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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: PRIGIONIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nimphadora galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/12/2005 22:17:00

si sentiva vuota… come non lo era mai stata.
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

Era come se le pareti che limitavano il suo spazio vitale si stringessero attorno a sé.
Il buio diveniva sempre più fitto.
Il freddo sempre più pungente.
Non c’era più nulla a cui aggrapparsi… era come se la speranza, la gioia e tutti i sentimenti positivi fossero spariti.
Risucchiati in un vortice.
Si sentiva vuota… come non lo era mai stata.

Sola.
Quale altra parola avrebbe potuto descrivere tanto facilmente il suo stato?
Rinchiusa.
Terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere.
Odiava le sorprese.
Odiava non essere a conoscenza di qualcosa…
Sarebbe impazzita, lo sapeva…
Ne aveva la piena certezza.
Ma ciò che l’avrebbe portata ad impazzire era il fatto di non sapere…

Non sapeva quando sorgesse e quando il sole tramontasse.
I primi giorni era facile… hai ancora la lucidità mentale.
Ma poi tutto comincia ad essere inutile.
Che importanza aveva se era giorno o notte?
Lei, Hermione Granger, non era fuori a godersi le giornate.
Era rinchiusa in una fredda cella di pietra.
Una cella da cui non sarebbe più uscita…
O, almeno, non ne sarebbe uscita viva.

Ad Azkaban.
La prigione dei Maghi.
Un luogo temuto da tutti.
E lei era lì.

Camminava avanti e indietro, percorrendo a piccoli passi il perimetro della sua cella.
Oppure ripassava mentalmente i giorni della settimana o i mesi…
Tutto per mantenere la mente sveglia.
Non poteva cedere.
Loro lo avrebbero sentito.
E,pur essendo bisognosa di qualunque tipo di attenzione, non era molto saggio farsi baciare da “Loro”.

Li sentiva arrivare.
No… non ne percepiva i passi.
Sentiva un profondo vuoto ed un freddo che penetra le carni e raggiunge il cuore.
Sentiva la speranza scivolargli tra le mani… cadere in terra e disperdersi.
Allora sapeva chi si stava avvicinando.

Accanto alla sua cella un ombra scura preannunciava l’arrivo della sentinella.
Non chiedevano… loro sentivano tutto quello che provavi.
E risvegliavano in te tutti quegli orribili ricordi che cerchi disperatamente di dimenticare… di celare in un dimenticatoio.
Era questo il potere dei Dissennatori.

Esseri scheletrici avvolti in un mantello lungo e nero.
Il viso coperto e la testa cinta da delle fasce.
Ecco come si presentavano.
Il respiro si gelava al loro cospetto…

Erano sempre in agguato.
Attendevano pazientemente che uno dei prigionieri tentasse qualche passo falso per…
Baciarlo.
Oh, quale onore era essere baciati da queste creature!
Le vedevi abbassarsi il colletto del mantello, sfilarsi le bende e… accingersi posare sulla tua bocca la loro fessura cavernosa.
Spaventoso.
Orribile.
Il loro bacio aveva lo scopo di succhiarti l’anima…

Come era finita lì… quella si che era una storia da raccontare.
Era quella storia che le era valso un viaggio senza ritorno in quella cella…

Gli eventi si susseguirono ad un ritmo insostenibile quella notte.
Tutto fu troppo veloce per essere capito al volo.
Boati.
Lampi di luce che attraversavano il cielo.
Le urla da qualche parte nel bosco.
Uomini e donne si riversarono fuori dalle tende di un accampamento in tempo per vedere la figura di un uomo alzare la bacchetta in aria.
Mormorò qualcosa a mezza voce.
Dalla punta della bacchetta scaturì qualcosa che si stagliò nel cielo…

Il Marchio Nero.
Dietro l’uomo che l’aveva evocato si raggrupparono altri Mangiamorte.
I loro visi erano coperti dal colletto del mantello…
L’Ordine della Fenice attaccò per primo.
Malocchio e Tonks misero in atto il piano che tanto minuziosamente avevano progettato durante tutti quei mesi di viaggio.

Hermione restò ferma, in disparte ad osservare ammutolita quell’orribile spettacolo.
Sentì le braccia di Ron stringerla e attirarla a sé. Poi corsero.
Il piano…
Recitò mentalmente le parole che Malocchio aveva pronunciato circa un centinaio di volte dalla loro partenza:
“In caso di attacco io e Tonks saremo i primi ad attaccare. Gli altri ci guarderanno le spalle, venendoci in aiuto solo se ci sarà una necessità effettiva… voi tre ragazzi, voi cercate di scappare il più lontano possibile.
Noi vi copriremo, ma dovrete essere veloci… sono molti più di noi e…”.
Qualcosa interruppe i suoi pensieri.
Ron ed Harry, che la precedevano, frenarono bruscamente.
Lei urtò contro di loro e sentì una voce familiare.

“Bene, bene… eccoli qui.
Il moccioso che è sopravvissuto e i suoi compari.
Il mio Signore sarà contento.
Si!”.
Una voce stridula, come di una ragazzina eccitata, pronunciò queste parole, provocando in Hermione una serie di brividi.
Era Bellatrx Lestarnge.
La speranza di sopravvivere era scomparsa…
Ora erano veramente in trappola.

Non poteva tutto finire in quel modo.
No…
Erano partiti con l’intenzione di salvare il mondo dal dilagante caos in cui era scivolato dal giorno del ritorno di Lord Voldemort… e ora erano in trappola.
Sembrava non esserci via di scampo.
La donna li guardò trionfalmente poi pronunciò qualcosa e sollevò in aria la bacchetta…

Scintille rosse…
Hermione ringraziò mentalmente qualcuno.
Non era verde… la luce era rossa.
Bellatrix non aveva invocato l’Avada Kedavra.
Non era ancora finita.
Harry andò all’attacco…

Prima che Ron potesse fermarlo, Harry fu addosso alla donna.
Hermione capì a cosa le scintille rosse servivano… richiamare l’attenzione degli altri Mangiamorte.
Il ragazzo l’aveva capito prima di lei e ora lottava per cercare di strapparle di mano la bacchetta.
Ma prima che Harry potessero pronunciare un qualche incantesimo Hermione intervenne…

“AVADA KEDAVRA!”.
No.
Non poteva crederci.
Eppure… eppure lo aveva fatto.
Dalla punta della sua bacchetta scaturì una potente luce verde che investì in pieno Bellatrix.
Lei si accasciò senza vita in terra.
Harry e Ron guardarono Hermione…
“Scappiamo…”.

Non riuscì a dire altro.
Aveva appena ucciso un essere umano.
Certo, era una donna malvagia che non avrebbe avuto scrupoli nel fare la stessa cosa con loro…
Ma era pur sempre…
Non ebbe tempo di realizzare.
Harry e Ron avevano attirato con un incantesimo di evocazione le proprie scope, che erano restate nelle tende dell’accampamento.
Salì a cavalcioni sulla Firebolt di Harry e insieme spiccarono il volo.

Anche a distanza di tempo, Hermione non era sicura di come avessero fatto a sfuggire a quell’attacco.
Avevano raggiunto un punto che, a parere di Malocchio era sicuro.
L’unica cosa che restava da fare era aspettare.
Aspettare che un superstite si facesse vivo.

Un fiume in piena… ecco come i pensieri di Hermione potevano essere ben definiti.
I ragionamenti, le considerazioni… si sovrapponeva rendendo tutto il meno chiaro possibile.
Avrebbe voluto urlare…
Ma era troppo pericoloso.
Avrebbe voluto strapparsi i capelli dalla testa.
Era in preda al panico, e non le piaceva perdere la testa in quel modo.
Qualcuno l’abbraccio e lei poté nascondere il viso ed iniziare a piangere spudoratamente.

Perché lo aveva fatto?
Aveva avuto paura che Bellatrix facesse del male ad Harry…
Voleva salvarsi.
La via più facile era quella di ucciderla…
Non aveva tenuto fede alla promessa fatta ad Harry.
Non aveva scelto ciò che era giusto, ma ciò che era facile.

La testa le doleva… era pesante.
Gli occhi… li aprì.
Ma tutto era restato nero.
Sbatté le palpebre un paio di volte, ma il risultato non cambiò.
A tastoni cercò la sua bacchetta in terra… non c’era.
Era sola.
Un urlo disperato…

Si alzò in piedi.
Corse con il solo risultato di sbattere contro le pareti di pietra.
Affannata e con il respiro rotto dai singhiozzi si accasciò in terra…
Alle sue spalle sentì che l’appoggio era diverso…

Sbarre… sbarre di ferro.
Le ci vollero alcuni minuti per mettere la situazione a fuoco.
Chiuse gli occhi ed una serie di rumori e di immagini, apparentemente senza senso si proposero alla sua memoria…

Piangeva sulla spalla di Harry…
Poi qualcosa l’aveva strappata via da quel calore e da quel conforto.
Una mano… o meglio, quello che rimaneva di una mano, l’aveva strattonata.
Un freddo improvviso ed inquietante l’aveva invasa.
L’immagine della morte di Bellatrix si fece sempre più nitida…
La paura.
L’angoscia.
Il senso di colpa…
Tutto venne amplificato.
Era come se tutto quello che di positivo al mondo esisteva fosse scomparso.
Come se tutta la gioia che si potesse provare fosse scomparsa lasciando spazio al dolore e alla paura…
“Dissennatori…”.

Un gruppo di Dissennatori li circondava.
Erano al servizio dell’Oscuro Sire.
Era terribile… la loro presenza in quel luogo poteva dire solo una cosa…
Tutti i membri dell’Ordine erano morti. E qualcuno (come quel Mundungus Fletcher) per mettere in salvo la pelle aveva rivelato il nascondiglio…

Hermione si divincolò dalla stretta del Dissenntore e si strinse tra i due amici.
Insiemi evocarono dei Patronus… ma ebbero scarsi risultati.
Erano troppi.
Ben presto gli furono addosso…
I cappucci abbassati.

Ron tremava da capo a piedi…
Non riusciva più a muoversi. Anche Hermione pareva paralizzata ma…
Ma la sua mente era ancora lucida.
Lui invece aveva ceduto.
Aveva imboccato la via senza ritorno… aveva perso il senno.
Uno di loro se ne accorse, e si chinò su di lui.
Lo baciò…
Fu orribile.

L’anima… gli aveva strappata via l’anima.
Ora era solo un involucro vuoto. Era fisicamente vivo ma…
Era orribile.
Non poteva accettare che fosse successo…
No.
Non a Ron
Avrebbe voluto ucciderli… ucciderli tutti.
Poi si rese conto che era difficile uccidere qualcosa che era già morto.
Perché i Dissennatori non potevano essere definiti vivi…

I suoi occhi…
Gli occhi che una volta esprimevano gioia, dolore, rancore… ora erano vuoti.
Privati di quel folgorio, di quel barlume di vita.
Era straziante.
Ma Hermione non riusciva a non fissare Ron…

Poi qualcosa le colpì la nuca… e tutto quello che la circondava andò con l’affievolirsi.
L’ultima cosa che vide fu il volto di Harry…
Poi il buio la inghiottì.

Era ad Azkaban…

Dopo quello che ad Hermione parve un secolo, riaprì gli occhi.
Era in una cella.
E, cosa ancora più desolante, Harry non era con lei…
Pur sforzandosi con tutte le sue forze non riuscì a ricordare qualche particolare che le potesse rendere chiaro il perché si trovasse ad Azkaban.
La spiegazione giunse… una voce fredda e strascicata si fece strada nel buio…

“Lucius Malfoy” mormorò sommessamente osservando il punto da cui la voce proveniva.
L’uomo, avvolto in un mantello nero, parlò rendendo la verità da sfuggevole a troppo concreta per essere accattata…

“Signorina Granger… finalmente ti sei ripresa eravamo proprio preoccupati… soprattutto uno dei Dissennatori, sai?”.
Rise.
Una risata senza gioia.
Una risata pregna di odio.
Poi continuò.
“Come ci si sente ad essere sole… eh?
Non ci sono più i tuoi amichetti a tenerti compagnia… nessuna protezione.
Ah!
Quando McNair ti ha colpito in testa eravamo indecisi su cosa fare.
Se io non avessi allontanato i Dissennatori avresti fatto la fine di Weasley e dello sfregiato…”.
Qualcosa sembrò rompersi dentro Hermione.
Harry…
Harry era…
No. Non poteva essere.
Non lo poteva accettare.
La voce di Malfoy subì un cambiamento, probabilmente si rese conto di aver toccato un tasto dolente perché il tono divenne più concitato.
“Ti piacerebbe sapere… sapere perché sei qui e non sotto tre metri di terra?
Tu-Sai-Chi ha voluto così. Voleva che la sporca Mezzosangue che aveva ucciso Bellatrix non la scampasse così facilmente.
Sai che vuole fare, signorina Granger… aspetterà che tu perda completamente il senno e poi manderà qualcuno… qualcuno che aspetta con ansia.
Se sei fortunata sarai tanto fuori di testa che non capirai neanche quello che ti succede.
Se sei fortunata…”.

Cercava disperatamente di tenere la mente lucida, di non cedere.
Ma ogni volta che l’ombra si avvicinava i ricordi divenivano sempre più nitidi… sempre più…
Le sembrava che tutto intorno pulsasse.
Tremava.
Voleva urlare…

Quell’agglomerato di sensazioni fu troppo forte.
Lui se ne rese conto…
Lo sentì avvicinarsi aleggiando.
Le pulsazione sempre più forti…
Il sangue fluiva troppo velocemente.
Il respiro affannoso.
era giunto il momento…
congiunse le mani in grembo torcendole…
“Presto tutto sarà finito… presto saremo di nuovo insieme.
Harry, Ron ed Hermione…
per sempre”












 
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