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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LOST CHILD
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver
Autore: eyown galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/11/2005 18:17:49 (ultimo inserimento: 04/12/05)

she scream in silence...scream at me, until my ears bleed..
 
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NOVEMBER
- Capitolo 1° -

Oggi, 25 Settembre.

Adoro Novembre. Specialmente quando ho un po’ di tempo per allontanarmi dalla città e dal lavoro. L’aria si riempie del profumo intenso della nebbia, delle foglie bagnate, dell’Inverno imminente. Il 5 Novembre scorso ha segnato una grande data per noi tutti, ma credo che in particolare abbia cambiato la vita di Trè... Adesso, ripensandoci, tutta l’intera faccenda assume un colorito vagamente comico e assurdo, ma allora, quasi un anno fa ormai, vedevamo le cose sotto una luce totalmente diversa. Ricordo perfettamente quando è suonato il campanello..ero a casa solo, Adrienne era uscita per andare a prendere i bambini a scuola. In realtà, quello era mio solenne compito, ma ero completamente preso dalla stesura dell’ultima canzone del nostro nuovo album, che sarebbe uscito di lì a qualche mese nei negozi. Infastidito ho lasciato cadere la matita sul ripiano della cucina, ho sbattuto la sedia all’indietro, rischiando quasi di farla cadere; sono andato alla porta e l’ho aperta…

Ieri, 5 Novembre

Rimango perplesso, aprendo la porta…all’improvviso tutto il fastidio che mi ero caricato addosso a causa di quell’inaspettata interruzione, è scivolato via dal mio corpo come la neve che si scioglie al sole. Di fronte ho una ragazza. Nonostante la temperatura rigida di questi primi giorni di novembre, indossa solo una camicia larga a quadretti e un paio di jeans lisi e strappati, quasi avesse usato solo quelli per mesi. Un paio di scarpe di tela bianche ai piedi, che solo a vederle mi viene freddo e i lunghi capelli corvini raccolti dietro la nuca in una coda. Non ha più di vent’anni, forse meno. E soprattutto mi sembra di averla già vista da qualche parte, solo che al momento la mia memoria sembra voler fare cilecca. Mi ha guardato per qualche minuto senza fiatare..così ho preso io l’iniziativa “Posso aiutarti?” Non so nemmeno come mi è venuta fuori. Lei mi guarda, scuote la testa e mi tende la mano, sorridendomi in un modo tutto suo..con sfida. E la stessa sfida gliel’ho letta chiara nella voce “Tracy Devies..l’ex ragazza del tuo amico Trè…” Ecco dove l’avevo già vista…


Sei mesi prima…


“Adrieeneeee!!!” un urlo che riecheggia nella casa, la giovane donna che sobbalza, lasciandosi sfuggire di mano la mela che stava mangiando. Si volta, correndo lungo il corridoio, aprendo con un solo movimento la porta della stanza del marito..”Oddio Billie, stai male?” Travolta quasi all’instante da una qualche specie di uragano, la ragazza viene sollevata da terra, stretta fra le braccia del marito, girano insieme ora, sull’orlo di una caduta rovinosa. “Dio Adrienne, l’ho trovata. L’ispirazione è tornata da me, ho già buttato giù la prima canzone!!” Adesso capiva il motivo di tutta quell’agitazione..erano settimane che non riusciva più a scrivere nemmeno una parola, non gli veniva alcuna idea, niente di niente, vuoto più totale. E adesso…”Bene Billie, sono felice, ma adesso lasciami giù..” scoppia a ridere, non può farne a meno. La bacia ripetutamente sulle labbra, senza smettere nemmeno quando i due bambini dai capelli neri si affacciano alla porta della stanza e ridacchiano come matti nel vedere i genitori impegnati in tale comica. La lascia andare infine, portando le braccia dietro la testa “Devo andare a dirlo a Mike..e a Trè..” eccitato come un bambino. Questo è il paragone giusto. Il giovane Armstrong recupera le sue carte, nuovamente un bacio alla moglie, uno ai suoi due splendidi figli, i suoi gioielli più preziosi. Nel giro di pochi minuti si ritrova a casa di Mike Dirnt, sorprendendolo nella cura della piccola Estelle. “Guarda Stella…guarda che brutto lo zio Billie..” ride, tenendo la piccola sulle spalle, mentre indica con un dito l’amico, ancora sulla soglia. Parlano per una mezz’ora, entrambi si ritrovano nell’eccitazione più totale..il fatto che Billie si sia finalmente sbloccato è una grande notizia per tutti. L’uscita del nuovo album non si prospetta più così lontana… “Passo da Trè ora..” Billie si è voltato verso la porta, ma questa volta è Mike a trattenerlo. “Ah senti Billie…ho saputo che il nostro ragazzo ha una nuova amichetta…” il tono della voce, un misto fra il divertito e il preoccupato, lascia l’amico decisamente perplesso “Mike, non è la prima volta..perchè dovrebbe suonare strano?” Solleva le spalle. Non è cosa nuova che Trè si trovi qualche ragazza, come chiunque d’altronde. “Lo capirai quando la vedrai..” Un sorriso..poi lascia la casa, tornando in macchina, curiosità che sale alle stelle. Qualcosa di strano questa ragazza deve pur averlo…
Una decina di minuti forse lo separano dalla casa di Trè. Una bella villetta dall’aria anonima, un piccolo giardino a circondarla..l’unica cosa che sicuramente la fa proprietà dell’amico, è l’adesivo attaccato vicino al cancello: la faccia di un famoso Clown, Pennywise..protagonista di un libro e un film dell’orrore. Si lascia sfuggire una risata mentre entra all’interno, andando a bussare alla porta. “Trè sono io, avanti apri..ho grandi notizie!” Passi aldilà della porta…quest’ultima che si apre. Proprio mentre il giovane fa per lanciarsi all’interno sul batterista, si blocca. No, decisamente quello non è Trè…di fronte a lui si ritrova una ragazza. Bellissima da tirar scemi, capelli corvini sciolti sulla schiena, grandi occhi azzurri, indosso solo una camicia appartenente all’amico. Ma una bambina. Non poteva avere più di diciotto, diciannove anni. Adesso capiva cosa aveva voluto dire Mike…
“Tu sei Billie Joe, giusto?” quel tono di voce, impregnato di sfida gli rimase sempre appiccicato addosso, fin dal primo momento. Lo invita ad entrare, senza aspettare una risposta…gli da le spalle, senza preoccuparsi di mettere in mostra quella biancheria intima che la camicia non riesce a coprire “Trè, c’è un tuo amico qui..” Rimane per un attimo impalato all’ingresso, finchè non arriva il ragazzo a prenderlo ed accompagnarlo fino al salotto “Vedo che hai conosciuto TRacy”…


Rain


Questa decisamente non me l’aspettavo. Conobbi Tracey quel pomeriggio e la rividi forse una o due volte prima che lei e Trè si lasciassero, per altro non in amicizia. E adesso mi si presenta davanti alla porta, senza niente con sé. Non capisco perché sia passata proprio da casa mia, non capisco perché, essendo in fondo la sua ex fidanzata, non sia andata direttamente da lui. “Posso entrare?” Per un attimo la sua voce mi fa abbandonare i miei pensieri…mi sono completamente scordato della canzone che stavo scrivendo. Annuisco con un cenno del capo, le faccio cenno di entrare. Per la prima volta, osservandola meglio mentre fa il suo ingresso nel corridoio di casa mia, mi accorgo che ha qualcosa di diverso dall’ultima volta…sembra più…formosa. Ecco un commento per cui Adrie potrebbe uccidermi. Chiudo la porta, lascio cadere la penna che ancora avevo in mano sul tavolino del salotto. “Siediti pure..” le dico, cercando di dimostrarmi gentile, probabilmente solo con il doppio fine di farmi finalmente dire cosa ci fa a casa mia. Ma lei rimane immobile, in piedi davanti al finto caminetto che Adrienne ha voluto a tutti i costi far mettere alla parete sinistra della stanza, dicendo che secondo lei tutto acquista qualcosa di magico, soprattutto a Natale. Ricordo di aver riso sopra questa sua affermazione, subito prima di prenderla per mano e portarla nella nostra camera da letto. Scuoto la testa, cercando di non perdermi in questi ricordi che al momento mi servono a poco. La osservo attento, senza parlare..noto che anche lei è nella contemplazione di qualcosa, una foto incorniciata e appesa al muro, che ritrae il gruppo, tutti e quattro, compreso Jason, vestiti da Babbo Natale. Facevamo un figurone. Mi viene improvvisamente da sorridere, ma il mio entusiasmo nostalgico non la colpisce minimamente; finalmente torna a voltarsi verso di me, incrociando le braccia sotto il seno “Sono venuta qui perché ho bisogno di parlare con te prima che con Trè…tu sei il suo migliore amico e io ho bisogno di un consiglio” Alzo le spalle, mostrandole i palmi delle mani aperte “Dimmi tutto..Tracy..” Le labbra le si piegano in una smorfia quando pronuncio il suo nome, quasi non le piacesse..o più semplicemente, non le piacessi io. Mentre aspetto una risposta, sgrano gli occhi, vedendo che comincia a slacciare i bottoni della camicia, uno alla volta, con una lentezza disarmante “Ehi ehi aspetta Tracy..che fa..” Ho cominciato la frase come a volerla fermare..chissà cosa pensavo volesse fare. E invece mi bloggo, non riesco a finire la parola, rimango con la bocca aperta per qualche istante..fatico a richiuderla, ma adesso comprendo quella sua espressione dove non c’è posto per il sorriso. E’ in piedi davanti a me ora, più vicina, la camicia aperta che si apre sopra il reggiseno bianco e la pelle candida del ventre..che è stranamente gonfio. “E’ di Trè…ne sono sicura..” Non ho mai sentito tanta amarezza in così poche parole..


Don’t Kill the Child...


“Da quanto lo sai?” Le chiedo, dopo che si è rivestita e si è seduta sul divano, cedendo infine alla mia richiesta di mettersi comoda. Le tendo un bicchiere con del thè caldo, vista la temperatura e il suo stato di gravidanza avanzata “Da qualche mese…” è rimasta sul vago, ma io ho seguito Adrienne durante entrambi i parti e le gestazioni dei miei figli..ormai so riconoscere una pancia di tre, quattro o più mesi. Il piccolo doveva essere dentro almeno da cinque. “E’ per questo che sei venuta? Per dirgli che diventerà padre un’altra volta?” ha scosso la testa. Anche adesso mi sembra amareggiata, forse più di prima “No..non diventerà padre. Ho deciso di abortire. “ mi gurda dritto negli occhi, ancora quell’espressione di sfida che le accende il viso. Accetto quella sfida, scommetto quello che ho “Trè non te lo lascerà fare e lo sai..” per la prima volta mi sorride. Ma non mi piace quel sorriso, E’ lo stesso che ha mio figlio quando riesce a mettermi in trappola. Quando mi a una domanda a cui non so rispondere e mi scopre se invento una cosa a caso. “Ne sei sicuro Billie Joe?” Fa apposta a chiamarmi con tutti e due i nomi, è palese..comunque annuisco, senza parole. Perché in fondo non ne sono poi così sicuro. Ultimamente io, Trè e Mike ci siamo trovati a parlare spesso della famiglia..e abbiamo convenuto tutti che due figli per noi e uno per Mike bastavano e avanzavano. Trè in particolare mi sembrava ben convinto a non portare avanti la sua specie. Resta comunque il fatto che non ucciderebbe mai un bambino sapendo che è suo..non le darebbe mai il suo consenso. Metto a frutto i miei dubbi, formulando una nuova domanda “Cosa farai se ti dice che devi tenerlo?” E’ un domanda stupida, ma purtroppo me ne accorgo troppo tardi. Scuote la testa, alzandosi in piedi “Lo farò comunque..non sono qui per chiedergli il permesso. Essendo il padre, deve darmi parte dei soldi per l’operazione..io da sola non ce la faccio…” si guarda attorno, allargando poi le braccia “Come vedi non ho niente se non la metà dei soldi che mi servono..quando i miei hanno saputo che ero incinta, hanno pensato bene di buttarmi in mezzo ad una strada..” Appoggia il bicchiere sul tavolino, fa per allontanarsi verso la porta d’ingresso. Esco nuovamente dai miei pensieri e l’afferro per un braccio, prima che raggiunga il corridoio “Ma dove vai…se come hai detto tu non hai niente, è inutile che vai in giro per la città da sola, per di più incinta..tanto non troverai Trè a casa sua, è via con Mike..torneranno domani sera. “ Ah, ecco il mio spirito di buon samaritano. Ho di fronte una ragazzina messa incinta dal mio migliore amico, abbandonata per strada dai genitori, senza uno straccio di vestito da mettersi addosso e con i soldi contati per abortire…e naturalmente la invito a rimanere a casa. Prima di rispondermi sembra pensarci su..poi, con tutta probabilità, le torna alla mente il vento gelido che ha cominciato a tirare dalla prima mattina e che non sembra intenzionato a fermarsi. Finalmente si decide, sedendosi di nuovo sul divano. Sul viso, bellissimo, ha ancora quell’espressione risoluta e assieme affranta..non riesco a credere che voglia seriamente abortire. “Mia moglie sarà qui tra poco..ti darà qualcosa da metterti addosso, per coprirti.” Ha accennato un sorriso, tenendo la testa bassa, presa fra le mani. Non potevo immaginare che Adrie sapesse già tutto ancora prima di me.

 
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