UNICO
- Capitolo 1° -
Era strano…
Anche se oramai era abituato alle stranezze del suo mondo non riusciva ancora a tollerare che le persone di “quella foto” gli sorridessero. Non riusciva a sopportare il loro sorriso…
Succedette ciò che più temeva.
Un lampo, una luce accecante.
Poi uno strattone in un punto imprecisato attorno all’ombelico.
Poi il buio. Le tenebre.
Non sentiva nient’altro che i battiti del suo cuore.
Un freddo glaciale lo avvolgeva.
Paura.
Ecco cosa provava. Non aveva avuto modo di rendersi conto di quello che stava accadendo.
Il ritmo degli eventi era stato troppo veloce.
L’abbattimento della porta del dormitorio.
Quelle urla.
La luce. Quel lampo accecante e poi…
poi aveva toccato qualcosa. Una passaporta.
Dove si trovava?
Era troppo buio per distinguere qualcosa. Non aveva neanche gli occhiali.
Tastò il pavimento di pietra e trovò, accanto a sé, la sua bacchetta.
Si sentì più sicuro.
Mormorò qualcosa e la bacchetta si illuminò.
Ma quello che vide gli fece rimpiangere il buio.
Non era possibile.
Non poteva essere.
Non poteva accettarlo.
Eppure era quello che i suoi occhi gli mostravano.
Non poteva urlare.
No.
Non poteva…
Immobile. Lo sguardo fisso su un punto.
Il punto dove un corpo inerme giaceva.
Era strana la morte.
Ed era incomprensibile.
Per Harry era inaccettabile…
Un ciuffo di capelli le copriva il volto.
Le guance erano rosse e le labbra di un tenue rosa.
Indossava un abito azzurro.
Era stupenda.
La sua bellezza sarebbe rimasta intatta per sempre.
Harry l’avrebbe impressa per sempre nella sua mente.
Avada Kedavra. Maledizione Senza Perdono. Anatema Illegale.
Ti uccideva all’istante. Senza dolore. Non hai il tempo di capire quello che ti sta per accadere.
Quella luce verde che sprizza dalla punta di una bacchetta e ti investe in pieno togliendoti la vita.
Se non fosse per la mancanza di funzioni vitali coloro che ne vengono colpiti sembrerebbero ancora vivi…
I Mangiamorte fecero irruzione nel Dormitorio di Grifondoro.
Neville.
Seamus.
Dean.
Ron.
Tutti morti.
Eppure c’era qualcun altro nel Dormitorio quella notte.
Una ragazza aveva cercato conforto tra le braccia di un amico. Ma quello che trovò fu la morte.
Hermione.
Così testarda. Caparbia. Furba. Intelligente.
Harry l’aveva sempre considerata solo come un amica. Mai come una ragazza.
Ma quando l’aveva vista insieme a Ron si era reso conto di quanto fosse bella.
Solo quando Ron si era innamorato di lei, Harry aveva compreso.
Fu come un pugno allo stomaco.
E quando lei venne nel suo Dormitorio tutto fu nettamente più chiaro.
Non ci fu neanche bisogno di parlare.
Harry si salvò da quell’attacco.
Hermione aveva stregato i suoi occhiali in modo da trasformarli in una passaporta.
Ma lei non ce la fece. Morì.
Quando i primi raggi di sole spuntarono all’orizzonte Harry capì dove si trovava.
La Tana.
Harry, Ron e Hermione.
Sorridevano. Si stringevano felici.
Contenti di essere insieme.
Ma ora che non era più così. Ora che i due suoi più grandi amici erano morti, cosa gli rimaneva?
L’amaro in bocca e una vecchia fotografia.
Una foto che non rispecchiava la tristezza e la solitudine della realtà che stava vivendo.
Ripiegò la foto e la riposa nella tasca posteriore dei suoi jeans.
Con la mano si asciugò le lacrime.
Poi partì.
“Mi vendicherò…
Per Ron e Hermione.
Per i miei amici…”
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