LA VITA DI CHIHIRO HARUHANA
- Capitolo 1° -
Mattina: ore 7.29. Chihiro Haruhana dormiva tranquillamente nel suo letto con la coperta rosa a fiori bianchi e il cuscino bianco a fiori rosa, i bei capelli marrone scuro, lisci e lunghi fino alla vita, sparsi sul cuscino e i suoi magnifici occhi azzurri con pagliuzze dorate, chiusi. Era intenta a sognare qualcosa che le piaceva molto, infatti aveva un sorriso compiaciuto sulle labbra. L’ arredamento della camera era molto semplice, il letto, con a fianco il comodino, sul quale erano poggiati una abatjour rosa, una sveglia di Hello Kitty, puntata sulle 7.30 e un libro, il segnalibro indicava che ne aveva letto circa un centinaio di pagine la scrivania di legno di betulla, con i cassetti sul lato destro, tutti ordinatamente chiusi e con l’ etichetta che indicava il contenuto. Il piano della scrivania ordinatissimo, pulitissimo, la lampada da tavolo senza un granello di polvere e i portapenne, ognuno contenente un diverso tipo di colore, erano in cima alla scrivania, quello rosso conteneva le penne, quello giallo i pastelli e quello azzurro i pennarelli. Accanto ad essi era anche posata una scatola di acquarelli, perfetti e senza una goccia di colore fuori posto. Al centro della scrivania c’ era un unico libro, chiuso, copertinato con carta trasparente ed etichettato. Un libro si storia e accanto ad esso un foglio a quadretti con annotazioni, schemi, appunti. La sedia era foderata di rosa leggermente più scuro, e non vi era appeso nulla.
Vicino alla scrivania era poggiato, per terra, un cestino semitrasparente, con i bordi ondulati, rosa, vuoto. Sulla parete opposta vi era una armadio, sempre in legno di betulla, dentro al quale erano riposti con cura i vestiti di Chihiro, ognuno sul suo ripiano. A destra dell’ armadio, una libreria, anch’ essa ordinatissima, dove erano anche appoggiati piccoli modellini di gatti, in tutte le pose.
Infine, sulla porta bianca, c’ erano tre appendini, a forma di gatti bianchi, sui quali era appesa la divisa da scuola di Chihiro; infine la moquette: rosa e pulitissima. Null’ altro.
Alle sette e trenta la sveglia suonò. Chihiro si alzò dal letto, indossò le ciabatte di peluche rosa e si diresse verso la cucina, al piano di sotto.
C- Mamma! Papà! Buongiorno!
Pa- Buongiorno tesoro.
Ma- Buongiorno Chihiro. La colazione è servita. Oggi ci sono polpette di riso e tè verde.
C- Buonissimo!
In dieci minuti la ragazza finì di mangiare e, sempre con molta calma, andò in bagno, dove si fece una doccia, si lavò i denti e di nuovo tornò in camera, dove pettinò con cura i suoi capelli, legandoli in due codini alti con degli elastici bianchi, quindi indossò la sua divisa scolastica, composta da una minigonna a pieghe, turchese, la maglia a maniche corte, bianca con i bordini turchesi, sopra la quale indossò una giacchetta a maniche lunghe, turchese, e con il collo alla marinara. Allacciò i quattro bottoni e indossò la cravatta, bianca con una riga turchina. Infine si mise un paio di calze bianche, ognuna che arrivava quasi fino in cima alla gamba, prese la cartella e, con calma uscì di casa alle 8.00, dirigendosi verso la scuola, la cui campanella avrebbe suonato solamente alle 8.45, siccome le piaceva fare la strada lunga, passando per il parco.
Da questo inizio avrete capito che la protagonista di questa storia ha una vita praticamente perfetta, e infatti è così. Intanto, dall’ altra parte della città…
|
|
