CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -
“Case di pane, riunioni di rane
vecchie che ballano nelle cadillac
muscoli d'oro, corone d'alloro
canzoni d'amore per bimbi col frack
musica seria, luce che varia
pioggia che cade, vita che scorre
cani randagi, cammelli e re magi…”
Ci sono tante cose belle e strane nella vita.
Tu sei decisamente una di quelle…
E così tante cose mi ricordano te.
Una casa con un grosso portone.
Quando abbiamo fatto quella cena tutti insieme…
Una riunione tra amici.
…Dove le mie amiche hanno fatto di tutto per lasciarci da soli.
E c’era il povero Andre che non capiva la situazione e gli altri lo chiamavano per portarlo via dalla stanza dov’eravamo io e te (“Andreee vieni a giocare a carte!!! Vieni qui,da bravo!”).
E poi, sempre quella sera, Pete e Mauro che quasi ti picchiavano, il primo perché tu mi portassi a casa, il secondo perché ci provassi con me (“Ma non ti sei ancora chiarito le idee?? Datti una mossa!!”).
Vedere ragazzi di colore che giocano a basket, con la pelle lucida e i muscoli perfetti.
Anche tu giochi a basket, anche tu hai i bei lineamenti di tanti ragazzi neri.
E anche se non ti ho mai visto in campo, so che quando giochi sei fantastico.
Lo so e basta.
La tua vecchia Punto con appoggiati sul cruscotto i tuoi vecchi, orribili guanti che metti la mattina per il freddo.
Quanto ti ho preso in giro per quei guanti! Sembrava che qualcuno ci avesse vomitato sopra, erano di un colore allucinante.
E la tua autoradio che trasmetteva una canzone d’amore, la prima volta che siamo usciti da soli.
Ogni volta che vedo una Punto ti penso.
Adesso fanno pure la pubblicità dalla nuova Punto con la canzone di Vasco che a te piace tanto.
Guardacaso…
La pioggia che scendeva quell’ultimo giorno a Parigi.
E quando tornò il sereno era ormai ora di partire, e la pioggia sembrava aver lavato via anche quei mesi di incomprensioni tra di noi.
Ma poi, al ritorno…
Tu che te ne andavi, e Mattia che cercava di consolarmi dicendomi che a volte le strade delle persone si dividono, riuscendo solo a farmi piangere di più.
Apprezzo comunque il suo gesto…
Ma quanto ho pianto, in quei giorni.
Poi quella cena di Natale, sempre con i soliti amici.
Però eravamo tornati a non parlarci.
Anzi, stavolta ero io a far finta che tu non esistessi.
Mi avevi fatto troppo male, era stato chiaro quando quella stupida battuta di Mauro era bastata a dare il via libera alle lacrime che pensavo non avrei mai più versato per te.
E allora era stato Pete ad aiutarmi, quando gli altri, distratti o assenti, non avevano fatto caso alla tua espressione vuota e alla mia fuga.
…Quello che allora non sapevo era che non era per niente finita lì, questa pazza storia.
“…forse fa male eppure mi va
di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare …”
Sono stupida, lo so.
Mi faccio sempre male ma non rinuncerei mai a vivere la vita fino in fondo.
Ci metto meno di una frazione di secondo a buttarmi giù dal ciglio del burrone.
Tu invece… Tu non ti butti mai.
Sarà perché soffri di vertigini.
Come quando non sei salito sulla torre Eiffel.
Me ne stavo lì, con il vento nei capelli, guardando la città ai miei piedi…
E tu non eri con me.
“…mi fido di te
io mi fido di te
ehi mi fido di te
cosa sei disposto a perdere…”
Il fatto è che…
Nonostante tutto, mi fido di te.
E tu?
Sei disposto a perdere un po’ di tempo per me?
A cedermi una piccola parte dei tuoi pensieri?
Questi sono solo alcuni pensieri messi insieme disordinatamente, perciò non tutti riflettono il mio stato d’animo attuale, alcuni sono solo ricordi o sentimenti appartenenti al passato.
La canzone è “Mi fido di te” di Jovanotti.
Continua…forse…se mi viene l’ispirazione^^
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