a chiedersi quanto tempo fosse trascorso.
<Evidentemente meno di un anno, se la Parola per il ritratto è sempre quella, e i nostri bauli sono ancora là...>
<Basta controllare nell'agenda magica che sta attaccata alla bacheca> esclamò Ron con disinvoltura.
Harry si alzò e guardò sulla bacheca, si strofinò gli occhi e guardò ancora.
<E' la stessa notte di quando siamo partiti...>
<Ma non è possibile! Io mi sento cresciuto, mi sento...boh, più grande.>
Hermione gli prese la mano <E' perchè in questo anno che nella realtà non hai vissuto hai dovuto provare molte emozioni, e te la sei dovuta cavare da solo...è stato lo stesso per me e Harry. E anch'io ho questa sensazione.>
<Dici che è per questo che ho voglia di baciarti?> disse Ron dolcemente.
Hermione arrossì e premette le labbra contro le sue, baciandolo dolcemente.
<Wow! E' successo allora! Certo che ce ne avete messo di tempo...un anno, direi!> commentò Harry incrociando le braccia e lasciandosi cadere sulla poltrona.
<Che ne dite di andare a letto?> propose Hermione ignorando il commento di Harry.
<Ottima idea...sono a pezzi!> disse Ron alzandosi e stirando le braccia sopra la testa.
<Sono costretto a darvi retta, ma poi voglio sapere cos'è successo, chiaro?> disse Harry puntando il dito su di loro.
Hermione rise <Ok, Harry, magari domani...buonanotte!> disse abbracciandolo forte <Sono felice che tu sia di nuovo con noi...>
Poi si voltò verso Ron, mentre Harry si avviava sulle scale <Ron...pensavo davvero tutto quello che ti ho detto alla festa...>
<Anch'io...> rispose lui arrossendo lievemente.
Si baciarono per un istante, poi si augurarono la buonanotte e andarono a letto.

La mattina dopo...
<Ha ricevuto la pergamena Mister Potter?> chiese la McGrannitt.
<Si...ieri sera giusto? Posso sapere perchè me l'ha mandata?>
<Io ho solo recapitato il messaggio...era in un cassetto della scrivania, chiuso in una busta che diceva 'a Harry, Roland e Hermione'. Ho pensato che fosse per voi...anche se quel 'Roland' mi ha lasciato un pò perplessa...>
Ron sorrise <Non si preoccupi, hanno sbagliato a scrivere...>
<Oh bene...Cosa diceva il messaggio, se non sono indiscreta?>
<Diceva: 'Recati immediatamente nella porta in fondo al reparto annuari della biblioteca quando leggerai questo messaggio, il destino della scuola dipende da te. Grazie in anticipo per quello che farai.'>
<E non era firmato?>
Harry sorrise <Oh si...firmato Godric, Salazar, Priscilla, Tosca, Harry, Roland e Hermione>
e lasciando di sasso la McGrannitt Il trio si allontanò.
<Che carini a mandarci quel messaggio..devono aver scoperto cos'era successo...> disse Harry
<Mi pare ovvio, dopotutto abiamo occupato ruoli che non ci appartenevano per ben un anno... quando i proprietari sono rinvenuti, avranno indagato per saperne di più...> ragionò Hermione.
<beh, l'importante è che tutto sia finito bene...> disse Ron, passando un braccio sulle spalle di Harry e uno su quelle di Hermione.
La baciò velocemente prima che tutti e tre uscissero all' aria aperta, solo la brillante luce del sole di quella mattina, nel 21esimo secolo.

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^

Allora, come vi è sembrata? Fatemelo sapere presto! ^_^
Un besos!
[Loony]

ps: non so quando potrò risp xkè il mio pc sta facendo le bizze...voi commentate cmq! :)
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: