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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AMO LA MIA SQUADRA PIÙ DI TE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/12/2005 18:40:13 (ultimo inserimento: 05/05/06)

una storia d amore nel mondo del calcio e del giornalismo
 
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INCONTRO CON IL CAMPIONE
- Capitolo 1° -

Il locale era stracolmo come al solito. Il chiacchiericcio si sollevava con regolarità da ogni tavolo vicino al bar, e la musica al piano di sotto, dove era situata la pista da ballo, era a dir poco assordante.
"ehi bello?!" un ragazzo muscoloso, dai folti capelli scuri e gli occhi di ghiaccio, stava chiamando il barista, rimanendo appoggiato al bancone in una posa che voleva essere trendy.
Il barista si voltò verso la voce che aveva sentito, e per poco non si sentì mai. Quel locale, essendo in centro, e avendo una fama invidiabile, era spesso frequentato da i cosiddetti V.I.P., quelle persone sopra tutte le altre che i comuni mortali, o almeno alcuni di loro, volevano emulare. Ma un conto era vedere un presentatore, un conto era servire un sopravvissuto a qualche stupido reality show, e un conto era avere davanti il capocannoniere della squadra in testa alla classifica, un campione del calcio.
Il povero ragazzo, in preda a convulsioni emotive, cercò di mostrarsi naturale, ma prima ancora di aver preparato gli angeli azzurri che il campione aveva chiesto, non potè resistere all impulso di chiedergli un autografo.
L altro sorrise a quella richiesta, come se fosse abituato. In effetti ostentava la sua fama, sbattendola in faccia a tutte le persone che incontrava. Era come se il suo intero organismo urlasse: Guardatemi, io sono un Dio e voi dovreste baciarmi i piedi. Alla fine tutti i rotocalchi rosa, che cercavano di affidargli sempre una compagna diversa, lo avevano etichettato come il calciatore meno umile nella storia del calcio nazionale. Il problema era che sapeva di essere bravo, sapeva che molte squadre, anche estere, avrebbero fatto i salti mortali per averlo. E questo l aveva fatto gasare sopra ogni dire. Il comportamento sgorgava da questo senso di onnipotenza.
Alla fine, così, fece un autografo sbilenco, tanto che il barista dovette sforzare la sua vista da dieci decimi per poterlo decifrare, fino a leggere, o meglio, intuire, il nome che c'era scritto.
Francesco Giovannelli (è un nome inventato ovviamente ^^ ndErika).

"wow, mi sembra di essere dentro il paese dei balocchi!" un gruppo di quattro ragazze, piuttosto allegrotte per essere ancora al loro primo bicchiere, stavano ridendo da un bel po'.
La più grande, Sabrina, non aveva ancora smesso di guardarsi attorno,mentre sua sorella Antonella, più piccola e dunque più attenta a piccoli dettagli di galateo moderno, cercava di impedire alla sorella di comportarsi come una proletaria.
"Una proletaria? E' esattamento quello che siamo Anto!" disse, divertita.
L'altra sbuffò stanca "Ma non c'è bisogno che lo sappia tutto il locale!Non facciamoci riconoscere!"
Un'altra ragazza, che aveva più o meno la stessa età di Antonella, cominciò a ridere a crepapelle "Qual è il problema? Tanto non torneremo più in questo locale...oggi è un'occasione speciale!Se siamo qui è solo per festeggiare la prima laureata del gruppo . Veronica, ci hai proprio battute tutte!"
Una ragazza dai folti capelli castani, agitati in bellissimi boccoli naturali, incorniciavano un viso arrossato per il caldo, in cui brillavano due splendidi occhi verdi, grandi e in quel momento pieni di divertimento.
"si vede che ho un'intelligenza superiore alla vostra!" rispose con falsa superbia. Le altre si misero a ridere, punzecchiando quella modestia. In realtà quelle quattro ragazze erano legatissime. Si conoscevano da quando avevano messo la testa al mondo, ed erano sempre state insieme. Anche se l università, in un certo senso, le aveva divise, dato che ognuna aveva preso un diverso indirizzo disciplinare, nulla era più bello di tornare tutte insieme e raccontarsi le cose più emozionanti. E quella mattina, Veronica, si era laureata col massimo dei voti e plauso accademico in giornalismo. La prima del gruppo. E se quella sera erano tutte insieme in un locale in, caro, anche troppo per le loro finanze limitate di studentesse, era proprio per festeggiare quell evento, un evento che accadeva una volta sola nella vita, quasi come i 18 anni, anche se questo era molto meglio, più soddisfacente. Dopotutto non tutti arrivavano al 110 e lode con plauso accademico,mentre gli anni passano per tutti. Tutti fanno 18 anni, prima o poi.
"e quando farai il tuo primo servizio?" chiese Marianna, alzando il bicchiere.
"Quando avrò un'offerta!" rispose Veronica, mettendosi a ridere.
"e che testata vuoi? La gazzetta?Il corriere? Il messaggero?La repubblica?"
Ancora una volta Veronica si mise a ridere "Va bene qualsiasi testata, purchè abbia le pagine sportive, è quella la mia specializzazione!"
Sabrina annuì con insofferenza "Lo sappiamo bene. E' da quando eravamo bambine che va avanti questa storia..Invece di giocare con le barbie o con i passeggini, ci costringevi a giocare a calcio, razza di dittatrice!"
Il volto di Veronica divenne quello di un angioletto "ma che ci posso fare io se mi è sempre piaciuto il calcio? E poi nn fare tanto la superiore Sabri, altrimenti non ti presenterò Francesco Totti, quando dovrò fare un servizio su di lui!" ( questa storia ha come protagonisti del tutto immaginari, i calciatori protagonisti di questa fic non esistono, e neanche le squadre in cui giocano -motivo per cui non le nominerò- però ogni tanto farò il nome di calciatori vero -per lo più romanisti ^_^- per dare un senso di verosimile ndErika)
"Non oserai!" disse Sabrina "il mio bel capitano *_*"
"Tuo?" la prese in giro sua sorella Antonella che per qualche strana coincidenza terrena, incomprensibile alla sua famiglia ultra romanista, teneva (non tifava, teneva...) per la Fiorentina. "Non penso che Hilary Blasi ne sarebbe contenta!"
"^_-" sua sorella la guardò con malizia "tu aspetta che lo incontro, poi staremo a vedere..."

Le risate delle quattro amiche, venne interrotta dall entrata in scena di una voce bassa, sensuale.
"che ci fanno quattro belle ragazze tutte sole?"
Sabrina, Marianna e Antonella spalancarono gli occhi. Nessuna di loro provava grande interesse per quella persona, o per la squadra in cui giocava. Ma sapevano bene che invece Veronica era capo ultra quasi di quei colori...
"Pronta per il primo servizio, Vero?" disse Sabrina, tra il divertito e l incredulità
Veronica si volse a guardare chi avesse appena parlato, e quando vide quella faccia imbronciò il bel musetto, che fino a quel momento era stato completamente rilassato. Senza dire niente si alzò allontanandosi dal tavolo.
Il ragazzo la guardò sorpreso mentre si allontanava. Non gli capitava tutti i giorni, anzi, quasi mai. Mai che una ragazza, vedendolo si alzasse e se ne andasse. E non c'entrava il fatto che era un calciatore ricco e famoso. Bastava il suo aspetto di solito, anche se gli dava un po' fastidio il non essere riconosciuto. Si era avvicinato a quel tavolo perchè, attraverso uno degli innumerevoli specchi, aveva visto proprio quella ragazza dai capelli ricci che rideva, e aveva deciso di sfoggiare tutto il suo charme maschile. Sarebbe stata una bella conquista.
"La vostra amica ha forse qualche problema?" chiese, sedendosi al posto che fino a poco tempo prima era stato della ragazza.
Nessuna delle tre sulle prime rispose, poi Sabrina, romanista fino al midollo, decise che non era davvero il caso di essere intimidita da un giocatore che non giocava nella sua squadra. Insomma, era bravo, ma non era che, adesso, solo perchè aveva glissato la Juventus che non se la passava affatto bene (scusatemi, è un sogno di tutti i tifosi non bianco-neri, vedere la Signora, scendere in basso ^^ non vogliatemene troppo! ndErika), solo perchè aveva, con i suoi goal guidato una squadra che sembrava sull orlo del baratro al primo posto...non era che, adesso, per tutte quelle ragioni, lei dovesse prostrarsi ai suoi piedi. Non sarebbe mai successo, a meno che non avesse difronte un Francesco Totti, un Vincenzo Montella, un Damiano Tommasi. Solo allora, il suo cuore giallo-rosso avrebbe potuto prendersi la briga di non obbedire agli ordini del cervello.
"Oh si che ce l ha!" disse alla fine, divertita "è tifosa della tua squadra...e il suo problema maggiore, in questa circostanza sei proprio tu!"
Francesco sorrise, mentre un'aria di competizione nasceva dentro di lui, dando un sapore nuovo a quella serata. C'era profumo di sfida nell'aria o si sbagliava? Era certo di no. Era sicuro che sarebbe riuscito a portarsi a letto quella ragazza che sembrava evitarlo come la peste bubbonica.
"Vi dispiace se rimango qui?"
Sabrina stava già per dire di si, quando Francesco aggiunse le quattro paroline magiche "Sto aspettando dei miei colleghi"
Alla fine, pensarono tutte, Veronica voleva diventare giornalista sportiva, quindi doveva imparare a mettere da parte le sue passioni personali. E loro tre erano singles, poteva essere interessante passare una serata con bei ragazzi muscolosi e miliardari.

Stefano Bianchise entrò nel locale con naturalezza, mentre la sua acqua di colonia, la stessa da dieci anni come minimo, invadeva le narici delle persone a lui più prossime. Non aveva mai immaginato che un giorno, in vita sua, si sarebbe potuto permettere un locale come quello. E invece, di colpo, non solo era diventato possibile, ma era una delle uscite più basse che faceva. Nonostante adesso 'navigasse nell'oro', tuttavia, aveva mantenuto in sè tutti gli insegnamenti ricevuti prima del suo successo. Ancora adesso era attento a come amministrava i suoi soldi. Ancora adesso faceva il confronto dei prezzi...i suoi amici lo prendevano in giro, ma per lui non era mai stato un problema troppo serio.
Si guardò intorno alla ricerca dell amico, finchè non lo vide. Come al solito era al tavolo con delle belle ragazze, e probabilmente stava mostrando loro tutto il suo charme, chiedendo come facevano a resistere a tanta meraviglia. Non era un cattivo ragazzo, forse il problema era che era troppo pieno di sè. Probabilmente finchè le ragazze avrebbero continuato a morirgli dietro, lui avrebbe continuato a quel modo. Gli serviva davvero una che gli facesse sudare il suo essere uomo.
Stefano non sapeva che, a quell incontro, avrebbe assistito anche lui.
Così, sorridendo divertito, si avvicinò al tavolo.

"Conoscete Stefano Bianchise?" Francesco ormai era entrato abbastanza in confidenza con le ragazze che aveva al tavolo. Non si sarebbe mosso da lì finchè non sarebbe tornata la bella ragazza di nome Veronica.
Le tre guardarono l ultimo arrivato. Capelli castani chiari, ricci sulla testa. Occhi nocciola che sembravano essere molto dolci, ma anche molto attenti.
"Certo!" rispose Antonella esuberando "guarda che noi ce ne intendiamo di calcio!"
Francesco si mise a ridere, chiedendo scusa per la gaffe "Stefano, Sabrina è romanista, quindi vedete di non scannarvi!"
Stefano guardò la ragazza che l amico aveva accennato. Era molto carina. I capelli neri, lisci, era tagliati secondo l ultima moda, con la frangetta che scendeva lateralmente, nascondendo quasi del tutto uno dei due occhi celesti. Era truccata leggermente, con i colori della terra. Le guance erano rosse naturalmente.
In effetti, che fosse romanista non era davvero un problema.
D altra parte sabrina avrebbe anche potuto uccidere Francesco senza rimpiangere troppo la sua dipartita. Ma era quello il modo di presentare un amico? Specie se quell amico era così carino!
"farò del mio meglio.." sorrise il ragazzo, avvicinando una sedia e mettendosi a sedere
Sabrina ricambiò il sorriso "Al contrario di quello che pensa Francesco, io non scanno la gente!"
Alla fine, poi, Veronica dovette tornare al suo tavolo. Non poteva stare in piedi tutta la serata, senza divertirsi. E non poteva pensare che il suo divertimento dipendesse da quella faccia di...
No, aveva giurato che non avrebbe mai dovuto mostrare i suoi sentimenti così apertamente, doveva imparare a controllarli. Dopotutto voleva diventare giornalista sportiva? Nessuno l avrebbe mai presa, se avesse cominciato a dire chi voleva e chi non voleva intervistare. Bisognava pensarla in quei termini, punto e basta.
E da lontano capì che, se anche avesse chiesto alle amiche di andarsene, loro non sarebbero state affatto contente. Specie Sabrina che pareva del tutto rapita dall ultimo arrivato. Stefano Bianchise. Razza di traditrice, pensava Veronica mentre raggiungeva il tavolo, e pensare che per tutta la vita o poco meno aveva sempre giurato amore eterno a Totti.
"sei sulla mia sedia..." disse sgarbata, fermandosi al fianco di Francesco. Quest ultimo alzò lo sguardo "Oh Veronica.." disse con confidenza "Finalmente hai deciso di unirti a noi? Ma non è carino pretendere indietro il posto dopo che ci si è allontanati..."
Veronica trattenne l impulso di prenderlo subito a pugni. Professionalità, ci voleva professionalità. "Non pensavi ci fossero parassiti qui dentro! Ma se il tuo deretano è tanto comodo su quella sedia, tranquillo,ne prendo un'altra!"
In quel momento Francesco si alzò porgendole la sedia "Ti pare che faccio scomodare una ragazza?"
Ma Veronica si era già presa una sedia e si era messa a sedere "Tranquillo, non sei tu che decidi se mi scomodo o meno!"
Stefano l aveva guardata e si era messo a ridere. Finalmente Francesco aveva trovato una che sapeva tenergli testa. "Bel caratterino!"
Veronica cambiò totalmente espressione e sorrise. "Grazie, sei molto gentile!"
Francesco la guardò perplesso "ehi, perchè con lui sei così gentile?Sono io che gioco nella tua squadra del cuore"
Lei lo guardò con gelo. "Lui è un campione"
Francesco aveva abbozzato un sorriso smarrito. "sono io il capocannoniere e, scusa Stefano, ma la sua squadra è terzultima in classifica!"
Il gelo negli occhi della ragazza aumentò "E questo cosa vuol dire? Sapessi quanto mi rode andare allo stadio e pagare, così, in minima parte, lo stipendio ad uno come te"
Sabrina si mise una mano tra i capelli, con fare disperato. Una volta tanto conosceva un ragazzo carino, simpatico che, guarda caso, era anche ricco, e una delle sue migliore amico rischiava di mandare tutto a rotoli solo perchè era una capo ultra che pensava di avere delle responsabilità. Stefano la guardò e sorrise "Non gli sta molto simpatico o sbaglio?"
sabrina lo guardò, ringraziando la sua buona stella. "penso che gli staccherebbe la testa a morsi se potesse.."
Alla fine, Antonella e Marianna, avevano accettato l invito di due bei ragazzi, e si erano allontanate. Quando poi anche Stefano si alzò,invitando Sabrina, Veronica mandò all amica un'occhiata di soccorso.
Guarda caso, quella volta Sabrina non la vide.

"Mi dici perchè ce l hai tanto con me?" chiese Francesco a Veronica "Non mi conosci neanche!"
La ragazza annuì "Questo è vero. Sai che mi sono laureata in giornalismo?"
Francesco pensò che finalmente la ragazza si stesse aprendo, che avesse capito la sua fortuna nell essere la prescelta nella lista di Giovannelli, numero nove sulla maglia. "Ah si? Che brava, e dimmi..."
Ma la sua frase di circostanza fu subito interrotta "Mi sono specializzata in giornalismo sportivo, quindi vuol dire che ne so qualcosa, vuoi? quindi, è vero, non ti conosco, ma il modo di giocare di un calciatore la dice lunga sulla sua personalità.."
"Ma di che parli?" sbottò Francesco che cominciava a perdere la pazienza "E' solo un gioco, non è un esercizio psicosociologico! E poi che hai da lamentarti?Dopotutto se siamo primi, e questo non lo puoi negare, è anche merito mio"
Ancora una volta Veronica si trovò ad annuire "Niente da dire. Se non ci fossi tu che segnassi tanto la squadra non avrebbe vinto tutte le partite fino ad oggi. Questo è vero. Ma questo non fa di te un campione. Sei bravo, ma non hai cuore."
Francesco sembrò arrabbiarsi "Ma che ne sai? Io ne ho tanto di cuore, ho più cuore di tutti quelli che..."
"Ok!" disse Veronica alzando un braccio "Mi spiego meglio, non sei attaccato alla maglia, ecco perchè la curva ti fischia sempre, anche se ci stai guidando verso lo scudetto!"
Ecco che ci risiamo! Pensò francesco stanco. Quella veronica doveva essere davvero una capo ultra per parlare in quel modo.
"Voglio dire...Tu sei bravissimo, e lo sai. Forse è proprio questo il problema, sai di esserlo. Ti credi superiore a tutti i comuni mortali, un Dio sceso in terra, e tutto questo si rispecchia nel tuo modo di rapportarti alla tifoseria. Pensi di essere il perno di questa squadra: forse è vero che senza di te non saremmo prima, ma siamo esistiti prima di te, e continueremo ad esserci..."
"Quindi mi stai facendo tutto questo popò di paternale solo perchè non ho firmato, giusto? Hai solo paura che me ne vada no?"
Veronica scosse il capo. "non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto, e hai equivocato tutto!"
Francesco sorrise, cercando di essere il piu sensuale che poteva "Io invece penso di no..." e detto questo avvicinò la sua mano a quella di lei. Veronica fu lesta nel togliere la sua "Se fai tanto anche solo a sfiorarmi,giuro che rientrerai in campo zoppicando!"
"sei davvero intrattabile!"
"Fammi indovinare..." disse Veronica guardandolo con occhi pieni di odio "...pensavi che fossi un'altra delle tue conquiste?Guarda questo ciondolo..." e dicendolo mostrò il piccolo simbolo che portava al collo. Il simbolo della sua squadra "...è parte di me. Non permetterò mai a nessuno che non abbia il mio stesso amore per questi colori, o che non li rispetti, di avvicinarsi a me, chiaro? Penso che questo ti escluda a priori..."
Il ragazzo sorrise. Sarebbe stata una bellissima sfida! "Non la penserai così per sempre...la prossima volta cadrai ai miei piedi.."
Veronica lo guardò scettico "Non ci sarà una prossima volta! Per quanto mi riguarda io e te non ci rivedremo mai più..."
Non sapeva quanto quelle parole fossero lontane dalla verità.



continua...


 
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