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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: IL BUIO...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: nimphadora galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/12/2005 22:25:47

hermione li vide cedere sotto il peso dei loro corpi inermi… ron le cadde addosso, privo di vita...
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

Hermione era china su un enorme libro rilegato in pelle. Gli occhi ridotti a fessure ancora intenti a leggere. La luce della candela era flebile e disegnava sul suo volto strane ombre. La finestra alle sue spalle si spalancò facendo entrare una fredda folata di vento. Restò al buio, da sola…

Essere la migliore in tutto era l’unica cosa che desiderava. Studiare, imparare a memoria quelle difficili nozioni la faceva sentire in qualche modo speciale. Perché lei non era altro che una ragazzina come le altre. Come tante altre.
Emergere dallo status di semplice Mezzosangue era stato difficile. Ad Hogwarts era sempre stata trattata bene, rispettata dagli insegnanti e dai compagni di Grifondoro. Ma tra i corridoi del castello c’era sempre qualcuno che l’additava sussurrando qualcosa all’orecchio di un amico. Ogni volta che questo accadeva il sangue nelle sue vene cominciava a fluire più velocemente. I suoi pugni si serravano e cominciava a digrignare i denti. Ma lei era superiore, li sorpassava a testa alta, come se non esistessero… come se quei corridoi fossero vuoti.

Per tutti lei era la secchiona… la mezzosangue… oppure Granger, l’amica di Harry Potter.
Nessuno teneva a mente il suo nome. Avrebbe voluto gridarlo in faccia a tutti, urlare che il suo nome era Hermione.
Ma la sua immagine era eclissata da quella del ragazzo-che-è-sopravvissuto.
A volte ripensava al momento in cui Krum, nella biblioteca, l’aveva invitata al Ballo del Ceppo.
In fondo doveva ammettere che non conosceva affatto quel ragazzo, che loro due non avevano niente in comune. E allora perché aveva detto di sì? Per quale motivo aveva accettato di accompagnare Victor Krum a quel Ballo?
La voce della sua coscienza si fece sentire… “In fondo Rita Skeeter non aveva tutti i torti, vero?”.

“Inclinazione verso i maghi famosi…” quando aveva letto queste poche parole in un articolo della Gazzetta del Profeta aveva provato una forte indignazione. Aveva difeso a spada tratta i suoi principi morali.
Eppure era andata al Ballo del Ceppo con un famoso giocatore di Quidditch nonché campione Tremaghi di Durmstrang.
E quella sera era stata lei al centro dell’attenzione. Tutti l’avevano ammirata… molte delle persone che riuscivano trovare sempre e in qualunque situazione un pretesto per rivolgerle degli insulti rimasero ammutoliti di fronte alla sua bellezza… e allo stupore di vederla a braccetto con il Cercatore della Squadra Bulgara di Quidditch.
Si sentì così bene ad attraversare la stanza insieme al corteo del Tremaghi. Oltrepassando gli sguardi ammirati dei ragazzi e quelli poco lusinghieri delle dame. Sentì un fremito lungo la schiena mentre Krum la stringeva a sé e insieme aprivano le danze.
Quando quella sera fece ritorno al Dormitorio vi trovò Ron. E una nuova emozione fece strada nel suo ego: un ragazzo provava gelosia nei suoi confronti.
Avevano urlato, erano arrossiti, si erano rivolti insulti e poi lei gli aveva spiattellato la verità nuda cruda. Con la sua solita teatralità girò sui tacchi e sparì su per le scale che portavano al dormitorio femminile.

Ronald Weasley. Sempre intento a competere con le imprese dei fratelli più grandi.
Charly, Bill e Percy. Esempi di perfezione a livello scolastico e, per i primi due, sportivo. Prefetti e Caposcuola.
Lui invece non eccelleva praticamente in niente. Mediocre a scuola e alquanto pessimo a Quidditch, o, come Angelina soleva ripetere:”Giocherebbe bene se lo stadio fosse vuoto…”.
Eppure Hermione era la sua migliore amica. Provava per lui un affetto speciale. Diverso da quello che provava per Harry, però.
Ma Ron non era quello che lei cercava… non lo era affatto.
Invisibile e candidato all’anonimato non avrebbe potuto appagare la sete di gloria che Hermione bramava… quella sete che la spinse a tanto.

Non era incorruttibile. Scoprì che la fama la tentava più di ogni altra cosa.

Urla squarciarono il silenzio. Fiamme imperversavano. Tutti gli abitanti della Tana si svegliarono. Si riversarono fuori dove i Mangiamorte li attendevano.
Non ci fu lotta. Il fattore sorpresa aveva avuto effetto…
Molti membri dell’Ordine si afflosciarono a terra dopo alcune esplosioni di luce verde.
Il fumo annebbiava la vista. Il fuco si propagava.
Altre bacchette si levarono in aria. Correre, urlare tentare di sfuggire era inutile.
Dovunque si volgesse lo sguardo si assisteva a qualcosa di orribile…


Un incantesimo sollevò Tonks da terra scaraventandola su un albero.
Moody venne privato della gamba metallica e torturato fino allo stremo.
I Weasley vennero uccisi senza pietà.
Hermione li vide cedere sotto il peso dei loro corpi inermi… Ron le cadde addosso, privo di vita.
Piangere era inutile. Tentare di scuoterlo anche.
Avrebbe dovuto scappare ma non riusciva ad alzarsi. Harry cercò di farla ragionare, ma era inutile…

Oramai era tardi.
Lucius Malfoy si levò la maschera e sparò in alto delle scintille rosse con la bacchetta. Tutti i Mangiamorte presenti fecero silenzio e si riunirono accanto a lui. Aspettavano qualcosa.
Qualcosa che nessuno dei due superstiti voleva immaginare.

Qualcosa si materializzò di fronte ai loro occhi increduli. Una sottile figura ammantata. Lord Voldemort…
Hermione si alzò in piedi mentre Harry cercava di proteggerla col suo corpo.
Ma lei si divincolò.
Harry provò a trattenerla da una manica dell’abito ma fu inutile.
La vide correre in contro alla morte…

Non sapeva perché era tornata. Forse aveva troppa paura. Paura dell’ignoto. In fondo a lei era sempre piaciuto sapere le cose. Affrontare qualcosa di cui non era a conoscenza la intimoriva.
O forse la paura era un'altra… quella che, dopo la sua morte, tutti avrebbe dimenticato Hermione Granger.
Che tutti rimuovessero il ricordo di quella ragazzina che sacrificò la sua vita per salvare il mondo… per riattivare una magia che nemmeno Voldemort poteva prevedere: quella dell’amore.

Ora che anche la candela si era spenta era giunto il momento di andare.
Attraversò la parete e il suo spettro grigio svanì nella notte cupa…


 
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