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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: MY REASON
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: crazydoc galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 19/01/2006 01:01:45 (ultimo inserimento: 22/02/06)

dammi una ragione! una sola ragione x continuare a vivere e lottare e soffrire ancora. una sola ragione x continuare questa mia fottuta esistenza!
 
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A NEW GAME
- Capitolo 1° -

MY REASON
By crazy


Perchè la vita è un brivido che vola via
Un equilibrio sopra la follia
Sopra la follia…. (By Vasco Rossi)

1. A new game

La battaglia infuriava. La vasta pianura desertica era ormai color rosso porpora, rivaleggiando con il fiammeggiante splendore della sfera sanguigna che andava scomparendo oltre l’orizzonte.
Un grande numero di demoni dai lunghi artigli ed i volti ferini, immobili nella loro ultima, estrema, espressione di dolore, giaceva scompostamente frantumato sul terreno, come frutti marci caduti da un albero troppo pieno, sotto i colpi di quattro ragazzi implacabili che solo pochi minuti prima avevano avuto l’impudenza di assalire.
- YAAAAHH.. NYO-SANSET-SUKON!!-
Il più basso dei quattro, un giovane dai capelli castani ed il sorriso sfrontato ed entusiasta, lanciò nell’aria il suo urlo di battaglia, gli occhi d'oro traboccanti di vitalità, mentre la sua arma, un bastone rosso con un pomello dorato all’estremità, si divideva in tre parti, facendo stramazzare al suolo, contemporaneamente, due youkai dall’aspetto taurino.
- Questi qua sono delle vere schiappe! Come al solito siamo i più forti !- Affermò poi spavaldo, ricongiungendo il suo Nyoibò in un'unica asta.
- Già, già! – Un ragazzo moro alla sua destra annuì, il bel volto dai tratti fini ed aristocratici disteso da un sorriso più discreto e contenuto. – E’ oltremodo scortese essere così stupidi ed insistenti, quando oltretutto si è anche così deboli! Non trovate anche voi ? -
La sua voce era divertita e cortese, mentre al contrario le sue mani unite generavano un globo luminoso che scagliato con forza addosso agli avversari, ne disintegrò letteralmente le membra in un esplosione accecante di luce.
- Ehi! Vedo che sei proprio arrabbiato, Hakkai!- Ghignò un terzo ragazzo dal fisico alto e muscoloso, con iridi e capelli dello stesso identico sorprendente colore vermiglio della sfera infuocata che andava tramontando ad ovest.
- Però, d’altra parte, hai proprio ragione! Mandarci contro tutti questi incapaci senza nemmeno una ragazza carina a fare gli onori di casa! E’ davvero segno di grande maleducazione! –
La sua arma, un’affilata semiluna, volteggiò più volte minacciosamente nell’aere, falciando nel suo letale percorso i corpi di tutti quelli che osavano farsi avanti per attaccarlo.
- Tsk! Massa di inutili insetti fastidiosi!-
L’ultimo componente del quartetto, un giovane bonzo dall’espressione seccata e dai capelli d’oro, teneva stretta in pugno una piccola pistola argentata, raccogliendo intorno a sé un capannello di cadaveri agonizzanti in vece di postulanti devoti.
- Smettetela di perdervi in stupide chiacchiere da salotto!- Redarguì acidamente i suoi tre compagni. - Sembrate delle vecchie comari! Abbiamo sprecato fin troppo tempo prezioso qui, oggi!-
Il mezzo-demone dalla chioma fiammeggiante sollevò il capo di scatto, facendo una smorfia di disappunto a quella “gentile” sollecitazione.
- A chi hai osato dare della vecchia comare, eh, bonzo antipatico ed inacidito? Ma ti sei mai guardato allo specchio? Sembri la principessa sul pisello con quella tua aria di algida superiorità! Scendi dal piedistallo, Signorina guardatemi, ma non toccatemi! -
- Dimmi solo in che modo vuoi morire, idiota! – Il monaco inquadrò minacciosamente nel mirino della sua S&W la testa del rosso - In maniera veloce e sbrigativa oppure lenta e penosa?-
Il proiettile sfiorò di pochi millimetri il volto del ragazzo dagli occhi di granato, alcune ciocche scarlatte si librarono nell’aria, crudelmente recise dal fusto d’origine, accompagnando nella loro dolente caduta il corpo dello youkai che si trovava alle sue spalle, il quale con un tremendo urlo di morte stramazzò al suolo.
- Bonzo maledetto! Un giorno di questi mi colpirai sul serio! – Ringhiò rabbiosamente l’interessato, tirando una poderosa pedata in faccia ad un povero avversario che aveva osato avvicinarsi.
- Tzé! Quando ciò avverrà sarà sempre troppo tardi! Pippi Calzelunghe!- Ribatté seccamente l’altro, freddando l’ennesimo demone.
- Cooosa ??? Come hai osato chiamarmi?-
Il mezzo-sangue, fumante di ira, si sfogò prendendo a calci un malcapitato nemico.
- Ah, ah, ah… Bé.. i capelli rossi, i calzettoni e la scimmia ce l’hai! Ti manca solo il cavallo bianco!- Lo motteggiò benevolmente Hakkai, avvicinandosi. – Se vuoi ti presto Jeep, in forma di drago il colore è lo stesso!-
- Touch down! –
Il giovane dagli occhi dorati sferrò una micidiale stoccata con il suo Nyoibò al ventre di uno youkai grande e grosso, che, piegato in due, scivolò al suolo per non rialzarsi mai più.
- Questo era l’ultimo! Abbiamo vinto! Siamo i migliori!- Proclamò esultante, quindi si diresse a larghi passi verso i suoi tre amici.
- Ehi, Gojyo, perché ti serve un cavallo bianco? Cosa ne vuoi fare, eh? -
- Grrr…. Non mettertici pure tu, scimmia! Non sono ancora caduto così in basso da farmi prendere in giro anche da una stupida bertuccia come te!- Grugnì il kappa in tono decisamente alterato, ricorrendo al metodo più collaudato per fare indispettire il ragazzo che aveva di fronte che come da copione gonfiò le guance e sbottò.
- Razza di scarafaggio maleducato, io ti ho fatto solo una semplice domanda! Non è colpa mia se hai la coda di paglia! E smettila di darmi sempre della stupida scimmia, kappa pervertito ! –
- Scimmia! Scimmia! Scimmia..... -
- Pervertito! Pervertito! Pervertito......-
Il demone gentile roteò gli occhi al cielo e sorrise, poi la sua attenzione fu catturata da un particolare preoccupante.
– Goku… ma tu sei ferito! –
Accennò al braccio destro dell’interessato, interrompendo momentaneamente quell’estenuante alterco, infatti al di sotto del tessuto strappato e sporco di sangue della maglia dell’eretico si intravedeva uno squarcio dell’epidermide un po’ slabbrato e lineare da cui fuoriuscivano densi rivoli scarlatti.
- Dai, fammi dare un occhiata! Potrebbe essere profonda!-
Il ragazzo castano volse lo sguardo alla ferita, poi scrollò le spalle con noncuranza.
- E’ solo un graffio! – Asserì con un sorriso largo e rassicurante. – Non mi da alcun fastidio! Non c’è bisogno del tuo intervento, grazie lo stesso, Hakkai!-
Chiuso il discorso, allungò entrambe le braccia dietro la nuca per sgranchirsi la schiena, ma inaspettatamente delle dita pallide ed affusolate si strinsero attorno al suo polso destro, bloccandolo.
Gli occhi di ametista di Sanzo osservarono pensierosi quella lacerazione cutanea con i bordi regolari ed un po’ gonfi su cui il sangue in alcuni punti si era già rappreso in grumi scuri e ruvidi.
- Una strana incisione per un semplice pugnale!- Constatò infine, lasciando la presa, poi la sua mano diafana frugò all’interno dell’ampia manica del chimono, da cui estrasse un fazzoletto di un candore immacolato. – Tzé, sei la solita baka saru, fare avvicinare così tanto un avversario….-
Con gesti nervosi il bonzo piegò obliquamente la stoffa per ricavarne una sorta di fasciatura che legò strettamente attorno alla ferita del ragazzo. – Tienila pulita e vedi che non si infetti! Se ti ammali, mi sei solo d’intralcio!-
Lo ammonì severamente, girando sui tacchi e dirigendosi con passo sicuro verso il fedele draghetto di Hakkai che aveva già compiuto la sua trasformazione in fuoristrada, seguito a ruota dagli altri due compagni più grandi.
Goku gli occhi ancora sgranati per l’incredulità, accarezzò lievemente con i polpastrelli la stoffa candida che gli cingeva il braccio. La ruvidità del cotone gli confermò di non aver affatto sognato. No, non aveva immaginato il tocco lieve di Sanzo sulla sua pelle, né il calore delle sue dita affusolate! E se non fosse bastata quella rudimentale fasciatura, c’era anche lo strano fremito che ancora percorreva i suoi nervi per la scintilla scaturita da quel contatto, oltre che l’ancora più strano sfarfallio che gli contraeva lo stomaco, scatenato da quell’insolita gentilezza del bonzo a confermagli l’accaduto!
Le gote gli si tinsero di inconsapevole rossore e le iridi dorate si fecero liquide e pensierose, piene di mille interrogativi per quelle sensazioni conturbanti e sconosciute, ma piacevoli, a cui non sapeva dare un nome, almeno fino a che un brusco richiamo accompagnato da una possibile minaccia, non lo fecero risvegliare da quella specie di sogno ad occhi aperti.
- Si può sapere che stai facendo? Ti sei addormentato in piedi? Guarda che ti molliamo qua, stupida scimmia!-
Si scosse, accingendosi ad una repentina rincorsa verso jeep, il motore già avviato e pronto alla partenza. - Ehi, no! Aspettate! Non lasciatemi qui!-
- Sei troppo lento! Sbrigati, altrimenti ti ammazzo!-
- Aaah….Nooo….. Arrivoooo……-
Il fruscio del vento trasportò quell’urlo traboccante di vitalità oltre la linea dell’orizzonte infinito, la dove l’infuocato astro diurno andava a riposare donando i suoi ultimi riflessi porporini al cielo indaco, mentre la sua argentea amante e compagna di sempre, rivestita di rinnovato splendore, si levava nell’oscurità della volta notturna. L’eco di quel suono vivido e cristallino scemò pian piano nell’aere leggera in un tiepido sussurro, confondendosi e divenendo tutt’uno con il respiro lieve e l’anima silenziosa di quella limpida notte piena di stelle.

Ovest, regno di Tenjiku…
Un rumore affrettato di passi risuonò rimbombante nell’angusto e tetro corridoio che conduceva ai sotterranei del Castello di Hoto. Lo youkai smilzo, dai tratti spigolosi, avanzava abbastanza sicuro in quel labirintico percorso, nonostante i suoi vispi occhietti da mangusta saettassero veloci, a tratti inquieti, sulle fredde impalcature metalliche, gli strani cilindri tubolari ed una moltitudine di filamenti e cavi elettrici, prodotti di una immonda tecnologia moderna per lui incomprensibile, che da un po’ di tempo a questa parte rivestivano la nuda pietra ed i scarni anfratti delle segrete tradizionali del maniero della sua padrona.
Giunto davanti ad una anonima porta metallica, il suo bussare provocò un ironico invito dall’altra parte a cui egli si apprestò ad obbedire con un latente senso di disagio.
La stanza in cui il demone si introdusse, infatti, rappresentava l’angusta, claustrofobia, apoteosi apocalittica dei più strani e misteriosi ritrovati della scienza moderna. In ogni angolo insoliti ed ingombranti macchinari, simili ad uno sciame di api arrabbiate, emettevano allarmanti ronzii e fredde luci stereoscopiche illuminavano quell’ambiente alieno, mettendone in risalto il grigiore metallico delle apparecchiature tecnologiche e dell’arredamento asettico ed impersonale.
Gli occhi scuri dello youkai si fissarono nervosamente prima sull’anziano demone rinsecchito, calvo e con lunghi baffi grigi, collegato con dei cavi al visore di un computer in fondo alla stanza, poi sull’umano con il camice bianco e l’aspetto trasandato che, seduto davanti allo schermo luminoso di un’altra di quelle diavolerie moderne, lo stava osservando con un sorriso ironicamente inquietante sulle labbra sottili.
- Allora, mi hai portato ciò che ti ho chiesto? – Lo interrogò quest’ultimo, sorbendo pigramente del caffé nero fumante da una tazza su cui era raffigurata la testa di un… Un coniglio??!
Il sicario annuì brevemente, porgendogli una scatola metallica a chiusura ermetica, rimanendo poi in religioso silenzio mentre lo strano individuo ne apriva il coperchio ed ammirava soddisfatto il tesoro da esso celato. Il vetro degli occhiali che portava sul naso riflesse l’immagine di un piccolo pugnale piatto come un bisturi, immerso in una misteriosa soluzione salina che a causa del sangue di cui l’oggetto era stato intriso aveva perduto la sua purezza cristallina originaria ed aveva assunto un colorito rosato torbido.
- Bene, bene… -
Senza nemmeno alzarsi, l’uomo si diede una spinta all’indietro, facendo scorrere le rotelle della sua seggiola verso il lato opposto della stanza, davanti ad un tavolino su cui erano sparsi vari utensili di laboratorio, tra cui il demone distinse facilmente diverse provette colorate, vetrini, siringhe e dei lunghi e sottili tubicini di plastica con una specie di rigonfiamento all’estremità che attorniavano un macchinario molto più grande e compatto sormontato sulla cima da una specie di binocolo.
Lo scienziato aspirò un po’ di liquido rosato dal contenitore metallico con uno di quei tubicini di plastica, quindi lo distribuì su uno spesso vetrino rettangolare che inserì in uno scomparto apposito del complicato congegno, per poi andarlo a visionare attraverso le due lenti bioculari che sporgevano da esso.
- Uhm…gioia e gaudio per le mie fosche pupille…piccole cellule somatiche perfettamente integre e vitali… e persino una ghiandola pilifera…. perfetto! Anche meglio del previsto! – Commentò dopo un attimo, sinistramente giulivo, armeggiando con alcune manopole ai lati dell’apparecchio per avere una migliore messa a fuoco.
Lo youkai smilzo osservò quella scena combattuto tra l’avversione e lo sdegno, nella sua rozza semplicità non comprendeva i motivi per cui la sua potente Signora avesse concesso ad un simile viscido individuo tanto potere da soddisfare ogni suo capriccio o richiesta, arrivando persino a sacrificare alcuni dei suoi migliori combattenti a tal scopo. Ritenendo, pertanto, un suo diritto conoscere il motivo per cui sia lui che i suoi compagni erano stati mandati allo sbaraglio sul campo di battaglia, pose la domanda che gli bruciava sulla lingua.
- Che roba è quella? A cosa serve? –
Accennò con un misto di disgusto e sospetto al liquido rosato nella scatola.
L’umano scrollò le spalle ed un lampo freddo ed allarmante baluginò nella oscura profondità delle sue iridi di nera ossidiana.
- Uhm…Niente è solo un nuovo gioco! -
- Un gioco? I miei compagni sono morti soltanto per uno stupido gioco?-
I tratti spigolosi del demone smilzo si tinsero di rabbia omicida a quella spiegazione.
- Già, già, ogni conquista scientifica comporta sempre delle grosse perdite! – Si sentì rispondere dall’altra parte con un sorriso obliquo, falsamente comprensivo. – Ma bisogna pur sacrificare qualcosa quando si tenta di eguagliare l’opera di Dio! Supponendo che “Egli” esista davvero, la creazione come la distruzione può essere una faccenda molto divertente e proficua se opportunamente manipolata! Non credi anche tu, vecchio mio? – Domandò in tono impalpabile e mellifluo, ammiccando verso l’anziano demone che se ne stava ricurvo sulla tastiera del computer alle sue spalle, impegnato in astrusi calcoli matematici.
Questi in risposta annuì, emettendo una risatina stridula che unita al nero tenebroso oblio delle pupille dell’umano dinanzi a lui fecero rabbrividire di raccapriccio lo youkai smilzo, portandolo a congedarsi repentinamente, poiché il suo istinto ferino gli consigliava di tenersi alla larga da quei luoghi maledetti in cui con indifferente superficialità si manipolava la vita e la morte e soprattutto lontano da quell’umano particolare nei cui occhi scuri aveva visto riflessi i cupi bagliori di mille indicibili e tormentosi inferni.

Tra est ed ovest, alcuni mesi più tardi…..
Un fuoristrada verde militare percorreva ad andatura costante la via principale, attraversando nel suo incessante peregrinare verso il lontano ovest un variopinto paesaggio costituito da immense distese di messi rigogliose.
Il clima mite, l’abbondanza di corsi d’acqua e la terra marrone scuro, grassa e ricca, di quella regione favoriva la coltivazione dei campi. L’alacre impegno degli abitanti della zona contribuiva a rendere particolarmente abbondante lo sviluppo di vari prodotti, quale riso, mais e granturco che ondeggiavano al vento con i loro ciuffi verdeggianti. Alberi frondosi esponevano i loro succulenti frutti multicolori, e del bestiame dall’aspetto florido e ben curato pascolava placidamente nutrendosi di vasti prati di tenero agrifoglio dalle foglie a forma di cuore verde brillante e dai piccoli fiorellini rosa carico disseminati un po’ ovunque.
Insomma, una volta tanto uno scenario bucolico rasserenante, spezzava la monotonia delle solite sconfinate radure desertiche e riempiva gli occhi dei quattro ragazzi a bordo del veicolo di una visuale più allegra e variegata, molto simile al paradiso originario da cui i progenitori di tutte le razze dovevano essere stati scacciati all’inizio dei tempi.
Purtroppo però, come tutti gli Eden, anche quello pareva nutrire in grembo serpenti tentatori che sibilavano la malvagità e la perdizione all’orecchio di individui deboli di spirito e pavidi di cuore.
Mentre procedeva nella sua guida veloce e sicura, Hakkai, intravide dinanzi a sé un carro fermo in mezzo alla strada con delle persone intorno.
- Ehi, guardate la! Quei tizi sono in tanti contro uno solo! Che vigliacchi!- Saltò su Son Goku, puntando un dito indignato in direzione del gruppetto, dove cinque personaggi dall’aspetto equivoco avevano circondato un giovane dai capelli neri, forse il proprietario del mezzo, bloccandolo contro l’ampia raggiera della ruota del carro.
Sanzo sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo, concedendo alla realtà che lo circondava un’occhiata fuggevole ed indifferente.
- Non sono fatti che ci riguardano.- Sentenziò lapidario, prima di ritornare alla lettura.
- Già, sono solo esseri umani e poi non si tratta di una bella ragazza, perciò….Ehi, Hakkai, ma perché ti stai fermando? Non siamo mica i salvatori della patria, noi!-
Gojyo arcuò interrogativo un sopracciglio in direzione dell’ amico.
- Ah, beh… non posso proprio fare altrimenti, sono in mezzo ad intralciarci il cammino. –
Si giustificò questi con espressione innocente, quindi, accostato jeep, si rivolse direttamente al ragazzo bruno in evidente difficoltà.
- Ha forse qualche problema con i suoi amici? Possiamo esserle in qualche modo d’aiuto?-
L’interpellato, pur essendo spaventato ed in evidente svantaggio, scosse coraggiosamente il capo.
- Questi qua non sono miei amici.- Negò con veemenza. – Ma dei vigliacchi, buoni a nulla, che si credono veri uomini solo perché, numerosi ed armati, cercano di derubare un onesto lavoratore del frutto delle proprie fatiche. -
- Ehi, sta’ zitto bastardo, se non vuoi fare una brutta fine! – Lo minacciò il più corpulento dei cinque in tono cattivo, poi si volse verso gli occupanti del veicolo. – Di cosa diavolo vi impicciate, dannati bambocci? Smammate alla svelta se non volete passare grossi guai!-
Con un ghigno malvagio, tirò fuori un coltellaccio lungo ed affilato che fino a quel momento aveva tenuto nascosto sotto i lembi della camicia sbottonata che indossava, lo stesso fecero i suoi compagni, esibendo coltelli di varie misure egualmente letali.
- Uff ….sono solo dei luridi, insignificanti, topi di fogna! – Sbuffò Gojyo, esibendosi in un sonoro sbadiglio annoiato. – Forza scimmia, sono tutti tuoi! Dagli una bella lezione!-
- Smettila di darmi della scimmia, pervertito di un kappa! Però…. Posso davvero? Eh, Sanzo, posso occuparmene io?Posso? Posso? – Gongolò l’interessato, fremendo d’impazienza come un moccioso dinanzi ad un banco di dolciumi.
Il bonzo si degnò di abbassare il giornale, concedendo ai cinque malviventi uno sguardo di gelido disgusto, mentre le sue labbra si arricciavano nel consueto. – Tsk!- scocciato.
- Siiiiiii!- Goku lo interpretò come un consenso, per cui con un solo agile balzo, saltò giù dalla vettura, richiamando a sé il suo fedele Nyoibò e parandosi dinanzi ai suoi nuovi avversari.
- Ehi, bastardi, non osate sottovalutarci a questo modo! Cosa credete che potrà fare questo moccioso da solo contro noi cinque. eh? – Sbraitò uno di questi con lunghi capelli di pece trattenuti in una mezza-coda. - Lo faremo fuori immediatamente e poi penseremo a voi altri! Anzi…- Si avvicinò al mezzo, puntando uno sguardo interessato, malizioso e volgare, su Sanzo immerso nella lettura.
- Ora che ti guardo da vicino, devo dire che per essere uno stupido bamboccio hai proprio un faccino grazioso e delicato bel biondino. – Si leccò lascivamente le labbra, allungando un arto verso di lui. – Sì, sei molto più bello di qualsiasi donna abbia mai incontrato! Sarà un vero piacere occuparmi di te!-
La mano tozza e ruvida di quell’individuo equivoco non giunse mai a toccare la pelle diafana del bonzo, poiché se non fosse bastata la S&W repentinamente comparsa in pugno a quest’ultimo a fermarla, ci pensò un bastone rosso pesantemente calato sulla sua zucca a dissuaderlo del tutto dai suoi loschi propositi, unito all’ordine di una voce giovane ed arrabbiata che risuonò chiara nell’aria incontaminata.
- Tu…. lurido verme! Non osare nemmeno pensare di sfiorarlo! – Goku si parò dinanzi al suo monaco, sfidando i quattro malviventi a farsi avanti con sguardo lucido e fiammeggiante.
- Uh! Uh! Avete fatto inc**are la stupida scimmia! Adesso sì che sono cavoli vostri!- Sghignazzò impunemente il kappa, mettendosi comodamente seduto sul retro di jeep a gustarsi la scena.
- Ti ho detto mille volte…..-
I compagni di quello abbattuto si avventarono addosso al giovane eretico armati dei loro micidiali coltelli, questi andò loro incontro baldanzoso e, dopo aver ordinato al suo Nyoibò di dividersi in tre parti, con un velocissimo volteggio del busto abbatté contemporaneamente sia quello che lo stava attaccando da destra che l’altro alla sua sinistra, mentre col piede colpiva e gettava in terra quello al centro.
- …di non chiamarmi....-
Un quarto malvivente cercò d’assalirlo alle spalle, ma Goku lo schivò ed il pomello dorato del suo bastone, di nuovo riunito, andò a conficcarsi dolorosamente nel ventre del malcapitato facendolo ricadere sulle ginocchia, gli occhi strabuzzati, la bocca spalancata a sputare fuori un grido di lacerante sofferenza mischiato a saliva e sangue.
- …stupida scimmia!... -
Quello che aveva precedentemente respinto con una pedata fece per riattaccare, ma venne definitivamente messo fuori combattimento da un montante in pieno volto recapitatogli, con enorme soddisfazione, da parte dello stesso ragazzo moro che in precedenza aveva tentato di derubare.
- …Pervertito di un kappa! -
La voce del ragazzo dagli occhi dorati riecheggiò piena di soddisfazione in quel tardo pomeriggio di primavera carico del dolce profumo di trifoglio, mentre si guardava attorno ammirando i corpi dei 5 malviventi, privi di coscienza, scompostamente riversi sul terreno.
- Vi ringrazio per il vostro aiuto!-
Il giovane bruno, alto e snello, che avevano salvato si avvicinò cautamente alla jeep.
- Mi hanno teso un tranello. Ho visto uno di loro disteso sulla strada e come uno stupido mi sono fermato per recargli soccorso, rischiando così di venire derubato di tutti i miei averi o peggio! Non so davvero come sdebitarmi con voi!-
Le sue iridi di un marrone scuro come la terra rilucevano di sincera gratitudine sul volto onesto e pulito cotto dal sole.
- Non ci deve alcunché!- Lo rassicurò Hakkai con un sorriso amichevole. – Siamo diretti alla città di ***** e queste ehm…. “persone” ci intralciavano il percorso. Per cui…..-
- Già! Senza contare che avevo proprio bisogno di un po’ di movimento per sgranchirmi le gambe! Mi sono proprio divertito!- Si intromise Goku, impulsivo e spontaneo come al solito.
Il moro gli rivolse uno sguardo strano, un misto di stupore e sconcerto, forse perché il suo concetto di divertimento era un tantino diverso da quello dell’altro, poi però sorrise, suo malgrado divertito dall’ingenuo entusiasmo del ragazzo.
- Mi chiamo Swen ! – Si presentò loro. – La mia fattoria è a poche miglia dalla città di *****. Con il vostro mezzo dovreste giungervi solo in tarda serata. Per cui, cosa ne direste di fermarvi da me? Sarei onorato di ospitarvi per la notte, senza contare che mia moglie è un ottima cuoca e sicuramente mi riproverebbe se, dopo quanto avete fatto per me, vi lasciassi andare via senza avervi fatto gustare la sua deliziosa cucina!-
A quella generosa proposta il demone gentile, la scimmia e persino il kappa si voltarono tutti e tre speranzosi verso l’indifferente bonzo dagli occhi di ametista.
- Ti prego, Sanzoooo, io ho fameeeee!-
- Dì di sì, bonzo corrotto ed asociale!-
- Eh, eh, eh,….Potremmo anche accettare, non credi Sanzo? Jeep si è affaticato molto in questi ultimi giorni!-
- Kyuuuu……- Il piccolo draghetto confermò, emettendo un lungo lamento sofferente.
Sanzo in risposta emise uno sbuffo insofferente e scocciato.
- Vi prego, vorrei potermi sdebitare in qualche modo… -
A quelle parole il biondo monaco piegò diligentemente il suo quotidiano, quindi, smontato dall’automezzo, si avviò con incedere regale verso il carretto per poi appollaiarsi sul sedile davanti, accanto al posto del conducente, dove riaprì il giornale e riprese tranquillamente la sua lettura, indifferente ai quattro paia di occhi che lo osservavano divertiti, rassegnati e sconcertati dal suo assurdo e complicato modo di essere.

Continua…..

ANGOLO PSYCO
Salve a voi! Eccomi qui di ritorno, come promesso, con un’altra fic sui miei adorati Saiyu-boys!
Siete contenti, vero? Ehi, cosa sono quelle facce disgustate da vomito incoercibile ? Perché state scappando nello sgabuzzino a procurarvi una grossa e robusta corda di canapa? Ed adesso perché la state facendo penzolare giù dal soffitto con quella specie di cappio alla fine?
Suvvia, non è il caso di prenderla così male, finché c’è vita c’è speranza, no?
Eeeh… come sarebbe a dire che la corda è per me?
Aiut.! Al crazycido! Mi si vuele matar! Bastardi! Prima dovete prendermi!!! Wak, wak, wak…!!!
Ohibò, scherzi a parte, è da un po’ di tempo che non riesco a scrivere niente di decente su Saiyuki.
Le idee ci sarebbero pure, ma poi fuggono leggere. Deboli, inconsistenti e banali svaporano nell’aria come una bolla di sapone, dissolvendosi con un sonoro flop!
E’ da mesi che inizio capitoli number one senza poi continuare il seguito, questo qui era pronto già dai primi di dicembre e non ho ancora scritto il secondo, per cui mi sono presa una pausa riflessiva, dedicandomi ad altro, nella speranza che il cambiamento mi porti una ventata di idee e soprattutto di voglia ed energia tutti nuovi come il nuovo anno che ci accingiamo a trascorrere, spero, insieme con le numerose belle nuove fanfiction dei nuovi tanti fanwriters che sto leggendo in questo momento.
Vi posto questo primo cap. nella speranza che vi piaccia, chissà che i vostri commenti non mi siano di sprono a continuare con l’entusiasmo di sempre.
Poiché, anche se dico la pura verità quando affermo di scrivere i miei sogni perché non ne posso proprio fare a meno, il sapere di essere letti ed anche un po’ apprezzati serve sempre di ulteriore stimolo alla creatività….nonché al mio sfacciato egocentrismo!
Per cui, se ne avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate! Thanks and bye-bye at everybody !!













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