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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: FIREFLY`S ANCESTRY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kyaelys galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/12/2005 21:32:32 (ultimo inserimento: 05/12/05)

cosa si prova sapendo in anticipo il giorno della propria morte?arill lo sa..è il suo destino..ma1misteriosa forza la catapulterà in1regno magico e...
 
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- Capitolo 1° -


CAP 01 La fata senza espressione_


Le ultime gocce scivolavano incessanti.
Non lasciavano tregua. Un sospiro.
La fanciulla si alzò in piedi, spazzolando via la polvere dall'abito, incapace di staccare un momento lo sguardo da quel gocciolio.
Erano ore che lo fissava...
quel ragazzo...chi era? Un giovane dalla pelle ambrata, con i capelli castano scuro lunghi fino alle spalle. Era stato ripescato quella mattina dal lago, da suo padre, e ora dormiva lì, di fronte a lei, con gli abiti completamente fradici.
Il suo compito era quello di vegliarlo, e chiamare gli adulti se si fosse svegliato. Ma oramai era già passato mezzogiorno e lei era stanca. Con un ultimo sguardo rassegnato al giovane, si voltò e fece per andarsene, quando una mano le afferrò il braccio.
"...chi sei...?"
La fanciulla, meravigliata, si voltò nuovamente verso di lui, che ora la fissava con stupore misto a diffidenza.
Spazientita si liberò dalla presa, incrociando le braccia al petto.
"Chi sei tu,semmai! Non sono stata io ad essere pescata nel lago in fin di vita!" rispose lei.
Lui ora la fissava insistentemente con qualcosa di differente nello sguardo, che lei non riusciva a decifrare. La ragazza si voltò, per evitare di arrossire, e guardò fuori, attraverso l'ingresso.
"... E va bene..." mormorò rassegnata "Il mio nome è Arill...sono la figlia del capovillagio...e tu chi...? Dov'è finito?!?"
Le era bastato un momento di distrazione e il giovane era svanito come non fosse mai stato realmente lì.
Arill lo cercò ovunque, chiedendosi come avesse fatto a sparire così, visto che l'unica apertura di quella stanza era la porta d'ingresso, ma di lui non c'era traccia.
"Oddio...ora come lo dico a mio padre? Non mi crederà mai!...e questo?...cos'è?"
Un piccolo ciondolo dai mille riflessi, giaceva per terra a pochi passi da lei.
Lo raccolse e lo osservò attentamente. Era una piccola sfera nella quale galleggiava una minuscola perlina dorata iridescente, con una strana scritta incisa, a lei illeggibile.
?:"Arill!"
A:"..Sì, padre?"
La fanciulla si voltò di scatto, facendo scivolare il ciondolo in tasca.
Padre:"Dov'è finito il ferito?!?"
A:"Eeeehm...sparito!"
P:"Come sarebbe a dire 'sparito'?!"
A:"Mmh..."
La fanciulla abbassò lo sguardo, con finto dispiacere.
A:"Non so...si era svegliato...mi ha chiesto chi sono…io ho risposto, voltandomi verso la porta...e quando mi sono girata nuovamente lui non c'era più!"
P:"E come pensi sia possibile?!? Non prendermi in giro! La porta d'ingresso è l'unica apertura di questa stanza!"
A:"...lo so..."
P:"Allora qual'è la verità? Se me lo dirai non ti punirò!"
A:"E quello che ti ho detto!"
Il padre iniziò ad infuriarsi e le tirò uno schiaffo. Arill non fece una piega.
"Odiami!" pensò la ragazza "Ti prego, odiami! Cosi quando accadrà...non soffrirai...".
Ma l'uomo, come al solito, la perdonò.
La ragazza tornò in camera, abbattuta.
Kares, suo padre, la adorava.
Nonostante il fatto che Arill, fin da quando era in fasce, possedeva alcuni strani poteri paranormali, quali il saper volare o far levitare gli oggetti...e altri ne stava acquisendo con il tempo. Tra questi c'è n'era uno che aveva appena scoperto d'avere...uno che odiava.
Era una specie di preveggenza.
Da qualche mese lei era venuta a conoscenza di un fatto del suo futuro...
E sapere ciò l'aveva turbata...e le aveva cambiato totalmente il resto della sua vita.
Perché lei presto sarebbe morta.
Oramai mancava un solo mese...
...solamente una trentina di giorni...
E il suo ultimo desiderio era uno soltanto...che tutti la odiassero, per non soffrire troppo il giorno della sua morte.
Così a soffrire sarebbe stata solo lei...
Solo lei.
Come sempre, infondo.
Ricordava che da bambina aveva un'amichetta.
Si chiamava Yuries.
Le due erano inseparabili...ma un giorno Arill utilizzò i suoi poteri di fronte alla sua amica, pensando che avrebbe compreso.
Lei, invece, ebbe paura e scappò via, lasciando la piccola esper sola.
E lo era sempre, da quel giorno.
Non aveva più voluto legare con nessuno...e da poco tempo cercava addirittura di farsi odiare dalle poche persone che le erano rimaste.
Si rifugiò in camera sua a riflettere, rannicchiandosi sul piccolo letto, vicino ad alcuni peluche rudimentali, cuciti da lei.
Il ricordo di Shu...il suo gatto, morto un anno prima...un peluche lo rappresentava.
Un piccolo coniglio, due cagnolini, un orso bianco, uno bruno...quelli erano i suoi amici...gli unici.
Ma lei non appariva poi tanto triste per questo.
Il suo carattere le imponeva di comportarsi da persona forte, nonostante in realtà non lo era.
Non piangeva mai, non sorrideva mai con il cuore.
Si sentiva come una fata dal viso inespressivo, a suo agio tra quelle creature di pezza.
All'improvviso le tornò alla mente il misterioso ciondolo che prima aveva messo in tasca.
Lo tirò fuori e iniziò ad osservarlo.
Non capiva perché, ma le trasmetteva un senso di nostalgia.
Dopo vari ripensamenti se lo legò al collo e uscì di casa.

********************************************
Il sole non era ancora tramontato, anche se già mandava bagliori aranciati in ogni direzione.
Arill, persa nei suoi pensieri, si addentrò nel bosco delle lucciole, così chiamato a causa delle numerose, minuscole, meteoriti, simili a lucciole, che 17 anni prima precipitarono nel folto, durante una misteriosa tempesta, qualche giorno dopo la sua nascita.
Glielo aveva raccontato più volte suo padre, spiegandole che forse aveva acquisito quel giorno i suoi poteri.
Tra le braccia stringeva il peluche di Shu...in questo modo si sentiva meno sola.
Sollevò il viso al cielo.
Adorava camminare in quei luoghi quando il sole scendeva.
Le dava tranquillità.
Silenziosamente si fermò ad osservare i radi raggi del tramonto che penetravano tra la frescura.
All’improvviso un fruscio alle sue spalle la costrinse a voltarsi.
A:”…eh? Un cagnolino?”
Un piccolo cane si era avvicinato a lei, e ora la fissava scodinzolando.
A:”E tu da dove sbuchi?”
?:”Stai lontana! Quel cane è mio! …Koinu, vieni qui! Quella ragazza è pericolosa…è una strega!”
Arill ostentò un’aria fredda e offesa e si voltò, ma il cagnolino non voleva saperne di andarsi.
Ad un certo punto prese ad abbaiare e poi si mise a correre.
La fanciulla, guidata dal suo sesto senso, decise di seguirlo e il ragazzo le andò dietro a sua volta.
Corsero a lungo, attraversando ruscelli e radure, ma infine giunsero al termine del loro inseguimento, quando il cucciolo si fermò di fronte ad un’ imponente albero fiorito.
Arill, che al contrario del ragazzo non era per nulla affaticata, si avvicinò.
A:”Cosa c’è, piccolo? Hai visto qualcosa?”
Koinu continuava a fissare un punto indefinito sulla corteccia.
Alla fine Arill, non vedendo nulla di strano, si avvicinò di più.
A:”Ma questo…!”
Ragazzo:”Cosa succede? Hai scoperto qualcosa?”
A:”Già…ma tu, piuttosto…com’è che ora mi parli se sono una strega?”
R:”Mah…non sembri cattiva…e poi…sei molto carina!”
A:“Grazie” rispose lei freddamente “…ma non sono solita accettare complimenti da persone che nemmeno si presentano!”
R:”Ah! Perdonami…il mio nome è Dren…credo tu mi abbia già visto da qualche parte per le vie…no, figlia del capovillagio?”
A:”Spiacente…non presto attenzione a quelli che non usano il mio nome per chiamarmi…!”
Dren:”Ma…ecco…io… Non conosco il tuo nome…!”
A:”Bugiardo…tutti nel villaggio conoscono il mio nome…”
D:”Uhuh…e va bene…mi arrendo! Scusa, Arill…”
La ragazza lo guardò con uno dei suoi soliti sguardi glaciali.
A:”Scuse accettate…per questa volta! Ora aiutami a capire cosa significa questo!”
I due iniziarono ad esaminare un piccolo foro sulla corteccia, vicino al cui erano incisi alcuni simboli.
Colta da un’ improvviso flashback, la ragazza estrasse affannata il piccolo ciondolo dalla tasca.
A:”Questo!”
D:”Eh?”
A:”Guarda! I simboli…la forma…
tutto corrisponde…questa è una chiave e quella ne è la serratura!”
D: “Uhuh…già…sembrerebbe così…”
A: “Stupido Dren! Non ‘sembrerebbe’…è così!”
D: “Oook…se lo dici tu…”
A: “…!”
La ragazza decise di ignorarlo e proseguì nel suo esperimento, tentando di infilare la piccola sfera nel foro.
Ci riuscì.
L’istante successivo la terra tremò e i due ragazzi chiusero gli occhi.
Quando Arill li riaprì era sola in un prato.
Ai suoi piedi si presentava una distesa di fiori variopinti…e oltre c’era solo il cielo.
A:”Eh…eeeeh? Dove sono finita...? …Dren? Koinu…?”
La ragazza, rendendosi conto d’ essere rimasta sola, camminò finché il sole non era tramontato, piena di sensi di colpa per essersi allontanata dal villaggio.
Stanca si accasciò a terra e pensò un momento a suo padre che probabilmente la stava cercando, preoccupato per lei.
Fissò un momento l’orizzonte leggermente illuminato da quell’ astro splendente oramai quasi sparito.
Un fruscio attirò d’ improvviso la sua attenzione. Abbassò lo sguardo.
Un gatto siamese la fissò, poi si voltò e camminando, ogni tanto la guardava.
Un tacito invito a seguirlo.
La ragazza accettò e gli corse dietro fino ad un piccolo muretto, sul quale stava posata una gabbia realizzata e decorata in fili d’ oro, con all’interno un piccolo uccellino bianco.
Il gatto sembrava chiederle di liberare il piccolo pennuto.
Arill, dopo un’ attimo di titubanza, assecondò la bizzarra richiesta d’ aiuto.
Subito notò che la serratura corrispondeva esattamente al ciondolo, così senza indugio lo inserì, come gia aveva fatto prima nel tronco d’albero.
Una luce accecante li avvolse, ma stavolta la ragazza non si trovò trasportata chissàddove… Era li…incapace di credere a ciò che aveva visto.
A ciò che ora stava di fronte a lei.

******************* Fine cap1 *****************************



Era da molto che non scrivevo fanfic...e ora sono tornata con una storia tutta mia!
...bè...che ne pensate? Fatemi sapere...che siano consigli, complimenti o critiche...ditemi cosa ne pensate!
Arigatou..

Kisu *Kyaelys*


 
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